A novembre 2002 aprirà il nuovo Museo Africano a Basella (Bg)
Il nuovo Museo Africano, ultima realizzazione italiana in campo culturale, è inserito tra i musei più tecnologicamente avanzati in Europa. Il Museo nasce grazie all'iniziativa di alcuni frati Passionisti, che all'interno del loro convento, risalente al 1600, hanno costruito una nuova struttura atta a contenere opere di altissimo prestigio storico e culturale. Il nuovo Museo, tuttavia, è stato realizzato senza creare contrasti con l'architettura già esistente del convento, tutelata dalle belle arti. Alcune aziende specializzate, come ad esempio la Siemens, hanno dato il loro contributo nella sperimentazione di nuovi impianti tecnologici, che hanno per l'appunto trasformato il Museo Africano tra i più avanzati in tutta Europa. La realizzazione dell'edificio è stata curata dallo Studio Mauri, mentre, per ciò che riguarda l'interior design, dallo Studio Trabucchi. Anche numerosi fornitori hanno dato un loro contributo, coma ad esempio la Ditta Bonacina, che espone per il periodo dell'inaugurazione circa otto poltrone di nuovissima concezione e design che ben si adattano con lo stile del Museo. Tutto ciò ha permesso la trasformazione del Museo in un luogo non solo culturale, ma di svago e relax. L'edificio è costruito su tre piani; nel basement è presente il museo vero e proprio con le collezioni d'arte permanete e temporanea e la reception. Al piano terra vi sono gli uffici amministrativi, il bar e il Museo Shop. Al primo piano vi sono la sala conferenza, i laboratori didattici multimediali e l'archivio. Il tutto è circondato dal parco del convento. La visita al Museo è guidata attraverso la proiezione di un DVD su tre schermi sincronizzati, completamente autonomi, che si calano sul pubblico e attraverso le immagini e il suono in dolby sourround, lo coinvolgono nelle atmosfere dell'Africa.

Interno Vista prospettica sud-est
A Basella, in provincia di Bergamo, il 29 Novembre verrà inaugurato il nuovissimo Museo Africano, erede di un popolo che ha saputo esprimere la propria spiritualità attraverso un’arte unica e autentica.
Dai Dogon del Mali agli Hemba del Congo, il Museo possiede opere di ineguagliabile bellezza, tramandate nei secoli fino ad oggi. Una collezione di prestigio internazionale, calata in un contesto che ha fuso la più sofisticata tecnologia con l’atmosfera "magica" in cui si trova.

Interno Vista prospettica nord-est
Il Museo e Villaggio Africano sono stati fondati ed inaugurati nel 1984 dai Missionari Passionisti, congregazione religiosa fondata da San Paolo Della Croce nel 1743. Lo scopo di questo Museo è quello di far conoscere tradizioni, abitudini e principi di popoli diversi, far luce sulle trasformazioni sociali, artistiche e spirituali in atto nell’Africa subsahariana.
La collezione del Museo è composta da opere molto ambite e particolarmente quotate nel mercato dell’arte occidentale, ma l’intento primario è, e rimane, quello di "svelare" alle nostre società una storia non ancora conosciuta e della quale, per tante ragioni sociali, se ne avverte la necessità.
Il Museo è stato allestito da un lato in modo comunicativo e attraente, dall’altro con l’intenzione di volerlo utilizzare come luogo rappresentativo, capace di ospitare iniziative che promuovono la conoscenza e l’approfondimento della cultura africana in tutti i suoi aspetti.
L’edificio è stato realizzato su progetto degli architetti Carlo Mauri, Alberto e Fabiano Trabucchi. La struttura si dispone su tre piani: la mostra permanente, la sala congressi e i laboratori multimediali, che lo rendono tecnologicamente avanzato e competitivo con i maggiori musei d’Europa, aderendo ed adeguandosi quindi ad un nuovo concetto di museo ormai sviluppato e applicato da molti.
Le infrastrutture per disabili, le guide informative, le traduzioni in varie lingue, i sistemi multimediali di animazione, la creazione di un vero villaggio Africano (progetto che si realizzerà nel 2004) nel parco circostante, sono esempi di come il Museo si sia trasformato in un’istituzione aperta e flessibile. Questo nuovo concetto di approccio ad un luogo culturale lo rende un punto d’incontro, d’escursione, di svago intelligente, nonché d’informazione ed istruzione.
RELAZIONE STUDIO MAURI - Progetto dell’edificio
L’organismo edilizio in argomento è stato realizzato in corrispondenza di un esistente corpo di fabbrica, edificato negli anni 30. L’aspetto estetico, oltre ad essere vincolata dalla Soprintendenza ai monumenti della Lombardia, è dovuto essere riguardoso dalla preesistenza, quale l’edificio del 1400, edificato dal Celleoni, confinante su di un lato con il museo ed avente l’ampio cortile in comune.
L’edificio si sviluppa al piano interrato sala museo con uffici; al piano terra, sala accoglienza, ufficio direzione, servizi igienici e magazzino materiali; al piano primo sala computer e , sala congressi e abitazione dei Padri responsabili del museo.
Considerata l’esistenza del vincolo monumentale ed essendo l’intera area di proprietà dei Padri Passionisti inserita nel Parco della Valle del Serio, si è dovuto mantenere sia l’aspetto planimetrico che volumetrico, apportando le modifiche interne ed esterne necessarie per le funzioni correlate al Museo Africano, oltre ad eseguire nell’entro terra, un piano coprente la superficie dell’immobile esistente ed una porzione esterna al perimetro.
Le caratteristiche costruttive risultano essere:
Fondazioni continue e su pilastri isolati in calcestruzzo armato;
Murature di perimetro del piano interrato in calcestruzzo semplice idrofugato;
Solaio di copertura del piano interrato con travi in calcestruzzo precompresso, impermeabilizzato e termofonizzato per la porzione emergente dal corpo di fabbrica a due piani;
Ossatura della struttura fuori terra con travi e pilasti in cemento armato;
Solai di orizzontamento in cotto armato;
Copertura con piccola e grossa orditura in legno, con soprastante assito, lastre di ISOTEC e tegole curve a canale;
Murature di tamponamento con paramento esterno in mattoni forati spess. cm 12, intonaco sulla faccia interna, materassino in lana di roccia spess. cm 6 e tavolato interno spess. cm 8;
Pavimentazione piano interrato con listoni di legno pretrattato posato galleggiante;
Pavimentazione restanti piani con piastrelle di ceramica a disegno;
Serramenti piano terra e primo in legno lucidato con vetri atermici;
Serramenti piano interrato in alluminio a taglio termico, con vetri antisfondamento;
Impianto di condizionamento;
Impianto elettrico;
Impianto multimediale.
RELAZIONE STUDIO TRABUCCHI - Progetto Interior Design
La configurazione di allestimento è basata sulla razionalizzazione del parametro iniziale di progetto: la creazione nel piano interrato (piano adibito a eventi espositivi) di due aree distinte ma in sinergia:
un’area adibita a mostre temporanee
un’area espositiva permanente
Le due aree si impostano sul quadrato perimetrale dell’edificio (dividendolo in due spazi rettangolari) e organizzano:
- la biglietteria e la sala mostre temporanee in prossimità dell’ingresso principale;
- l’esposizione di statuaria africana ed il blocco servizi che connette i piani superiori sullo sfondo.
L’elemento di unione è dato dal corridoio che connette senza soluzione di continuità le due aree ed imposta la lunga facciata perimetrale sul lato est, qualificata da un esercizio compositivo di finestrature. Queste aperture ci permettono di ritrovare i giusti rapporti aereoilluminanti ed al contempo di innestare sull’asse visivo del corridoio, inondato di luce, l’allineamento delle due aree suddette. Diciamo quindi che nella strategia progettuale abbiamo lavorato sui valori percettivi e luminosi come strumenti di distribuzione e allineamento degli spazi!
La separazione fra le due zone espositive, avviene attraverso un "segno forte" rappresentato da lastre di vetro acidato colorato che scendono dalla controsoffittatura e terminano, in sospensione, sopra un "dissuasore" a forte connotazione biomorfica. Questo elemento formale funziona ad un tempo come panca aggettante su ambo le aree che va a definire, ed attraverso la finitura scelta (piallaccio di zebrano fiammato), come raccordo percettivo con la griglia di vetrine che strutturano l’area espositiva permanente. Il valore compositivo autonomo di questa scelta divisoria ci permette di creare uno "spartiacque" fra due ambienti che vivranno attraverso fruizioni differenti, ma che in nuce sottendono a medesime funzioni pedagogico didattiche.
Fra la parete di ingresso principale e la prima serie di pilastri si sviluppa la biglietteria che avrà funzioni anche direzionali e amministrative; un "frammento progettuale del dissuasore centrale ci permette il riallineamento visivo e compositivo dell’intera sezione a mostre temporanee. Quest’ultima avrà anche un forte carattere d’istruzione, dato ospiterà il sistema multimediale (proiettori e schermi di proiezione) che permetterà l’attivazione di un processo didattico e di sensibilizzazione della cultura (non solo materiale) delle popolazioni africane.
L’esposizione permanente ospiterà 34 opere d’arte africana distribuite su 18 vetrine ad uno o due piani, visibili su quattro o tre lati a seconda delle caratteristiche di bi-tridimensionalità dei pezzi esposti. Il sistema illuminotecnico previsto è costituito da fibre ottiche all’interno di ogni vetrina con uno o due illuminatori per ciascuna teca, per una corretta qualità di luce teorizzata su ciascuna opera.
Due piedistalli (su cui saranno posizionate due figure di altezza ragguardevole) del diametro di 120 centimetri impostano l’asse di simmetria dell’intera area espositiva permanente introducendo un ordine visivo che verrà percepito già all’ingresso principale, attraverso la formazione di un cono ottico sul primo piedistallo (in asse di simmetria anche con il corridoio) che acquisisce così, la funzione di richiamo introduttivo allo spazio che ci consegna ad una nuova narrazione culturale!
Il blocco di servizio comprende le scale di accesso ai piani superiori, il montacarichi per il trasporto e lo spostamento delle opere, una sala di controllo dei sistemi video, antiintrusione e rivelazione fumi, spegnimento e allarme; un archivio interno.
Caratteristiche tecniche:
pavimento in legno di rovere
pareti finite in gesso rasato verniciato bianco
panca –dissuasore e vetrine in riallaccio di zebrato
parete divisoria in vetro acidaro verde
illuminazione vetrine in fibre ottiche a 14 + 14 punti
illuminazione generale con faretti ad incasso alogeni
predisposizione ed installazione impianto multimediale con tre proiettori che possono comandare anche l’impianto luci
RELAZIONE STUDIO NOVOTEK – Impianto audio e video
Da quanto espressamente richiesto dai responsabili del museo, abbiamo interpretato gli usi e le specifiche esigenze per l’attività che si svolgeranno nel Museo Africano, fino a proporre in progetto l’impiego di diverse apparecchiature, tutte automatiche e funzionanti con Software dedicati.
In questo modo i gruppi che parteciperanno a varie presentazioni saranno attratti da video e audio provenienti da diversi DVD sincronizzati, e saranno condotti in modo completamente automatico nel tragitto culturale che gli viene proposto.
L’impianto Audio/Video composto da Videoproiettori SONY e Altoparlanti BOSE non comporta nessun intervento di personale tecnico, viene gestito con sistemi di controllo automatico CRESTRON per la massima affidabilità nella gestione delle apparecchiature programmate o programmabili ai diversi scopi (uso di microfoni, visione/registrazione di supporti audio/video e presentazione durante gli incontri con PC ecc.).
All’interno del Museo Africano sarà una animazione Video su 3 schermi di proiezione a presentare filmati e documentari prodotti di volta in volta, tutti con effetti audio e di movimento nelle luci che ne accentueranno l’attenzione.
La Sala riunioni collegata al Museo potrà essere utilizzata per incontri e presentazioni inerenti ai gruppi in visita o assolutamente autonoma per meeting e conferenze che richiedono gli standard più evoluti di comunicazione, quali "Videoconferenza" "Traduzione simultanea in varie lingue" "Videoproiezione dati PC ecc.)
RELAZIONE SIEMENS - Il sistema di controllo degli edifici instabus EIB
Per la nuova sede del Museo Africano presso il Convento dei Padri Passionisti a Basella di Urgnano (BG) è stato previsto un impianto elettrico moderno ed innovativo, basato sulla tecnologia "bus" e realizzato con il sistema di controllo degli edifici instabus EIB di Siemens.
Instabus EIB, l’impianto elettrico "evoluto"
Che cosa si intende per impianto "bus"? Il sistema instabus EIB è una soluzione intelligente sviluppata da Siemens per il controllo degli edifici che permette di ottenere dall’impianto elettrico un elevato livello di comfort unito alla massima attenzione verso la sicurezza e l’ottimizzazione dei consumi energetici. I vari impianti tecnici dell’edificio (come nell’esempio del Museo Africano illuminazione e termoregolazione) sono tutti collegati ad una linea comune – la linea bus – sulla quale vengono trasferite tutte le informazioni necessarie al comando e alla gestione degli impianti presenti nell’edificio permettendone un funzionamento integrato e coordinato. Il sistema non necessita di una unità centrale di gestione; ogni dispositivo è in grado di comunicare sulla linea bus grazie all’intelligenza a microprocessore integrata. Grazie al software di Visualizzazione è comunque possibile disporre di un punto di comando e controllo centralizzato su di un comune personal computer dove è possibile replicare tutti i comandi ed i controlli disposti nell’intero edificio e riportare allarmi, segnalazioni, stati, ecc.
Nel caso del Museo Africano l’impianto instabus EIB si estende all’intero edificio, comprendente il seminterrato, il piano terreno, il primo piano ed il sottotetto. Le funzioni integrate nell’impianto sono illuminazione e termoregolazione; instabus EIB è stato inoltre interfacciato agli impianti antiintrusione ed antincendio ed al sistema multimediale di gestione audiovisivi.
Le esigenze illuminotecniche
Per la destinazione stessa dell’edificio, un museo presenta esigenze illuminotecniche piuttosto elevate che non si limitano ad un’attenta scelta di sorgenti ed apparecchi ma richiedono la possibilità di una loro gestione semplice e flessibile. Presso il Museo Africano la maggior parte delle sorgenti luminose che equipaggiano gli apparecchi sono dimmerizzabili; mediante il sistema instabus EIB è possibile definire intensità luminose predefinite e, all’occorrenza, rampe di salita/discesa dell’intensità stessa (con effetti di "fading" e dissolvenza) contribuendo ad elevare il comfort visivo dei visitatori nel passaggio fra situazioni luminose diverse. Grazie alle ampie possibilità del sistema è inoltre possibile creare sequenze e comandi temporizzati e pratici comandi centralizzati a livello di ambiente, piano od edificio.
La termoregolazione
In un museo le condizioni climatiche sono particolarmente complesse da gestire; l’afflusso del pubblico è variabile nel corso della giornata, sono presenti un gran numero di sorgenti luminose e l’irraggiamento solare che filtra attraverso le finestre è un altro fattore che può incidere sensibilmente. Anche in questo caso il ricorso al sistema instabus EIB ha consentito di gestire in modo indipendente i vari ambienti, determinando sempre la temperatura più confortevole per ognuno di essi.
Il sistema può inoltre essere programmato in modo da garantire una temperatura di stand-by nei periodi in cui non si prevede affluenza di pubblico ed una temperatura notturna in modo da conciliare in modo ottimale le esigenze di comfort e risparmio energetico. Nella struttura sono inoltre presenti degli ambienti a diversa destinazione (uffici, laboratori) ed una zona di ospitalità (camere, bagni, soggiorno) per le quali è indispensabile permettere una gestione individuale agli ospiti ed una gestione centralizzata nei periodi di assenza.
L’interfacciamento al sistema di gestione audiovisivi
Grazie all'interfaccia EIB-ASCII è possibile comandare gli apparecchi di illuminazione e richiamare gli scenari luminosi dal pannello impiegato per la gestione del sistema multimediale per la proiezione di audiovisivi. L’integrazione con il sistema instabus EIB permette di sincronizzare la proiezione di audiovisivi sui tre schermi predisposti con una sequenza di comando degli apparecchi d’illuminazione in modo da evidenziare e far risaltare al momento giusto zone ed oggetti esposti nel Museo e, in taluni casi, creare effetti scenografici di grande impatto.
La sala polivalente
Convegni e conferenze sono eventi "dinamici" dove, nel corso della giornata, oratori, argomenti e fasi diverse si susseguono. La comunicazione può essere in un solo senso in un momento e richiedere il coinvolgimento del pubblico poco dopo. Grazie al sistema instabus EIB, l’illuminazione della sala risulta molto flessibile in modo da seguire agevolmente l’alternarsi delle diverse fasi, aiutare con discrezione a sottolinearne i vari momenti e, naturalmente, restare il più possibile semplice da utilizzare.
La postazione centralizzata
Al Museo Africano si è deciso di disporre due postazioni centralizzate per il comando e controllo dell’impianto localizzate rispettivamente nell’Ufficio Personale e nell’Ufficio del Direttore del Museo. Con il software di visualizzazione instabus EIB installato su di un PC si sono create una serie di 14 pagine grafiche dotate di comandi "virtuali" (pulsanti azionabili con un semplice click del mouse) e campi di segnalazione di stato, allarme ed indicazione di valori. Alcuni esempi? Sulle pagine grafiche vengono visualizzati gli allarmi provenienti dagli impianti antiintrusione ed antincendio, il blocco dell’UTA (Unità Trattamento Aria) e, grazie alla presenza di contatti magnetici, lo stato di apertura/chiusura di accessi al Museo. Dalla postazione centralizzata è possibile effettuare anche la commutazione estate/inverno inviando il corrispondente segnale alla centrale termica o effettuare regolazioni della temperatura di singoli ambienti o, in modo centralizzato, di zone dell’edificio. Eventuali anomalie agli impianti tecnologici (ad esempio lo scatto degli interruttori) vengono visualizzate ed individuate così in maniera rapida ed univoca. Un programma calendariale permette addirittura di effettuare la completa scarica degli apparecchi d’illuminazione d’emergenza a cadenza mensile.
Gli allarmi "remotizzati"
Situazioni critiche ed emergenze non vengono semplicemente segnalate alla postazione centralizzata su PC ma, per garantire la massima sicurezza anche nei momenti nei quali non v’è presidio locale, possono essere inviate sotto forma di messaggi vocali a telefoni fissi o cellulari. Nel caso del Museo Africano, gli allarmi antincendio ed antintrusione vengono inoltrati rispettivamente ai comandi locali di Vigili del Fuoco e Carabinieri.
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