Arte

Progettare per il mondo reale
Mostra - laboratorio di Riccardo Dalisi
dal 1966 ad oggi

Napoli - PAN Palazzo delle Arti
Vernissage 24 gennaio 2013 alle ore 18.00

Con il patrocinio di:
Regione Campania, Comune di Napoli,
Università degli Studi Federico II, SUN Seconda Università di Napoli

documentare, attivare e valorizzare l'interazione fra architettura, arte, design e artigianato

Una selezione di oggetti, schizzi, disegni, fotografie  tratti  dallo sterminato e disordinato archivio di Riccardo Dalisi cerca di  illuminare un percorso di ricerca più che cinquantennale, che ha intrecciato sempre ricerca teorica e sperimentazione sul campo, cultura accademica e fecondazione socio-antropologica, arte, architettura artigianato e disegno industriale.

Laboratorio Rione Sanità 2002-2005

Riccardo  Dalisi, laboratorio di carta e fantasia, 2012

Mariposa, Zanotta - 1989

Design ultrapoverissimo, 1998-2013

Il titolo della mostra antologica si ispira a un libro di Victor Papanek, che già nel 1975 segnalava la crisi del design e avviava una riflessione su etica, consumi e stili di vita, da ripensare e trasformare. Era una anticipazione profetica della visione che oggi portano avanti non solo economisti e filosofi, ma anche teologi e ricercatori di ogni ambito culturale.

 I temi che sinteticamente esemplificano  la complessità del percorso di Dalisi sono stati individuati nella Ricerca, (architettura, ricerca universitaria, riflessione sulla decrescita), l'Opera buffa del design (caffettiera ed altre opere di design), il design Ultrapoverissimo (anticipazione del suo avvicinamento alle teorie della decrescita), la Luce (lumi, lampade e lampioni), la Sedia (dalla “tecnica povera” del periodo radicale alle ultime creazioni per l'industria del mobile come la sedia omaggio al premio Nobel per la Pace, José Ramos Horta, ex presidente di Timor Est). Un percorso scandito da un allestimento fantasioso, ma non casuale; non tanto la documentazione esaustiva quanto piuttosto le tracce di un percorso intellettuale e creativo:  segnali e accenni che il visitatore, come chiede l'autore, completerà con le sue domande ed emozioni.

Per questo il percorso espositivo è una mostra–laboratorio, e una sala è stata destinata ad accogliere un laboratorio dell'“Università Volante”, ogni mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, la più recente (da giugno 2012) sperimentazione in corso d'opera sul potenziale creativo dell'azione di gruppo.
L'esposizione è aperta al pubblico fino al 24 febbraio.


Riccardo Dalisi
Riccardo Dalisi nasce a Potenza nel 1931. Fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura dell'Università degli Studi Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore  e docente della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale.
Negli anni Settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste “Casabella” e “Spazio e società”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l'esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli negli anni '70 e negli ultimi anni l'impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell'architettura e del design accostandosi sempre più all'espressione artistica come via regia della sua vita.
Dal 1971 il suo lavoro di ricerca si concentra sul “design povero” attraverso un'iniziativa sperimentale con i bambini del Rione Traiano di Napoli: qui l'approfondimento, di forte valore sociale e politico, è strettamente legato alla manualità e alla partecipazione (esperienza confluita nel libro Architettura d'animazione del 1975 e nell'articolo del 1973 “La tecnica povera in rivolta”). La numerosissima produzione sperimentale (sedie, vassoi, vestiti, lumi ecc.) di tutti gli anni '70 con i ragazzi di strada è stata presentata alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e a Exempla di Monaco. Parte del lavoro è stato acquisito dalla collezione permanente del Frac Centre (Fond Régional d'Art Contemporain) di Orléans.
Dai primi anni '80 in poi lavora costantemente con numerose ditte, soprattutto italiane e tedesche (ricordiamo Alessi, Zanotta, OLuce, Promemoria, Baleri Italia, Glas, Slamp, PlayLine, Henry Glass, Rosenthal, Ritzenhoff, WMF, Eschenbach, Flego Design, Mazzocca). Nel 1981 ottiene il “Compasso d'oro” per la ricerca sulla caffettiera napoletana (realizzata da Alessi nel 1987). Nel 1991 la lampada “Sister” prodotta da “OLuce” è selezionata per il “Compasso d'Oro”.
Nel 1989 espone in una personale al MOMA di New York, poi a Berlino e Düsseldorf. In molti importanti musei sono presenti suoi oggetti, dalle sedie ai vasi, alla caffettiera Alessi (Triennale di Milano, Guggenheim Museum, Museo di Denver, Museo delle Arti Decorative di Montreal, Museo di Copenaghen, Museo d'Arte Contemporanea di Salonicco, Frac Centre di Orléans). Oltre alle numerose mostre personali in Italia, in cui all'attività artistica si abbina una assidua ricerca sul design, è presente in molte mostre internazionali sul design italiano e partecipa ad esposizioni nei più diversi campi del disegno dell'oggetto, dal gioiello alle automobili; ricordiamo, tra le altre, la presenza alla Mostra sul design italiano di Amsterdam (1991), alla Triennale di Chicago (1996), alla mostra  “Un Art Populair” alla Fondazione Cartier di Parigi (2001), le personali a Sunden (1995), a Stoccolma (nel 1996 e 1998), a Monaco e Vienna (2003 e 2010) e a Berlino (2004).
Dal 1997 al 2002 come direttore dell'ISSDI organizza i corsi come “Semi di Laboratorio”,  una rete di partecipazione e scambio culturale tra persone e gruppi che con diversi approcci lavorano e ricercano nel campo del design. Ha dato poi lo stesso nome all'associazione culturale da lui fondata con lo stesso scopo nel 2003.  Nel 1998 la Fiat assegna al suo gruppo di ricerca il secondo premio europeo “Fiat Auto. European Competition Architecture & Mobility” per il progetto di un'auto (Ciabatta, con la realizzazione di un prototipo funzionante, ora presso il museo Fiat).
Un ulteriore importante riconoscimento internazionale è dimostrato dalla partecipazione alla mostra itinerante in Europa Architecture radicale (coordinata da Frédéric Migayrou, attuale direttore del settore architettura del Centre Pompidou) e alla mostra Italia-Giappone. Design come stile di vita (Yokohama, Kobe 2001).
La grande sfida di Dalisi è portare il design tra gli artigiani napoletani che lavorano i materiali poveri caratteristici delle sue opere; la prima tappa di quest'esperienza, culminata con l'allestimento permanente di Rua Catalana (1997), lo fa approdare alla scultura e alla pittura. La didattica va di pari passo con la sperimentazione; dopo l'esperienza dell'Università di strada, che ruotava proprio attorno alle botteghe di Rua Catalana, ha “inventato” il “design ultrapoverissimo” e, dal 2002 al 2004, ha condotto il corso libero “Progettazione e Compassione” al rione Sanità di Napoli rivolto ai suoi studenti e ai ragazzi del quartiere; oggi anima e guida l'“Università volante”, progetto di ricerca il cui obbiettivo è lo sviluppo della creatività individuale e collettiva nel superamento di ogni confine e argine e in cui ciò che va esplorato è lo spazio che intercorre tra le più diverse discipline con linguaggi  che uniscono il rigore al soffio poetico.
Si è anche occupato di arredo urbano (di design urbano) sperimentandolo a Napoli e in varie città italiane: ricordiamo, tra le altre, l'iniziativa di recupero e  rivitalizzazione dell'area di Rua Catalana a Napoli (1997-98), le installazioni in  Auvergne (Francia 1991), a Lamezia Terme (1995-2001), a Salerno (1996-2001), a Oliveto Citra (1990-2002) e ancora a  Napoli (le Garitte di Palazzo Reale, 1998; le lampade ai Quartieri Spagnoli, 2001; le sculture per la Metropolitana, 2002; le lampade teatrino a Santa Caterina da Siena 2009), a  Pomigliano d'Arco (La Rotonda, 2005).
Nel 2010 assieme ad Alessandro Guerriero ha dato vita, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del Premio Compasso di latta, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno della solidarietà, della “creatività sociale” dell'ecocompatibilità e della decrescita. Da quest'esperienza è nata una prolifica sedie di oggetti di “design a compasso”.