Arte

La biografia di Amico Aspertini
Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello
Aspertini ritrovato
Spunti per approfondire l'opera e l'artista Amico Aspertini: i saggi del catalogo della mostra
I duecento anni della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Le Biennali d'Arte Antica di Andrea Emiliani

Aspertini ritrovato

Nel corso dei restauri agli affreschi già noti, alla Rocca Isolani di Minerbio sono state recuperate altre straordinarie figure monocrome coperte nel corso dei secoli e di cui si supponeva solo l'esistenza.

Particolare da: Amico Aspertini, Madonna col bambino e i Santi Giorgio, Giuseppe, Giovanni Evangelista e Sebastiano - Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi

Rocca Isolani a Minerbio è luogo privilegiato per l'attività di Amico Aspertini, che vi ha lasciato una importante testimonianza della sua attività profana: non resta altra traccia infatti degli affreschi che, numerosi, decoravano le facciate delle case nobiliari bolognesi.

Gli affreschi riportati ora alla luce nella Sala di Marte, insieme a quelli già noti delle sale di Ercole e dell'Astronomia, completano un importante ciclo decorativo di soggetto mitologico e sono ora visibili in virtù dei restauri voluti dai proprietari Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani e realizzati grazie a una cordata di Sponsor del territorio minerbiese e al Comune di Minerbio.

L'occasione è la mostra che la Pinacoteca Nazionale di Bologna dedica allartista bo'lognese, voluta da Soprintendenza B.S.A.E. di Bologna e Comune di Bologna. Curata da Andrea Emiliani e Daniela Scaglietti Kelescian, "AMICO ASPERTINI 1474-1552, artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello" (Bologna, Pinacoteca Nazionale - 27 settembre 2008 - 11 gennaio 2009) è la prima monografica dedicata all'artista, uno dei pittori più eccentrici del Cinquecento, unico per la sua capacità di fondere il classicismo italiano con la tradizione nordica tedesca e fiamminga.

Rocca Isolani è una delle tappe consigliate dal percorso espositivo in esterni, in un itinerario di cui fanno parte, fra gli altri, i cicli di affreschi nella Rocca di Gradara (Pesaro) e nella chiesa di San Frediano a Lucca e, a Bologna, nella chiesa di Santa Cecilia e di San Giacomo, e le sculture sulla facciata della chiesa di San Petronio.


La storia del ciclo di affreschi di Minerbio

Amico Aspertini ha affrescato tre stanze situate nella torre nord della Rocca Isolani a Minerbio (Stanza dell'Astronomia, Stanza di Ercole e Stanza cosiddetta " della moglie adultera" ) e un'altra più vasta, la Sala di Marte, che non fa corpo con le altre e nella quale, fino alla presente occasione, era visibile solo la partitura strutturale e gli elementi decorativi. In quest'ultima il soffitto presentava la figura di Marte in volo al centro e otto Erme su pilastri, che scandivano le pareti. Il restauro compiuto in occasione della mostra ha consentito il recupero dell'intera decorazione di questa sala.

La Sala dell'Astronomia, la Sala di Ercole e la terza stanza (quasi completamente distrutta) si trovano nella stessa torre, collegate da una piccola scala a chiocciola e fanno pensare ad un uso privato di questi ambienti, forse ad un luogo di studio. Certamente al confronto con gli Studioli più rinomati del Rinascimento (Isabella d'Este a Mantova, Ercole d'Este a Ferrara, Federico da Montefeltro a Urbino), questi vani risultano meno ricchi e con una disposizione degli ambienti abbastanza insolita.
Nella Sala dell'Astronomia Apollo e le Muse discendono dalle speculazioni più raffinate dell' enciclopedismo medievale, trasformato dalla cultura umanistica: sarebbe qui rappresentata, attraverso gli emblemi di un ordinamento gerarchizzato, l'armonia dell' universo, garantita dalla presenza di Apollo e di Diana e arricchita dalle Muse che vi svolgono la funzione di motrici delle sfere celesti, insieme al Primum Mobile, che appartiene al mondo dei cieli. Anche nella sala con le imprese di Ercole si coglie un ambiente culturale elevato, consapevole che l'interpretazione più frequente nel Rinascimento era stata quella di illustrare la Fortezza e la Virtù, anche nella variante di enfatizzazione delle doti di comando. Nemmeno è da scartare una lettura moralizzante, che, sulla traccia di quel testo importantissimo per la sensibilità del tempo, che è l'Ovidio moralizzato di Pierre Bersuire, rintraccerebbe un parallelo fra Ercole e Cristo.

Diverse sono le soluzioni figurative che Aspertini sceglie per impostare le figurazioni nelle varie stanze. Ad esempio, nella Sala di Ercole, dove prevale sempre la figura che giganteggia al centro di ogni vano, è evidente l'influsso di Giulio Romano.
Complessa cultura quella di Aspertini che nella Sala dell'Astronomia usa liberamente il modello iconografico di riferimento (Tarocchi del Mantegna) indifferente ai significati simbolici che esso sottende. La forza visionaria presente nelle tre stanze si affianca ai taluni raggiungimenti contemporanei: un simile tocco compendiario e sintetico va considerato in rapporto agli affreschi dei Dossi nel Castello del Buonconsiglio a Trento (1531-32).

Il rapporto di Aspertini col territorio di Minerbio
Gli studiosi pensano che lo stesso Aspertini possa aver collaborato ad interpretare le esigenze della sua committenza: uomo di vasta cultura, amico di letterati, filologi ed umanisti soprattutto all'inizio del secolo, fino ad un certo momento della sua vita si era mosso perfettamente a suo agio negli ambienti più avanzati della città. Ora, reduce da una malattia, occorsagli prima del 1536, che lo aveva profondamente turbato e quasi ridotto in miseria, aveva l'occasione di esprimersi nuovamente al livello delle più alte prove. La datazione del complesso di Minerbio dovrebbe attestarsi nella maturità del pittore, verso la fine degli anni trenta, per la fattura pittorica aggressiva ed abbreviata, indifferente ad ogni regola o canone di bellezza decorativa. Due documenti registrano la presenza di Aspertini nel territorio: il 9 marzo 1538 compera un terreno a Ca' de' Fabbri, località che dista solo quattro chilometri da Minerbio, e il 2 marzo 1542 lo rivende. E' probabile che, trovandosi nella zona per la commissione Isolani, non abbia desistito da questa attività pratica che aveva esercitato tutta la vita. Inoltre, dal 1536 il conte Giovan Francesco Isolani intraprende lavori di ricostruzione alla Rocca, gravemente danneggiata dal passaggio dei Lanzichenecchi verso Roma nell'aprile 1527. Questa datazione è confortata da paralleli stilistici ed iconografici, calzanti con idee compositive degli affreschi (sale dellAstronomia e d'i Ercole) in alcuni disegni dei codici London I, finito nel 1535, e London II, databile intorno al 1540. La potenza fantastica dell'ormai anziano pittore non accenna affatto a diminuire, anzi si qualifica con inesauribile vena grottesca.

Chi ha voluto i restauri di Minerbio e la mostra dedicata ad Amico Aspertini
I restauri degli affreschi di Amico Aspertini all'interno della Rocca di Minerbio sono stati realizzati grazie alla partecipazione attiva delle aziende del territorio fra cui CREDIBO, COPROB, RFM e VIABIZZUNO; al sensibile contributo del Comune di Minerbio, unitamente alla disponibilità e al prezioso intervento dei proprietari Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani.
Adele Pompili e il suo staff stanno curando i restauri della Sala di Marte in collaborazione con la ditta Eva Schicchi.