Giorgio Morandi

«Per me non vi è nulla di astratto: per altro ritengo che non si via nulla di più surreale, e di più astratto del reale»

Giorgio Morandi

Giorgio Morandi

Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio 1890 da Andrea e Maria Maccaferri.
È il primo di cinque figli: oltre al fratello Giuseppe, morto a undici anni, nascono dopo di lui le tre sorelle che, insieme alla madre, gli saranno vicine per tutta la vita: Anna, Dina, e Maria Teresa.
Il ragazzo dimostra una precoce predisposizione artistica, di cui sono testimonianza alcuni elaborati resi noti per la prima volta all'Incontro internazionale "Morandi e il suo tempo", tenuto alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna il 16 e il 17 novembre 1984: fra questi è un piccolo dipinto di Fiori realizzato intorno ai quindici anni, in cui già si trova l'impostazione compositiva propria alla ricerca morandiana più matura.
Nel 1907 il giovane s'iscrive all'Accademia di Belle Arti, frequentando il corso preparatorio, quello comune dal 1909 al 1910 e quello speciale di figura dal 1910 al 1913. Fra i suoi compagni di corso sono Osvaldo Licini e Severo Pozzati, che risultano suoi compagni già nel 1909-1910.
Se fino al 1911 il suo iter scolastico è eccellente, gli ultimi due anni sono segnati da contrasti con i professori dovuti ai mutati interessi di Morandi che ha già individuato un proprio, autonomo linguaggio, come si può riscontrare nel Paesaggio del 1911, per cui Cesare Brandi parlerà di "cielo vasto di solitudine senza approdi", e nel Ritratto della sorella del 1912-1913, nel quale Giuseppe Raimondi ravviserà un parallelo con certe severità che preludono al momento "gotico" di André Derain.
Noti sono i riferimenti artistici che il giovane individua e che segnano la sua formazione: da Cézanne, di cui vede le prime riproduzioni in bianco e nero nel volume di Vittorio Pica, Gli impressionisti francesi, pubblicato nel 1908 a Bergamo; a Henri Rousseau – al quale Ardengo Soffici dedica un saggio illustrato nel n.40 di " La Voce " (settembre 1910) - ; da Picasso, a cui " la Voce " dedica uno studio nel novembre del 1912, pubblicando un disegno con tre nudi femminili della raccolta Soffici; a André Derain per il quale non si hanno riferimenti diretti, ma che indubbiamente Morandi può conoscere, magari tramite l'amico Licini, trasferitosi a Parigi nel 1915.
Parallelo è l'interesse che Morandi sviluppa per la grande arte italiana del passato: nel 1910 egli si reca a Firenze, dove può ammirare i capolavori di Giotto, Masaccio e Paolo Uccello nelle chiese e agli Uffizi.
Nel 1912 gli incide per la prima volta un'acquaforte a tiratura dichiarata: è quel Ponte sul Savena del quale Lamberto Vitali sottolinea l'impostazione cézanniana.
Nell'estate del 1913 la famiglia Morandi si reca per la prima volta in villeggiatura a Grizzana, dove il giovane realizza i suoi primi Paesaggi.
È degli anni 1913-1914 il suo interesse per la poetica futurista, nutrito dalla vicinanza sia di Osvaldo Licini sia di Giacomo Vespignani. Attraverso di loro, Morandi entra in contatto prima con Balilla Pratella e poi con Marinetti, Boccioni e Russolo. Si ha notizia della sua presenza fra il pubblico alle serate futuriste di Modena (primavera del 1913) e di Bologna (19 gennaio 1914) e della sua visita all'esposizione di Pittura Libera Futurista organizzata a Firenze da "Lacerba" dal novembre 1913 al gennaio 1914.
Quest'ultimo è concordemente considerato come anno chiave per Morandi che inizia a esporre: il 21 e 22 marzo si tiene all'Hotel Baglioni di Bologna la ormai mitica mostra a cinque, in cui figurano, a fianco di Morandi, Osvaldo Licini, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati. L'iniziativa fa molto discutere perché viene vista come mostra "secessionista" o come atto di matrice futurista, intendendo con queste definizioni tutto ciò che di diverso si poteva avere in quegli anni di acceso dibattito culturale. Morandi presenta tredici tele e quattro disegni a matita: tra i dipinti vi sono il Ritratto della sorella del 1912-1913, quattro Paesaggi del 1913, due Paesaggi del 1914 e alcune Nature morte di vetri, definite da Ascanio forti, in "Il Resto del Carlino" del 22 marzo, "compenetrazione di vetrerie in penombra".
Una di queste Nature morte e un disegno vengono dopo pochi giorni ripresentati alla Prima Esposizione Libera Futurista che si apre il 13 aprile alla Galleria Sprovieri di Roma. È sintomatico però che Morandi venga invitato anche alla Seconda Secessione Romana, dove presenta il Paesaggio di neve del 1913, mentre il gruppo futurista ne è programmaticamente escluso. Alla Secessione Morandi può vedere un'intera parete di dipinti di Matisse e un'altra riservata agli acquerelli di Cézanne.
Accertato l'interesse dell'artista per l'attività dei futuristi, va sottolineata la sua indipendenza dal movimento di Marinetti e piuttosto la sua vicinanza culturale alle prove dei cubisti d'oltralpe sul fondamentale impianto cézanniano dell'opera, come testimoniano le Nature morte del 1914 e del 1915.

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