Afro Basaldella
Afro Oreste Basaldella, in arte Afro, nasce ad Udine il 4 marzo 1912.
Nel '28, appena sedicenne, espone insieme ai fratelli Dino e Mirko alla prima
ed unica Mostra della Scuola Friulana d'Avanguardia.
Nel 1930, grazie ad una borsa di studio offerta dalla Fondazione Artistica
Marangoni di Udine, Afro ha l'opportunitā di recarsi a Roma in compagnia del
fratello Dino e di entrare in contatto con l'ambiente artistico della capitale.
Dal '31 inizia a partecipare alle diverse Mostre Sindacali e nel '33 espone
alla Galleria del Milione di Milano, insieme ai friulani Bosisio, Pittino e
Taiuti; successivamente Afro si trasferisce a Roma.
Nel '35 partecipa alla Quadriennale, e nel '36 alla Biennale; dove esporrā
anche nel '40 e nel '42.
Dopo l'esperienza della Scuola Romana, la realizzazione di diverse opere di
pittura murale ed il temporaneo avvicinamento al Neocubismo, nel 1950 Afro si
reca negli Stati Uniti ed inizia la ventennale collaborazione con la Catherine
Viviano Gallery.
Il differente clima culturale ed i molteplici movimenti artistici americani di
quell'epoca, rimarranno impressi nella memoria dell'artista e verranno
rielaborati in seguito in maniera del tutto personale.
Nel '52 aderisce al gruppo degli Otto, con i quali prende parte alla XXVI
Biennale; in occasione dell'edizione successiva, Lionello Venturi gli dedica un
saggio critico, dove mette in evidenza l'abilitā tecnica, la precisione e la
passione per il lavoro, l'eleganza naturale e la poesia dell'artista.
Nel 1955 č presente alla prima edizione di Documenta a Kassel, alla
Quadriennale ed alla Mostra itinerante negli U.S.A.: The New Decade: 22
European Painters and Sculptors.
Ormai Afro ha raggiunto consensi e fama soprattutto a livello internazionale e
nel 1956 ottiene il premio come miglior pittore italiano alla Biennale di
Venezia. Nel 1958, prende parte, insieme ad Appel, Arp, Calder, Matta, Miro,
Moore, Picasso e Tamayo, alla decorazione della nuova sede del palazzo
dell'UNESCO a Parigi dipingendo II Giardino della Speranza.
Gli anni 1959-'60 vedono ancora Afro impegnato a livello internazionale: č
invitato a II. Documenta a Kassel, e vincitore del premio a Pittsburgh e del
premio per I'Italia al Solomon R. Guggenheim di New York. Nel 1961 J. J.
Sweeney, curatore del Guggenheim Museum di New York, gli dedica una splendida
monografia.
Tra le personali di questi anni ricordiamo: Cambridge, al Massachusetts
Institute of Tecnology nel '60; Parigi, alla Galerie de France e Milano, alla
Galleria Blu nel '61. Poi, tra il '64 ed il '65, ancora in Europa: alla Galerie
im Erker di St. Gallen, alla Räber di Lucerna, alla Günter Franke di Monaco di
Baviera e nel 1969-'70 la vasta antologica curata da B. Krimmel al Kunsthalle
di Darmstadt, alla Nationalgalerie di Berlino, ed in seguito al Palazzo dei
Diamanti di Ferrara.
Dopo la morte del fratello Mirko, avvenuta nel 1969, Afro subisce alterne
vicende di salute.
Gli anni '70 sono caratterizzati dall'intensificarsi dell'opera grafica e da un
diradarsi dell'attivitā pittorica ed espositiva.
Muore a Zurigo nel 1976.