Design

New qualità, nuovo design, nuova economia

di Riccardo Dalisi

A Napoli si usava un cestino detto " 'o panaro" per calare giù dal balcone qualcosa e qualcosa salirla su. Biglietti, pane, salumi, soldi salivano e scendevano. Non c’era l’ascensore. Pensavo che non ve ne fosse più l’uso, invece in una vecchia strada ho visto calare con una corda un secchio di plastica peraltro assai malandato, vecchio e rotto. Vi era scritto su, velocemente, "internet". Il viso dell’uomo era leggermente canzonatorio. La scena la dice lunga.

L’oggetto è reso lieve dall’ironia ed internet entra nella grande famiglia delle espressioni popolari.

Per me, che avevo letto un saggio sul nuovo design olandese, l’episodio poteva sembrare congruente. Il gesto (dissacrante?) della scritta trasforma il prodotto "vetero" industriale in un nuovo prodotto che avrebbe fatto bella figura di sé in una galleria d’arte come in una rappresentazione di teatro popolare. Qui forse la profonda diversità tra design napoletano e design dei Paesi Bassi: New New New.

Allo stesso modo hanno inteso la funzione del rinnovarsi dell’immagine di servizio i poveretti che, sempre a Napoli, ai semafori puliscono i fanali delle auto. A Milano qualcuno si è lamentato: "Ma come, qui non puliscono neppure i vetri delle auto mentre a Napoli puliscono pure i fanali!". Raccontato in un convegno sulla nuova economia alla facoltà di Economia a Napoli.

È fatto così anche il design: occorre rinnovare l’immagine ed il senso del prodotto anche a costo di stravolgere ogni concetto basilare del prodotto stesso, il suo comfort, la sua funzionalità, le sue prestazioni. In alcuni casi il design contraddice gli stessi concetti di fondo di qualità e la ricerca rassomiglia a quella del mondo dell’arte, rimette in discussione ogni cosa, sommuove la qualità per ricercarla, per ricercarne un nuovo senso.

Design come qualità implicita

È noto il valore cruciale del disegno, dello stile di un oggetto per il suo prezzo, per la sua capacità di entrare nel mercato. Lo stile è comunicazione in sé e per sé. La sua forma è la sua valenza comunicativa ed è anche la piattaforma, la sostanza della sua immagine, fa moda, fa mercato.

È stupefacente notare come, gradualmente, dall’oggetto che racchiudeva in se stesso tutte le valenze di qualità (la forma deriva dalla funzione e tutto poi era subordinato ad essa: immagine e fortuna nell’uso) ci si sia spostati verso la forma soppiantando la funzione e via via verso l’immagine, e questa poi ancora verso la sua fortuna di mercato.

Va qui sostenuta l’importanza del progetto design entro il più vasto progetto di creazione di un oggetto destinato ad essere diffuso nel mercato e del ruolo che vi ha la qualità.

La "scoperta" dell’importanza sempre più centrale che ha la qualità per la fortuna commerciale e sociale di un prodotto ha le sue radici nella qualità intrinseca così come era prima intesa la validità di progetto ed esecutiva dell’oggetto stesso. Probabilmente gli studi attuali sulla qualità non sono altro che la sistemazione e l’esplicitazione della qualità intrinseca entro la fucina ardente e fantasmagorica del mercato attuale (Internet ecc.) con tutto ciò che questo richiede nelle modalità della nuova economia.

E questo facendo un parallelo tra la psicoanalisi quale scienza sistematica ed i predecessori nella grande poesia dei Cervantes, dei Goethe, e dei Sofocle e Shakespeare ove tutto era implicito.

La qualità è l’anima di ogni progetto di design.

L’oggetto è un mezzo per raggiungere il compratore, il cliente o colui che si farà tramite per altri "clienti". E quindi diviene sempre meno importante il prodotto in sé e la tecnologia che richiede, che arretra tra gli strumenti del prodotto-comunicazione. Anche il prezzo diverrà parto dell’immagine e tutto alla fine ruoterà attorno a quello che si dirà qualità del prodotto che dà garanzia di continuità, di attendibilità, di durata del suo valore. Ed anche questo aspetto ha molte sfaccettature pur dovendosi poi definire ed in qualche modo quantificare.

La qualità non è più un costo aggiuntivo né un fattore implicito, è qualcosa che si potrà leggere e delineare, descrivere, comunicare. È anche un alone, una condizione indotta da altri fattori che sono intorno (depliant, immagine, divulgazione, compartecipazione ad eventi di successo), ma rimane anche una sostanziale, intrinseca efficienza ed affidabilità.

Ogni oggetto di qualità allude anche ad altre cose. La qualità è gradimento, è promessa, ha valenza generativa, valorizza la figura sociale del cliente, il fattore di presenza ed induce sicurezza, attendibilità, calma.

E tutte queste cose sono obiettivi ed argomenti dello stile, dello studio della forma e della struttura funzionale e tecnica: l’anima del progetto di design.

E di tutto questo si occupano i designers e si possono individuare varie strade e vari percorsi della ricerca da sviluppare nella università del progetto.

"La cultura del progetto" è ricerca della qualità, è la sua incentivazione ed esplicitazione: La si farà operativamente nell’esperienza diretta.

Per questo l’azienda affiancherà il ricercatore docente e discente.

Per questo attorno al progetto si costruirà tutto il suo necessario corredo: la comunicazione, il pacchetto comunicativo.

L’idea è quella di sfociare nel piano economico, vederne gli aspetti, approntare un’idea di impatto nel "mercato". E qui l’interrelazione tra facoltà e studi diversi, tra la Scuola e i Dipartimenti di economia.

La qualità al centro di ogni "ecosistema": unità funzionale.