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Restituzioni 2008 a Palazzo Leoni Montanari a Vicenza

di Carlotta Baldinazzo e Roberto Zanon

"Restituzioni 2008" è il biennale appuntamento di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza in cui viene presentato il lavoro di restauro, su un variegato corpus di opere d'arte appartenenti al patrimonio artistico pubblico, finanziato da Intesa Sanpaolo.

Alvise Vivarini (attribuito a) - Arco Trionfale del doge Niccolò Tron, 1471-1473 - Tempera grassa su tela

Vista dell'allestimento

Lorenzo Lotto - La carità di sant'Antonio 1540 - marzo 1542 - Olio su tela

Particolare dell'opera di Lorenzo Lotto, La carità di sant'Antonio 1540 - marzo 1542 - Olio su tela

Carlo Crivelli - Trittico di San Domenico, 1482 - Tempera e olio su tavola


Particolare con predelle sullo sfondo dell'opera di Carlo Crivelli, Trittico di San Domenico, 1482 - Tempera e olio su tavola

Vista dell'allestimento

Vista dell'allestimento

Vista dell'allestimento

Il programma risulta interessante per la varietà, oltre che per il pregio artistico delle opere che ricoprono un arco cronologico molto ampio, dal V secolo a.C. al XVII, comprendendo frammenti archeologici, reperti di scavo, suppellettili liturgiche e tavole pittoriche.
Il titolo Restituzioni sembra rimandare all'idea dell'esistenza di un fine, ridare vita e consegnare le opere alla comunità, ma non con l'intento di farle ritornare al loro originario splendore, cancellando le tracce del tempo e della storia, ma piuttosto dimensionare gli interventi all'essenziale per metterle nelle condizioni di durare e valorizzare ciò che emerge, riscoprendo così il patrimonio artistico nazionale. Esemplare è il caso della tavola attribuita al Carpaccio raffigurante un gruppo di sei santi che si presentava in cattivo stato di conservazione dovuto a sollevamenti della superficie, il cui restauro ha svelato che non si trattava di un unico pannello, ma di tre elementi separati e solo successivamente assemblati. Il sapiente lavoro e gli studi connessi rivelano quindi la genesi dell'opera, come per la statuetta bronzea raffigurante Diana cacciatrice recante sulla base una dedica incongruente con il soggetto e che il restauro ha permesso di stabilire un rapporto tra i vari elementi che la costituiscono.
"Il restauro è approfondire la conoscenza" ha spiegato Carlo Bertelli, coordinatore del comitato scientifico, durante la presentazione di questa XIV edizione. Parafrasando le sue parole, si potrebbe dire che anche l'allestimento è approfondimento della conoscenza dell'opera che viene esposta; operazione che ben è stata messa in opera dall'architetto Alberto Erseghe che ha curato il progetto espositivo.
Non è operazione facile quella di dare unitarietà ad un insieme di opere necessariamente eterogenee per tipologia, fattura, misure, materiali e periodi storici. Magicamente però l'operazione è riuscita perché ogni opera - come Carlo Scarpa ha insegnato - è stata analizzata, compresa e poi offerta alla visione con un pensiero progettuale apposito, cercando un'interpretazione sì puntuale e singolare, ma poi ricucendola con una quasi unica finitura di materiale - il legno sbiancato - con il colore rosso delle partizioni verticali. Vengono così valorizzate delle opere che, possedendo già da sole una fortissima "personalità" ma scontestualizzate rispetto alla loro primitiva o usuale collocazione, rischiavano di perdere parte della forza comunicativa a causa degli "assolo" contemporanei e non controllati che molte di esse offrono. Una sapiente cura museologica ha trovato riscontro in un altrettanto sapiente controllo museografico che ha giocato la carta vincente nel aver saputo prendersi delle eccezionali libertà. Come il posizionamento a sbalzo della tela di Alvise Vivarini "Arco trionfale del Doge Niccolò Tron" o il supporto asimmetrico che sostiene il "Trittico di San Domenico" di Carlo Crivelli o la riproposizione in silhouette di una modanatura che, sovrapponendosi alla Pala di Lorenzo Lotto "La carità di Sant'Antonio", ricorda il posizionamento del dipinto all'interno della chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia dove presto l'opera ritornerà. Interessante è poi l'effetto della luce artificiale sul piedistallo della situla con thiasos del Tesoro di San Marco che fa trasparire velatamente il colore porpora del fondo integrato in questo intervento di restauro. E altre e continue sono le chiarificazioni che l'allestimento dell'architetto Erseghe ci offre. Last but not least la visione delle predelle (intatte e mai restaurate prima) del già citato Crivelli, portate all'altezza dell'occhio in linea con la base del trittico (restaurato invece più volte), acquistano dignità di referente comparativo, per gli studiosi del restauro, proprio attraverso lo scardinamento spaziale.
Tutt'altro quindi che vezzi allestitivi, ma dei suggerimenti interpretativi che hanno la forza di sussistere per la loro temporaneità e che possono diventare esperimenti interessanti anche per soluzioni museografiche permanenti.

Informazioni

Luogo: Vicenza, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari

Periodo: dal 29 marzo al 29 giugno 2008

Info: tel. 800 578875