La nuova Sezione Archeologica nell'ex Convento di Santa Caterina a Treviso
di Roberto Zanon
La nuova sede del Museo Archeologico all'interno del complesso di Santa Caterina a Treviso è un ottimo esempio di collaborazione, di dialogo e, alla fine, di sinergia tra quello che è l'apparato museologico con quello museografico nell'organizzazione di un esposizione museale. Un “colloquio” che ha permesso, all'interno dei difficili e vincolati spazi del preesistente impianto architettonico, di ritagliare un percorso didatticamente chiaro con interessanti momenti di eccezione nel suo sviluppo.
Figura iconografica scelta per scandire il percorso e portata ad altezza
“dell'occhio del bambino”
Vista interna al piano terra |
Vista interna al piano terra |
Vista interna al piano terra |
Vista della sala lunga al piano terra |
Il progetto di allestimento, a cura dell'architetto inglese Dinah Casson, si sviluppa su due piani, organizzati con una sequenza ipotattica di sale in lunghezza, ed ha la partenza al piano interrato per poi arrivare al piano terra.
Serie di teste con supporto in marmo
Pur in particolari condizioni di illuminazione, in molte delle sofisticate
teche si è riusciti a far interagire la luce naturale con quella artificiale
ottenendo un risultato estremamente armonioso. Anche la calibrata modulazione
grafica dei supporti metallici all'interno delle vetrine denota una cura
espositiva non convenzionale dove le esigenze dell'impianto comunicativo
diventano primarie nella correlazione della sequenza di oggetti esposti e nell'appeal
che a questi viene dato. Coerente appare in proposito la scelta di esporre,
quasi affastellandole, sequenze tipologiche di oggetti che così raggruppate
restituiscono un forte impatto scenografico. Un effetto che risulta
particolarmente importante visto che poter comunicare “la storia” per mezzo di
“una storia”, attraverso un racconto, diventa necessario quando ci si rivolge,
come in questo caso, anche alla fascia più giovane del pubblico.
Teca con supporto espostivo al piano terra, particolare |
Teca su supporto metallico al piano terra |
Teca con contrappesi al piano terra |
Teca con contrappesi al piano terra |
Se gli sforzi progettuali nei confronti dei supporti espositivi, ma anche delle
diversificate ricostruzioni ambientali presenti, sono molto evidenti, è pure
esplicita la volontà di cucire lo spazio sia con l'apertura di squarci in
orizzontale - con l'aiuto anche delle ricostruzioni ambientali - e sia
giocando, in alcune parti, con tagli “a doppia altezza” tra i due piani.
Supporti in metallo per frammenti di pavimentazione a mosaico al
piano terra |
Teca al piano terra, particolare |
Teca con supporto espositivo a piano terra |
Teca su supporto metallico al piano terra |
Significativo il sistema di pesi equilibratori studiato per l'apertura di una
serie di teche longitudinali nella parte superiore dell'esposizione; la messa
in evidenza della sequela di contrappesi ideati, gioca con il sistema meccanico
dichiarandone la funzionalità, diventando al contempo un segnale caratterizzante
e identificativo all'interno del percorso di visita.
Ricostruzione ambientale-scenica al piano terra, particolare |
Teca incassata nella parete al piano terra |
Un'attenzione museografica/museotecnica che è poi continuata nello studio di tutto il sistema della grafica volto ad evidenziare le differenti sezioni del museo. Interessante a questo proposito la figura iconografica scelta per scandire il percorso e portata ad altezza “dell'occhio del bambino”; una sagoma stilizzata che diventa trade d'union nella sequenza vincolata delle diverse sale.
Vista dal piano terra della sala a doppia altezza
Proprio nella gestione complessiva dell'apparato grafico però la chiarezza ricercata nella scansione identificativa di queste differenti sezioni perde di smalto, generando una complessità non regolata, in quanto si interfaccia con un troppo ampio ventaglio di materiali e di finiture scelto per l'architettura interna: metallo verniciato e metallo arrugginito, vetro opalino e vero trasparente, legno laccato e legno verniciato, varietà di marmi, differenziate tipologie di supporti didascalici con vasta palette di colori identificativi, il cotto del pavimento.
Teca espositiva al piano interrato, particolare
Come talvolta succede in interventi progettuali che devono soddisfare richieste
particolari e del tutto specifiche, è persa, in quanto frantumata, quell'unitarietà
- la quale non necessariamente deve sfociare nell'omogeneizzazione - che può
sublimare un particolare luogo in distintivo e caratterizzante. Quel controllo
dell'habitat artificiale che, quando scaturisce, deposita un'aura identificante
che solo pochi posti restituiscono e conservano. Una magia che qui non è
pienamente riuscita, ma che comunque ha originato un impianto museale di un
appagante sapore contemporaneo non affidandosi alle effimere e talvolta vacue
ricostruzioni virtuali, ma attivando la composizione, intesa come disciplina
che opera, facendoli interagire, con gli ingredienti primari dell'architettura
degli interni: la luce e lo spazio.
Teca espositiva al piano interrato, particolare |
Teca espositiva al piano interrato, particolare |
Informazioni
Luogo: Sezione Archeologica dei Civici Musei in Santa Caterina
Piazza Mario Botter, Treviso
Orari: dal martedì alla domenica 9-12,30 / 14,30-18
Informazioni e prenotazioni: tel. 0422 544864