Progettare per il mondo reale
Mostra - laboratorio di Riccardo Dalisi
dal 1966 ad oggi
Napoli - PAN Palazzo delle Arti
Vernissage 24 gennaio 2013 alle ore 18.00
Con il patrocinio di:
Regione Campania, Comune di Napoli,
Università degli Studi Federico II, SUN Seconda Università di Napoli
documentare, attivare e valorizzare l'interazione fra architettura, arte, design e artigianato
Una selezione di oggetti, schizzi, disegni, fotografie tratti dallo sterminato e disordinato archivio di Riccardo Dalisi cerca di illuminare un percorso di ricerca più che cinquantennale, che ha intrecciato sempre ricerca teorica e sperimentazione sul campo, cultura accademica e fecondazione socio-antropologica, arte, architettura artigianato e disegno industriale.
Il titolo della mostra antologica si ispira a un libro di Victor Papanek, che
già nel 1975 segnalava la crisi del design e avviava una riflessione su etica,
consumi e stili di vita, da ripensare e trasformare. Era una anticipazione
profetica della visione che oggi portano avanti non solo economisti e filosofi,
ma anche teologi e ricercatori di ogni ambito culturale.
I temi che sinteticamente esemplificano la complessità del percorso di Dalisi
sono stati individuati nella Ricerca, (architettura, ricerca universitaria,
riflessione sulla decrescita), l'Opera buffa del design (caffettiera ed altre
opere di design), il design Ultrapoverissimo (anticipazione del suo
avvicinamento alle teorie della decrescita), la Luce (lumi, lampade e
lampioni), la Sedia (dalla “tecnica povera” del periodo radicale alle ultime
creazioni per l'industria del mobile come la sedia omaggio al premio Nobel per
la Pace, José Ramos Horta, ex presidente di Timor Est). Un percorso scandito da
un allestimento fantasioso, ma non casuale; non tanto la documentazione
esaustiva quanto piuttosto le tracce di un percorso intellettuale e creativo:
segnali e accenni che il visitatore, come chiede l'autore, completerà con le
sue domande ed emozioni.
Per questo il percorso espositivo è una mostra–laboratorio, e una sala è stata
destinata ad accogliere un laboratorio dell'“Università Volante”, ogni
mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, la più recente (da giugno 2012)
sperimentazione in corso d'opera sul potenziale creativo dell'azione di gruppo.
L'esposizione è aperta al pubblico fino al 24 febbraio.
Riccardo Dalisi
Riccardo Dalisi nasce a Potenza nel 1931. Fino al 2007 ha ricoperto la cattedra
di Progettazione presso la facoltà di Architettura dell'Università degli Studi
Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore e docente
della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale.
Negli anni Settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea
Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di
architettura e design che riuniva i gruppi e le persone che in Italia coprivano
l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle
riviste “Casabella” e “Spazio e società”. Da sempre impegnato nel sociale
(resta fondamentale l'esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del
Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli negli anni
'70 e negli ultimi anni l'impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha
unito ricerca e didattica nel campo dell'architettura e del design accostandosi
sempre più all'espressione artistica come via regia della sua vita.
Dal 1971 il suo lavoro di ricerca si concentra sul “design povero” attraverso
un'iniziativa sperimentale con i bambini del Rione Traiano di Napoli: qui
l'approfondimento, di forte valore sociale e politico, è strettamente legato
alla manualità e alla partecipazione (esperienza confluita nel libro
Architettura d'animazione del 1975 e nell'articolo del 1973 “La tecnica povera
in rivolta”). La numerosissima produzione sperimentale (sedie, vassoi, vestiti,
lumi ecc.) di tutti gli anni '70 con i ragazzi di strada è stata presentata
alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e a Exempla di Monaco. Parte
del lavoro è stato acquisito dalla collezione permanente del Frac Centre (Fond
Régional d'Art Contemporain) di Orléans.
Dai primi anni '80 in poi lavora costantemente con numerose ditte, soprattutto
italiane e tedesche (ricordiamo Alessi, Zanotta, OLuce, Promemoria, Baleri
Italia, Glas, Slamp, PlayLine, Henry Glass, Rosenthal, Ritzenhoff, WMF,
Eschenbach, Flego Design, Mazzocca). Nel 1981 ottiene il “Compasso d'oro” per
la ricerca sulla caffettiera napoletana (realizzata da Alessi nel 1987). Nel
1991 la lampada “Sister” prodotta da “OLuce” è selezionata per il “Compasso
d'Oro”.
Nel 1989 espone in una personale al MOMA di New York, poi a Berlino e
Düsseldorf. In molti importanti musei sono presenti suoi oggetti, dalle sedie
ai vasi, alla caffettiera Alessi (Triennale di Milano, Guggenheim Museum, Museo
di Denver, Museo delle Arti Decorative di Montreal, Museo di Copenaghen, Museo d'Arte
Contemporanea di Salonicco, Frac Centre di Orléans). Oltre alle numerose mostre
personali in Italia, in cui all'attività artistica si abbina una assidua
ricerca sul design, è presente in molte mostre internazionali sul design
italiano e partecipa ad esposizioni nei più diversi campi del disegno
dell'oggetto, dal gioiello alle automobili; ricordiamo, tra le altre, la
presenza alla Mostra sul design italiano di Amsterdam (1991), alla Triennale di
Chicago (1996), alla mostra “Un Art Populair” alla Fondazione Cartier di
Parigi (2001), le personali a Sunden (1995), a Stoccolma (nel 1996 e 1998), a
Monaco e Vienna (2003 e 2010) e a Berlino (2004).
Dal 1997 al 2002 come direttore dell'ISSDI organizza i corsi come “Semi di
Laboratorio”, una rete di partecipazione e scambio culturale tra persone e
gruppi che con diversi approcci lavorano e ricercano nel campo del design. Ha
dato poi lo stesso nome all'associazione culturale da lui fondata con lo stesso
scopo nel 2003. Nel 1998 la Fiat assegna al suo gruppo di ricerca il secondo
premio europeo “Fiat Auto. European Competition Architecture & Mobility”
per il progetto di un'auto (Ciabatta, con la realizzazione di un prototipo
funzionante, ora presso il museo Fiat).
Un ulteriore importante riconoscimento internazionale è dimostrato dalla
partecipazione alla mostra itinerante in Europa Architecture radicale
(coordinata da Frédéric Migayrou, attuale direttore del settore architettura
del Centre Pompidou) e alla mostra Italia-Giappone. Design come stile di vita
(Yokohama, Kobe 2001).
La grande sfida di Dalisi è portare il design tra gli artigiani napoletani che
lavorano i materiali poveri caratteristici delle sue opere; la prima tappa di
quest'esperienza, culminata con l'allestimento permanente di Rua Catalana (1997),
lo fa approdare alla scultura e alla pittura. La didattica va di pari passo con
la sperimentazione; dopo l'esperienza dell'Università di strada, che ruotava
proprio attorno alle botteghe di Rua Catalana, ha “inventato” il “design
ultrapoverissimo” e, dal 2002 al 2004, ha condotto il corso libero
“Progettazione e Compassione” al rione Sanità di Napoli rivolto ai suoi
studenti e ai ragazzi del quartiere; oggi anima e guida l'“Università volante”,
progetto di ricerca il cui obbiettivo è lo sviluppo della creatività
individuale e collettiva nel superamento di ogni confine e argine e in cui ciò
che va esplorato è lo spazio che intercorre tra le più diverse discipline con
linguaggi che uniscono il rigore al soffio poetico.
Si è anche occupato di arredo urbano (di design urbano) sperimentandolo a
Napoli e in varie città italiane: ricordiamo, tra le altre, l'iniziativa di
recupero e rivitalizzazione dell'area di Rua Catalana a Napoli (1997-98), le
installazioni in Auvergne (Francia 1991), a Lamezia Terme (1995-2001), a
Salerno (1996-2001), a Oliveto Citra (1990-2002) e ancora a Napoli (le Garitte
di Palazzo Reale, 1998; le lampade ai Quartieri Spagnoli, 2001; le sculture per
la Metropolitana, 2002; le lampade teatrino a Santa Caterina da Siena 2009), a
Pomigliano d'Arco (La Rotonda, 2005).
Nel 2010 assieme ad Alessandro Guerriero ha dato vita, in collaborazione con la
Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima
edizione del Premio Compasso di latta, iniziativa per una nuova ricerca nel
campo del design nel segno della solidarietà, della “creatività sociale”
dell'ecocompatibilità e della decrescita. Da quest'esperienza è nata una
prolifica sedie di oggetti di “design a compasso”.