Arte

Incanti e scoperte. L'Oriente nella pittura dell'Ottocento italiano

Barletta - Pinacoteca « Giuseppe De Nittis », Palazzo Marra
Dal 5 marzo al 5 giugno 2011

A Palazzo Marra, sede della Pinacoteca de Nittis, dal 4 marzo al 5 giugno, un centinaio di selezionatissime opere raccontano l'Oriente nella pittura dell'Ottocento italiano nella più approfondita esposizione mai allestita sul tema. “Incanti e scoperte. L'Oriente nella pittura dell'Ottocento italiano” è promossa dal Comune di Barletta e dalla Regione Puglia ed è curata da Emanuela Angiuli e Anna Villari.

Vincenzo Marinelli, Il ballo dell'ape nell'harem, olio su tela, 186 x 269, Napoli, Museo di Capodimonte

Vincenzo Marinelli, Il ballo dell'ape nell'harem (part), olio su tela, 186 x 269, Napoli, Museo di Capodimonte

Carlo Bossoli: Porto orientale, 1884, tempera su carta,44x59,5 cm. Torino, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea


Ippolito Caffi: Egitto - Riposo di una carovana, 1844, olio su cartoncino intelato, 45,5x63 cm. Venezia, Galleria Internazionale d'Arte Moderna

Cesare Biseo: Nel deserto, 1889, olio su tela, 98x165 cm. Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Francesco Hayez: Tamar di Giuda, 1847, olio su tela, 112x84,5 cm. Varese, Civico Museo d'Arte Moderna e Contemporanea


Giulio Viotti: Idillio a Tebe, 1872, olio su tela, 303 x 170,5 cm. Trieste, Museo Revoltella-Galleria d'Arte Moderna

Francesco Netti: Nudo di donna, ? olio su tela, 28,5x42,5 cm. Conversano, Pinacoteca Comunale

Francesco Netti: Odalisca, ?? olio su tela, 46,3x61,7. Santeramo in Colle, Collezione privata

Gli echi della spedizione di Napoleone in Egitto, i resoconti di esploratori, faccendieri e ardimentosi avevano infiammato la fantasia del Vecchio Continente. Le cronache di piaceri proibiti, odalische, harem, hammam avevano fatto il resto. Poi c'era la voglia di saperne di più, di scoprire e capire terre geograficamente non tra le più lontane, eppure distanti per cultura, storia, atmosfere. Una malia che stregò molti artisti, alimentata da committenti altrettanto presi dal fascino di un Oriente vicino e allo stesso tempo lontanissimo.

La mostra di Palazzo Marra da conto di questa ventata d'Oriente in pittura riconoscendo come punto d'avvio, non unico ma certo particolarmente importante, Francesco Hayez. Il veneziano non si mosse dall'Italia tuttavia si lasciò felicemente contagiare dal vento d'Oriente, dall'esotismo, dall'erotismo che al mondo arabo sembrava connaturato. E che colpisce un altro veneto, Ippolito Caffi, che decide di viverlo di persona in un lungo viaggio tra Costantinopoli, Smirne, Efeso e il Cairo da cui trae opere memorabili e un gusto che connoterà per sempre la sua pittura.
A Parma, prima Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il “Pellegrino del sole” percorrono carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fa portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica.
Da Firenze parte alla volta dell'Egitto Stefano Ussi che in quel Paese, subito dopo l'apertura del Canale di Suez, lavora per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco con l'amico Carlo Biseo, anch'egli proveniente dalla corte del Viceré d'Egitto. Da questo viaggio i due traggono gli spunti per illustrare, magistralmente, “Marocco” di Edmondo De Amicis.
Al fascino della scoperta che si fa suggestiva visione di mondi “altri” soggiacciono Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani Augusto valli, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni, a conferma della trasversalità e del dilagare in tutta la penisola dell'affascinante pandemia.
Al contagio dell'Orientalismo non sfugge certo il Mezzogiorno d'Italia. Ne è testimonianza, a Napoli, Domenico Morelli che, senza mai aver messo piede nei territori d'oltremare, descrive magistralmente velate odalische, figure di arabi, mistiche atmosfere di preghiere a Maometto. Visioni esotiche soffuse di raffinato erotismo si ritrovano anche negli oli scenografici di Vincenzo Marinelli, Fabio Fabbi, del siciliano Ettore Cercone e del pugliese Francesco Netti.
La Puglia, tradizionale testa di ponte verso l'Oriente, ritrovò nell'Orientalismo il ricordo di memorie lontane. E' un Oriente intimista quello che magistralmente propone Francesco Netti dopo il viaggio in Turchia. I suoi sono dipinti venati dallo stesso “garbo mediterraneo” che si ritrova nelle odalische di Domenico Morelli.
Al di là dell'Adriatico, Paesaggi, Le città e gli incontri, Sognando le odalische sono i capitoli della mostra.
“Due mondi, Occidente e Oriente, si incontrano – sottolinea Emanuel Angiuli - nelle tessiture del viaggio, sulle piste dilatate del deserto, nei regni delle carovane, fra odori, colori, brusii delle città, nelle stanze segrete dell'harem e le movenze inebrianti di suonatori e danzatrici. L'Oriente raccontato dai capolavori esposti nella mostra si specchia in altri capolavori, stavolta incastonati nel paesaggio: le architetture moresche del Salento. Pagine d'arte e della cultura di due mondi oggi quanto mai vicini e dialoganti”.

Informazioni

Incanti e scoperte. L'Oriente nella pittura dell'Ottocento italiano


Luogo: Barletta - Pinacoteca « Giuseppe De Nittis », Palazzo Marra

Periodo: dal 5 marzo al 5 giugno 2011

Orari: tutti i giorni 10 - 20; chiusura tutti i lunedì non festivi

Ingresso: euro 8, ridotti euro 4

Catalogo: Silvana Editoriale

Mostra a cura di: Emanuela Angiuli e Anna Villari

Info: tel 0883538372/71 pinacotecadenittis@comune.barletta.bt.it