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Rosso pompeiano La decorazione pittorica nelle collezioni del Museo di Napoli e a Pompei

Rosso pompeiano
La decorazione pittorica nelle collezioni del Museo Nazionale di Napoli e Pompei

Roma - Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme
Dal 20 dicembre 2007 al 31 marzo 2008

Galleria d'immagini:

Eracle ed Onfale - Da area vesuviana, Pittura di IV stile, cm 41 x 41 - Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Eros e Psiche - Da Pompei, Pittura di IV stile, Intonaco dipinto, cm 5,5 x 47 - Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Amorini cacciatori (particolare) - Da Ercolano, Pittura di IV stile, Intonaco dipinto, cm 26 x 124,5 - Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Serie di quattro menadi in svariati atteggiamenti (particolare) - Da Pompei, Villa di Cicerone, Pittura di III stile, Intonaco dipinto, cm 26,7 x 71,3 - Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Dalla Casa del Bracciale d'Oro di Pompei - Pittura di III stile, epoca Giulio-Claudia, Intonaco dipinto - Pompei

"Si taglieranno, e se ne farà tanti bei Quadri per la Galleria del Re" (R. Venuti 1739)
"Rosso pompeiano" evoca nell'immaginario collettivo la pittura antica. Il caratteristico colore rosso si otteneva con il cinabro (solfuro di mercurio rosso). In origine era usato con estrema parsimonia, successivamente, in epoca romana, veniva dato su intere pareti come ostentazione di ricchezza.
La mostra offre un'ampia panoramica sulla pittura romana del "periodo aureo" tra il I sec. a. C. e il I sec. d. C., presentando un centinaio di riquadri della collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, distaccati fin dal XVIII secolo dalle pareti degli edifici delle città vesuviane, e gli affreschi delle stanze di Moregine e della Casa del Bracciale d'Oro di Pompei, rinvenuti in scavi recenti e ricomposti nelle reali dimensioni. Le opere, si affiancano alle pitture della collezione permanente del Museo Nazionale Romano, quali la Villa di Livia di Prima Porta, la Villa della Farnesina e la villa di Castel di Guido, offrendo un'occasione unica per confrontare la produzione di Roma con quella delle città campane.
Un centinaio di dipinti parietali arrivano dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Sono celebri frammenti incorniciati di affreschi distaccati dagli edifici di Pompei, Stabia, Boscotrecase ed Ercolano. In due sale sono poi ricomposte le splendide pareti rosse e nere dei triclini recentemente scoperti a Moregine e della Casa del Bracciale d'Oro, prestati dalla Soprintendenza autonoma di Pompei.

La "pittura pompeiana", considerata nell'immaginario comune la manifestazione per eccellenza della pittura romana, deve la sua fortuna all'eruzione del Vesuvio dell'anno 79 d.C. che ha interrotto la vita delle città istantaneamente e ne ha impedito il risorgere. A Roma invece la continuità di vita ha determinato la sovrapposizione di fasi edilizie e ha condizionato i risultati della ricerca archeologica, limitati per le testimonianze pittoriche di questo periodo quasi esclusivamente alle dimore imperiali di livello adeguato al prestigio della committenza.
Come le altre manifestazioni artistiche, anche la pittura romana è stata fortemente influenzata dall'arte greca diffusasi attraverso la circolazione di "cartoni", grazie ai quali si moltiplicavano le copie delle opere più famose che venivano dipinte direttamente sulle pareti, quasi a ricreare le originarie pinacoteche, ma ora all'interno di un articolato schema decorativo. Lo sfoggio di un nuovo modo di vivere impregnato del fascino della cultura greca si poteva manifestare più liberamente nelle città campane, mentre a Roma i doveri della vita pubblica imponevano all'aristocrazia un comportamento di maggior rigore.
Tutte le opere dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che conserva una collezione unica al mondo, si presentano in forma di "quadri", perché le modalità della ricerca archeologica, iniziata con Carlo di Borbone, Re di Napoli nel 1734, prevedevano che dall'intera parete si ritagliasse solo la parte ritenuta di maggiore pregio. Fatalmente i quadri riprodotti sulle pareti sono tornati ad essere incorniciati e appesi come nelle pinacoteche greche.

La scelta di Palazzo Massimo alle Terme da parte della Soprintendenza Archeologica di Roma, che ha curato la mostra, non è arbitraria. Il museo custodisce al secondo piano la collezione di pittura romana più prestigiosa al mondo con intere stanze dipinte provenienti dalle ville di Livia a Prima Porta, della Farnesina e di Castel di Guido: testimonianze uniche della cultura artistica romana tra repubblica e impero. La mostra è complementare alla riapertura della Casa di Augusto sul Palatino, annunciata per il prossimo febbraio, che custodisce affreschi di splendida fattura trattandosi della residenza imperiale.

Informazioni

Rosso pompeiano. La decorazione pittorica nelle collezioni del Museo Nazionale di Napoli e Pompei


Luogo: Roma - Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme
Largo di Villa Peretti, 1 - Roma

Periodo: dal 20 dicembre 2007 al 31 marzo 2008

Orari: martedì - domenica 9,00 - 19,45. Chiuso il lunedì

Ingresso: intero 10,00 Euro; ridotto 6,50 Euro