I Giorni di Roma: L'età della Conquista - Il fascino dell'arte greca a Roma
Roma - Musei capitolini
Dal 13 marzo al 5 settembre 2010
La mostra L'Età della Conquista, la prima del ciclo “I Giorni di Roma”, offre l'occasione irripetibile di riflettere su un'epoca di profondi cambiamenti nei canoni stilistici e sul gusto estetico della Roma antica: uno dei momenti fondamentali per la futura identità culturale e artistica romana, non solo dell'età repubblicana. Sarà rappresentato il periodo seguente le campagne di conquista in Grecia, nei decenni che intercorrono tra la fine del III sec a.C. e la metà del I sec a..C., in cui l'influenza ellenica diviene preponderante fino a coinvolgere tout court il mondo culturale romano.
E' questo il periodo in cui l'élite al potere avverte, con sempre maggior
consapevolezza, il consolidarsi del proprio prestigio esprimendolo attraverso
l'arte. Il percorso della mostra, attraverso capolavori provenienti dall'intero
bacino del Mediterraneo, tra cui imponenti statue in marmo, raffinate opere in
bronzo e terracotta, interi cicli scultorei, fregi ed elementi di arredo
domestico in bronzo e argento, del più alto valore stilistico, descriverà il
periodo che risulterà essere tra i più innovativi ed originali per l'intero
sviluppo dell'arte occidentale.
La mostra
L'Età della conquista parte dal momento di formazione dell'Impero romano,
quando Roma espande progressivamente il proprio controllo su tutto il bacino
del Mediterraneo, dalla Spagna alle coste dell'Asia Minore. In questo periodo
si assiste alla formazione di un linguaggio figurativo squisitamente romano,
che fa tesoro di tutta la cultura artistica greca, che nel tempo viene
recepita, assorbita e modificata. E' questo il periodo in cui l'élite al potere
avverte, con sempre maggior consapevolezza, il consolidarsi del proprio
prestigio e lo esprime attraverso l'arte.
Roma tra il III e il I secolo a.C. diventa l'unica potenza egemone sull'intero
bacino del Mediterraneo. A conclusione delle vittoriose campagne militari in
Grecia e Magna Grecia, le ingenti quantità di denaro e i ricchi bottini di
guerra determinarono un mutamento di gusti che si trasformò in rivoluzione
culturale. Le opere d'arte greche esibite nel corso della processione trionfale
dei generali Marcello, Flaminino, Emilio Paolo, Lucio Mummio e Pompeo erano di
una qualità mai ammirata prima, talvolta persino in materiali preziosi fino ad
allora sconosciuti in città, come perle o pietre preziose. Al seguito dei
condottieri, arrivarono a Roma un gran numero di artigiani greci, architetti,
precettori, medici e artisti. Così, nonostante la resistenza della fazione
conservatrice di Catone, una rapida ellenizzazione mutò per sempre l'Urbe anche
attraverso la commistione di modelli greci e romani, come nel caso di uno dei
templi di largo Argentina: un edificio circolare, tipicamente greco, costruito
tuttavia su un alto podio come consuetudine italica. Un discorso analogo vale
per i monumenti onorari: sul basamento delle statue onorarie dei generali
romani compaiono iscrizioni in greco, come per la statua bronzea di Flaminio al
Circo Massimo. Spesso gli stessi abiti dei personaggi raffigurati sono di
fattura greca, come la statua di Scipione Asiageno sul Campidoglio.
Le sezioni
Nella prima sezione della mostra, dal titolo Dei e santuari, si
presentano fregi e frontoni in terracotta provenienti da alcuni templi: dal
consesso di divinità, come il Frontone di san Gregorio dei Musei Capitolini,
alle concitate sequenze di battaglia come la Galatomachia dal fregio di Civitalba,
provenienti dal Museo di Ancona. Per la prima volta, all'interno del medesimo
percorso espositivo, si potranno confrontare opere di artisti greci eseguite in
Grecia accanto a opere di grandi artisti eseguite a Roma, come statue di culto
dei templi eretti per le grandi vittorie su commissione dei generali: ad
esempio nel caso dell'Ercole di Polykles, dei Musei Capitolini, o della Diana
da Nemi, conservata al Museo di Copenhagen. Chiude la sezione una sequenza
dedicata alle statue di Muse: splendidi esemplari in terracotta dal British Museum
di Londra.
La seconda sezione è dedicata ai Monumenti onorari, dove veniva dato
grande risalto alla figura del generale vincitore, generalmente in abiti
militari, corazza, mantello e lungo scettro. Dal II sec. a.C. si diffondono nel
mondo italico soluzioni figurative nuove: i corpi sono nudi, in posa
autorevole, capaci da soli di esprimere le qualità e il carisma della persona
onorata. E' il caso delle statue, splendide, dei due generali da Formia, da
Cassino (al Museo di Napoli) o da Foruli (al Museo di Chieti). Oggi soltanto di
pochi tra i più noti condottieri di età repubblicana (Pompeo, Cesare,
Ottaviano), esistono ritratti accertati grazie alle riproduzioni sulle monete.
In molti casi, le statue onorarie hanno volti la cui precisa identificazione è
ancora oggetto di discussione, come i diversi ritratti di Emilio Paolo, esposti
qui insieme: un esemplare da Tirana affiancato ad uno esposto a Palazzo Massimo
a Roma.
La terza sezione, Vivere alla Greca offre un approfondimento
sull'affermazione del gusto greco in ogni ambito del vivere, persino nel
settore degli arredi domestici come candelieri, tavoli, crateri, vasellame
prezioso e statue provenienti dal Museo di Palestrina e dalla casa di Giulio
Polibio a Pompei, al Museo di Napoli. Mescolando elementi greci di vari
periodi, gli artisti svilupparono in quel periodo un nuovo linguaggio
figurativo, grazie al quale crearono pitture e sculture del tutto nuove.
Infine, una quarta sezione è riservata ai Costumi funerari, in cui i
romani appaiono meno influenzati dal fascino ellenico rispetto a tutti gli
altri aspetti della vita pubblica e privata. Sembrano rimanere infatti legati
alla propria tradizione continuando a mostrarsi ancora orgogliosamente avvinti
nelle pieghe delle loro toghe, simbolo stesso della cittadinanza romana, e solo
raramente sono rappresentati nei mantelli di tradizione greca o in costume
eroico, come nel rilievo funerario dalla via Appia a Roma. E i loro volti, sono
rugosi e scavati, sono quelli dei vecchi della Repubblica Romana.
Informazioni:
I giorni di Roma. L'età della conquista
Sede: Roma, Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio 1
Periodo dal13 marzo al 5 settembre 2010
Orari del museo: tutti i giorni tranne il lunedì 09.00 - 20.00
biglietteria: biglietto intero € 11; biglietto ridotto € 9; ridottissimo € 2; gratuito
solo per alunni di scuole medie ed elementari e per i portatori di handicap
Catalogo: Skira
Ente promotore: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza
ai Beni Culturali
Con la collaborazione di Banche Tesoriere del Comune di Roma
Direzione scientifica: Dott. Claudio Parisi Presicce, Prof. Eugenio La Rocca
Organizzazione: Zétema Progetto Cultura, MondoMostre
Informazioni e prenotazioni: tel. 060608