Calma e quiete. Progetti subliminali di Alessandro Mendini, Michele De Lucchi e Angelo Micheli
Bologna - Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, Via Manzoni, 2
Fino al 5 giugno 2011
A cura di Philippe Daverio
Ha aperto al pubblico il 6 aprile, a Palazzo Fava a Bologna, la mostra Calma e
Quiete, progetti subliminali di Alessandro Mendini, Michele De Lucchi e Angelo
Micheli, a cura di Philippe Daverio. La mostra, allestita a Palazzo Fava,
recentemente restaurato e restituito alla città di Bologna all'interno del
progetto Genus Bononiae, ospiterà opere dei tre architetti Mendini, De Lucchi e
Micheli, che nulla hanno a che fare con la loro professione di architetti. Una
mostra, che indaga gli esiti a cui giunge l'estro e la creatività, quando
questi sono liberi e non soggetti alle regole della staticità architettonica.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al 5 giugno, presenterà le
sculture in ottone e rame di Alessandro Mendini, le "casette" di Michele
De Lucchi e i "cipressi" di Angelo Micheli.
Vitruvio definisce l’architettura come attività che “nascitur ex fabrica et
ratiocinatione”, cioè che proviene dalla capacità creativa congiunta alla
consapevolezza teorica. Ma cosa accade all’architetto che tralascia i suoi
studi tecnici e dà libero corso al suo estro e alla sua inventiva?
Mendini ritrova “negli spazi siderali della sua mente […] la Poltrona di
Proust, il Divano Kandissi, le sedie Lassù e Scivolavo, il Monumentino da casa,
l’Archetto, il Mobile Metafisico, il Tavolo e la Sedia Spaziale, la Colonna del
Mobile Infinito. Sono mondi carichi di me, pieni di vicende note ma pure ancora
ignote, segni, enigmi e testimoni di problematiche ancora non risolte.”
De Lucchi racconta che “facendo le punte alle matite con il coltellino,
rifilando le mine e ritoccando fino all’esasperazione la forma della punta,
allungandola e lisciandola, mi sono accorto che mi piaceva dare forma al legno
e mi piaceva incidere con la lama la superficie del legno tanto quanto mi piace
disegnare con la matita sul foglio di carta.” Sono nate così le sue Casette,
“piene perché non sono state svuotate; sono state ricavate dalla forma del
legno e costruite senza muri e solai, con un procedimento che svela
l’atteggiamento mentale di accettare e valorizzare quello che la natura ci
mette davanti e quello che i contesti specifici definiscono.”
Micheli ricorda: “Era un piccolo pezzo di marmo bianco. I profumi, trasportati
dal vento che proveniva dal mare, e l’armonia della terra toscana mi hanno
portato a raccoglierlo, muovendo in me la voglia di provare a scalfirlo. Avevo
un martello, uno scalpello sbeccato, una lima da falegname e una lima
arrugginita con manico in legno per levigare il ferro. Pochi strumenti e solo
le mie mani per iniziare a posare la mia voglia di scolpire. Volevo realizzare
una testa di cavallo…”
Così osserva Philippe Daverio, curatore della mostra: “L’architettura da sempre
vive su piani paralleli, quello della realizzazione dove la norma principale è
la statica, quella della psiche dove la norma essenziale è la fantasia. Il
progetto non è altro che la mediazione e la meditazione fra questi opposti
dialettici.
Questa piccola mostra è estremamente significativa perché indaga la dimensione
più acuta della sperimentazione fantastica, quella dell’elaborazione pura di
elementi che, a prima vista, sembrerebbero avulsi da riferimenti possibili nel
mondo quotidiano del costruito ma che già contengono leggi eterne dello stare
in piedi combinate con libertà del pensiero poetico.
Se non si trattasse dell’esercitazione mentale necessaria alla palestra delle
idee, gli oggetti presentati potrebbero essere considerati piccole opere d’arte
in sé. E difatti lo sono. Ma è nel loro potere genetico verso un’elaborazione
successiva e metodicamente ulteriore che sta la loro autentica magia. Ingres e
Klee suonavano ambedue il violino, il che consentiva loro una naturale
esercitazione negli equilibri lirici del loro dipingere: due lingue diverse per
un uguale modo della sensibilità. Mendini, De Lucchi e Micheli suonano sempre
il medesimo strumento, la plasticità formale, che è il modo dell’architettura e
del design.
Questa è la prima mostra di Palazzo Fava dopo la sua inaugurazione. Ne è pure
una naturale conseguenza in quanto riguarda i percorsi creativi dei due
progettisti del suo allestimento, De Lucchi e Micheli, assieme a quelli d’uno
dei loro predecessori generazionali, quell’esuberante e mitico Alessandro
Mendini al quale la nostra attuale visione dell’estetica non deve poco per
quanto riguarda la rottura e il superamento degli schemi mentali razionalisti.”
Informazioni
Calma e Quiete. Progetti subliminali di Alessandro Mendini, Michele De Lucchi e Angelo Micheli
Luogo: Bologna - Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, Via Manzoni, 2
Periodo: fino al 5 giugno 2011
Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 19.00
Ingresso: gratuito
A cura di: Philippe Daverio
La mostra sarà allestita al Piano Galleria (II piano), con tre opere di grandi dimensioni esposte al Piano nobile (I piano) nella Sala del Giasone affrescata dai Carracci
MODULAR SrL è sponsor tecnico della mostra “Calma e Quiete”. Modular SrL è certificata ISO 9001:2008