Arte

Venezia agli albori della fotografia 1850 - 1870

Treviso - Casa dei Carraresi (Centro Convegni ed Esposizioni della Fondazione Cassamarca)
Dal 12 al 21 settembre 2008
Esposizione collaterale di Antiquari ai Carraresi - XIV Esposizione Nazionale di Antiquariato - organizzata dall'Associazione Trevigiana Antiquari

Perini Antonio - Palazzo Ducale dal Molo - Fotografia all'albumina - 1860 ca.

Curata dal collezionista e storico della fotografia Giuseppe Vanzella, la mostra propone una cinquantina di rarissime immagini dei massimi fotografi che operarono, con sede stabile o saltuariamente, in una Venezia in bilico tra la dominazione austriaca e la nuova identità italiana.
Provenienti sia dalla Collezione Vanzella di Treviso, che dal Fondo Filippi dell'IRE di Venezia, le fotografie, tutti rarissimi originali, costruiscono un percorso storico che si dipana a partire da un primo calotipo del fotografo ed antiquario parigino Eugène Piot datato 1851, fino alla cartella di scene di genere del pittore Vincenzo Giacomelli, ascrivibile al 1870. Un percorso iconico in cui l'immagine della città ottocentesca viene svelata con un approccio finalmente diverso, filtrato attraverso il medium estetico che da poco ha fatto la sua comparsa: la fotografia su carta. Alcuni apparati di articoli in rare riviste e volumi d'epoca che trattano di fotografia (tra i quali la prima tesi di laurea di argomento fotografico del veneziano Antonio Pazienti - anno 1846), completano l'esposizione.

Carlo Naya - Gondolieri a riposo - Fotografia all'albumina - 1870 ca.

Finalmente i luoghi e le architetture veneziane hanno il volto della verità e lo storico, il critico d'arte e l'appassionato sensibile, troveranno risposta alle loro emozioni, senza dover subire la violenza dell'interpretazione soggettiva dell'artista. Attraverso l'attento e puntuale sguardo di importanti maestri della fotografia convenuti nella perla dell'Adriatico, come il padovano Domenico Bresolin, dei tedeschi August Lorent e della coppia Carl e Julie Vogel, dei francesi Auguste-Rosalie Bisson e Achille Quinet, lo svizzero Carlo Ponti, dell'austriaco Giuseppe Kier e di suo figlio Michele, del ferrarese Giuseppe Coen, del vercellese Carlo Naya, del trevigiano Antonio Perini, dei fantomatici soci veneziani Francesco Bonaldi e Giuseppe Tareghetta, del (probabile) veronese Ippolito Lanfranchini, del pordenonese Vincenzo Giacomelli ed ancora di Giuseppe Cimetta e di altri autori rimasti anonimi, è una Venezia vivida e splendente quella che ci appare, in tutta la sua fascinosa quintessenza, una città molto lontana dalle ristrettezze economiche e dal difficile stallo politico di quegli anni bui.
Le nuove tecniche si susseguiranno con grande velocità, pronte a favorire una qualità di ripresa, sia come dettaglio che come velocità di esposizione, che vedrà la nascita di importanti atelier fotografici