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L'Eni Spa concede in comodato gratuito al Museo Morandi l’opera di Giorgio Morandi "Natura morta" del 1919

Il 30 maggio 2006 alle ore 17,30, nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio (Piazza Maggiore 6, Bologna), il Sindaco Sergio Cofferati e Il Presidente dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna Lorenzo Sassoli de Bianchi hanno ricevuto in consegna dall’Amministratore Delegato dell’Eni Spa Paolo Scaroni l’opera di Giorgio Morandi "Natura morta" del 1919, che l’Eni Spa concede in comodato gratuito al Museo Morandi per un periodo di due anni. E' seguita la conferenza di Eugenio Riccòmini.

Natura morta, 1919

Giorgio Morandi
Natura morta, 1919
Olio su tela

Morandi. Dopo l’avanguardia
Da tempo ci si augurava di poter ancora esporre al Museo Morandi il quadro che Enrico Mattei negli anni Cinquanta volle alle pareti del suo ufficio di primo presidente dell’Eni. Quella tela era stata concessa in prestito al museo dall’ottobre 1993 al marzo 1998 e ora viene nuovamente lasciata in deposito per due anni, grazie alla generosità degli Amministratori della Eni Spa.

Nell’estate del 1919 Giorgio Morandi non ancora trentenne raggiunse a Roma l’amico Giuseppe Raimondi, allora redattore della rivista letteraria "La Ronda". Trascorse giornate intere aggirandosi per musei e alla Galleria Borghese incontrò De Chirico, come lui preso dallo studio dei pittori antichi. Tornato a Bologna, Morandi si procurava riproduzioni di Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, Raffaello, Caravaggio, Ingres, in sintonia col clima di ritorno alla tradizione che aleggiava per tutta Europa. Il primo frutto che segnava l’aprirsi di una nuova stagione della pittura morandiana fu forse proprio questa Natura morta "con le arance e il mobile didietro" che in settembre il pittore annotava come opera appena ultimata. Poco tempo dopo Morandi la incluse come "pezzo forte" tra le 20 opere cedute all’editore e mercante Mario Broglio nell’ambito di un contratto che lo impegnava a far conoscere l’arte morandiana con mostre e con pubblicazioni sulla rivista "Valori Plastici".
Quest’opera segna un po’ il paradigma tra l’appassionata astrazione volumetrica dei dipinti del periodo metafisico e una nuova aderenza al modello come luogo ove risiede il rapporto tra la misura e il tono, che caratterizza appunto il periodo di "Valori plastici".


Articolo pubblicato il 4 giugno 2006