Arte

GIORGIO MORANDI ROBERTO LONGHI. Opere Lettere Scritti

Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi
Dall'1 al 22 giugno 2014
Anteprima Stampa: sabato 31 maggio, dalle ore 10.30

Segue Inaugurazione alle ore 18.30

Mostra a cura di Maria Cristina Bandera

La Fondazione Longhi propone in collaborazione con la Collezione Merlini, un raffinatissimo omaggio a Giorgio Morandi nel cinquantenario della sua scomparsa avvenuta il 18 giugno 1964. Sede di questo tributo non poteva che essere villa Il Tasso, a Firenze, la casa di Roberto Longhi, ora sede della Fondazione a lui intitolata. Qui, dal primo al 22 giugno, sarà allestita la mostra Giorgio Morandi Roberto Longhi. Opere Lettere Scritti, curata da Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi, a cui si devono mostre importanti di Morandi.


Giorgio Morandi: Fiori, 1956, olio su tela. Collezione Merlini

Giorgio Morandi: Il cortile di via Fondazza,1935, olio su tela. Collezione Merlini

Giorgio Morandi: Natura morta,1948 olio su tela. Collezione Merlini


Giorgio Morandi: Fiori Olio su tela 43,4 x 37,3 cm,1951. Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Giorgio Morandi: Natura morta (Natura morta col drappo giallo) Olio su tela 67,8 x 70,6 cm, 1924. Credit line: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Giorgio Morandi: Natura morta Olio su tela 61,8 x 76,3 cm, 1937. Credit line: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi


Giorgio Morandi: Paesaggio, olio su tela 34,5 x 31 cm, 1940. Credit line: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Giorgio Morandi: Fiori, Olio su tela 29,9 x 35,1 cm, 1947. Credit line: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Giorgio Morandi: Natura morta, Olio su tela 31,2 x 36,3 cm, 1954. Credit line: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi


Per rendere omaggio a Morandi e per verificare il giudizio lungimirante che Longhi espresse sull'artista, la Fondazione intitolata allo storico dell'arte apre le proprie stanze per esporre i Paesaggi e le Nature morte di Morandi appartenute a Longhi e da questi selezionati, accanto ai Fiori donati dal pittore al critico e alla moglie, la scrittrice Anna Banti.

Per questa occasione tornerà 'a casa', anche se solo temporaneamente, il Cortile di via Fondazza, 1935, appartenuto per lungo tempo a Longhi, poi donato al proprio medico curante, ora nella raccolta Merlini. La tela sarà accompagnata da altre opere della medesima collezione: due dipinti - Natura morta, 1948 (già appartenuta a Emilio Jesi dove fu selezionata da Morandi per la propria sala alla IV Biennale del Brasile del 1957 per la quale ottenne il Gran Prix per la pittura) e Fiori, 1957 - e da un acquerello, Natura morta, 1956, dall'importante storia espositiva.

La presenza, inoltre, di tre incisioni donate da Morandi a Longhi, restaurate per questa occasione da Mariella Gnani, curatrice della collezione Merlini, esposte ora per la prima volta, permetterà di ripercorrere il lungo tratto di cammino artistico del grande pittore attraverso le tecniche privilegiate in cui si espresse.
L'esposizione di alcune lettere autografe di Morandi indirizzate allo storico dell'arte e di appunti manoscritti di Longhi dedicati al pittore farà di questa mostra un unicum.

Nelle sale espositive sarà proiettata la registrazione della trasmissione l'Approdo in cui Longhi, nel giugno di cinquant'anni fa, ricorda Morandi davanti alla porta d'accesso del proprio studio, affiancata, allora come oggi, da una pianta di oleandro.


Quelle del pittore e dello storico dell'arte, entrambi nati il 1890, furono quasi due vite parallele, tanto furono accomunate da interessi giovanili, da incontri e scambi d'opinione in età matura a Bologna, dove l'uno viveva e l'altro insegnò dal 1934. Anzi, proprio nella sua prolusione all'università felsinea in cui ripercorreva i Momenti della pittura bolognese, Longhi consacrò ufficialmente il pittore eleggendolo uno dei migliori pittori viventi d'Italia. Da quel tempo ebbe inizio il loro lungo sodalizio improntato a una profonda e reciproca ammirazione.
Frequentazione intellettuale e vicinanza di pensieri, quella tra il pittore e il suo critico, che continuarono anche nei trent'anni a venire, com'è attestato dalle lettere che si scambiarono quando Longhi nel 1939 si trasferì a Firenze prendendo casa a Il Tasso, sulle colline che circondano Firenze. Corrispondenza che si intensificò negli anni Quaranta, quando la guerra - è Longhi a ricordarlo - diradò, poi addirittura interruppe la consuetudine quasi quotidiana delle tornate critiche bolognesi.
Dopo il blackout degli eventi bellici, per dare il bentornato a Morandi e come segno di solidale sollecitudine per la sua sorte incerta, Longhi organizzò una mostra alla galleria Il Fiore che si inaugurò nella Firenze appena liberata il 21 aprile 1945, accompagnandola con un testo che rimane un viatico imprescindibile per comprendere l'arte del grande artista.
Infine spetterà a Longhi ricordare il grande pittore al momento della sua scomparsa per la trasmissione televisiva L'Approdo, registrata nel giugno 1964. Alle parole commosse per la perdita di un grande Amico, rafforzate dalla certezza che non vi sarebbero più stati altri, nuovi dipinti di Morandi, il critico non fa mancare la propria vis polemica. Sottolinea, infatti, come una nemesi capricciosa ma non priva di significato avesse voluto che Morandi uscisse di scena il giorno stesso in cui venivano esposti a Venezia i prodotti della 'pop art'. Ma soprattutto Longhi, con parole quasi profetiche, imprimerà una sorta di energia a questo saluto proiettando la figura di Morandi nel futuro, assegnandogli un ruolo da protagonista: Voglio dire che la statura di Morandi potrà, dovrà crescere ancora, dopo che questo ultimo cinquantennio sarà stato equamente ridimensionato, dopo di che ben pochi resteranno a contarsi, forse sulle dita di una sola mano; e Morandi non sarà secondo a nessuno.

La mostra sarà affiancata da un volume - qualcosa di più di un catalogo negli intenti -, sempre a cura di Maria Cristina Bandera che in esso ripercorre le vicende dei due protagonisti e delle opere di Morandi della collezione Merlini. I saggi saranno accompagnati dall'antologia critica, nota e meno nota, dei testi di Longhi dedicati a Morandi e dalla pubblicazione del carteggio inedito intercorso tra il pittore e lo storico dell'arte.
Inoltre, Mariella Gnani dedicherà uno studio, dal carattere innovativo e supportato da analisi scientifiche, sulla tipologia delle tele usate da Morandi.
Il volume, in italiano e in inglese, sarà edito da Silvana editoriale.

La Collezione Merlini

La collezione è costituita da oltre 400 opere, con artisti altamente rappresentativi degli sviluppi dell'arte in Italia dai primi decenni del novecento ai giorni nostri. Tutte le opere della raccolta presentano un'elevata qualità artistica, ed è evidente che il collezionista non si è mai mosso seguendo un semplice, seppur raffinato, criterio di gusto, ma ha piuttosto raccolto le opere quali atti e testimonianze degli artisti per illuminare oltre l'emozione estetica, o meglio attraverso di essa, i punti nevralgici del dibattito artistico del nostro tempo. In altre parole la collezione stimola un'attività riflessiva e in essa dà un tipo di risposta all'interrogativo dello spettatore più superficiale, oppure di quello più profondo, di fronte a quest'arte: che cosa significa? Fanno parte della raccolta oltre ottanta artisti fra pittori e scultori. Ci sono opere di autori che appartengono al momento fondante dell'esperienza artistica moderna in Italia: da Amedeo Modigliani di cui sono presenti due importanti disegni di figura, rispettivamente del '16 e del '19, al gruppo degli Italiens de Paris - Campigli, De Pisis, De Chirico, Alberto Savinio, Severini, Tozzi, Paresce - e ad altri protagonisti del movimento del Novecento italiano. La raccolta spazia dunque, nella sua parte storica, dall'arcaismo incantato di Campigli al metafisico stupore di De Chirico, dal plasticismo monumentale di Sironi all'ispirata scrittura pittorica di De Pisis, dal lirico naturalismo di Tosi all'inquieto surreale di Alberto Savinio, dalla severità plastica compositiva di Paresce e di Tozzi, al linearismo di marca secessionista dello scultore Wildt ed alla profonda introspezione poetica di Morandi. In collezione sono presenti quattro opere del maestro. Tutte depositate, in comodato gratuito, presso il Museo Morandi di Bologna. Prestito entrato con la direzione Maraniello, che rappresenta la visione del collezionista, espressa nella collaborazione attiva con i musei, per garantire la fruibilità delle opere. Scelte, non solo per gusto personale ma anche per la loro storia espositiva, due in particolare la Natura morta,1948 e il Cortile di via Fondazza,1935 sono appartenute a collezioni importanti, quali la Jesi e la Longhi.
Altro esercizio critico esercitato sulle opere prima di entrare in collezione, riguarda la loro vicenda conservativa. Sempre corrispondente a precisi criteri di autenticità. Inoltre la materia costituente l'opera non deve aver subito modificazioni tali da alterare la poetica dell'autore.
Altre opere illuminano la stagione che ha fatto seguito a quel primo forte sussulto di modernità nel nome di una più umanizzata tensione dell'arte: dai bellissimi dipinti di Guttuso degli anni quaranta a Pirandello, ai mirabili disegni del primo Fontana.
La maggior parte della raccolta accoglie, e vastamente documenta, gli svolgimenti dell'arte in Italia dal dopoguerra ai nostri giorni. Vi compaiono oltretutto opere della maturità di artisti già in precedenza segnalati, come Guttuso, presente con dipinti di risentito realismo; Fontana, rappresentato da suggestive, intensissime opere veramente esemplari della più alta e matura creatività dell'artista. Pregio della collezione è, nel suo maggior spaccato riguardante la contemporaneità, quello di aprirsi alle più varie espressioni, si che la massiccia presenza della pittura informale è compensata dall'attenzione del collezionista per esperienze figurali, come quelle di Francese, Zigaina, Ferroni, Ruggero Savinio, Guccione, Adami, Turcato e degli scultori Melotti, Vangi. La raccolta ha un suo punto di forza nella pittura informale, che del resto ha rappresentato uno dei momenti più significativi dell'arte in Italia nella seconda metà del novecento. Vi si trova infatti una rappresentazione pressoché completa del maggior pittore italiano di quella tendenza: Ennio Morlotti. Opere di grande qualità pittorica, della fase aurorale della sua personalissima immagine, che è poi documentata da autentici capolavori dei suoi vari momenti creativi. La collezione, continua con Piero Manzoni, con 7 opere di Fontana, Dorazio, Baj, in un divenire continuo perché destinata ad arricchirsi di nuove acquisizioni.
La collezione, presentata al pubblico, per la prima volta, nel 2011, con la mostra Dalla figura alla Figurazione nel 900 italiano, a Venezia presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti con catalogo edito da Silvana Editoriale, ora segue la campagna prestiti, per mostre nazionali ed internazionali. Elabora e produce progetti editoriali, seguiti da momenti espositivi.
Il principio fondante, nella scelta degli argomenti, consiste nell'opportunità di generare momenti di studio ed approfondimento per tematiche non ancora esplorate: ricerche inedite, indagini scientifiche alle opere che ne mettono in luce anche gli aspetti invisibili .
Nel 2013, con Melotti guarda Melotti è stato pubblicato il primo quaderno della collezione Merlini a cui ne seguiranno altri. Nel 2014 con Giorgio Morandi Roberto Longhi, organizzata alla Fondazione Roberto Longhi di Firenze viene pubblicato il secondo quaderno della collezione Merlini.

MORANDI LONGHI. Opere Lettere Scritti
Luogo: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi
Fondazione Longhi
via Benedetto Fortini 30 - 50125 Firenze
tel. 055 658 0794
Periodo: Dall'1 al 22 giugno 2014
Inaugurazione: 31 maggio 2014
Orari: 10 - 13; 14 - 18