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Silvestro Lega, i Macchiaioli e il Quattrocento

Forlì - Musei di San Domenico
Dal 14 gennaio al 24 giugno 2007

Dopo l'indiscutibile successo ottenuto dalla mostra sul Palmezzano, Forlì propone la più ampia retrospettiva mai dedicata a Silvestro Lega.
Dal 14 gennaio al 24 giugno 2007, nel ritrovato San Domenico saranno allineate tutte le opere più conosciute del grande macchiaiolo nato proprio nel forlivese, a Modigliana, nel cuore della cosiddetta "Romagna toscana".

Accanto ai capolavori più celebrati dell'artista, la mostra proporrà una attentissima selezione di opere meno note o del tutto inedite, qui riunite grazie all'organico lavoro di preparazione coordinato da Antonio Paolucci, Fernando Mazzocca e Giuliano Matteucci, affiancati da Carlo Sisi, Maria Vittoria Marini Clarelli e Luisa Arrigoni.

La scelta dei curatori e degli organizzatori (Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì) è stata quella di privilegiare un percorso espositivo di assoluta qualità, contenendo a 60 le selezionatissime opere di Lega, in modo da offrire non solo il meglio del meglio dell'artista ma anche la possibilità, per il pubblico, di osservare con agio i capolavori esposti, entrando così nei luoghi, nei colori, nelle passioni dell'artista.

Una visita, 1868

Silvestro Lega
Una visita, 1868
Olio su tela
Roma, Galleria d'Arte Moderna


Prigionieri di guerra (Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione), 1861

Silvestro Lega
Prigionieri di guerra (Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione), 1861
Olio su tela
Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti


Un dopo pranzo, 1868

Silvestro Lega
Un dopo pranzo, 1868
Olio su tela
Milano, Pinacoteca di Brera


Silvestro Lega è stato, con Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, l'indiscutibile protagonista di quella fondamentale esperienza della pittura italiana dell'Ottocento che ha riunito, sotto l'etichetta di Macchiaioli, artisti di varia provenienza che trovarono a Firenze e nella campagna toscana l'ambiente più adatto per sperimentare un modo rivoluzionario di rappresentare la realtà.
In mostra, in dialogo con le sessanta opere di Lega, vi saranno anche opere fondamentali di Fattori e Signorini, Cizeri, Banti, Borrani, Abbiati, Cecioni, Cabianca, Puccinelli e Zandomeneghi.

Il canto di uno stornello, 1867

Silvestro Lega
Il canto di uno stornello, 1867
Olio su tela
Firenze, Galleria d'Arte Moderna

Ritratto di Giuseppe Garibaldi, 1861

Silvestro Lega
Ritratto di Giuseppe Garibaldi, 1861
Olio su tela
Museo Civico Don Giovanni Verità, Modigliana, Forlì-Cesena

Del tutto originale il taglio che il Comitato Scientifico ha voluto dare all'esposizione, proponendo un raffronto tra Lega e i Macchiaioli e la pittura del Quattrocento ed in particolare con Ghirlandaio e Piero della Francesca. Questa sezione di raffronto godrà della presenza di una ventina di sublimi capolavori.

Il Primo dolore, 1863

Silvestro Lega
Il Primo dolore, 1863
Olio su tela
Amministrazione Provinciale di Genova

Silvestro Lega
Fernando Mazzocca
Along with Giovanni Fattori and Telemaco Signorini, Silvestro Lega indisputably was the protagonist of the ninenteeth-century artistic trend called the "Macchia" ("Stain, Blot"), which grouped artists of different origins who found the most suitable environment to experience a revolutionary style of reproducing the reality in Florence and in the Tuscan country.
Compared to Fattori and Signorini, as well as to the other Macchiaioli, Lega distinguished himself for his peculiar temperament and, above all, for his uncompromising loyalty to artistic and political ideas that characterized the group from very the start.
In his whole lifetime, he never came to terms with his conscience, even at the cost of serious economic difficulties and of a progressive margination.
These difficult and distressing choices, that testify his great moral strenght, are connected to the years of his education and to his motherland - the Romagna - which over the long season of the Risorgimento distinguished itself for his patriotic engagement and its involvement in the political action promoted by Mazzini.
A character such as Father Giovanni Verità, depicted by Lega in an astonishing portrait, was the symbol of this intense and heroic period of our Risorgimento. The religious, who had saved Garibaldi in 1849, became a reference point for the young Lega in that border city, Modigliana, which was a transit and meeting place for the patriots from the Arno area e for those coming from the other provinces of the Papal States", as observed by Diego Martelli, one of the most acute interpreter of the Macchiaoli and great friend of Lega.
Starting from Lega's early works, preserved in Modigliana, the exhibition, curated by Fernando Mazzocca and Giuliano Matteucci, aims at underlining, with appropriate comparisons, how the Risorgimento spirit lives in Lega's works and how he kept his own original spirit intact even in his following activity, entirely developed in Florence and in the Tuscan country, in uncontaminated places such as Piagentina and the Gabbro.
The exhibition (that figures about 80 works, 60 of them by Lega) intends to offer a well-selected and exhaustive overview of Lega's production, highlighting how the importance of the problems faced is always related to the intensity and the novelty of his pictorial research, which was uniqe and matchless in the map of the Macchiaioli as well as of the Italian XIX century art as a whole.
The masterpieces and the less seen – or unpublished – works on exhibition will testify the restless spirit of the artist, his constant strain in the research, which drove him to extremely different results in the following stages of his long career.
He always showed the originality of his personal and artistic choices, from the early works (still characterized by a culture in balance between Romanticism and Purism) to the maturity (when his capability of confronting himself with the great tradition of the Renaissance Tuscany - in particular, with Ghirlandaio and Piero della Francesca - became astonishing), and to his final stage (when he elaborated a kind of language close to the one of the French Impressionists, as to their results).


L'arte di Lega: un romanzo pittorico della vita moderna
Giuliano Matteucci
Nella pittura macchiaiola convivono essenzialmente tre anime: quella monumentale, virile e schietta di Fattori, l'altra borghese, eccentrica e raffinata di Signorini e, infine, la discreta, intima e poetica di Lega. Quest'ultima meglio delle altre riflette gli aspetti distintivi e caratterizzanti della grande tradizione dell'arte italiana, ovverosia il culto del disegno e il rispetto della forma.
Una peculiarità che, sia pure in modi sempre nuovi e diversi, del modiglianese connota l'intero percorso dalla stagione di Piagentina a Bellariva, sino al periodo della tarda maturità, cioè agli anni del Gabbro, quando arriva a restituire il senso di ciò che lo circonda in una sintesi tanto coraggiosa e ardita da rasentare, talvolta, l'astrazione.
Più che un traguardo è il modo originale con cui un artista, il quale prima di essere tale è un uomo sul cui temperamento peseranno sempre le esperienze di un'infanzia segnata da alterne vicende e di una giovinezza vissuta nella fede degl'ideali repubblicani, in una cittadina periferica come Modigliana, patria di don Giovanni Verità, l'eroico prete salvatore di Garibaldi, si rapporta alla società del proprio tempo attraverso un dialogo di timbro realista, in costante evoluzione.
Un dialogo che, oltre ad apparire nelle sue infinite sfaccettature e implicazioni psicologiche più diretto e meno frammentario rispetto a quello di Fattori e Signorini, si rivela tanto incisivo e penetrante da costituire una sorta di trasposizione pittorica di quel grande ritratto della condizione umana lasciatoci da Cechov. Se non che i personaggi leghiani si muovono in un'atmosfera tutt'altro che ostile e conflittuale con la vita, non dovendo così mai giungere ad un confronto diretto con la propria coscienza.
Specchio di questa grande serenità interiore sono opere quali L'elemosina, Il canto di uno stornello, Una visita, Un dopo pranzo, I fidanzati, per meglio dire l'intero ciclo scaturito dall'intimo rapporto di Lega con Virginia Batelli, nonché dalla cordiale frequentazione dell'entourage della villetta lungo l'Affrico dove la donna, come la protagonista di un "romanzo della vita domestica", calata però in una dimensione tutta toscana resa vaporosa dalle nebbie del primo mattino della campagna intorno a Firenze, vive appagata di un affetto che non è solamente quello familiare.
Una serenità che per Lega equivale a trasferire sulla tela il motivo nel più totale equilibrio e che neppure il profondo dolore causato dalla morte della compagna, avvenuta nel 1870, riuscirà a turbare.
Se è pur vero, infatti, che a quel punto con il mutare dello stato d'animo cambiano anche i registri espressivi e che egli, vagando come un "eterno viatore", rincorre invano un approdo reso sempre più lontano da un destino costantemente avverso, è altrettanto vero che proprio da una simile situazione la sua vena creativa trae la forza per rinnovarsi.
A rendere meno drammatico il suo viatico "Chi scrive - dichiara Diego Martelli - lo trovò un giorno così abbattuto di spirito, così stremato di forze, da tirargli fuori la confessione malinconica che stava pensando seriamente al suicidio" sarà di nuovo la generosa benevolenza di due nuclei familiari, quello fiorentino dei Cecchini e l'altro livornese dei Bandini. Attraverso una stretta consuetudine con il loro universo femminile egli offrirà della donna una nuova immagine di toccante e inquieta espressività che per vigore e carattere, insieme con il tardo naturalismo di Fattori e il personale impressionismo signoriniano, si porrà al vertice della grande epopea macchiaiola.

Informazioni

Silvestro Lega, i Macchiaioli e il Quattrocento


Luogo: Forlì - Musei di San Domenico

Periodo: dal 14 gennaio al 24 giugno 2007

Orario: da martedì a venerdì 9,30 - 19,00. Sabato, domenica, giorni festivi e il 9, 23 e 30 aprile: 9,30 - 20,00. La biglietteria chiude un'ora prima. Lunedì chiuso. La visita è regolamentata da un sistema di fasce orarie, con ingressi programmati. La prenotazione è obbligatoria per gruppi e scuole ed è consigliata per i singoli

Ingresso: intero 9,00 Euro. Ridotto € 6 per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 e maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni, residenti nella provincia di Forlì-Cesena. Speciale € 4 per scolaresche (scuole primarie e secondarie) e disabili. Il biglietto della mostra consente la visita alla Pinacoteca Civica. Gratuito per bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, accompagnatore disabile, due accompagnatori per scolaresca, giornalisti con tesserino.

Visite guidate: Gruppi 80,00 Euro; scuole 50,00 Euro; visite in lingua 110,00 Euro (le tariffe per gruppi e visite in lingua sono comprensive del servizio di radioguide in mostra). Sono previsti itinerari turistici per i gruppi che vogliano effettuare, oltre alla visita della mostra, un percorso guidato nella città e nel territorio. Prenotazioni: tariffa individuale per singoli e gruppi 1,00 Euro; tariffa scuole 10,00 Euro. Audioguida : noleggio a persona 4,00 Euro

A cura di: Paolo Baldacci e Gerd Roos, promossa da Fondazione Bano, Comune e Provincia di Padova in collaborazione con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e con il sostegno di Fondazione Banca Antonveneta e Corriere della Sera

Catalogo: Silvana editoriale

Info: tel. 0543 711429 / 711228 / 711486