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Spazio: riflessioni sulla XLIX Biennale di Venezia
di Riccardo Dalisi

All'insegna dello "sguardo sull'umanità" si è aperta la XLIX edizione della Biennale di Venezia, che si intitola, appunto, Platea dell'Umanità. Difficile farne una sintesi; tra alcuni temi ricorrenti, vorrei soffermarmi su di un interessante nucleo tematico che si delinea nel percorso della mostra e sembra esserne protagonista: lo spazio, concepito e fatto emergere in tanti modi. Sembra quasi che sullo spazio si strutturi l'uomo di oggi: come impossibilità, come enigma, come sofferenza, come anelito e respiro, apparenza. È molto presente il problema di come l'uomo si rapporti al suo spazio, come sia inscindibile da esso.

L'uomo che s'arrampica (Gary Hill), il viso replicato in milioni di volte come parete, o come statuina piccolisssima, una folla infinita a reggere un piano su cui cammini (Dotto Sutt). Quando è proiettato, è distanza e sguardo. Vive nello sguardo il suo corpo e la sua angoscia. Oppure è sempre lo spazio che s'insegue nelle pennellate bianche o nere, continuamente stese sulle quattro pareti anonime da due uomini instancabili (Nedko Solakov, padiglione centrale). Anche qui è lo spazio impossibile, che continuamente si cancella tramite un Sisifo che si sdoppia sulle due polarità estreme della luce.

Il corpo della donna sembra un anonimo tronco che si muove a scosse (Xu Zhan), un frammento di spazio urticato (?). Ricordiamo anche l'opera di Richard Serra: "due immense spirali di ferro dalle altissime pareti confluenti, divergenti: le percorri, ascolti il tuo tremore, tocchi il loro freddo: trovi nella scultura quel rapporto fisico che sempre l'artista americano vuole indurre in chi entri in contatto con la sua opera" (così D'Amico su "La Repubblica" 8/6/01). Anche l'installazione dell'australiana Lyndal Jones, Deep Water/Aqua Profunda, collage di voci raccolte a Venezia e nel porto di Sydney e sincronizzate con due video dell'artista situati su due livelli differenti, sembra rimandare ad una idea di spazio interiore diffratto all'esterno su più piani distanti e paralleli.

A parte, ricordiamo, tra molte significative e suggestive cose da vedere, le bellissime foto di Urs Lüthi e l'opera di Mimmo Rotella; presentato inoltre un importante libro d'arte, il catalogo generale dell'Opera grafica (1974-2001) di Mimmo Paladino.

Mimmo Paladino, Senza Titolo, 2001

Mimmo Paladino - Senza Titolo, 2001