Design

Saporiti Italia / Studio Daniel Libeskind
Una collaborazione creativa

Il genio dell'architettura mondiale Daniel Libeskind e Saporiti Italia, firma storica dell'interior design made in Italy, si sono incontrati e hanno dato inizio ad una collaborazione creativa che li ha portati a lavorare tra Italia ed Estremo Oriente.

Banca Sistema

Banca Sistema

Collezione il 900


Collezione il 900

The Reflections Singapore

The Reflections Singapore

Sono tre i progetti che hanno da poco visto la luce: il complesso residenziale The Reflections at Keppel Bay a Singapore, la nuova filiale di Banca Sistema a Milano e l'allestimento della mostra Collezionare il Novecento ora in corso al Museo del Novecento a Milano.

Saporiti Italia, seguendo le idee complesse ed originali di Daniel Libeskind, ha sviluppato una serie di arredi unici nel loro genere e ha dato vita ad una nuova concezione dell'allestimento e dell'arredamento di interni che coniuga alla minuziosa ricerca dei materiali, l'utilizzo delle tecnologie più avanzate e la creatività tipica del saper fare italiano.


IL COMPLESSO RESIDENZIALE THE REFLECTIONS A SINGAPORE
The Reflections at Keppel Bay è un esclusivo complesso residenziale di Singapore disegnato da Daniel Libeskind.

The Reflections è composto da sei spettacolari torri in di vetro, undici complessi condominiali, due club house, che contano 1,129 lussuosi appartamenti, tutti affacciati sul mare con una costa privata lunga oltre 750 metri, ampie zone di verde e parco ed una vista unica sulla baia di Singapore, sul Keppel Golf Club e sul Monte Faber.

Saporiti Italia ha progettato e realizzato per Keppel Land le lobby di torri e condomini, le aree comuni, le due club house ed un penthouse di oltre 1.700 metri quadrati nella torre più alta di Reflections. Per le aree comuni del complesso ha creato tavoli asimmetrici con inserti multipli di legni pregiati, moduli cucina, porte e pannellature che si integrano e si fondono perfettamente con le complesse architetture e con gli spazi irregolari progettati da Daniel Libeskind.
Per le lobby delle sei torri invece, Saporiti Italia ha voluto proporre una contaminazione tra arte e design e ha chiesto a sei progettisti già coinvolti negli anni passati nel progetto “Inside Art”, tramite il quale l'azienda sperimenta nuove ricerche e tendenze per i grandi spazi dell'arte e dell'architettura, di disegnare sei panche-scultura che fossero dei veri e propri pezzi unici. I progettisti sono: Mauro Lipparini (Firenze), Marti Guixé (Barcellona), Paul Andreu (Parigi), Claudio Nardi (Firenze), Park Associati (Milano), Vudafieri Saverino Partners (Milano).

Le soluzioni di design sono tecnologicamente avanzate e innovative ed i materiali proposti per le club house e la Penthouse unici e customizzati. Gli intarsi laser-cut in legno di ebano e wengé dei tavoli o le composizioni di marmo, Corian e radica create per i banconi delle show-kitchen e delle reception sono stati tutti realizzati con materiali solidi ed eleganti, utilizzati per creare atmosfere estremamente attuali ma al tempo stesso rassicuranti e senza tempo.


LA NUOVA FILIALE DI BANCA SISTEMA A MILANO
Da poco inaugurata in Corso Monforte 20 a Milano, questa filiale di Banca Sistema rappresenta un'evoluzione del concetto di sportello bancario, perché mette a disposizione dei clienti uno spazio esclusivo, dal design unico e dotato di soluzioni tecnologiche avanzate.

Saporiti Italia ne ha realizzato tutti gli arredi, disegnati da Daniel Libeskind.

Il progetto ruota intorno al grande totem in alluminio posto all'ingresso: un elemento simbolico che rappresenta il concetto attraverso cui Daniel Libeskind ha immaginato l'intera architettura della filiale. Come fosse un grande frattale, un Insieme di Mandelbrot, il totem anticipa e mima tutti gli elementi di arredo che caratterizzano l'ambiente, ripetendo una geometria che rimane sempre uguale, per quanto si aumenti il livello d'ingrandimento attraverso cui viene osservata.

L'ambiente, caratterizzato da forme asimmetriche ed irregolari, è costituito da una serie di grandi pareti inclinate, che creano una divisione dello spazio originale e funzionale alle varie necessità del cliente.
Saporiti Italia ha creato delle strutture in alluminio, rivestite da pannelli in legno di rovere, con profili in acciaio a fare da scansione fra i vari elementi delle pareti. Una particolare cura è stata anche riservata alla creazione delle salette private per l'interazione multimediale fra i consulenti della banca ed i clienti: pareti insonorizzate, colori morbidi e riposanti, piani di lavoro integrati con i monitor, contribuiscono a creare un concetto di banca “del ventunesimo secolo”, flessibile, tecnologico, ma anche accogliente.


L'ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA COLLEZIONARE IL NOVECENTO AL MUSEO DEL NOVECENTO A MILANO
Una lunga serie di elementi espositivi irregolari, come un intricato labirinto da percorrere per scoprire le opere, è il concetto che ha seguito Daniel Libeskind nel progettare l'allestimento della mostra Collezionare il Novecento. Claudia Gian Ferrari gallerista, collezionista e storica dell'arte in corso al Museo del Novecento di Milano fino al 3 marzo 2013. Libeskind ha voluto indagare non la sfera pubblica della nota gallerista milanese, ma il suo rapporto privato di collezionista con le sue opere.
 
Lungo gli spazi al piano terra del Museo del Novecento, Saporiti Italia ha creato una innumerevole serie di elementi di arredo, alcuni con funzione di parete portante per quadri e sculture, altri che sono teche, nicchie e spazi vuoti che guidano il percorso del visitatore.

La raffinata precisione con cui Saporiti Italia ha realizzato gli elementi disegnati da Libeskind, testimonia ancora una volta la capacità dell'azienda di Besnate di lavorare ogni tipo di materiale e di confrontarsi con le esigenze tecniche più differenti.


SAPORITI ITALIA
Fondata nel 1948 da Sergio Saporiti, la Saporiti Italia è una delle storiche aziende italiane del mobile e dell'interior design.
I prodotti disegnati per Saporiti Italia dai più noti architetti internazionali o da giovani promesse del design, sono stati esposti in alcuni dei più famosi musei d'arte e di design del mondo, il Museum of Modern Art di New York, il Victoria & Albert di Londra, il MuHKA di Anversa, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, il Museum of Modern Art di San Francisco, la Triennale di Milano, la Biennale di Architettura di Venezia ed altri ancora.

Grazie a una struttura tecnica e progettuale molto dinamica e flessibile, Saporiti Italia è in grado di realizzare tutte le fasi di un progetto d'interni, dalla progettazione concettuale a quella esecutiva, dalla produzione alla installazione, alla assistenza post-vendita.
Inoltre, tramite la struttura specifica della Saporiti AeD, il gruppo Saporiti offre ai suoi clienti più esigenti e sofisticati anche una attività di design management integrata, per costruire insieme a loro le più razionali soluzioni di design, attraverso processi integrati di creazione, project management, controllo della supply chain e comunicazione del progetto.

Dalla fine del 2008 la Saporiti Italia ha aperto una propria società e base di Singapore, SI Design Pte Ltd Ltd., attraverso la quale ha realizzato alcuni degli appartamenti, ville e uffici più spettacolari ed affascinanti della città stato asiatica. Più recentemente un'altra a Shanghai la quale si inserisce anch'essa nel progetto SI-Network che ha visto finora l'apertura di vari centri di design, da Singapore a Riyadh a Dubai e prevede l'estensione dei “terminali” dell'HUB centrale Saporiti Italia nelle zone strategiche dei mercati mondiali.


RAFFAELE SAPORITI
PROFILO INTELLIGENTE (*)
Vivo a Gallarate, una città brutta ma comoda (a 5 min dalla Saporiti Italia, a 5 min da Malpensa).

Vivo mediamente 200/250 giorni in aereo/all'estero (ecco perché vivo a 5 min da Malpensa).

Vivo con una moglie (Rossella) e quattro gatti (anzi gatte: Niki, Penny, Pina, Ginevra).

Ho una casa senza mobili.
Cioè, trovo stupidi alcuni mobili, per esempio i divani, e li ho sostituiti con dei mobili più intelligenti: i tavoli.
I tavoli mettono in comunicazione (si sta attorno, o lungo, un tavolo, in tante persone).
Permettono di lavorare, mangiare, giocare, scambiare oggetti.
Contengono cose.
Nel mio caso, bottiglie di Gin, libri e altre cose da/per mangiare/bere (anche cose per lavorare, ma meno).
I divani non vengono usati (di solito) per quello per cui sono stati progettati e creano barriere fra le persone
(provate a prendere un Martini cocktail e degli stuzzichini da un divano con tavolino alto 40 cm o da un tavolo)

Vivo in una casa su quattro livelli.

Livello -1
storage (contenitori) perché abbiamo troppe cose.

Livello 0:
living, cioè spazio per vivere attorno (lungo ) il tavolo.
Quindi, niente divani o poltrone, ma un tavolo lungo 8 metri.
Il tavolo crea un unico grande spazio cucina + pranzo + soggiorno (il tavolo è come una estensione della cucina).

Livello +1:
qui ci sarebbero le camere (per qualcun altro), per noi invece ci sono contenitori (vedi sopra).

Livello +2:
qui ci sarebbe la mansarda (assurda, come sarebbe assurda la “taverna” al piano -1).
Noi invece abbiamo uno spazio living serale / notturno
Cioè un grande letto (bello, comodo, con meccanismi elettrici di regolazione) che serve per dormire.
Ovvio, parrebbe. Invece non lo è, perché la gente (anch'io tanti anni fa) si addormenta sul divano, guardando la tv.
Invece noi (io, mia moglie Rossella, le gatte) ci addormentiamo nel letto, che è più intelligente e più comodo, magari guardando la tv.
Tutto intorno al letto, un lungo mensolone si alza e si abbassa per diventare scaffale, libreria, scrivania
(per quanto detto sopra, sarebbe meglio invece che un mensolone, un “tavolone”, che diventa scaffale, libreria, scrivania, ecc.).

Nella mia vita professionale, faccio dei mobili.
Ma nella mia vita personale, uso come mobili degli oggetti che normalmente non sono considerati tali.
Per lo più oggetti dei miei viaggi.
Per esempio, dei bauli cinesi o dei cesti africani, come contenitori.
Dei sari indiani, come tende.
Dei paramenti arabi (per cammelli) come porte, separazioni/decorazioni.
Anche nei vestiti combino cose dei miei viaggi (ma questo è un po' personale).
Sono abbastanza un esperto mondiale di “bere” (diciamo così).
Senza dubbio sono un esperto mondiale di Martini cocktail.
Ma anche di tè, sia nella versione cinese che giapponese, e di altre cose da bere e da fumare (nel senso dei sigari).
Diciamo che sono abbastanza preparato sia nel fare la cerimonia del tè cinese (Kung Fu Cha) e quella giapponese (Cha No Yu).
Più in generale, forse possiamo dire che amo le cose che hanno una storia, una tradizione, una cultura.
E le “cose” del bere e del cibo hanno molte storie da raccontare.

Corro, sia per lavorare, che per sport.
E mi diverto allo stesso modo (a correre per lavorare, e per sport).
Per sport vuol dire che corro maratone, trail e sky races (ossia corse in montagna).
Ora a dire il vero sto preparando un ironman (vuol dire un triathlon lungo: 3,8 K swim, 180 K bike, 42,2 K run).
Corro anche quando viaggio: cioè, arrivo in qualche posto e, il giorno dopo (prima lavoro), al mattino presto corro (neve, pioggia, caldo, equatore, ecc).
Mi diverto così.

Colleziono e faccio fotografie.
Scatto Polaroid ma non le faccio vedere a nessuno (o quasi).
Non sono pronte (le persone a vedere le mie foto).
Verrà il momento.

Con Rossella e mio fratello Andrea e sua moglie Laura sosteniamo un progetto di nutrizione in Burundi.
Cioè abbiamo creato una onlus che si occupa di malnutrizione e di educazione sanitaria.
Quindi ogni tanto andiamo in Burundi per portare avanti il progetto.
E questo è ancora meglio (e fa più bene - a noi) che il lavoro, la corsa e l'ironman
(poi ogni tanto vado anche in Africa per lavoro, ma questa è un'altra cosa).

Mi piacciono le città (anche a Rossella).
Le città sono piene di energia.
Sono sempre interessanti.
Così, quando andiamo in vacanza, andiamo in una città.
Conta (un poco…) anche il fatto che di solito nelle città in cui andiamo c'è anche del lavoro da fare.
Ma di solito, finito il lavoro, andiamo anche a fare delle cose da vacanza, divertenti quanto il lavoro.

(*)
profilo intelligente non vuol dire che il soggetto del profilo è intelligente, ma che il profilo stesso “cerca di comprendere la realtà [del soggetto] non in maniera superficiale ma, andando oltre, in profondità, per coglierne gli aspetti nascosti e non immediatamente evidenti”.