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Italianway, start up di successo. L’idea di due architetti milanesi: gestire appartamenti in sharing economy

A Milano in stazione Centrale ha appena aperto la reception diffusa

di Fausta Chiesa "Corriere della Sera"

Reception di Italianway, in stazione Centrale a Milano

Reception di Italianway, in stazione Centrale a Milano

Hai uno o più appartamenti che affitti in sharing economy? Non ti preoccupare: te li gestiamo noi. Dalla consegna delle chiavi alla manutenzione fino all’assistenza al cliente, due architetti milanesi hanno fondato una società di servizi che il 24 ottobre ha aperto in Stazione Centrale a Milano una reception diffusa: gli ospiti potranno fare lì il check-in ovunque sia la loro casa. La start up si chiama «Italianway» e finora gestisce 150 appartamenti sparsi (o «diffusi», come si chiamano gli alberghi dei borghi) per la città. Ma – dice Davide Scarantino, che assieme all’amico Gianluca Bulgheroni ha avuto l’idea – entro fine anno «contiamo di arrivare ad avere in gestione 250 appartamenti».

I property manager
Loro si definiscono property manager. In pratica, sono i gestori di un mega albergo diffuso, le cui camere sono gli appartamenti di chi li mette in affitto per brevi periodi su portali quali Booking.com, Expedia o Airbnb, ma anche direttamente sul sito di Italianway e in questo caso non si pagano i portali stranieri. Il proprietario dell’appartamento non deve più occuparsi di nulla e in cambio del servizio paga una percentuale del 25 per cento. Chiunque abbia una «casa-vacanza» da affittare può associarsi a Italianway per farsela gestire ma anche per trovare clienti, visto che il sito mette in contatto domanda e offerta, ambendo a diventare il «concorrente milanese» di Airbnb. La start up funziona. Tanto che ha già assunto 25 ragazzi con il Jobs Act. «Ma abbiamo tutte le intenzione di tenerli – dice Scarantino - . Per noi sono una risorsa preziosa: l’idea di aprire reception diffuse viene da uno di loro e credo sia un servizio che faccia davvero la differenza per gli ospiti, che oltre a questo ricevono assistenza 7 giorni su 7, servizi di prenotazione biglietti per musei e spettacoli e hanno l’appartamento pulito ogni giorno, come in albergo».

Un mercato diverso da quello alberghiero
Secondo Italianway, questo modello di accoglienza non «ruba» i clienti agli hotel. «Offriamo un’ospitalità diversa – spiega Scarantino - . Stare in una casa è un’esperienza differente rispetto ad alloggiare in una camera di hotel. E vorrei ricordare che a Milano le 50mila camere di albergo esistenti hanno un tasso di riempimento del 75-80% che non sta diminuendo nonostante il boom della sharing economy». Quello che sogna Scarantino – che come architetto ha preso la strada della tecnologia e di Internet, mentre Bulgheroni fa parte di una famiglia che attraverso le holding Edilpark è attiva nelle costruzioni e nell’immobilare a Milano – è una città legata tecnologicamente e che collabori. «In futuro vorremmo collaborare con le edicole per il check-in e con i taxisti per accompagnare i clienti». La start up fattura 3,5 milioni di euro e le previsioni sono di raddoppiare la cifra già quest’anno. Ed è tutto in regola. «Noi ovviamente paghiamo le tasse come società, ma paghiamo anche i due euro di tassa di soggiorno previsti dalla legge sul turismo della Regione Lombardia e i proprietari pagano la cedolare secca al 21% sulla locazione», precisa Scarantino.

26 ottobre 2016
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