Design

Gaetano Pesce: un allestimento rumoroso

Roberto Zanon

La Triennale di Milano dedica a Gaetano Pesce, uno dei personaggi più all’avanguardia nel panorama del progetto a livello mondiale, una mostra che è pienamente scopritrice del particolare modo di operare di questo artista-architetto.

Gaetano Pesce alla presentazione della mostra

Gaetano Pesce alla presentazione della mostra

Vaso di Gaetano Pesce all’ingresso

Vaso di Gaetano Pesce all’ingresso


È una circostanza - concentrato di oggetti-concetto - che potrebbe essere evento rivelatore per molti progettisti indirizzati verso un'unica direzione creativa, svelando un modo di operare che se non capito rischia di essere frainteso, ma che se viene "digerito" può diventare illuminante.



Il presupposto dell’esposizione a detta dello stesso Pesce era quello di sovvertire l’usuale modo di esporre, superando il concetto di semplice mostra antologica. Non ci riesce, perché non sempre si può essere rivoluzionari, però ci offre comunque un esempio magistrale di allestimento. È l’opportunità di immergersi in un ambiente pregno, denso, vissuto, una atmosfera che pur essendo antitesi di un modo di concepire una messa in mostra "teatrale", riesce attraverso la maestria del protagonista a confezionare un capolavoro allestitivo in cui appieno si percepisce la passione, la gioia, ma anche la problematicità e la complessità che lo stesso Pesce ha in qualche modo sottolineato presentando l’esposizione.

Lo spazio delle varie sale è occupato da una serie di recinti illuminotecnicamente corretti e strutturati all’interno dei quali Pesce si è letteralmente scatenato, strabordando con il suo particolarissimo modo di rappresentare fatto di dettagliattissimi plastici a scale inconsuetamente giganti, modelli dai materiali plastico-resinosi più imprevedibili, rappresentazioni che anche quando bidimensionali possiedono un senso materico ricchissimo. Ciò che colpisce è come ci possa essere un controllo così gestito dello "sbrodolamento della forma" perfino quando viene usata la riduzione in scala di ciò che si intende progettare. Il modello di grande dimensione invadendo lo spazio lo fa proprio e si svincola dall’essere oggetto e sublima in qualcos’altro, una situazione ibrida a cavallo tra l’artefatto e la spazialità dell’interno.

Lo spazio perimetrale dei recinti, ma anche talvolta il pavimento, è saturato attraverso un’operazione di apparente "texturizzazione" della superficie che si presenta omogenea per la quantità concentrata di informazioni che vi sono condensate rivelando ad una analisi attenta il significato espressivo di ogni più piccola parte. La matericità e la fisicità del materiale vengono esaltate e pienamente percepite sensorialmente, anzi, per la loro esplosività, possono quasi essere "toccate con gli occhi".

I carrelli del supermercato, usati come supporto per i plastici, i mobili e gli oggetti documentati nell’esposizione, sono inglobati e sparpagliati nella mostra e sono adoperati per le loro potenzialità funzionali restituendo la sensazione della dinamicità e del cambiamento propria del pensiero di Pesce. Un insieme altamente scenografico che paradossalmente riesce ad essere tale senza usare elementi scenografici – ovvero strutture finte o posticce legate esclusivamente alla superficialità della percezione – a testimonianza del fatto che ogni progetto esibito possiede delle valenze di pensiero e di astrazione intense in termini di risultato creando uno spettacolare unisono d'insieme.

Gaetano Pesce
Triennale di Milano
Dal 22 gennaio al 18 aprile 2005
A cura di Silvana Annicchiarico
Allestimento: ideazione di Gaetano Pesce, progettazione di Franca Bertagnolli con Yamina Naili
Immagine coordinata: Elio Carmi/Communication Design
Catalogo a cura di Silvana Annicchiarico, coedizione La Triennale di Milano e ChartaOrario: 10.30 - 20.30, chiuso il lunedì
Ingresso: € 7,00/5,50/4,00
Triennale di Milano: tel. 02 724341