I gioielli sostenibili di Riccardo Dalisi
Napoli - Palazzo delle arti di Napoli
Dal 17 luglio al 4 settembre 2012
Inaugurazione: martedì 17 luglio, ore 18,00
A cura di Alba Cappellieri
Solo di recente il mondo orafo ha preso consapevolezza della necessità di una
riflessione sulla sostenibilità, tema centrale del pensiero contemporaneo e
dello sviluppo futuro.
Da qui l'omaggio ai gioielli di Riccardo Dalisi, il poeta-designer che ha teorizzato
la decrescita istituendo il Compasso di Latta e che per primo ha sollevato nel
gioiello la necessità di una maggiore responsabilità verso le risorse
dell'ambiente e la valorizzazione del capitale territoriale. Riccardo Dalisi è
una figura di spicco nel panorama internazionale dell'arte contemporanea. È un
progettista che ha saputo coniugare il lavoro su scala industriale con quello
artigianale, vincendo nel 1981 il Compasso d'Oro. È stato tra i primi ad
assemblare materiali poveri e di riciclo, come latta, carta, rame, ferro,
lamierino, ceramica, vetro, legno, stoffa, trasformandoli, con pazienza e
capacità artigianali, in opere d'arte.
Questa mostra presenta per la prima volta l'opera omnia dei gioielli di
Riccardo Dalisi, un atto dovuto al genio di uno degli artisti più interessanti
del panorama contemporaneo ma soprattutto il riconoscimento del valore
espressivo, della coerenza linguistica e dell'autonomia artistica dei suoi
gioielli. L'importanza della mostra sta, secondo Alba Cappellieri, curatrice e
professore di Design del gioiello al Politecnico di Milano, nel fatto che “se
il lavoro di Dalisi è ampiamente riconosciuto negli ambiti del design – dalle
caffettiere per Alessi alle lampade per O Luce - e dell'arte – le sue sculture
adornano numerose piazze e collezioni museali - quella dei gioielli è invece
una produzione silenziosa, apparentemente casuale, poco nota sebbene
straordinariamente intensa e suggestiva. Questi gioielli ben descrivono il
mondo misterioso di Riccardo e le creature che lo abitano: alberi, fiori,
stelle, comignoli su cui si posano placide colombe, porte e finestre che si
aprono su foreste incantate popolate da giraffe, leoni ed elefanti, mani che
accolgono, cuori che abbracciano, volti che sorridono dal balcone di un cammeo”.
Sono cento gioielli autoprodotti e realizzati a mano tra il 1990 e oggi,
delicati e candidi, dai colori vivaci e dai materiali “ultrapoverissimi”, nella
definizione di Dalisi, come latta, ottone, stagnola che affiancano oro e
argento e ci immergono dolcemente in una performance artistica giocata sulla
metamorfosi e sul movimento.
Dalisi ha introdotto il tema del rifiuto, dello scarto nel gioiello,
dimostrando che la preziosità non è quella dei materiali preziosi e che anche
un piccolo pezzo di vetro o un coccio di ceramica possono avere una nuova vita,
spesso migliore della precedente.
La tappa napoletana al Palazzo delle Arti di Napoli segue quelle alla Triennale
di Milano e al Palazzo Bonin Longare di Vicenza, visitate da oltre 5000
visitatori.
A Napoli due sono le novità.
Per la prima volta viene presentata la riedizione della collezione La Foresta
Incantata, una serie limitata di pezzi in argento realizzati dal consorzio
Antico Borgo Orefici, che per l'occasione sarà in vendita presso i principali
store napoletani, a conferma del rapporto proficuo tra design e artigianato.
Viene anche esposta per la prima volta un'anteprima della collezione
Pintaderas, una nuova collezione di gioielli in ceramica con finitura di smalti
policromi e lustri oro e platino realizzata da Terre Blu, alla quale Dalisi sta
lavorando in questi giorni, che sarà presentata nella sua interezza nel
prossimo autunno.
In occasione della mostra, inoltre, la ditta Sabox di Nocera Inferiore -
azienda che si è distinta per la sua particolare attenzione verso lo sviluppo
sostenibile e per il territorio e che produce cartone ondulato da carte da
macero provenienti dalla raccolta differenziata dei comuni Campani - produrrà
delle sagome in cartone riciclato che, con l'intervento pittorico di Dalisi,
verranno trasformate in pezzi unici.
Dalisi e Sabox durante l'inaugurazione del 17 luglio doneranno le
sagome-scultura, che a settembre saranno messe all'asta, al progetto
Paestumanità di Legambiente.
Il progetto consiste in un'operazione di “azionariato sociale” finalizzata ad
acquistare i terreni compresi entro le mura della città di Paestum, attualmente
di proprietà privata e sottoposti a sfruttamento agricolo, nonché ad un gravoso
impatto antropico: se lo Stato non riesce ad acquisire la titolarità di tutta
l'area archeologica interna alle mura per mancanza di fondi, si chiede ai
cittadini, senza limiti geografici, di raccogliere i fondi necessari per
comprare i terreni privati e promuoverne la tutela e la ricerca.
Mostra a cura di Alba Cappellieri
Catalogo Marsilio
Milano - Triennale Design Museum
29 febbraio - 9 aprile 2012
Vicenza - Palazzo Thiene Bonin Longare
18 maggio - 18 giugno 2012
Napoli - PAN Palazzo delle arti di Napoli
17 luglio - 4 settembre 2012