Design

Carlo Scarpa, oltre il segno dell'architettura
La plastica splende più dell'oro
I gioielli di plastica di Antonio Rossetti ed Elviro Di Meo


Il titolo non vuole essere una provocazione, ma solo il modo di inquadrare una determinata categoria del fashion design, quello legato alla gioielleria, che prende piede sul mercato internazionale. La plastica splende più dell'oro.





La nascita di un nuovo stile destinato ad estendersi, nel momento in cui sono i grandi artisti del passato ad ispirare intere collezioni segnate da linee pulite ed essenziali, come architetture vere e proprio. Nella smania affannosa di eliminare quanto di brutto ha prodotto l'epoca della postindustrializzazione, creando discariche e squilibri all'ambiente, il comunissimo plexiglas diventa il filo conduttore della ricerca progettuale condotta dagli architetti Antonio Rossetti ed Elviro Di Meo.

Una ricerca da tempo impegnata a difendere le logiche artistiche che sottendono il "fare gioielli", contro gli schemi imposti dal mercato di massa; contro la banalizzazione di prodotti, in cui l'obiettivo dell'azienda è far lievitare i profitti, a discapito della qualità e dell'arte, utilizzando testimonial super pagati. Non importa cosa offrire all'utente: l'importante è dare qualcosa portato dalla starletta di turno. Da qui, in antitesi a regole stereotipate, l'analisi verso forme, icone, poesie, che costituiscono la cultura del progetto, come quello ispirato a Carlo Scarpa: l'architetto più colto e aristocratico del Novecento. Tutto nasce dai disegni del giardino di Palazzo Querini Stampalia di Venezia, in cui l'artista esprime il suo segno caratterizzante che contraddistingue le sue opere. Dopo "Omaggio a Carlo Scarpa", anello realizzato in metacrilato (una lega di plastica, ndr.), completo del suo pakaging, dato all'ufficio commerciale della Fondazione Querini Stampalia, per una serie limitata di cinquanta oggetti numerati, è stata sviluppata un'intera parure, chiamata: "Scarpa, Oltre il Segno"; paure composta da orecchini, collier, bracciale e gemelli prodotta, sempre dalla "Fedele 82" di Roma, con lo stesso materiale usato per il gioiello iniziale.





L'anello, in vendita in occasione dell'apertura dell'area progettata da Scarpa, durante la vernice della 52° Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia 2007 –, è stato distribuito a vari collezionisti e gallerie d'arte, che ne hanno apprezzato l'originalità dell'idea progettuale, nonché il manufatto stesso. Ora lo scopo è andare oltre. Se da un lato l'impegno è chiudere contratti con show room disposti ad acquistare l'intera collezione, Rossetti e Di Meo sperimentano nuove ipotesi progettuali, accostando più materiali per ottenere una migliore resa qualitativa degli oggetti disegnati, oltre a mettere in produzione gli altri oggetti della linea Scarpa. Entrambi, al fine di far conoscere le nuove regole del gusto e di un'estetica fortemente desiderata, sono sostenitori di una teoria che accompagna il mondo del gioiello d'autore. Teoria ormai scippata e camuffata sotto altre forme, finita per diventare appannaggio di sedicenti critici d'arte.

Antonio Rossetti

Antonio Rossetti

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Elviro Di Meo