Arte

Padiglione Italia: Collaudi. Omaggio a F. T. Marinetti
Biennale Arte - 53. Esposizione Internazionale d'Arte. Fare Mondi / Making Worlds
Intervento del Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta
Fare Mondi / Making Worlds di Daniel Birnbaum
53. Esposizione Internazionale d’Arte. Padiglione Italia a cura di Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice

Biennale Arte - 53. Esposizione Internazionale d'Arte
Fare Mondi / Making Worlds

Intervento del Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta

Paolo Baratta

Con il 2009 si imprime un nuovo cambiamento profondo alle strutture e alle dotazioni della Biennale, con cui si potranno dilatare i suoi orizzonti futuri.
Qualche anno fa, con l'acquisizione in concessione dell'Arsenale monumentale e il restauro da parte nostra di 14.000 mq, si ottenne una grande espansione con un arricchimento degli spazi espositivi, primo passo essenziale per riaffermare il primato mondiale della nostra Mostra internazionale. Consolidato questo risultato, quest'anno ci rivolgiamo ad altre strutture e ad altre funzioni, a completamento di un generale disegno di riqualificazione.

Area dei Giardini: il nuovo Palazzo delle Esposizioni. Fino a pochi mesi fa, ledificio 'chiamato Padiglione Italia altro non era che un grande contenitore che la Biennale restituiva vuoto al termine di ogni mostra.
Grazie a un'importante accordo stipulato in autunno con il Comune di Venezia, la Biennale ha acquisito in concessione l‘edificio con parte dei Giardini e ne potrà cosi disporre in via continuativa.
La Biennale, per la prima volta nella sua storia, ha finalmente una sede dove poter sviluppare con sistematicità le tanto auspicate attività permanenti in tutti i suoi campi, a fianco dei festival e delle grandi mostre.

In un'ala restaurata di questo edificio, cui si accede attraverso il noto giardino di Carlo Scarpa sarà riaperta al pubblico dopo 10 anni la biblioteca dell'ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee), con annesso l'archivio documentale e le collezioni di libri, cataloghi, periodici consultabili in sale di lettura, dotate di monitor per la consultazione digitale, per i ricercatori e per i visitatori delle mostre, e per i giovani studenti veneziani che potranno riprendere la consuetudine di andare a studiare all'ASAC.
Il suo inserimento nell'edificio, che sarà vivo tutto l'anno, assume un significato di coerenza funzionale e simbolica.

Così trasformato, il vecchio Padiglione Italia cambia nome e assume quello di Palazzo delle Esposizioni della Biennale.
Nel Palazzo delle Esposizioni saranno predisposti spazi dedicati ai visitatori, un nuovo bookshop di dimensioni adeguate, un bar-ristorante e spazi per le attività "educational".
Una volta attrezzati dal punto di vista tecnico, si è ritenuto che il loro arredo fosse da offrire come occasione di intervento creativo ad artisti partecipanti alla mostra. Si è chiesto a Daniel Birnbaum di scegliere: gli artisti saranno Massimo Bartolini, Tobias Rehberger e Rirkrit Tiravanija.

All'Arsenale, il cosiddetto Padiglione Italiano ingrandito da 800 a 1800 mq assume la denominazione di Padiglione Italia. Esso si affaccia da un lato sulle cosiddette Gaggiandre e sul Teatro alle Tese, dall'altro sul Giardino delle Vergini; qui si terrà, in una struttura notevolmente accresciuta in termini di qualità e di superficie espositiva, la partecipazione italiana organizzata dalla PARC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, curata da Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice.

Con l'apertura di un nuovo ponte fra il Giardino delle Vergini e il Sestiere di Castello, si valorizzerà ulteriormente tutta quest'area e si consentirà con un nuovo accesso all'Arsenale la circolazione dei visitatori, dando all'insieme Giardini-Arsenale, una nuova qualificante unitarietà.

Ca' Giustinian. Evento importante del 2009, conclusosi anche questo grazie a un accordo con il comune di Venezia, il ritorno della Biennale nella sua sede storica di Ca' Giustinian restaurata.
La Biennale ha dunque una sede istituzionale rinnovata, la cui qualità, la cui posizione e la cui struttura consentono di utilizzarla in modi che andranno ben oltre quelli di semplice sede di uffici; sarà luogo di relazione con la città e di attrazione per incontri e manifestazioni; al suo interno e all'esterno si apriranno spazi per una aperta frequentazione di cittadini e visitatori.
Questi nuovi sviluppi consentiranno un'evoluzione verso un organismo con vita continuativa, meglio capace anche di connessioni con la vita della città e del territorio. Non sfuggirà che mentre ciò che riguarda l'Arsenale ci ha visti e ci vede interlocutori in primo luogo di amministrazioni statali, tutte queste innovazioni del 2009 nascono da accordi con il Comune di Venezia, cui va la nostra gratitudine, gratitudine che si estende alla Regione del Veneto, che concorre da quest'anno in nuove e più consistenti misure al settore DMT (Danza, Musica, Teatro), di cui parleremo più estesamente quando presenteremo i relativi programmi, e la Provincia di Venezia con cui si avvia una collaborazione nel settore "educational" rivolta alle scuole locali.

Tradizionale ricchezza culturale della Biennale è costituita dalle Partecipazioni nazionali. Soprattutto a partire dall'apertura dell'Arsenale, un numero crescente di Paesi chiedono di essere presenti; quest'anno sono 77, numero che costituisce la più vasta partecipazione nella storia della Biennale.
Accanto alle Partecipazioni nazionali, anche 38 Eventi collaterali (anche questo numero è senza precedenti) proposti da enti e istituzioni internazionali. Queste mostre, allestite in tutto il territorio veneziano, ci fanno constatare l'esistenza di fatto, oltre i Giardini e l'Arsenale, di una terza sede della Biennale: la città di Venezia.

Va detto che a questa vera e propria "flotta" rappresentata dalla mostra internazionale della Biennale, si affiancheranno in laguna iniziative di altri: da quelle tradizionali della Guggenheim a quelle della istituzione di Palazzo Grassi con la sua nuova apertura della Punta della Dogana, alle iniziative della Fondazione Musei Civici, alle altre mostre tra cui cito quella della Bevilacqua La Masa dedicata proprio ad un nostro Leone d'oro. Ricordo poi di passaggio che sono in via di ultimazione i lavori per il restauro dell'Accademia con il cortile del Palladio, i lavori per il Museo Vedova, i lavori di completamento delle sale espositive della Fondazione Cini, le quali tutte concorreranno con la Biennale a fare di Venezia un ineguagliato arcipelago di iniziative nel campo delle arti, in particolare proprio dell'arte moderna e contemporanea.

Per dirigere la 53. Esposizione abbiamo scelto Daniel Birnbaum, e abbiamo scelto lui per più ragioni, per la sua già dimostrata capacità curatoriale, ma soprattutto perché lo sentiamo "dalla parte degli artisti", attitudine culturale che egli ha sviluppato quale responsabile di una Scuola dove da anni vive la ricerca insieme alla realtà quotidiana degli artisti. Ed è il più giovane direttore del settore Arti Visive della nostra storia, e chi ha più futuro davanti a sé, forse sa analizzare meglio il presente, può assumersi maggiori rischi, all'insegna della qualità e della libertà. Tutto ciò in un'epoca in cui ci pare opportuno affermare con particolare sottolineatura che ruolo fondamentale della Biennale, alla base del suo prestigio, non è quello di segnalare l'andamento delle quotazioni di mercato dell'arte, ma di osservare dove stanno andando gli artisti e, attraverso l'arte, dove sta andando il mondo. Non è quello di dar consigli per le scelte immediate di collezionisti privati o pubblici, né di consacrare ufficialmente artisti alla moda, ma indagare con spirito di ricerca, fermo il criterio della qualità, le scelte degli artisti, i fili che legano gli artisti tra loro, e quelli che legano la loro opera con la nostra capacità di conoscere meglio, o percepire meglio, il mondo nel quale viviamo.

Ben si addice a questa finalità la scelta del titolo che Daniel ha voluto dare alla 53. Esposizione, Fare Mondi, e la sua qualificazione: l'artista fa mondi, non oggetti.