Arte

Futurismo! Da Boccioni all'Aeropittura

Mamiano di Traversetolo (Pr) - Fondazione Magnani Rocca
Dal 6 settembre all'8 dicembre 2009

E' qui, in Emilia, che il Futurismo è stato per la prima volta ufficializzato. Era il 5 febbraio 1909 quando la “Gazzetta dell'Emilia” pubblicava, in anteprima mondiale, il testo del Manifesto di fondazione del Futurismo. Il cosiddetto “programma” era stato stampato in migliaia di copie nel precedente mese di dicembre, inviato a innumerevoli quotidiani d'Italia e d'Europa e, dopo alcune apparizioni italiane che seguirono la storica anteprima bolognese, fu consacrato da “Le Figaro” di Parigi il 20 febbraio.
Ma già prima, nel dicembre del 1906, Marinetti è al Teatro Regio di Parma a proporre, in francese, quell' “Ode à l'automobile” in cui avanza il tema della divinizzazione del mezzo meccanico e dell'ebbrezza siderale della velocità: un prodromo della successiva nascita del movimento futurista.

Enzo Benedetto, Ciclista, 1926, olio su tavola

Roberto Marcello Baldessari, Forme simultanee, circa 1915, olio su tela

Mario Guido Dal Monte, Treno, 1928, olio su tela

Gino Severini, Il tunnel di Mountsouris, 1917, olio su tela

Giusto quindi che l'Emilia e Parma celebrassero il Centenario del Futurismo. Lo hanno fatto con una grande, originale, mostra curata da Stefano Roffi e promossa ed organizzata dalla Fondazione Magnani Rocca che l'ospiterà sino all'8 dicembre prossimo.
Giusto un secolo ci separa da un anno per molti versi fatidico: il 1909. L'anno in cui Guglielmo Marconi riceve il Nobel, Maria Montessori pubblica il primo testo fondamentale della sua pedagogia. Carl Gustav Jung rompe definitivamente con Sigmund Freud; appare la motocicletta Gilera. Al Salon des Indépendants di primavera, a Parigi, espongono Braque, Delaunay, Marcel Duchamp e Raymond Duchamp-Villon; nell'autunno, sempre a Parigi, Umberto Boccioni e Giacomo Balla sono al Salon d'Automne. De Chirico dipinge le prime tele metafisiche e Amedeo Modigliani approda a Parigi da Venezia, mentre Louis Blériot attraversa la Manica sul monoplano e, sul cielo di Centocelle, Wilbur Wright sale sul nuovo mezzo di trasporto più pesante dell'aria e compie le prime evoluzioni aeree in Italia.

“FUTURISMO! da Boccioni all'Aeropittura” riunisce oltre cento opere spiccatamente innovative e sorprendenti che, partendo dagli antefatti divisionisti, offrono del primo e secondo Futurismo una visione estesa e aderente alla sequenza creativa dei manifesti del movimento, dalla teorizzazione della valenza estetica del dinamismo e della simultaneità del primo periodo, alla rappresentazione della meccanizzazione giocosa della figura umana e del suo contesto degli anni venti, fino all'aeropittura degli anni trenta, basata sulla visione emozionale del paesaggio da un aereo in volo.
Collegato al tema dell'aeropittura, la mostra intende celebrare anche il secondo centenario: quello dei primi voli aerei in Italia.

Il Futurismo si colloca sull'onda della rivoluzione tecnologica dei primi anni del Novecento (la Belle époque), esaltandone la fiducia illimitata nel progresso e decretando violentemente la fine delle vecchie ideologie (il passatismo). Marinetti porta in arte il dinamismo, la velocità, l'industria, perfino la guerra intesa come "igiene del mondo", identificando nel Parsifal wagneriano il simbolo artistico della decadenza e distogliendo con disprezzo l'attenzione dalla borghesia raffinata per concentrarsi sulla rivoluzione industriale, sulle fabbriche. Dal punto di vista stilistico il Futurismo (in particolare quello boccioniano) si basa sui concetti del Divisionismo, rappresentato in mostra, fra gli altri, dal capolavoro Il romanzo di una cucitrice di Boccioni, adattato per esprimere al meglio i concetti fondanti di velocità e di simultaneità. Il movimento coinvolge infatti l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove; il dinamismo multicolore e polifonico dei treni, delle automobili, della danza e delle azioni quotidiane è sottolineato, fra gli altri, nei lavori in mostra di Balla, Severini, e Russolo, dai colori e pennellate che evidenziano le spinte propulsive delle forme. La morte di Boccioni nel 1916 e il contemporaneo passaggio di Carrà e Severini a soluzioni vicine al cubismo, determinano lo scioglimento del gruppo originario legato a Milano (città dinamica per eccellenza) e il trasferimento a Roma del centro di gravitazione del movimento, con la conseguente nascita del Secondo Futurismo, a sviluppare la teorizzata necessità per l'arte futurista d'una progettazione totale e d'una più concreta interazione col reale. Alla fase iniziale del secondo futurismo (1918-28), legata alla cultura postcubista e costruttivista, succede una nuova fase (1929-38), partecipe degli svolgimenti del surrealismo, con avanzate connotazioni di carattere spazialista e polimaterico, ricche di spunti per l'arte dei decenni successivi.
L'Aeropittura si colloca nell'ambito del secondo futurismo, iniziando tuttavia ad affermarsi negli anni successivi alla prima guerra mondiale e trovando un indubbio precursore nel D'Annunzio eroe-aviatore e nella sublimazione del volo da lui declamata. Espressione avanzata del mito della macchina e della modernità caratteristico del movimento marinettiano, l'aeropittura manifesta l'entusiasmo per il volo e la velocità aerea, con la scansione delle immagini per piani di colore, sottolineando il carattere meccanico e dinamico dell'aviazione. Le caratteristiche dell'aeropittura e i temi guida si vanno precisando nel corso degli anni venti per trovare infine una codificazione nel Manifesto delll'Aeropittura, del 1931 ben documentato in mostra dalle opere, fra le altre, di Dottori, Crali, Tato, fino a focalizzarsi sui temi del lirismo fantastico e dell'idealismo cosmico con Prampolini, Oriani e Fillia.
L'arte della Pubblicità, codificata da Fortunato Depero nel Numero Unico Futurista Campari del 1931, è presente in mostra con manifesti, bozzetti e libri degli anni venti e trenta dagli accesi cromatismi tipici del Futurismo e dai rigori del primo razionalismo, efficaci testimonianze del ruolo attivo svolto dalla pubblicità nei profondi cambiamenti di arti e società fra le due guerre mondiali. In quella particolare stagione creativa molti dei maggiori artisti si cimentarono col manifesto pubblicitario partecipando attivamente a questa nuova forma espressiva. La sperimentazione in campo artistico si confrontava con le prime forme di mercato di massa rivelando l'enorme potere simbolico, comunicativo e universale dell'arte pubblicitaria. Fra gli artisti presenti in questa sezione della mostra, Carboni, Diulgheroff, Nizzoli, Boccasile, Fontana, oltre allo stesso Depero, con opere dal segno essenziale, accostamenti cromatici audaci e grande varietà di linguaggi grafici. Al valore artistico delle opere si aggiunge quello storico che fa del manifesto pubblicitario una testimonianza viva del costume degli italiani, delle grandi imprese industriali del Novecento e del loro sviluppo economico.

Informazioni

Futurismo! Da Boccioni all'Aeropittura


Luogo: Mamiano di Traversetolo (Pr) - Fondazione Magnani Rocca
Via Fondazione Magnani Rocca, 4 - Mamiano di Traversetolo (Pr)

Periodo: dal 6 settembre all'8 dicembre 2009

Orari: dal martedì al venerdì orario continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) - sabato, domenica e festivi orario continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso. Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre

Ingresso: 8,00 Euro, valido anche per le raccolte permanenti - 4,00 Euro per le scuole

Catalogo: edito da Silvana Editoriale

Mostra e catalogo a cura di: Stefano Roffi con interventi in catalogo di Beatrice Buscaroli, Maria Fede Caproni, Alberto Manzoli, Corrado Mingardi, Mirko Nottoli, Stefano Roffi e Maurizio Scudiero

Info e prenotazioni: tel. 0521 848327 / 848148 - fax 0521 848337