Indice degli articoli di arte


Boldini

Padova - Palazzo Zabarella
Dal 15 gennaio al 29 maggio 2005

Recensione di Alice Martignon

A cura di Carlo Sisi, Fernando Mazzocca e Francesca Dini ecco l'eclettico Boldini: sperimentale tra i macchiaioli, à la mode tra i mondani, "vedutista" nelle grandi capitali europee.
Nato povero, fin da piccolo iniziato alla pittura e all'ambizione, si ritrova ventenne nella vivace Firenze anni '60, ricordando che l'artista, come il letterato, deve appartenere al suo tempo: solo a queste condizioni le sue opere passeranno alla posteriorità (Proudhon).

Qui, tra salotti borghesi e il caffè Michelangelo, dà una svolta al ritratto; dice Signorini: Se in natura una testa ha rilievo con degli oggetti postigli dietro, perché non deve averne più in arte se l'arte è una imitazione della natura?, allora Boldini crea piccoli quadri dove soggetto e dettaglio convivono nell'impasto prospettico, nei quali già s'intravide la vena chic.

L'amatore delle arti, 1866 circa

L'amatore delle arti, 1866 circa
Olio su tela, 32x46,8 cm

Nel '67, per la prima volta a Parigi, vede l'Esposizione Universale, Courbet, Manet, Ingres...ne resta folgorato!
Nonostante la smania di trasferirsi nella capitale, nel luglio è ospite dal Martinelli a Castiglioncello; il paesaggio di campagna e la vita agreste sono utili spunti per l'affresco in Villa Falconer.
Il 19 maggio del '71, il Nostro giunge a Londra, dalla quale ha gran fama, ma a novembre si trasferisce a Parigi, dove incontra Berthe e lavora per Goupil.
Qui cede alla pittura à la mode, con soggetti di genere dai costumi settecenteschi e Impero, senza però rinunciare ai colori smaltati e all'inconfondibile aura di charme e sensualità, tanto che finisce per rinnovarne il cliché, grazie a Meissonier e Fortuny.

Vecchia canzone (Due dame in costume settecentesco al pianoforte), 1871

Vecchia canzone (Due dame in costume settecentesco al pianoforte), 1871
Olio su tavola, 30,8x39,7 cm

In seguito dà vita a soggetti en plein air dalla fresca ricchezza cromatica: strade, piazze, popolo e borghesia; dall' "Impressionismo da Salon" al "realismo edulcorato".
I ritratti a mezzo busto del '78 segnano l'evoluzione del genere dove l'amabile Restay è spesso soggetto.
L'effige di Muzio dell'82 gli apre le porte del mondo della musica e dopo 4 anni Verdi posa per lui; <<il pastello è ormai diventato di moda, hanno trovato anche il modo di fissarlo senza nessuna alterazione del colore>>.

Ritratto di Giuseppe Verdi in cilindro, 1886

Ritratto di Giuseppe Verdi in cilindro, 1886
Pastello su carta preparata, 65x54 cm

Lo stesso anno scrive: Farò qualche cosa, ma in grande, sempre grande, non vedo più che della pittura grande, è da un certo tempo che mi trottan nella testa le grandi linee! e poco più tardi un critico: vi ha saputo concentrare tutte le forze del suo talento, tutta la sensibilità dei suoi nervi, e sorprendere sulla tela quegli atomi fuggevoli, quelle linee guizzanti, quel profumo di distinzione che ti affascina carezzevole e ti tiene coll'animo sospeso per la minaccia perenne d'uno scatto di nervi.
L'Esposizione Universale dell'89 segna il definitivo trionfo del Boldini fin de siecle; la quintessenza della femminilità moderna, perché l'immortalità dell'anima dei ritratti si alimenta solo dell'attualità (Montesquiou).
Al tramonto del 1800 definisce lo schema del doppio ritratto a figura intera e matura l'idea di fissare in ogni pennellata la singolarità del soggetto, con nuova sensibilità decadente.

Ballerine spagnole al Moulin Rouge, 1905 circa

Ballerine spagnole al Moulin Rouge, 1905 circa
Olio su tela, 121,9x104 cm

Ritratto della marchesa Casati con penne di pavone, 1911-13

Ritratto della marchesa Casati con penne di pavone, 1911-13
Olio su tela, 136x176 cm


Dice Sem: dipingeva le donne coi nervi a pezzi, affaticate da questo secolo tormentato. Le sue prostitute amoreggianti, attorcigliate in guaine di seta dalle increspature fosforescenti, dai corsetti infiorettati, le gambe impazzite, epilettiche, le braccia allungate, terminanti con mani frangiate come l'uva - queste visioni folgoranti e zigzaganti come emanazioni di calore, tutti questi brividi, questi tremori, queste contrazioni, sono in sintonia con quest'epoca di nevrosi... Boldini non scorda mai la lezione di Proudhon.


Articolo pubblicato il 24 giugno 2005