Arte

Vasari, gli Uffizi e il Duca

Firenze - Galleria degli Uffizi
Dal 14 giugno al 30 ottobre 2011

Oggetto di questa mostra, nel quinto centenario della nascita di Giorgio Vasari (1511-1574), è la fondazione degli Uffizi (1559-1560): più che un edificio, un sistema architettonico a scala urbana, risultato di una stretta collaborazione tra il Duca, Cosimo I de' Medici, e Vasari, il suo artista prediletto. Il complesso edilizio sorge nel cuore della città dove, rispecchiando la politica assolutistica e accentratrice di Cosimo I, accorpa le istituzioni amministrative di governo, le cosiddette Magistrature o Arti, sottomettendole, logisticamente e simbolicamente, al dominio diretto del giovane Duca.

Bernardino Gaffurri e Jaques Bylivelt - Ovato con la prospettiva della piazza granducale - Mosaico in pietre dure con filettature in oro e bassorilievi, 18x25,5 cm - Firenze, Museo degli Argenti

Giovanni Pollastri - Cosimo I fa fabbricare gli Uffizi - Arazzo su cartone di Cosimo Ulivelli, 490x545 cm - Firenze, Palazzo Pitti

Bronzino - Ritratto di Cosimo I de' Medici, 740 x 580 mm, olio su tavola - Firenze, Galleria degli Uffizi Inventario Depositi, n. 28

Baldassarre Lanci - Prospettiva Teatrale, Firenze, 593x695 mm, Matita nera, penna acquerello policromo - Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 404/P

A memoria di questa destinazione originaria resta la denominazione di Uffizi, cioè Uffici. La versatilità e l'ingegno dell'aretino Vasari si manifestano nella capacità di conferire forma spaziale e persuasività architettonica al programma politico e alla volontà di autorappresentazione del suo committente. L'edificio infatti è un vero e proprio frammento di città nuova, che salda in un unico organismo le due residenze ducali di palazzo Vecchio (sede del governo) e di palazzo Pitti, al di là dell'Arno, imprimendo sulla città la presenza fisica del Potere, sotto forma di architettura. La lunga piazza porticata degli Uffizi si attesta poi come una vera e propria anticamera a cielo aperto che introduce sia a piazza della Signoria, turbinante di statue celebrative del Duca, sia a palazzo Vecchio, le cui sale, rinnovate da Vasari, celebrano l'apoteosi di Cosimo e della sua dinastia. La struttura architettonica degli Uffizi, che non ha paragoni nel mondo cinquecentesco e che è destinata a divenire un modello, è coronata all'ultimo piano da una lunga loggia che, all'indomani della costruzione, accoglie pregevoli statue antiche della collezione medicea. Da questo uso sussidiario e quasi incidentale, si sviluppa, nei secoli, la funzione collezionistica ed espositiva che oggi è caratteristica esclusiva degli Uffizi, museo d'arte per antonomasia. La mostra, che prende le mosse dalla personalità dei protagonisti-artefici: il Duca e il suo artista, mette in primo luogo in scena l'assetto urbano tra palazzo Vecchio e l'Arno prima della costruzione degli Uffizi; poi illustra le tappe dell'ideazione e della costruzione del complesso, il cui cantiere si attesta come il più grande e impegnativo del Cinquecento a Firenze. Del monumento sono mostrate le specificità spaziali e figurative, tra cui spiccano le porte lignee delle Magistrature; le ascendenze formali e tipologiche, che pescano nell'architettura romana antica, ben nota a Vasari e agli eruditi umanisti della sua cerchia, come Paolo Giovio e Vincenzo Borghini, ma anche nella coeva architettura di Venezia e di Roma, città dove l'artista aveva ripetutamente soggiornato. L'organizzatissimo cantiere, saldamente retto dall'architetto militare Bernardo Puccini, è evocato da antichi strumenti di lavoro, cui si affiancano reperti che, annegati da secoli nel riempimento delle volte, sono stati da poco riscoperti. Ma gli Uffizi sono anche frutto maturo di un ambiente artistico esuberante, polarizzato dalla corte e su cui incombe la terribile grandezza del genio di Michelangelo. Intorno ad esso ruotano protagonisti e comprimari: da Pierfrancesco Riccio, Maggiordomo del Duca, a Luca Martini, a Cosimo Bartoli, a Benedetto Varchi, le cui presenze sono evocate in mostra. Un ambiente competitivo, da cui Vasari, provinciale di Arezzo, è tenuto a distanza e combattuto, fino al suo trionfale ingresso (1554) al servizio del Duca. I due momenti, del rifiuto e dell'affermazione, sono illustrati in mostra attraverso le opere degli artisti che contrastarono l'ingresso di Vasari e di quelli che lo propiziarono, dispiegando una densa trama artistica e culturale che segnò l'apice del Rinascimento maturo di Firenze, ben rappresentato dal fasto leggendario delle nozze del principe Francesco con Giovanna d'Austria (1565), cerimonia inaugurale del sistema degli Uffizi non ancora completato. L'affermazione artistica di Vasari, che va di pari passo con la sua legittimazione politica, è sospinta, oltre che dalla sua attività artistica, dalla sua produzione storiografica, potenziata dalla fondazione dell'Accademia del Disegno. Le due edizioni delle Vite degli artisti (1550 e 1568), che conferiscono all'intraprendente provinciale una fama che travalica i confini del Ducato, sono in mostra a fianco dei suoi sonetti, delle lettere e dei disegni, oltre che degli statuti dell'Accademia, di cui fu tenace ispiratore.