Canova e la danza. La danza nella scultura e nella pittura di Antonio Canova
Possagno (Tv) - Museo e Gipsoteca Antonio Canova
Dal 3 marzo al 30 settembre 2012
La Gipsoteca Museo Canova di Possagno dedica una fantastica mostra alle
danzatrici.
A quelle creature, bellissime, che Canova creava, diremmo oggi, come
antidepressivo o come antidoto al male di vivere. Nel senso che si affidava
alla loro vitalità, alla “forza della gioventù più vigorosa” che da esse
prorompeva, quando sentiva avvicinarsi quello stato di prostrazione fisica e
morale che lui stesso attribuiva al “male di qualche amico o alle vicende del
mondo”. La loro bellezza, lievità, forza scacciava ogni melanconia e ridava al
maestro la joie de vivre di cui aveva bisogno.
Tre le traspose in marmo che sembrano lottare con la legge di gravità, molte
altre si limitò ad abbozzarle, a disegnarle o a dipingerle nelle sue
coloratissime tempere.
L'idea per questa affascinante mostra, destinata a bissare il successo davvero
clamoroso di quella recentemente dedicata alla bellezza imberbe del Principe
Lubomisky, è legata ad un risarcimento artistico e storico.
Tra i capolavori del Museo e Gipsoteca Antonio Canova di Possagno, si conserva
il gesso originale (quello su cui effettivamente lavorò Canova, affidandone poi
la trasposizione in marmo ad abili collaboratori e su cui interveniva alla fine
nell'intento di rappresentare “la vera carne”) della Danzatrice con i cembali,
eseguita per l'ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij, ora patrimonio
inamovibile del Bode Museo di Berlino.
Le sensuali braccia tornite ed i cembali della Danzatrice vennero polverizzate
da una granata austroungarica durante i cannoneggiamenti che colpirono
Possagno, a ridosso del Monte Grappa, nel corso della Grande Guerra. Da allora
l'opera protende al cielo i suoi candidi moncherini.
In questi mesi, ottenuti tutti i permessi del caso, con le cautele necessarie,
la Danzatrice sta tornando a suonare i suoi cembali. Il Bode Museum ha,
infatti, concesso di realizzare una scansione in 3D dell'opera in marmo. E, con
un procedimento inverso a quello tradizionale, sarà ricorrendo al marmo finale
che si completerà il gesso originale (REVERSE ENGINEERING). L'opera berlinese,
coinvolta da un incendio già nel Palazzo di Vienna, mostra delle pericolose
fessurazioni e non potrà ovviamente muoversi dalla sua attuale sede.
Va annotato come l'incendio del marmo e il danneggiamento del gesso originale
non siano le uniche avversità che hanno colpito o contornato queste magiche
creature canoviane. Intorno a queste meraviglie vi sono storie di grandi
innamoramenti, come quello dell'Imperatrice Josephine de Behaurnais che volle
per se la Danzatrice con le mani sui fianchi, la stessa che al Salone parigino
del 1813 “fa impazzir tutti” o l'altra delle tre la Danzatrice con dito all
mento commissionata dal Conte Manzoni che non riuscì mai a godersela perché nel
frattempo venne assassinato.
Le Danzatrici trasmettevano, evidentemente, positività, forza, giovinezza e
ammaliavano non solo Canova. Tant'è che l'artista fu costretto a farne diverse
repliche e molte altre vennero realizzate negli anni successivi, issate a
trasmettere bellezza e grazia in luoghi, i più diversi, dalla Stazione Centrale
dei Telefoni di San Pietroburgo sino al Messico o a Cuba o al Canada.
Nessuno degli originali delle tre Danzatrice sarà a Possagno. Di quella con i
cembali si è detto: è a Berlino ma non può essere spostata dalla sua sede
perché fessurata; La Danzatrice voluta da Giuseppina Buonaparte venne
acquistata da Alessandro I di Russia e giunse a San Pietroburgo proprio nei più
tragici momenti del 1818, trovando poi collocazione definitiva e inamovibile
nel nuovo Ermitage. Della terza si è perduta ogni traccia, anche se talvolta
copie vengono riproposte come l'originale, purtroppo senza seguito scientifico
alcuno.
Va chiarito che il tema della danza in scultura non venne limitato da Canova
alle tre Danzatrici oggetto di questa mostra. Egli rappresentò infatti altre
figure che danzano, ma si trattava di dee o muse, quindi figure mitologiche,
concettualmente ben diverse da queste, ragazze reali, impegnate in danze
contemporanee, lontanissime dalle pur superbe rappresentazione di Ebe o di
Tersicore. Queste omaggi alla classicità, quelle iniezioni di ottimismo forza
per momenti bui.
Regina della mostra sarà la danzatrice restaurata, affiancata, come in una
grande festa da ballo a corte, da un nugolo di 50 meravigliose fanciulle
danzanti.
Catalogo della mostra: Terra Ferma Edizioni