Jean-Michel Basquiat

«Papà un giorno diventerò molto, molto famoso»

Jean-Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat aveva questa urgenza, l'urgenza del segno, del gesto, del colore, l'insopprimibile necessità di disegnare, di essere artista.
E proprio i muri di New York saranno, all'inizio della sua carriera, le tele su cui inciderà i tratti distintivi e indelebili della sua arte, pareti sapientemente scelte in prossimità delle gallerie più rinomate.

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo (Teschio), 1981. Acrilico e matita su tela, 207 x 176 cm

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo (Teschio), 1981. Acrilico e matita su tela, 207 x 176 cm

Jean-Michel Basquiat (New York, 22 dicembre 1960 - New York, 12 agosto 1988) è stato un writer e pittore statunitense. È stato uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano, riuscendo a portare, insieme a Keith Haring, questo movimento dalle strade metropolitane alle gallerie d'arte.
Jean-Michel Basquiat nacque a Brooklyn, borough di New York, il 22 dicembre del 1960 da padre haitiano originario di Port-au-Prince, il contabile Gérard Basquiat (n. 1930), e da madre statunitense di origini portoricane, Matilde Andrades (1934-2008); aveva due sorelle minori: Lisane (n. 1964) e Jeanine (n. 1967). La famiglia vive a Park Slope. Basquiat inizia a manifestare interesse per il disegno fin da quattro anni, ispirato dai cartoni animati televisivi. Un amore per l'arte trasmessogli dalla madre, la quale lo accompagna spesso al Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum ed al Museum of Modern Art di New York.

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo (Teschio), 1983. 102 x 102 cm

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo (Teschio), 1983. 102 x 102 cm

Nel 1968 viene investito da un'autovettura e gravi lesioni interne obbligano i medici all'asportazione della milza. Durante il mese di degenza al King's County, la madre gli regala il testo di anatomia Gray's Anatomy di Henry Gray, che lo influenzerà molto: nelle sue opere riporterà poi molti elementi anatomici[3]. Gray si chiamerà anche il gruppo musicale che Basquiat fonderà insieme agli amici Vincent Gallo, Michael Holman, Wayne Clifford, Nick Taylor e Shannon Dowson. Già all'età di 11 anni era capace di parlare, leggere e scrivere in francese e spagnolo.
Quando Jean-Michel Basquiat ha sette anni i genitori Matilde e Gérard divorziano. Nel 1975 scappa di casa e va a dormire su una panchina pubblica: arrestato per vagabondaggio, l'anno seguente inizia a frequentare la City-as-School a Manhattan, per ragazzi dotati a cui non si addice il tradizionale metodo didattico. È lì che nel 1977, a 17 anni, stringe amicizia con Al Diaz, un giovane graffitista che operava sui muri della Jacob Riis, a Manhattan.

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo (Teschio), 1982

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo (Teschio), 1982

Insieme all'amico, Basquiat acquista piena consapevolezza della propria vocazione artistica, i due iniziano a fare uso di psichedelici come l'LSD ma anche di droghe pesanti, ed uniscono le loro capacità iniziando a produrre graffiti per le strade di New York firmandosi come SAMO, acronimo di Same Old Shit ("solita vecchia merda"), propagandando con bomboletta spray e pennarello indelebile idee ermetiche, rivoluzionarie ed a volte insensate, come SAMO© SAVES IDIOTS (SAMO© salva gli idioti). All'inizio del 1980, dopo la rottura del sodalizio con Al Diaz, Basquiat scriverà nelle vie del centro della città “SAMO© IS DEAD”. In seguito non utilizzerà mai più il nome SAMO.

Jean-Michel Basquiat, Black Man, 1982. Matita su carta, 108 x 76,5 cm

Jean-Michel Basquiat, Black Man, 1982. Matita su carta, 108 x 76,5 cm

Le sue opere attingono alle più disparate fonti, i suoi mezzi espressivi creano un linguaggio artistico originale e incisivo, che punta ad una critica durissima alle strutture del potere e al razzismo. Orgoglioso delle sue origini afro-americane, Basquiat infonde nelle sue opere quel carattere drammatico, quell'energia e quella determinazione di denuncia sociale, che aprirà una strada alle future generazioni di artisti neri.
La sua produzione sintetizza astrattismo e figurativismo neoespressionista, la sua febbrile e incessante ricerca produce opere dal tratto talvolta viscerale, materico, tribale. Utilizza la pittura, ma soprattutto la scrittura, una presenza costante nelle sue opere, che spesso ne costituisce il tessuto. Basquiat ha usato e trasformato la parole in contesto come segni grafici e significanti - come versi che risuonano al ritmo del suo battito interiore.

Jean-Michel Basquiat, Exu, 1988. Acrilico su tela

Jean-Michel Basquiat, Exu, 1988. Acrilico su tela

Sue muse ispiratrici erano la musica - che non abbandonerà mai e che sarà sempre presente nei suoi dipinti - e ancora l'arte greca, romana, africana. Tra i suoi amici vi erano Andy Warhol con cui aveva una straordinaria e particolare intesa intellettuale, John Lurie, Arto Lindsay, Keith Haring e Madonna.

Nel 1983 stringe una forte amicizia con Andy Warhol, il quale lo aiuta a sfondare nel mondo dell'arte come fenomeno mondiale emergente. I dipinti di Jean-Michel erano caratterizzati da immagini rozze, infantili, facendo riferimento alla Art Brut di Jean Dubuffet. L'elemento che però contraddistingue l'arte di Basquiat è essenzialmente l'utilizzo delle parole, inserite nei suoi dipinti come parte integrante, ma anche come sfondo, cancellate, a volte anche per attrarre l'attenzione dello spettatore.

Jean-Michel Basquiat, Philistines, 1988. Acrilico su tela

Jean-Michel Basquiat, Philistines, 1988. Acrilico su tela

Nel 1984, insieme ad Andy Warhol e a Francesco Clemente, inizia una serie di collaborazioni, di dipinti a "sei mani" commissionati da Bruno Bischofberger. A scopo artistico personale dipinge un altro ciclo di opere insieme al solo Warhol, eseguendo oltre cento quadri, nei quali è riconoscibile l'apporto di entrambi, e allestendo una mostra comune il cui manifesto presenta in maniera eloquente i due artisti come protagonisti di un incontro di boxe. La boxe era per Basquiat un modo di vivere, e paragonava spesso l'arte ad un ring su cui combattere.
A settembre alcune delle opere eseguite in collaborazione con gli altri due artisti vengono esposte a Zurigo. Proprio nel settembre il New York Times definisce Basquiat "la mascotte di Warhol": questo fatto, unito all'eccesso nell'uso delle droghe e alla sua progressiva tossicodipendenza da eroina che Warhol non riesce ad arrestare, porta Basquiat a soffrire di frequenti disturbi psichici.

Jean-Michel Basquiat, King Brand

Jean-Michel Basquiat, King Brand

Nel 1985 Jean-Michel espone nuovamente alla Galerie Bischofberger di Zurigo, alla Mary Boone Gallery di New York ed alla Akira Ikeda di Tokyo, ma oramai è schiavo della droga nonostante molti dei suoi amici, vittime dei suoi attacchi paranoici, tentino di aiutarlo a disintossicarsi. Basquiat appare sulla copertina del New York Times con il titolo "New Art, New Money: The Marketing of an American Artist". Nel 1986 espone ancora una volta le sue opere a Zurigo, poi ad Abidjan, in Costa d'Avorio, facendo il suo primo viaggio in Africa.
Poco dopo si interrompono i rapporti con Mary Boone, fino ad allora suo agente commerciale newyorkese; il pubblico ed i critici iniziano ormai a non accettare più i suoi lavori con l'entusiasmo di un tempo. Nel 1987, con la morte di Warhol dovuta ad una mal riuscita operazione alla cistifellea, entra in una violenta fase di tossicodipendenza: il suo forte attaccamento al re della Pop Art, che aveva manifestato fino alla fine, lo conduce all'abuso di eroina per superare il trauma.

Jean-Michel Basquiat, Red Kings, 1981

Jean-Michel Basquiat, Red Kings, 1981

Basquiat espone ancora a New York nella galleria del cugino di Tony Shafrazi, Vrej Baghoomian, il suo ultimo mercante; poi inizia un tentativo di disintossicazione che non porterà mai a termine: muore il 12 agosto del 1988, a ventisette anni, per una grave overdose di eroina. Viene soprannominato "il James Dean dell'arte moderna", essendo riuscito a scalare quel mondo con grande velocità, ma a scomparire in un tempo ancora minore: la stessa sorte toccherà anche all'amico Haring, morto di AIDS due anni dopo, e che il 17 agosto aveva presenziato al suo funerale, insieme a Francesco Clemente ed altri amici, al cimitero di Green-Wood a Brooklyn.
Anche se l'attività artistica di Jean-Michel Basquiat prende forma nell'arco di una sola decade, in questo breve periodo la sua febbrile attività lo ha portato a produrre un vasto corpus di opere caratterizzate da un segno e uno spirito che lo hanno reso uno dei grandi testimoni della sua epoca.
A quasi trent'anni dalla morte dell'artista Jean-Michel Basquiat i suoi lavori e il suo linguaggio ancora affascinano il pubblico di tutto il mondo e dopo Milano anche a Roma è organizzata una mostra per lui nel Chiostro del Bramante che si terrà fino al 30 luglio 2017.
La mostra organizzata da Dart Chiostro del Bramante e Gruppo Arthemisia e curata da Gianni Mercurio raccoglie un centinaio di dipinti ma anche disegni, serigrafie e oggetti con alcune delle importanti collavorazioni di Jean-Michel Basquiat con Andy Warhol; insieme gli artisti crearono un linguaggio artistico originale congiungendo street art e arte Africana.

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo, 1981

Jean-Michel Basquiat, Senza titolo, 1981

Nella mostra particolare interesse nota la tela Procession (1986) dove è raffigurato l'ex president Ronald Reagan con un titolo non dato a caso “ labra sottili” per una persona che secondo gli americani non mantiene le promesse.
Pochi giorni fa, un suo dipinto del teschio è stato venduto all'asta da Sotheby's a New York per 110,5 milioni di dollari.

Si tratta di una quotazione che batte almeno due record: è la più alta mai raggiunta da un artista americano ad un'asta (quello precedente era detenuto da un Warhol, venduto per 105 milioni di dollari) e la più alta mai raggiunta per un'opera creata dopo il 1980.

Il dipinto, di dimensioni importanti (1,83 x 1,73 m), è realizzato su tela con olio, acrilico e spray.

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