Architettura

Il nuovo Centro delle Arti Contemporanee di Zaha Hadid

di Roberto De Santis

Plastico del progetto di Hadid

Plastico del progetto di Hadid

È in costruzione, a Roma, il Centro delle Arti Contemporanee, uno straordinario complesso per le arti, firmato Zaha Hadid.
Il progetto di trasformazione dei 30.000 m2 della ex caserma di polizia Montello, situata nel centrale quartiere Flaminio, in un vero e proprio centro di incontro per le arti, intende riqualificare la parte nord della città per farne un polo culturale, stabilendo il necessario equilibrio tra la presenza del vicino Villaggio Olimpico e il peso culturale del centro cittadino a sud.

Il progetto dello studio londinese, diretto da Zaha Hadid, è stato scelto tra quelli presentati da una ristretta rosa di studi di architettura di fama internazionale, da quello di Vittorio Gregotti a quelli di Jean Nouvel, Steven Holl, Souto de Moura, Rota e Nicolin, Kazuyo Sejima, Rem Koolhaas.

Modello al computer

Modello al computer

È indubbiamente una scelta coraggiosa, quella italiana, perché le opere di Hadid non sono tanto degli edifici, quanto saggi "costruiti" a proposito della natura e del ruolo dell'architettura nella società della fine del XX secolo.

Il suo lavoro è brillante, persino complesso e i suoi disegni illustrano proposte architettoniche dinamiche. In particolare, riveste un ruolo di spicco, in questo progetto italiano, la sua convinzione che le gallerie d'arte non debbano più essere vissute come semplici oggetti del paesaggio urbano che l'estro di un architetto di fama trasforma in grandiosi palazzi che "contengono" l'arte, incutendo una reverenza politica. Secondo la Hadid, invece, le gallerie sono luoghi che favoriscono l'interazione. Luoghi, quindi, dove le persone e le opere d'arte si mescolano in un modo che riflette la molteplicità dei nostri quotidiani attraversamenti della città.

Particolare dell'esterno

Particolare dell'esterno

In questa visione le linee di demarcazione tra gli spazi museali e il paesaggio urbano esterno vengono percepite come elementi porosi. Secondo la descrizione filosofica che l'architetto dà di questo progetto, le pareti diventeranno soffitti o pavimenti, laddove tutti i presupposti convenzionali su ciò che deve costituire un edificio non avranno più senso.

Lavorando sull'asse nord-sud della via Flaminia e sul secondo asse ad un'angolazione di 45 gradi, dato dall'incrocio con Via Guido Reni, che collegherà il centro con il Tevere, l'edificio, la cui costruzione non sarà ultimata prima di qualche anno, si articolerà in una serie di tentacoli sovrapposti gli uni agli altri, che si piegheranno e gireranno a seconda della grigia urbana, talvolta in comunione con la spinta principale dell'edificio e talvolta, invece, in fuga dalla stessa.

Il centro offrirà uno spazio espositivo interno di 6.000 m2, integrato da altri 2.000 m2 per esposizioni temporanee e da 4.000 m2 per gallerie ed archivi relativi al materiale architettonico. Questa combinazione di arte visiva ed architettura in un unico sito costituirà la punta di diamante del Centro; una caratteristica capace di visualizzare la sempre più impalpabile distinzione tra le due discipline, come esplicitato dalle opere di artisti ed architetti.

Particolare dell'interno

Particolare dell'interno

All'esterno saranno disponibili grandi aree per l'esposizione di opere d'arte, poiché il parcheggio obbligatorio sarà sotterraneo. Le pareti ondulanti e il rapporto dinamico tra pavimenti e soffitti imprimeranno all'edificio una sensazione di movimento. Hadid dovrà affrontare con grande attenzione la sfida di come esporre le opere d'arte cosiddette ‘tradizionali', ovvero quelle bidimensionali su tela o su carta. Questa versatilità consentirà ai direttori e ai curatori degli eventi di essere più coraggiosi nell'allestimento delle esposizioni, potendo gestire la mostra come un evento teatrale, piuttosto che come semplice esposizione statica di opere d'arte, a cui siamo tutti abituati.

Del suo progetto Hadid dice: "Mantenendo alcuni punti fermi nella maglia architettonica preesistente, ti entra poi dentro come un fiotto d'acqua, come una forte corrente, e imposta tutto il progetto funzionale come una sorta di navigazione su Internet".

Articoli correlati:
Le immagini dei progetti di Zaha Hadid
La biografia di Zaha Hadid
Zaha Hadid Architects. Madrid Civil Courts of Justice [Madrid]
Zaha Hadid. Architecture and Design
Centro Commerciale a Dubai firmato Zaha Hadid
Il progetto di Zaha Hadid della nuova stazione AV Napoli - Afragola
Il trampolino da salto progettato da Zaha Hadid
Zaha Hadid e il Center for Contemporary Art
Ampliamento dell'Ordrupgaard Art Museum Copenhagen
La stazione dei pompieri del Vitra Museum di Weil am Rheim
Il nuovo centro delle arti contemporanee di Zaha Hadid
A Roma "Zaha Hadid. Opere e Progetti"
Zaha Hadid è la prima donna a ricevere il prestigioso premio di architettura Pritzker Prize
Zaha Hadid vince il concorso per il Museo dell'Arte Nuragica e dell'Arte Contemporanea