Transportation Design

Supercar design 2010

Il 3 maggio 2010, nella cittadina di Bobbio (PC), si è tenuta la prima conferenza sul Supercar design. L'evento è stato promosso dal Centro Studi “Carrozzeria e Design” di Assomotoracing, con la collaborazione dell'Istituto d'Arte Applicata e Design di Torino (IAAD).
Questa manifestazione si è rivelata un momento d'incontro e di confronto tra i migliori transportation designer a livello nazionale e mondiale: protagonisti d'eccezione, che hanno raccontato gli straordinari percorsi creativi che hanno dato vita a vetture che, con il loro design e le loro prestazioni, sono capaci di emozionare, interpretare le fantasie collettive. L'Assomotorracing  9:45 ha aperto alle 9,45 la giornata di studio e confronto nella quale gli uomini che creano e giocano con i sogni a quattro ruote hanno raccontato le loro esperienze.

Uno dei primissimi disegni della Covini C36

L'ingegnere Covini (sulla destra) introduce uno dei suoi progetti di auto a sei ruote

La Covini C6W

Nell'immagine, la Grifo IR10 con gli ingombri motore; la vettura è realizzata su telaio Corvette

Confronto tra la grifo IR10 e la Grifo GL

L'ingegnere Covini presenta la C6W
Dopo l'apertura dei lavori, il primo grande personaggio a intervenire è stato il direttore della Covini Engineering, l'ingegnere Covini, il quale ha introdotto alcuni modelli che hanno reso la Covini Engineering famosa in tutto il mondo sino ad arrivare alle sua ultima vettura: la famosissima C6W. Tra le vetture introdotte dall'ingegnere non possiamo non menzionare alcune, come la T 4.4 soprannominata “Soleado”, una vettura a 4 ruote motrici con una originale carrozzeria a pannelli modulari intercambiabili (idea ripresa in tempi recenti dalla Smart) a superfici piane, equipaggiata da un motore Diesel turbocompresso. Il progetto, i brevetti e il prototipo furono acquistati nel 1980 dall'industria motoristica VM Motori Spa di Cento (FE ), per conto della Finmeccanica, per essere prodotta da una azienda del gruppo (Alfa Romeo). La T40 Overboost un lussuoso e classico coupè a 4 posti costruito nel 1985. Monta un inedito propulsore Diesel turbocompresso VM da 3,3 litri di cilindrata a cinque cilindri, primo ad essere dotato di un dispositivo di overboost. E' soprannominata "Summit" in quanto rappresenta la versione ristilizzata e potenziata di un prototipo precedente (la Covini T46 del 1979 equipaggiata con un 6 cilindri 3600cc, primo esempio di Diesel sportivo con attitudini velocistiche) successivamente ottimizzato nella meccanica e nell'estetica. La C36 Turbotronic, una Gran Turismo molto raffinata sia per lo studio aerodinamico della carrozzeria sia per i materiali utilizzati per la costruzione della struttura (compositi). Ma la grande particolarità di questo prototipo, presentato al Salone Internazionale di Torino del 1998, è di essere una delle vetture Diesel più veloci al mondo.

Confronto tra la Grifo IR10 e la Grifo IR8

Confronto tra la Grifo IR10 e la Grifo90

Grifo Ir10 spider

Alessandro Maccolini mentre introduce la storia della 8C competizione

Alfa Romeo MiTo

L'ing. Covino ha illustrato anche l'ultima vettura della Covini Engineering la “C6W” la quale nella sala ha stupito tutti coloro che non avevano mai visto una supersportiva a sei ruote, infatti, questo progetto, che inizia nel '74 come emulazione della Tyrrell F1, prevedeva l'utilizzo di ruote anteriori da 10 pollici, perché ai tempi non esistevano pneumatici super ribassati.
Lo stesso si è poi evoluto negli anni '80 con l'impiego di sospensioni idro-pneumatiche, perdendo gli obiettivi che avevano ispirato la F1, che erano soprattutto aerodinamici, per acquisire vantaggi più adeguati all'impiego stradale (riduzione delle masse non sospese per miglior frenata e tenuta di strada, miglior distribuzione dei pesi nei trasferimenti di carico).

Particolari dell'alfa Romeo Giulietta

Esterni della Aznom

Interni della AZnom

Hannes Zanon direttore comunicazione e marketing della  Pagani automobili

Pagani Zonda

Alla domanda di quali fossero le migliorie che potesse avere una vettura a sei ruote l'ingegner Covini ne ha elencati alcuni quali:
- per lo scoppio del pneumatico anteriore, l'auto non perde la direzionalità grazie al secondo pneumatico sempre in presa sull'asfalto.
- per la frenatura si dispone di quattro dischi anteriori che, anche se più piccoli, hanno comunque una superficie frenante superiore a quella di uno solo grande, da cui maggiore efficienza.
- per l'aquaplaning il rischio di pattinamento del pneumatico sull'acqua è quasi annullato, perché la ruota anteriore forma un solco nel velo di acqua, creando le migliori condizioni perché la seconda ruota venga a contatto con la superficie stradale.
- il confort ne trae vantaggio, perché la forza di ogni molla di sospensione è esattamente la metà di quella di una molla di vettura normale, per cui l'impatto della ruota contro una cunetta o una buca trasmette alla scocca una sollecitazione dimezzata.
- nel caso di impatto frontale l'urto viene meglio assorbito con una maggiore protezione dell'abitacolo e dei suoi occupanti.
- la direzionalità è decisamente beneficiata dalle quattro ruote sterzanti. I piccoli scostamenti inevitabili dell'angolatura delle ruote sono compensati dall'altra ruota, posta sullo stesso lato.
- per la tenuta di strada, si dispongono di masse non sospese di peso inferiore a quello che si ha nel caso di ruota singola, con aderenza per ogni ruota decisamente migliorata.
- La vettura può fare a meno dei controlli di frenata

Dopo l'intervento di Covini è stato presentato un progetto che, se realizzato, farebbe la felicità di tutti gli amanti non solo delle auto sportive italiane ma anche degli amanti del vero e puro “italian style”.

Schizzi della Pagani Zonda

Introduzione di Maro Bonetto della Bonetto Design

Bonetto che introduce gli interni di un'Audi che prenderà vita nei prossimi mesi

Micheal Robinson durante la presentazione

Particolare della Pandion

Davide Panarella e Luigi Santibacci presentano la “Grifo IR10”
Parliamo del progetto “Grifo IR10” coupè e spider, primo lavoro di gruppo dei designers Davide Panarella, Luigi Santibacci e Patrick Sincich (assente alla manifestazione per indisponibilità) mentre la versione spider è stata evoluta soltanto dai designers Davide Panarella e Luigi Santibacci. I due designers hanno iniziato l'introduzione con una frase che ha colpito tutta la platea: “l'auto nata da una storia italiana”; quindi hanno introdotto la storia della leggendaria “Iso Rivolta” e le leggendarie versioni delle “Grifo” sino ad arrivare alla “Grifo90” presentata pochi giorni fa a villa d'Este. La vettura presentata “Grifo IR10” con la quale questi giovani e promettenti designers (non per niente hanno esposto con i grandi dell'automobilismo internazionale) hanno voluto riaprire l'album dei ricordi, per riportare alla luce questo nome e progetto italiano, con un revival che unisce lo stile del passato alla tecnologia del presente.
La Grifo IR10 evolve le linee delle varie versioni precedenti in modo da definire una vettura odierna mantenendo il “DNA” Grifo.
A questa vettura come di tradizione è stato fornito un motore Corvette a benzina come motore principale, affiancato da due motori elettrici sulle ruote posteriori e da una bancata di batterie sul retro della vettura posizionate in modo intelligente con possibilità di estrarle senza sforzi e senza occupare il vano bagagli che in una sportiva è estremamente raro.

Dalla grifo GL, la IR10 eredita alcuni importanti particolari: gli sfoghi d'aria laterali, la purezza e l'eleganza delle forme, il posteriore pulito e sportivo e mantenendo una similitudine delle linee.
Dalla Grifo IR8 e IR9, eredita il taglio dei fari, le palpebre che invece di essere mobili sono fisse e trasparenti, ove al proprio interno vi sono delle luci di posizione in tecnologia LED.

Vi è anche un'evoluzione dei materiali sfruttando l'uso del carbonio e dell'alluminio.

Come abbiamo accennato prima, la famiglia Bonomelli ha ripreso la produzione in 12 esemplari della Grifo90 disegnata da Gandini; anche questa vettura, che fino a pochi giorni fa si pensava fosse solo un prototipo (in legno), è stata presa in considerazione per evolvere il progetto IR10. Simili le proporzioni, entrambe su base corvette.

Alla vettura coupè come anticipato precedentemente Davide Panarella e Luigi Santibacci hanno creato la Grifo IR10 spider, simile per la quasi totalità della vettura tranne per il telaio più resistente, i passaruota più bombati (questo perché con la cappotte ripiegata le linee della vettura risultano ancora più fluide), la griglia sul cofano anteriore leggermente ricurva. A nostro parere i dettagli contribuiscono a dare un'immagine di perfezione a tutto l'insieme. Impossibile non notare la classe sportiva e la forma elegante e le linee di questa spider dal gusto volutamente classico e dallo stile inconfondibile (video: www.youtube.com/watch?v=a7_k1ylGU2A).

Particolare della frammentazione del posteriore

Profilo della Pandion e la suggestiva apertura delle porte

Particolare dell'apertura della Pandion

Fabio Mori e Roberto Bernocco durante la presentazione

Da sinistra verso destra: Davide Panarella, Marco Bonetto, Luigi Santibacci

Alessandro Maccolini responsabile del design Alfa Romeo 8C e Nuova Giulietta
Il terzo intervento della mattinata è stato fatto da Alessandro Maccolini designer della mitica Alfa Romeo 8C nonché responsabile dell'exterior design della nuova Giulietta.
Maccolini ha ripercorso la scelta dell'odierno stile Alfa dalla creazione della 8C Competizione alla nuovissima Alfa Giulietta.
Il nuovo stile della casa, infatti, procede sull'evoluzione delle forme della sportivissima 8C.
Già la MiTo utilizza molte analogie con la sportiva del biscione come una linea di cintura adattata a una vettura di quattro posti, l'evoluzione dei fari anteriori e dei fari posteriori sulla falsa riga della “competizione” e ovviamente il frontale trilobo inconfondibilmente segno Alfa.

Dell'Alfa Romeo, Giulietta Maccolini ha spiegato l'evoluzione, le idee, le difficoltà, le varianti, sino ad arrivare alla vettura che tutti conosciamo.
Particolare la fanaleria, anteriore sempre a sviluppo verticale per non appesantire troppo la forma altrimenti goffa per rispettare le normative sull'urto pedone. Fari estremamente curati e studiati per piacere e non stancare mai l'occhio. Anche qui troviamo l'inconfondibile Trilobo , la particolarità è lo scudetto centrale incastonato nella carrozzeria proprio come se fosse una gemma in un gioiello. Questo intervento non è solo un capriccio dei designer ma ha il puro scopo di bilanciare il frontale.
Anche su questa vettura ritroviamo la targa laterale, questo non è un capriccio del reparto design ma è una vera e propria necessità altrimenti avrebbe ostacolato il curato stile della vettura.
Il posteriore, pulito e razionale, presenta al proprio centro il nome storico della Giulietta. La V, creata dal lunotto posteriore, è sfruttata da tutte le vetture del biscione in produzione e ciò per dare alla vettura dinamicità e un senso di slancio.
Anche la Fanaleria posteriore è stata studiata con molta cura e senso dei dettagli: anche di notte, infatti, grazie alla particolare illuminazione facilmente si può riconoscere la vettura.

Per gli interni si nota subito la mancanza del driver oriented, questo perché - sottolinea Maccolini - è stato come un ritorno alla tradizione, quando le vetture montavano dei cruscotti lineari e puliti.
Al temrine, Maccolini ha voluto sottolineare che il design della Nuova Giulietta non solo è stato influenzato, come tutti già sanno, dalla 8C Competizione ma anche dalla Ferrari 599 e dalla California.


Gioacchino Acampora dell'atelier Castagna
Il penultimo intervento della mattinata è toccato a Gioacchino Acampora, dal 1994 proprietario di una delle più antiche carrozzerie italiane ”Atelier Castagna”.
L'architetto ha sottolineato che lo scopo dell'Atelier è quello di realizzare tutti i sogni e i desideri dei propri clienti.
La storia della carrozzeria Castagna inizia a Milano nel 1849 con la progettazione e realizzazione di carrozze, evolutasi successivamente nella realizzazione di vetture che hanno fatto la storia dell'auto di lusso italiana.
Alla fine degli Anni Venti, questa azienda era una delle maggiori e più importanti tra le carrozzerie italiane con uno stabilimento proprio esteso su una superficie di 42.000 mq e ben 600 dipendenti.
Tra i maggiori clienti di allora: Isotta Fraschini, Mercedes-Benz, Hispano Suiza, Daimler, Duesenberg, Bugatti, Lancia, Alfa Romeo, solo per citarne alcuni.
Oggi, invece, Castagna è una realtà che sta tornando ai fasti di un tempo, specialmente nella creazione di vetture “One Off” come la recentissima Aznom, vettura realizzata per un ricco amante del track-days. Realizzata su base Corvette racchiude un design muscoloso ed aggressivo, aspetto futuristico e filante. La vettura brillante non solo nelle prestazioni ma anche nel design è trattata dal proprietario come se fosse un gioiello.
Gli interni ben curati e semplici sono caratterizzati dalla centralità del computer di bordo che racchiude in sé comandi particolari come le caratteristiche del circuito e vari setting vettura.

Acampora ha voluto sottolineare “Spesso i nostri prodotti vengono celati dalla più assoluta riservatezza, gelosamente custoditi da chi li ha fortemente voluti”, questo non è sempre un bene, perché spesso alcuni progetti restano segreti e non pubblicizzati.
Le realizzazioni sono sempre omologate ed immatricolabili nei paesi di residenza o d'uso indicati dal cliente.


Lorella Montrasio: Università di Parma
Di Lorella Montrasio l'ultimo intervento della mattinata. La professoressa dell'università di Parma ha sottolineato la difficoltà che presentano le omologazioni in Italia delle vetture One-off rispetto alle altre nazioni dell'Unione Europea.


Hannes Zanon Pagani Automobili
Il primo intervento pomeridiano è stato riservato alla Pagani Automobili, con Hannes Zanon direttore comunicazione e marketing dell'azienda.
Il discorso inizia ricordando come Horacio Pagani abbia creduto, sognato e voluto sviluppare con tutte le sue forze una supercar tutta sua.
Il signor Pagani, a 12 anni, già creava modellini di supercar che costruiva intagliando pezzetti di legno o modellando la creta. A 20 anni si avvicina al mondo delle corse, con la realizzazione di una vettura di F3 che gareggia in Argentina con i colori del team ufficiale della Renault. Conosce Juan Manuel Fangio, suo idolo da bambino, che diventa il mentore ideale per avvicinarsi a Modena, l'attuale vettura la “Zonda” avrebbe dovuto portare il suo nome “Fangio” poi evitato dopo la morte del pilota, come segno di rispetto verso il suo nome.
Divenne prima dipendente, successivamente consulente della Lamborghini automobili e, in breve tempo, responsabile del reparto Esperienza Compositi contribuendo al grosso sviluppo dei materiali compositi avanzati nel campo delle supercars. Nei suoi anni in Lamborghini partecipa alla costruzione del la LMA e della Countach Evoluzione, vettura sportiva con telaio costruito per la prima volta al mondo in materiali compositi. Durante 9 anni di collaborazione si occupa anche di aspetti di design.
È autore dello stile del restyling della Countach 25° Anniversary. Hannes Zanon esegue diverse proposte di design per la P140, Diablo e L30. La sua società fornisce il know how per la costruzione dei particolari in compositi della Countach 25° e della Diablo, nonché i modelli e l'attrezzatura di produzione in compositi avanzati.
Verso il 1988 Pagani mette al corrente Fangio, il suo idolo e modello delle sue ambizioni: costruire un'automobile che rifletta la filosofia del grande uomo. Fangio accorda la sua fiducia e si mostra pronto a cedere il suo nome per la macchina. Ma ad una condizione: la vettura dovrà avere motore Mercedes.
Nel 1992 Pagani inizia la realizzazione del prototipo. Già nel 1993 il primo modellino viene collaudato in galleria del vento presso la Dallara.
Nel 1998, dopo un incessante lavoro, Pagani arriva all'omologazione del progetto C8 in versione sia coupé e spider.
Il risultato è scaturito da sei anni di lavoro serio, silenzioso, intimo, di un team di designer, ingegneri, operai, tecnici di materiali, scultori, partner e fornitori.
Ora la Pagani è impegnata a terminare il modello di una nuova supercar che dovrebbe prendere luce entro la fine dell'anno.


Marco Bonetto della “Bonetto design”
Un anno fa la Bonetto design ha compiuto 50 anni di attività; è una delle aziende più longeve e conosciute a livello mondiale non solo nel campo dell'automotive ma anche nel design.
In questi anni ha sviluppato e messo in produzione più di novecento progetti appartenenti a diversi settori industriali di media e alta complessità. La Bonetto design ha disegnato e disegna per alcune delle più importanti case automobilistiche, tra cui Alfa Romeo, Fiat, Audi, Volkswagen, McLaren, e molte altre.
Marco Bonetto prende la direzione dell'azienda nel 1991, quando viene a mancare il padre Rodolfo.
Rodolfo un uomo di “design” come lo ama definire il figlio, era un uomo carismatico che è riuscito a vincere ben 8 Compassi d'oro con il suo amore verso la razionalità e lo spirito della bellezza.

Tra i progetti presentati da Marco Bonetto vi sono numerose automobili: da una one-off Lamborghini che dovrebbe prendere vita tra qualche mese per un ricco imprenditore, a svariati progetti di interni sviluppati per l'Audi, azienda con cui la Bonetto design sta lavorando a stretto contatto.
La cura per i dettagli ha fatto si che quest'azienda sia conosciutissima anche nel lontanissimo mercato cinese, dove da qualche anno realizza lo stile di numerosi Bus sia luxury sia city, vincendo numerosi premi come design dell'anno. Anche nel cinema il centro stile Bonetto  è molto ricercato: infatti, da Hollywood hanno chiesto di disegnare un'armatura per un sequel di un film tipo aironen ma il nome non è stato ancora diffuso.
Ma non è solo questo la Bonetto Design: tra qualche mese atterrerà sulla luna una navetta spaziale disegnata da questo studio, per la prima volta quindi il design ma soprattutto il design italiano supererà anche confini terrestri.


Micheal Robinson della Bertone
Per i 100 anni, Alfa Romeo ha chiesto ad alcuni carrozzieri di presentare un'automobile con marchio Alfa al salone di Ginevra. La Bertone ha dominato il salone di Ginevra 2010 con un concept commissionato appunto dall'Alfa Romeo: la “Pandion”.
Per l'intervento c'era Micheal Robinson, nel suo nuovo ruolo di direttore dello Stile e del Brand Bertone.
Micheal ha raccontato di come i suoi designer si siano sbizzarriti nelle idee per proporre qualcosa di innovativo e che potesse rompere gli schemi e di come lui chiedesse sempre di più.
Infatti la vettura presentata rompe totalmente gli schemi Alfa raccontati nella mattinata da Maccolini, come ad esempio hanno totalmente stravolto il trilobo anteriore, andando persino a tagliare lo scudetto anteriore della vettura; per alcuni Alfisti puri, questo potrebbe dare fastidio - come dice lo stesso Robinson - ma la sua idea era di dare una sensazione di innovazione attraverso lo scudetto che prosegue lungo tutta la parte inferiore della vettura, arrivando sino al posteriore.
Il posteriore della vettura rompe tutti gli schemi: la macchina è come se perdesse consistenza facendo deframmentare tutte le superfici contribuendo a dare l'idea della fluidità e dell'innovazione.
Interessanti i gruppi ottici posteriori che, a luci spente, sono nascosti dalle superfici frammentate.
La vettura è stata realizzata su telaio Maserati granturismo leggermente accorciato.
Innovative anche le aperture porte della vettura proprio come le ali di un Falco.
La cosa interessante e che le portiere in realtà sono tutta la fiancata laterale e nel momento dell'apertura non si può non restare meravigliati dall'effetto scenografico che esse creano ruotando verso l'alto sul passaruota posteriore.
Particolari gli interni, realizzati in materiali innovativi e particolari, come il tecno gel retroilluminato; fantastici la sensazione e l'effetto che riceve l'interno vettura da questi materiali: come dice Robinson, volevano dare una sensazione di leggerezza, quasi come se gli interni flettassero nell'aria.
Ora Bertone ha ricevuto la commessa da due clienti per realizzare due Pandion modificate per l'uso stradale.

Ultimo intervento della giornata è stato quello di Fabio Mori e Roberto Bernocco i quali hanno realizzato un fumetto dove al centro della storia vi è una ragazza e la sua “Pandion” di cui abbiamo parlato precedentemente.
Prende vita “Il sogno”, una storia di coraggio e futuro. Il fumettoè stato ideato per l'occasione dai due artisti e da Francesca Poggioli Coordinatrice del Centro Studi Carrozzeria e Design (nonché una delle organizzatrici della manifestazione).

Alla fine vi è stata la premiazione di tutti i relatori della bellissima giornata di design con un premio ideato e realizzato in Rapid Prototyping da Newcast Services per sottolineare il contributo delle menti creative.

La giornata si è conclusa con un aperitivo al chiostro di San Colombano, dove i designers si sono confrontati con tutti i curiosi e i colleghi.