Arte

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Albrecht Dürer e l'Italia

Roma - Scuderie del Quirinale
Dal 9 marzo al 9 giugno 2007

Pochi artisti al mondo meritano un posto così eminente nella storia dell'arte come Albrecht Dürer (Norimberga 1471-1528). Creatore infaticabile e incarnazione quintessenziale dell'anima tedesca, ossessionato dalle regole, dalla precisione, dalla matematica come dal mistero degli astri e degli oroscopi. Artista inquieto, vitale, rigoroso ma anche fortemente visionario, affascinato dalla natura e dall'animo umano, dalla religione e dall'impegno civile, è un vero uomo "universale" dalla vita complessa ed esemplare.

Ritratto di giovane donna veneziana, 1505

Albrecht Dürer
Ritratto di giovane donna veneziana, 1505
Kunsthistorisches Museum, Vienna

Non c'è forma d'arte della sua epoca su cui non si sia cimentato. Superbo rappresentante del Rinascimento, la cui grandezza non fu mai messa in dubbio, ci ha lasciato un numero notevole di opere: dipinti, incisioni, xilografie, più di mille disegni e tre libri stampati sulla geometria, le fortificazioni e la teoria delle proporzioni umane.

La mostra delle Scuderie del Quirinale, Dürer e l'Italia, a cura di Kristina Herrmann Fiore, indaga per la prima volta in modo organico e approfondito i complessi rapporti tra questo artista straordinario e il nostro paese, all'insegna di una influenza reciproca e duratura. Raccontando, da un lato, quanto Dürer abbia riflettuto sulla grande arte italiana e quanto ne abbia recepito (in un confronto fra dipinti del grande maestro di Norimberga e opere di Mantegna, Giovanni Bellini, Pollaiolo, Leonardo, Agostino da Lodi, Lorenzo di Credi ...), dall'altro rintracciando il suo influsso su artisti come Pontormo, Raffaello, i Carracci, Caravaggio e i caravaggeschi fino a Domenico Fetti e Carlo Maratta.

La disputa di Gesù nel tempio, 1506

Albrecht Dürer
La disputa di Gesù nel tempio, 1506
Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

La mostra nasce in collaborazione con il Polo Museale Romano e con il Polo Museale Fiorentino e, in particolare, con la Galleria degli Uffizi e il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Proverranno da quest'ultimo, infatti, tutta una serie di incisioni e disegni di Dürer appartenenti alle collezioni medicee, mentre la Galleria degli Uffizi presta alle Scuderie del Quirinale - in via del tutto eccezionale - tutte le opere di Dürer in suo possesso fra cui la significativa e commovente Adorazione dei Magi, appositamente restaurata per l'occasione, il ritratto di Albrecht Dürer il Vecchio oltre che quelli degli apostoli Giacomo e Filippo. Altre opere di Dürer giungeranno dai principali musei tedeschi, da Vienna, da Washington, da Madrid e da Londra, oltre che da tutte le collezioni italiane.

Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi ospiterà nello stesso periodo una mostra di incisioni di Dürer in sintonia e a complemento della mostra delle Scuderie del Quirinale.


La mostra propone al pubblico delle Scuderie del Quirinale l'opera di Albrecht Dürer (1471-1528) che, dopo una lunga assenza nel panorama espositivo, ritorna da qualche tempo a suscitare grande interesse in ambito internazionale, evidenziando aspetti inediti e fornendo nuove chiavi di lettura della grandezza della sua figura di artista, sia come pittore che come maestro di grafica. L'evento romano, in particolare (il primo mai realizzato in Italia di così ampio respiro) sarà dedicato ai rapporti specifici tra l'artista e il nostro Paese, all'insegna di quella che si può definire come una vera e propria reciproca influenza creativa. "Albrecht Dürer e l'Italia", infatti, racconterà quanto Dürer sia stato influenzato dall'arte italiana dopo aver varcato le Alpi in due viaggi: la prima volta intorno al 1496 per studiare l'antichità classica e conoscere i pittori del tempo e la seconda, tra il 1505 e il 1507, da artista oramai celebre, affermato e pienamente cosciente di sé, per lavorare e rinnovare spunti e stimoli. Ma indagherà anche, con intuizioni innovative della curatrice Kristina Herrmann Fiore, l'influsso del grande maestro di Norimberga sugli artisti italiani, diffuso attraverso la conoscenza e la divulgazione delle sua opera di grafico e incisore, soprattutto nel Cinquecento e nel Seicento quando i suoi album di stampe, incisioni e xilografie diventano una sorta di inesauribile "magazzino delle idee" per ogni artista europeo sensibile alla novità del suo messaggio.

I VIAGGI IN ITALIA DI DURER
Nell'autunno del 1494, nel pieno delle sue forze e della sua straripante vitalità Albrecht Dürer, terzogenito dei diciotto figli di un affermato orafo di Norimberga, sposo da poco più di tre mesi, e già discretamente riconosciuto in patria come illustratore di libri, dopo aver intrapreso numerosi viaggi di studio in Europa, parte per il Sud, per l'Italia. Questo primo viaggio non è sicuramente documentato, quello che è certo è che Dürer ha sentito più di ogni altro pittore contemporaneo in Europa il bisogno di allontanarsi dalla propria città, dalla bottega paterna e di sperimentare il più possibile, confrontandosi con gli altri. Ha sentito in modo del tutto personale la necessità di completare la propria formazione entrando in contatto con il mondo dell'antichità classica, le famose università, i centri stessi dell'umanesimo, i pittori più celebri come Mantegna e Giovanni Bellini ("ancora il migliore nell'arte della pittura", avrà a dire). Questi primi mesi passati in Italia avrebbero dato a Dürer il modo di osservare molto, apprendere le nuove tecniche della rappresentazione rinascimentale, la prospettiva e la proporzione. Ma non solo l'arte e l'architettura: sentiva fortissimo l'interesse per la natura. In parallelo con quanto Leonardo andava facendo negli stessi anni, Dürer sentirà il bisogno e la curiosità di addentrarsi e scandagliare il più possibile in profondità il misterioso mondo naturale. Una vocazione che lo accompagnerà per tutta la sua vita.
Una decina d'anni dopo, dal 1505 al 1507, Dürer ritorna in Italia. Il giovane principiante di un tempo è diventato nel frattempo un maestro di fama mondiale, non più un visitatore qualsiasi nella rutilante Venezia dell'epoca ma un ospite di riguardo. Incontra "studiosi d'ingegno, buoni suonatori di liuto, flautisti, conoscitori di pittura e molte nobili menti", arricchisce il suo guardaroba ricercato di un mantello, una giacca, un drappo costoso, prende anche lezioni di danza: di questo soggiorno sappiamo tutto, a differenza del primo, attraverso le lettere frequenti, piacevoli e vivaci che Dürer invia al suo grande e migliore amico Willibad Pirckheimer (un carteggio dove le storielle piccanti si intrecciano ad acutissime intuizioni artistiche ).

Questi due anni in Italia saranno dedicati tutti alla pittura: Dürer interrompe la produzione di incisioni (per cui è oramai famosissimo) e a questo periodo risalgono non meno di sei ritratti (di cui tre in mostra a Roma ), le due Madonne dette del Lucherino e del Patrocinio, la splendida tavola del Cristo fra i Dottori e la più famosa: la grande pala dipinta per i mercanti tedeschi oggi conservata a Praga e inamovibile perché molto rovinata, la Festa del Rosario. Appena conclusa, fu ammirata da tutta l'aristocrazia veneziana, compreso il Doge e il Patriarca e da tutti i pittori presenti a Venezia. "Io vi annuncio - scrive orgoglioso Albrecht al fedele Pirckheimer – che non vi è migliore immagine della Vergine in questo paese".
Anche il Cristo fra i Dottori eccezionalmente in mostra alle Scuderie del Quirinale da Madrid, dove è conservato, venne considerato da Dürer stesso un modo nuovo e straordinario di fare pittura, per quel contrasto fra bellezza estrema ed estrema bruttezza che rivela profondo l'influsso di Leonardo.

DÜRER E L'ITALIA
La mostra alle Scuderie del Quirinale esporrà, dunque, nella prima parte (per tutto il primo piano secondo sezioni tematiche) varie tipologie di opere del grande maestro collegate con l'Italia: accanto ad alcuni importanti dipinti del periodo italiano di Dürer, quasi tutte le sue opere presenti nelle nostre collezioni a partire dallo straordinario nucleo proveniente dalla Galleria degli Uffizi che, molto generosamente e per intero, lo ha concesso in questa occasione, effettuando anche una operazione straordinaria di pulitura dell'Adorazione del Magi che così viene ripresentata al pubblico magnificamente restaurata. Vi saranno poi dipinti, sculture e rilievi dei maestri italiani che hanno potuto per Dürer costituire motivo d'insegnamento. Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Pollaiolo, Leonardo, Lorenzo di Credi, Tullio Lombardo solo per fare degli esempi. Una sezione speciale sarà dedicata ai suoi disegni della natura e del paesaggio fra cui, in mostra, la famosa e preziosissima Veduta di Arco del Louvre ed un'altra sezione al tema dei suoi lavori per l'imperatore Massimiliano.

Le sezioni del primo piano sono le seguenti:
1. Il ritratto e la figura umana
2. L'antico e i temi mitologici
3. L'osservazione della natura, il paesaggio, la resa degli animali e delle piante
4. Il sacro
5. Commissioni per l'imperatore.

L'ITALIA E DÜRER
Mentre la passione di Dürer per il nostro Paese ha suscitato fin dall'Ottocento l'attenzione degli studiosi, la fortuna di Dürer in Italia è stata spesso studiata soltanto relativamente al ‘500. Il "rinascimento" dell'interesse per Dürer intorno al 1600, fenomeno noto per l'arte nordica, non è stato ancora analogamente indagato anche nell'arte italiana. Ed è sotto questo aspetto che la mostra cercherà di offrire nuovi spunti di riflessione lungo tutto il percorso del secondo piano delle Scuderie del Quirinale.
La seconda parte dell'esposizione è dedicata, infatti, alla fortuna delle opere e in particolare delle stampe di Dürer in Italia e vuole dimostrare come ebbero a trarre motivo di ispirazione dalle incisioni e xilografie dell'artista di Noriberga maestri come Tiziano, Jacopo Bassano, Lorenzo Lotto, Raffaello, Jacopo Pontormo, Bronzino, Domenico Beccafumi, Niccolò Tornioli, Sassoferrato, Carlo Maratta, Caravaggio, anonimi copisti e altri. Il percorso si snoderà in un serrato confronto tra grandi quadri e le incisioni dureriane a rintracciare, in una sorta di investigazione appassionante, spunti, modi, e ispirazioni significative.
La differenza nel modo di leggere e introitare i temi dureriani nelle varie epoche, naturalmente, segue logiche diverse che potranno risultare evidenti osservando, ad esempio, di volta in volta l'ispirazione ai valori drammatici espressi da Dürer da parte dei manieristi della generazione di Jacopo Pontormo, o, più tardi l'interesse per la fantasia spaziale degli ambienti, tipica del secondo Cinquecento.
Intorno al 1600, di nuovo e ancora, vi sarà interesse per Dürer e per la forza delle invenzioni dureriane, specie per quanto riguarda la resa dell'espressione della spiritualità nelle immagini religiose del "pictor cristianissimus".
Il secondo piano delle Scuderie del Quirinale sarà dunque diviso cronologicamente in due grandi sezioni:
Cinquecento
Seicento


Scrive il Vasari - il famoso autore delle "Vite dei più eccellenti pittori, scultori, architetti"- a proposito del Pontormo: "né creda niuno che Jacopo (Pontormo) sia da biasimare, perché egli imitasse Alberto Duro nell'invenzioni, perciocché questo non è errore, e l'hanno fatto e fanno continuamente molti pittori…". Questa mostra racconta proprio questo: quanto la grande pittura italiana debba a Albrecht Dürer e, inizialmente quanto Albrecht Dürer debba alla pittura italiana.
Una nota particolare va riservato al rapporto di stretta dipendenza e correlazione tra la mostra di Roma e la contemporanea mostra di Firenze nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Con grande generosità il Polo Museale Fiorentino, ha messo a disposizione accanto all'intero corpus delle opere di Dürer in suo possesso nella Galleria degli Uffizi e varie di altra provenienza fiorentina, un cospicuo nucleo di incisioni provenienti dal prestigiosissimo fondo mediceo che costituiscono lungo tutto il percorso della mostra il confronto e il riferimento evocato con le altre opere esposte, oltre a rappresentare nel modo più efficace e prezioso il "Dürer incisore".
Anche molto importante è stato l'apporto del Polo Museale Romano oltre che quello delle principali collezioni pubbliche di Genova, Napoli, Venezia, Mantova, Siena, Milano, Palermo e dei principali musei americani ed europei.

Informazioni

Albrecht Dürer e l'Italia


Luogo: Roma - Scuderie del Quirinale
Via XXIV Maggio, 16 - Roma

Periodo: dal 9 marzo al 9 giugno 2007

Orari: da domenica a giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.30. L'ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura

Ingresso: 10,00 Euro; ridotto: 7,50 Euro

Catalogo: Electa, a cura di Kristina Herrmann Fiore

Allestimento: Studio De Lucchi

Info: singoli, gruppi e laboratori d'arte: tel. 06 39967500 - scuole: tel. 06 39967200