Arte

Gianquinto. Opere rare

Rimini - Castel Sismondo
Dal 23 ottobre all'8 dicembre 2010

Alberto Gianquinto - Due figure guardano la luna diventar piccola, dopo il suo sorgere, 2002 - Olio su tela, cm 81 x 100 - Collezione privata

L'intento di questa preziosa antologica che raccoglie una ventina di opere rare di Alberto Gianquinto (Venezia 1929-2003), molte delle quali provenienti dalla collezione di famiglia, è quello di dare, se possibile, il senso più completo di questo grande artista, pittore elegante, solitario e coerente, testimone di una profonda conoscenza del colore, del segno, della forma.
Gianquinto è un artista complesso, sfaccettato, intellettuale. La sua è una pittura meditata, studiata: indagine e riflessione, composizione e ricerca, avvicinarsi progressivo a quella essenzialità e a quel rigore che paiono spesso segni d'ascetismo, di sobrietà di forme e colori.
Ma accanto a questa marcata componente intellettuale, Gianquinto è anche un poeta indagatore di emozioni e di sentimenti, colmo di passioni forti e solide, un poeta generoso e rigoroso fino alla durezza e all'inflessibilità, ma la cui vena lirica ed elegiaca non rinuncia a prendere il suo spazio, le sue epifanie.

Alberto Gianquinto - La tavola nello studio, 1974 - Olio su tela, 250 x 200 cm - Collezione privata

La sua ricerca si è svolta lungo tutto il corso del Novecento senza però mai poter essere incasellata in alcuna specifica corrente artistica. Gianquinto ha dipinto sin dall'inizio il reale così come veniva riducendosi nella sua essenza poetica, nella sua posizione di segno; vedeva le cose disfarsi, sciogliersi sotto l'emozione del guardare e scopriva la loro capacità plastica di deformarsi, subendo l'impronta dell'occhio emozionato. Dalle prime nature morte, attraverso i grandi quadri “storici”, i paesaggi meridionali, i paesaggi veneti, i giardini di Asolo, i frumenti, i quadri dentro il quadro, quello di Gianquinto è stato un percorso che ha sempre costeggiato la realtà, dipingendone le impronte, le ombre, i fantasmi e le essenze. In questo senso ha reinventato la realtà per mezzo dei suoi elementi, ne ha saputo dare un'immagine semplice e ambigua, ridotta in superfici e risonante in profondità, ricca di pensieri e di suggerimenti. La sua pittura sa sciogliere nel ricordo e nella memoria il senso stesso della realtà; è l'attesa di un annuncio di liberazione, la chiamata a un impegno che è soprattutto la pittura, la devozione all'arte come vocazione; una devozione che si traduce nella grammatica sobria dei colori, la geometria sublime di una pittura di solide sorprese, di riflessioni poetiche essenziali, fatta di un colore che definisce e costruisce, che impagina e si fa architettura di quella realtà fantastica e visionaria.
Caratteristiche della sua pittura rimangono la forza della sua ricerca, la coerenza, l'originalità, la serietà, la trama di indagini sommesse e non esibite, lo spessore culturale. Una pittura che non “rappresenta” ma restituisce il massimo degli elementi dell'esperienza visiva; se infatti la si percorre con lo sguardo, essa rivela uno straordinario equilibrio compositivo, una geometria costruttiva, strutturale, che è tutta raccolta nella lucidità architettonica del suo lavoro.
La sostanza ultima della pittura di Gianquinto è dunque un imperativo razionale e poetico; l'intelaiatura dello spazio, l'equilibrio del colore, il taglio sempre sapiente, la nitidezza delle forme evocate e proposte; ed è al contempo anche una lezione di metodo per cui il suo percorso è la testimonianza di uno stile di vita e di un impegno culturale e artistico totale.