I paesaggi di Carrà. 1921-1964
Mendrisio - Museo d'Arte
Dal 22 settembre 2013 al 19 gennaio 2014
Pino sul mare 1921, Crepuscolo 1922, L'attesa 1926, L'estate 1930 (Museo del Novecento di Milano), I nuotatori 1932 (MART Museo di arte moderna e contemporanea, Trento e Rovereto), Capanni al mare 1927 (GAM, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino), Canale a Venezia 1926 (Kunsthaus di Zurigo), Lo Squero di San Trovaso 1938, I contadini della Versilia 1938 sono alcuni dei capolavori che costellano la mostra sui paesaggi di Carlo Carrà al Museo d'arte di Mendrisio.
Curata da Elena Pontiggia e da Simone Soldini, in collaborazione con Chiara
Gatti e Luca Carrà, si tratta della prima ampia retrospettiva allestita da un
museo svizzero sull'opera di questo grande protagonista della pittura moderna
europea.
Figura di importanza capitale nella storia dell'arte moderna italiana, Carrà fu
tra i fondatori del movimento futurista nei primissimi anni del ‘900. I viaggi
nelle capitali europee, ma soprattutto a Parigi, dove frequentò tra gli altri
Apollinaire e Picasso, lo misero in contatto con le altre avanguardie europee,
facendolo conoscere internazionalmente. La prima guerra mondiale sancì la fine
del Futurismo e determinò l'inizio di un breve, fecondo periodo metafisico in
cui Carrà entrò in stretti rapporti con i fratelli De Chirico. Gli anni tra il
1915 e il 1920 furono un momento decisivo, di svolta, per l'uomo e per
l'artista. Legatosi d'amicizia con Soffici e Papini, Carrà cominciò un intenso
periodo di meditazione sulla pittura italiana del ‘300 e del ‘400 che sfociò
nei sorprendenti scritti su Giotto, Paolo Uccello, Piero della Francesca e
Masaccio. Il recupero in chiave moderna dei “primitivi”, e in primo luogo di
Giotto, lo condusse a una pittura - come ebbe a dire - di «forme primordiali»,
dove la natura si rivela in tutta la sua essenza spirituale. Sintesi, forza
plastica, spazialità, architettura accordata a colori tonali: cominciava su
queste basi la terza, più lunga e più intensa stagione, quella del «realismo
mitico».
Essa si aprì con un capolavoro assoluto della storia dell'arte europea del
‘900, presente nella mostra di Mendrisio: Pino sul mare del 1921, dipinto da
Carrà appena quarantenne e che venne acquistato dal compositore Alfredo
Casella, amico del pittore e figura di primo piano nella cultura europea del
‘900. «Con questo dipinto - scrisse Carrà nella sua autobiografia - io cercavo
di ricreare una rappresentazione mitica della natura». Al capolavoro del '21 ne
seguirono altri, una stretti lunga serie di opere che scaturì in gran parte da
un'immersione totale nel paesaggio: i monti della Valsesia, le marine di Forte
dei Marmi, la laguna veneziana, le campagne e i laghi lombardi, le alpi apuane.
Il paesaggio fu spunto continuo di sperimentazione; da una pittura di sintesi
Carrà poteva passare a una forma mediata di impressionismo, da un'immagine
realista a una visione onirica e surreale, sempre ottenendo risultati di
straordinaria intensità.
In questo concetto di rappresentazione mitica della natura rientrò a partire
dalle grandi composizioni d'inizio anni ‘30 anche la figura: Estate, I
nuotatori, I contadini della Versilia sono alcuni capolavori di questo genere,
ben documentato in mostra.
Grazie ai contributi dell'Archivio Carrà, degli Archivi del ‘900 del MART e del
Gabinetto Vieusseux di Firenze si è potuto allestire per l'occasione una
sezione dedicata alla figura - importantissima - del Carrà teorico e
pubblicista (si ricordino solo i contributi a “Valori plastici” e
“l'Ambrosiano”) attraverso un vasto e prezioso materiale documentario.
A margine della retrospettiva viene presentata una selezione di opere di autori
ticinesi, dipinte tra il 1920 e il 1950, che intende gettare un po' di luce
sulla grande influenza esercitata da Carrà su un contesto locale, di provincia
italiana del Nord come il Ticino; cioè, sul suo determinante ruolo nel
passaggio da un'arte ancora ottocentesca ad una moderna.
Mostra a cura di: Simone Soldini e di Elena Pontiggia
Comitato scientifico: Elena Pontiggia, Luca Carrà, Chiara Gatti, e Simone Soldini (direttore Museo)
Catalogo: edito dal Museo d'arte Mendrisio, circa 150 pagine di testi e apparati e riproduzione delle opere in mostra
Orari: ma-ve: 10.00 - 12.00 / 14.00 - 17.00; sa-do: 10.00 - 18.00; lunedì chiuso, tranne festivi
Entrata: Fr 10.- ridotto Fr 8.-
Info: www.mendrisio.ch/museo
museo@mendrisio.ch