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La nuova sede dell’A.S.I.: il progetto vincitore di Massimiliano Fuksas
di Filippo Palladino

Sarà realizzata a Roma la nuova sede dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il progetto vincitore del concorso è di Massimiliano Fuksas; tra gli altri finalisti ricordiamo William Alsop, Marco Casamonti, Jean Marc Ibos, Enric Miralles, Ian Ritchie, Bernard Tshumi.




Il progetto concepito da Fuksas verrà realizzato in un’area militare dismessa, situata nei pressi del Villaggio Olimpico e dello Stadio Flaminio.

L’edificio è strutturato su più livelli contrapposti ad una forma libera e fluttuante nella maglia regolare della struttura per gli uffici, scandita dalle solette orizzontali dei sei livelli fuori terra ed, in parte, nei due livelli interrati, destinati principalmente a parcheggio. Il segno dominate tutta la struttura è costituita da due lingue curvilinee che si liberano per tutta l’altezza dell’edificio, conferendo una precisa identità a questo luogo nuovo che sta per sorgere non lontano rispetto al futuro Centro per le Arti Contemporanee progettato da Zaha Hadid. Il luogo non ha valore se non ha una sua chiara identificazione; per Fuksas, il compito principale dell’architetto è quello di dare un’identità ai luoghi.

L’edificio si sviluppa formalmente in orizzontale, ma le caratteristiche principali sono costituite dall’accurata distribuzione dei percorsi e dei collegamenti verticali e dalla trasparenza di tutto il complesso. L’intero organismo architettonico è un enorme parallelepipedo traslucido e semitrasparente in grado di manifestare ed esibire i flussi di movimento verticali delle persone e, soprattutto, la forma libera e curvilinea, che identifica ed unisce le tre parti in cui è sezionato in verticale l’edificio. La parte centrale è destinata al collegamento ed ai servizi; su questo corpo centrale si innestano, da un lato, la parte destinata ad uffici, dall’altra, la parte destinata ad esposizione tematica, dedicata all’evoluzione della ricerca scientifica spaziale.

Le due enormi lingue, continue e curve, ospiteranno modelli e prototipi di stazioni spaziali e di satelliti, che hanno contraddistinto l’attività di ricerca scientifica e tecnologica condotta dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Il tema trattato è significativo: l’evoluzione dell’uomo nello spazio.




Fuksas si occupa in maniera pregnante di evoluzione e di stratificazione delle conoscenze nell’animo umano durante la progettazione della Sinagoga di Dresda. L’interno della Sinagoga è una scenografia composta da tagli irregolari realizzati, in una sorta di "scavo", fra strati sovrapposti di cemento. Fuksas stesso, a tal proposito, afferma che "la sovrapposizione è la stratificazione della vita dell’uomo…/…gli strati sono levigati all’esterno, ma vibrano dinamicamente all’interno con le differenti giaciture".

L’istinto è qualcosa che affonda le sue radici nell’inconscio e la sua estrinsecazione si manifesta all’esterno in maniera immediata, senza condizionamenti di sorta, senza attenersi ad una regola precisa, producendo segni del tutto innovativi. Con la Sinagoga di Dresda, Fuksas celebra l’inconscio, l’istinto, i rivolgimenti remoti dell’animo umano. Con la nuova sede dell’A.S.I., l’architetto romano celebra il progresso scientifico e tecnologico dell’uomo, che è nel contempo intelligenza ed istinto.

Questo nuovo progetto sembra incarnare una delle istanze più care a Fuksas: la dialettica tra istinto ed intelligenza, tra inconscio e coscienza, tra arte e scienza. L’intelligenza è raziocinio, l’istinto è creatività. L’intelligenza aiuta l’uomo a lavorare con elementi già noti, codificati, già sperimentati, ma a volte anche stereotipati e che, quindi, "bloccano e congelano ogni processo". L’istinto aiuta l’uomo a superare questo ostacolo, a creare un segno od un gesto nuovo, a scoprire qualcosa che gli appartiene, ma che in fondo non è suo, qualcosa di sfuggevole, di effimero, che è proprio del suo inconscio, che egli stesso non riesce ad "afferrare" ed a "catalogare". La caducità dell’uomo e della sua conoscenza è sempre in agguato, ma apre orizzonti sconfinati alla creatività ed alle manifestazioni istintuali, artistiche che provengono dal profondo dei ricordi, delle immagini stratificate in quel "contenitore" che è il nostro "io". Tutto questo è straordinariamente rappresentato in maniera magistrale e, non ha caso, possiamo dire che "traspare" dal progetto della nuova sede dell’A.S.I. tale intenzione: una fascia destinata ad uffici, una fascia destinata ad esposizione, al centro si collocano i collegamenti tra le due funzioni; da un lato abbiamo l’intelligenza, la razionalità, l’applicazione di regole costruttive e costitutive consolidatesi nel tempo, dall’altro si manifesta l’istinto, la creatività, la libertà del segno architettonico, non inteso come elemento di un linguaggio codificato, ma come gesto immediato, consapevole e sicuro di conquiste sempre più nuove e sorprendenti. Il tutto è inserito in una cornice multimediale ed interattiva, manifestazione dell’esigenza di abbattere ogni barriera, ogni confine, ogni limiti fisico. Grande valenza simbolica assume, in tal senso, il grande schermo a cristalli liquidi che diventerà elemento costitutivo principale della facciata dell’edificio. Le tecnologie utilizzate per la realizzazione di questa opera sono le più diverse. Tutta la struttura dell’edificio, così come è concepita, è permeata da un senso di "leggerezza", grazie alle trasparenze, ai riflessi, ai giochi di luce, alla sinuosità delle forme. L’opera progettata da Fuksas può definirsi come uno spazio senza confini, un spazio nel quale vive e si consuma il concetto di "architettura come arte della contaminazione".

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