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La tortura del territorio. Opera grafica di Mario Persico

Testo di Mimmo Grasso
Art-director: Umberto Panarella

L'Ordine degli Architetti P.P. e C. della provincia di Caserta per augurare un Buon Natale 2014 ed un Buon Anno 2015 ha realizzato una artistica strenna natalizia composta da un'opera grafica del maestro Mario Persico.
L'opera, gentilmente concessa dall'artista, è uno studio per quelle che saranno poi “Le Sedie della tortura” ove l'artista approfondisce la ricerca sul rapporto tra uomo-oggetto.
Su ogni copia sono stati riportati i timbri a secco con la firma dell'artista e dell'Ordine degli Architetti P.P.e C. di Caserta .
La grafica dal titolo “Macchina per la respirazione del rifiuto” è accompagnata da un testo del poeta e saggista Mimmo Grasso dal titolo “La tortura del territorio” e vuol essere ancora un monito alla difesa dell'ambiente, in tutti i suoi aspetti, di cui l'Ordine degli Architetti P.P.e C. da sempre ne è il promotore.

Il Presidente
Domenico de Cristofaro

Anche quest'anno il “Consiglio dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Caserta” ha deciso di augurare il Natale e l'Anno Nuovo con un'opera d'arte. Negli anni scorsi rinomati artisti campani hanno realizzato, espressamente per l'Ordine, pregevoli opere grafiche.
L'iniziativa prese il via nel 2003 con il maestro Bruno Donzelli che eseguì la prima grafica; le edizioni sono continuate poi con il coinvolgimento di altri autori. Curatore e art director delle grafiche è, dal 2004, il consigliere architetto Umberto Panarella. Gli artisti che hanno collaborato sono stati Andrea Sparaco (2004), Riccardo Dalisi (2005), Peppe Ferraro (2006), Annibale Oste con Nicola Villano e Ludovico Nappa (2007), Raffaele Bova (2008). Nel 2009, grazie alla collaborazione del “Il Laboratorio Stampe e Libri d'Arte” di Vittorio Avella, si realizzò il multiplo di Mimmo Paladino che fu abbinato a un testo poetico di Mimmo Grasso. Nel 2010 furono coinvolti il filosofo Giuseppe Fonseca, il fotografo Mario Ferrara e l'artista Livio Marino Atellano nell'opera Pentesilea - Surrender. Nel 2011 fu il folder “Fieramosca - Il riscatto parte da qui” per il testo del critico Enzo Battarra e l'opera di Arturo Casanova. Per il Natale 2012 fu realizzato un mosaico della misura di m.13,75 x 2,20, su bozzetto di Battista Marello . Per il Natale 2013 furono tirate 3  linoleografie inedite di Luigi Panarella (1915-1983) che accompagnate dai testi di Enzo Battarra, Gianni Solino e Luigi Guerriero formavano la cartella dal titolo “Impressioni dalla Terra Laboris”.
Anche quest'anno l'Ordine degli Architetti di Caserta non ha voluto abbandonare il filone tematico tendente alla valorizzazione e recupero del territorio ed ha realizzato una cartella con un opera grafica dell''artista patafisica Mario Persico che è accompagnata dal testo di Mimmo Grasso ed ha per titolo “ La tortura del territorio”. Curatore della cartella anche quest'anno è il consigliere dell''Ordine Umberto Panarella.


LA TORTURA DEL TERRITORIO
di Mimmo Grasso
Tra le organizzazioni professionali della Campania l'Ordine degli Architetti di Caserta si distingue per l' orientamento culturale (leggi: attenzione ai comportamenti sociali). Ciò in un territorio notoriamente molto complesso, butterato da un abusivismo edilizio col bizzarro stile di pollai liberty, in cui le cose semplici (p.es. il lavoro svolto dall'Ordine per il sito di Carditello) diventano difficili come quando si vive in galassie estreme, in una spirale che si dilata in verticale e orizzontale ma sempre attorno al proprio asse. Chiunque osservi il territorio casertano (e quello di Napoli e provincia) nota che esso è “torturato”, da un lato, e che, dall'altro, esso tortura l'osservatore e, a maggior ragione, chi è professionalmente investito, come gli architetti, del compito dello sviluppo e del mantenimento di uno stile all'interno di una tradizione, vuoi urbanistica, vuoi costruttiva.
Non so se altri Ordini inviino ai propri iscritti opere d'arte per Natale allestendo, di fatto, una “collezione di auguri”. Quest'anno il lavoro scelto è di Mario Persico, uno dei massimi artisti italiani ed europei, rettore dell'Istituto Patafisico Partenopeo e il cui percorso d'arte e di vita è esemplare per chi voglia sapere in che consista la fedeltà ai principi estetici e l'antagonismo, implicito nello statuto dell'arte, al mercato e alla merce che produce merce formando un frattale autoreplicante d'inutilità.
 La circostanza che si sia scelta l'opera di un grande patafisico ha di per sé il valore di un'indicazione, di un modo di vedere quel “fosso di fondazione” , quella pattumiera che è il “mundus” giacché nulla è più patafisico della realtà quotidiana, la sua “munditia”.
Il tiolo del lavoro, Macchina per la respirazione del rifiuto, appartiene a un filone, molto ricercato dai collezionisti, di macchine macchinose che si ispirano, tra l'altro, a quelle ideate da Jarry e che, nell'intensa produzione di Persico, costituiscono un catalogo a sé che trova ne il cenobio delle mostruosità la propria messa cantata, il suo exultet. Persico sa andare fino alla radice dell'istinto e della natura (cosa,ad esempio, nel caso in questione, di più naturale del respiro?) per esprimerne gli imprevedibili esiti, molto spesso autopersecutori, in cui l'istinto di vita cela quello di morte attraverso il manifestarsi di un delirio liquido, razionalissimo, in cui si percepisce - lucidamente, come avviene nella paranoia - che la normalità è uno stato di emergenza.
Al primo impatto con le immagini di Persico è indubbio che l'osservatore rimanga in dissonanza cognitiva e, subito dopo, abbia il bisogno di perlustrare ciò che vede allo scopo di portare in consonanza col proprio vissuto i dati che la sua stessa evocatività fa emergere, nascondendoli.
Questa è una macchina di tortura rudimentale, costruita a mano da un onesto artigiano, con amore e ottimi materiali. La forma è quella di una libreria molto vissuta, come quella che ciascuno ha in casa. Ed ecco la tesi: ciò che è cultura è non-natura, sovrastruttura; la vita di relazione, fondamentale per la costituzione umana, si trasforma in apparato, in corazza comportamentale che origina a sua volta l' impossibilità di dialogare sotto il segno della verità (“verità” è “fiducia”); è questo che produce, che lo si voglia o meno, “doppi legami” e altre malattie di carattere sociale. Ê probabile che Arpagone, l'avaro di Molière e di Plauto, nasconda, mimetizzato adeguatamente in uno scaffale, la propria cassetta.
Questa macchina è stata prelevata da un Wunderkammer dell'istinto ed è stata collocata in un museo del tormento (la memoria individuale, sociale, del territorio). È evidente la relazione “respiro”- “rifiuto” (anche il fiutare del cane), lemmi che hanno a che fare col naso e la bocca, organi elementari di amebe altrettanto elementari, ed è evidente che il torturato dovrà annusare il miasma del proprio sangue, del vomito, della sua preistoria. L'esistenza di ognuno (ognuno che desideri sviluppare e compiere la propria umanità, il che può avvenire solo per mezzo di altri uomini - Fichte -) oscilla tra bìos e zòon ma a vincere è sempre il secondo, l'animalità, in funzione della quale vengono creati strumenti di conoscenza come piani urbanistici, progetti di restauro, piante di ville, manoscritti, timoni, cannocchiali, scacchi, rampini e altra paccottiglia da rigattiere caduta dal cielo delle stelle fisse, raccolta e sistemata negli scaffali come un memento per il quondam gubernator. Pensoso e atterrito, immaginiamo, in disparte, con in mano le lancette dell'orologio, l'angelo della malinconia di Dürer. Che sta aspettando? E perché lo vediamo atterrito? Sta per entrare in scena un deus ex machina, un Troll che avanza verso l'apparato, preceduto dall'ombra di una enorme chiave inglese. Per aggiustare il marchingegno o per smontarlo? Se qualcuno pensa che quest'opera sia l'emblema di tutto ciò che è accaduto e accade a ogni latitudine sul pianeta, fa la cosa giusta.


BIOGRAFIE
Mario Persico
E' nato a Napoli nel 1930. Conseguito il diploma di maturità artistica, ha frequentato per tre anni la Facoltà di Architettura di Napoli, abbandonandola per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Ha completato gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli come allievo del maestro Emilio Notte. Risalgono al '49 le sue prime partecipazioni a mostre.
Nel 1955 è tra i firmatari del “Manifesto dell'Arte Nucleare” di Enrico Baj. Nel 1958 è tra i fondatori del “gruppo '58” con Biasi, Del Pezzo, Fergola e Luigi Castellano (Luca). Nell'ambito del gruppo, le cui matrici dada e surrealista risulteranno sempre più evidenti, le sue opere si distingueranno per una tendenza al mostruoso e per un attenzione all'aspetto metamorfico della realtà. Nel gennaio del'59 è tra i firmatari del “Manifesto di Napoli” e dell' “Interplanetrario” di Milano. Nell'Ottobre dello stesso anno per iniziativa del “Gruppo '58” , esce “Documento Sud” di cui Persico sarà redattore oltre che impaginatore dal terzo numero. Il 1963 segna per Persico il passaggio da un tipo di pittura bidimensionale alla costruzione di oggetti tridimensionali “praticabili” e nel '64-'65 gli “scacchieri” ed alcune “opere tattili”: il 1963 segna anche la ripresa dell'attività editoriale con la rivista “Linea Sud”. Tra il 1967 ed il 1968 realizza i primi “Segnali” per la Galleria Senatore di Stoccarda (D) . Sullo stesso piano dei “Segnali” si pongono gli “Oggetti ammiccanti” e le “Gru erotogaie” costruiti alla fine del '69, con cui interviene, sempre a Stoccarda, in alcuni parchi pubblici. Con queste opere Persico interverrà anche sul tessuto sociale della città di Napoli nel natale del '70. Nel 1971 Persico realizza in legno ed altri materiali la serie delle “Sedie dell'Isteria” approfondendo il suo discorso sul rapporto uomo-oggetto con le “Sedie della tortura” 1974-75. Nel 1973 realizza i disegni per i costumi e le scenografie di “ Laborintus II “ di Berio su testo del poeta Edoardo Sanguineti e “Il Combattimento fra Tancredi” e “Clorinda” di Monteverdi. Negli anni successivi il suo lavoro sembra essere caratterizzato da una riflessione sul lavoro svolto, così la serie de “i teatrini” e quella dei “Collages floreali” che riprendono esperienze degli anni sessanta. Dalla fine degli anni settanta ai primi dell'’80 si dedicherà al ciclo le “Tavole della memoria”. Sulla esperienza di pittore molto hanno contribuito i suoi interessi per i problemi del terzo mondo e la sua solidarietà per le lotte di liberazione, oltre la sua militanza politica. Nel 1995 con F.Pirella, E. Sanguineti e G. Dorfles collabora alla realizzazione del manifesto sull'Antilibro. Nel 2001 viene nominato Rettore Magnifico dell'Istituto Patafisica Partenopeo e nel 2002 produce il primo foglio de “Il Patapart” insieme ad altre pubblicazioni patafisiche.

Sue opere si trovano nei musei di Stoccarda ,Torino, Gallarate, alla Galleria D'Arte Moderna di Bologna .

Tra le mostre più importanti vanno ricordate :
1959/ Galleria Senatore - Stoccarda
1961 Galleria Schwarz - Milano
1964 Galleria Sherman - Chicago
1965 Galleria Guida ( M. Persico e L. Del Pezzo )- Napoli
1968 Tubingen Kunstvereins - Tubingen ; Galleria Waldschut - Monaco;
1972 Galleria “L'Uomo e l'arte” - Milano;
1975 Studio Inquadrature 33- Firenze;
1978 Galleria B 14 - Stoccarda
2000 Galleria Franco Riccardo - Napoli
2007 Casel dell'Ovo , mostra antologica - Napoli
Hanno scritto per Persico: E. Sanguineti, E. Baj, G. Dorfles, F. Menna, V. Corbi, C. Ruju, S.M. Martini, M. Bignardi, E. Battarra, E. Crispolti, G. Di Genova, O. Faraone, K.Leonhard, T. Sauvage.


Mimmo Grasso
Poeta, saggista, performer è nato i Calabria e vive nei Campi Flegrei .
Come operatore culturale ha organizzato vari eventi e movimenti di dimensione europea, tra i quali “Scavare il futuro” con Riccardo Dalisi, Umberto Panarella e Elmar Zorn
Ha pubblicato vari saggi e studi di critica letteraria e di arti visive,con approccio funzionalista e cognitivista.
Ha prodotto in poesia “ Cerchi mobili” (1973, con prefazione di Geoge Uscatescu), “L'amorosa visione” (1980, Altri Termini - poesie visuali), “Mercurio” (1981, Altri Termini - applicazione delle formule matematiche al linguaggio) , “Preliminari” (1995, Altri Termini), “Ad uso interno” (1998, Manni Edit.), “Quarta Corda” (2000, Manni Edit., collana “La scrittura e la storia, di Romano Luperini), Camera Ardente (I quaderni di Orfeo, 2004, Milano), Detto per inciso (Il Bambino Innocuo, 2004, Milano), Volturnio (La Città del Sole, 2006, Napoli - edizione in arabo e italiano), Sebeto (Il LABORATORIO/le edizioni, 2008, Napoli - poema in lingua napoletana), Come la pioggia dopo la pioggia (Il LABORATORIO/le edizioni, in italiano e portoghese, con incisioni di Manuel Cargaleiro), Taranterra (etnopoesia, Ilfilodipartenope, 2009, Napoli). Da molti anni i suoi lavori escono solo a tiratura limitata, in tandem con artisti visivi e col marchio della storica casa di libri d'artista “Il LABORATORIO/ le edizioni”, per la quale dirige, tra l'altro, la collana I Poeti di Vico Freddo. Tradotto antologicamente in molte lingue, si occupa di cinema e di drammaturgia per la compagnia Asylum Anteatro ai Vergini, nel quartiere Sanità. I suoi lavori hanno interessato altre discipline. Da “Mercurio” sono stati tratti elaborati psicolinguistici e di logica formale, da Sebeto è stato prodotto, per la regia di Raffaele Rizzo, un adattamento teatrale in cartellone al teatro napoletano San Carluccio. Taranterra è stato oggetto di un azione coreutica e musicale, basata sullo studio di pitture vascolari antiche, proposto in prima assoluta nella sala del Toro Farnese al Museo Nazionale di Napoli e poi in altri siti storico artistici come Sant'Angelo in Formis. È segretario dell'Istituto Patafisico Partenopeo.


Umberto Panarella.
Consigliere dell'Ordine degli Architetti P.P.e C. della provincia di Caserta.
Frequenta da studente gli ambienti artistici napoletani ed in particolare le gallerie “Modern Art Agency” di Lucio Amelio ed “Il Centro” diretta da Gianni Pisani ed entra in contatto con artisti della pop art americana tra cui Jim Dine, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Caesar.
Si laurea in Architettura nel 1978 e nello stesso anno espone alla sezione architettura della “Biennale di Venezia” dal titolo “Utopia e crisi dell'antinatura - intenzioni architettoniche in Italia”.
Fonda, nell'anno 2001, con Mimmo Grasso, Elmar Zorn, Riccardo Dalisi il gruppo “Scavare il Futuro” con il quale ha promosso importanti iniziative culturali in Italia ed all'estero.
Durante le varie attività del gruppo tiene conferenze (2002) con gli architetti Newton ed Elen Harrison; con Dieter Ronte del Kunstmuseum di Bonn;
E' nel 2002 con Elmar Zorn art-director del volume “Dalisi Tarantella dal profondo” edito da Mazzotta e curatore della manifestazione “Festival Vulcano” tenutasi presso la Passinger Fabrik di Monaco di Baviera
E' tra i curatori, ( 2001 e 2004), delle antologiche dell'artista Andrea Sparaco e per lo stesso artista, nell'aprile 2007, e curatore della mostra “Manifesti ed Aforismi” presso il Museo Provinciale Campano.
è curatore, dall'anno 2006, delle scenografie al Teatro Cimarosa di Aversa per le varie edizione del premio “Bianca D'Aponte - Sono un isola”, per le quali ha diretto gli artisti Riccardo Dalisi, Annibale Oste, Bruno Donzelli e Alfredo Rapetti Mogol di cui ha curato la personale tenutasi ad Aversa del 2010.
Collabora, con propri filmati, alla realizzazione del documentario “Lo spirito folletto di Riccardo Dalisi” per la regia di Michele Galateo e presentato ad “Arte Cinema 2007” -
Collabora alla realizzazione dello Stand degli Ordini degli Architetti della Campania- U.I.A. 2002. -.
Nel 2013 ha curato, presso l'Ordine degli Architetti di Caserta la mostra dei “Patapart” pubblicazione dell'Accademia Patafisica Napoletana.
Dal 2006 è curatore della grafica natalizia per l'Ordine degli Architetti P.P. e C. di Caserta che ha visto coinvolti gli artisti Riccardo Dalisi, Andrea Sparaco, Peppe Ferraro, Annibale Oste, Ludovico Nappa, Nicola Villano, Raffaele Bova, Livio Marino con Mario Ferrara, Arturo Casanova, Battista Marello, Luigi Panarella , e per il 2014-15 Mario Persico.


ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI CASERTA

LA TORTURA DEL TERRITORIO
Opera grafica di MARIO PERSICO

Testo di Mimmo Grasso
Art-director: Umberto Panarella

Il Consiglio:
Domenico de Cristofaro, Mario Belardo, Carlo Cardone, Carlo Benedetto Cirelli, Raffaele Di Bona, Salvatore Freda, Tommaso Garofalo, Antonio Iuliano,
Antonio Maio, Giuseppe Martinelli, Umberto Panarella, Valentina Pellino, Giancarlo Pignataro, Bruno Saviani, Giuseppe sorvillo