Design

Nu Light Design

Milano - Nu Light - Piazzale Baiamonti, 4
Dal 14 al 19 aprile 2004
Orario: dalle ore 11.00 alle 20.00
Cocktail party: venerdì 16 aprile 2004 dalle ore 18.00 alle 24.00

Nu Light Design è una piccola e intrigante mostra sulle avanguardie "La luce e il peccato" di Lucifero Illuminazione, "Low tech kitchen" della Lund University, i "divani poliuretano" di Masashi Sawada", le "Fotoforme" di 5punto6 e "Progress through innovative design" di BCF Design.


Designers:

5punto6 presenta "FOTOFORME"
La società bolognese produttrice di album pensati non solo per la fotografia, studia materiali, forme, colori per dar vita a oggetti da guardare, da toccare, da usare.
Tutto nasce dalla fotografia, intesa come visione, come spazio, come forma geometrica, una fotografia da valorizzare e da guardare che necessita di supporti adeguati alla sua importanza e contenitori che siano quasi un prolungamento dell'immagine.

Dado

5punto6
Dado

Yes I Do

5punto6
Yes I Do

Gli album firmati dai designers del 5punto6 sono oggetti realizzati a mano, lavorando materiali insoliti ed innovativi: lastre di acciaio e plexiglass, doghe di legno, pelle, lane e tessuti francesi, interpretati secondo una linea essenziale, diventano contenitori originali per raccogliere ed esporre fotografie e non solo. Le forme di questi album sono varie dal cerchio al quadrato al rettangolo, dalla scatola che contiene fogli separati a rilegature a fisarmonica rivestite di acciaio e legno. Gli album 5punto6 possono essere utilizzati anche come cataloghi di presentazione dei propri prodotti o come guest book. Il design e le forme di questi oggetti li rendono unici nel settore.
5punto6 nasce dall’idea di Paola Ravetta e Pietro Bertora, fotografi e designers parmigiani formati professionalmente dalla collaborazione con i nomi più importanti della fotografia internazionale durante il loro lavoro al Toscana Photographic Workshop. 5punto6 diventa un nome del design internazionale con Yes I Do, una delle prime creazioni, pubblicata all’interno dell’ Annuario Italiano del Design 2000 e la con la partecipazione alla scorsa edizione di Maison&Objet di Parigi, dove il G Box è stato selezionato tra le novità più interessanti della manifestazione esposte nel padiglione Touch me. Da allora gli album sono venduti in diversi negozi in Italia e nel mondo.



Masashi Sawada presenta la sua collezione di bench e poltrone, realizzati con una tecnica sofisticata di intreccio di strisce di poliuretano. L’estrema raffinatezza della sua ricerca estetica caratterizza anche le lampade e gli scaffali-libreria concepiti come se fossero delle sculture. La fibra di vetro che ne ricopre le superfici rende questi oggetti estremamente ricercati ed eleganti. Masashi Sawada vuole che le sue creazioni – basate sulla ricerca dell’originalità, fondamento del suo credo - abbelliscano la vita quotidiana provocando delle sensazioni di piacevolezza e benessere.

Sofa

Masashi Sawada
Sofa



Polychair

Masashi Sawada
Polychair



Tick-tock

Masashi Sawada
Tick-tock

Square cabinet

Masashi Sawada
Square cabinet

Il giapponese Masashi Sawada, dopo aver studiato alla Domus Academy, si specializza a Milano, dal ’94 al ’97, nello studio del design avvicinandosi alla filosofia della creatività italiana. Partecipa a importanti progetti con Stefano Giovannoni e Makio Hasuike. Lo scorso anno ha partecipato con successo a 100% Design a Londra.



Lucifero Illuminazione presenterà la mostra "LA LUCE E IL PECCATO".
Lucifero è un’azienda in piena libertà espressiva che produce virtuosismi luminosi con una mimica oscillante tra il lucido calcolatore e il bizzarro sperimentatore; in questo quadro ironico dissacratore, la luce è la rappresentazione della dinamica e dell’immobile.
Sulle rive del fiume (Doria Riparia), in un vecchio mulino del 1900, la Lucifero inventa e produce i suoi prodotti.

Faal

Lucifero Illuminazione
Faal

La ricerca di materiali e forme è una costante quotidiana, la metamorfosi di un’idea avviene freneticamente sui tavoli da lavoro tra un caotico rimaneggiare trasformatori, lampadine, tessuti metallici, fogli colorati, minuterie tonite e cavi di ogni tipo.
La metamorfosi si conclude con un magico "click" la lampada è nata.



Lund University presenta "LA CUCINA LOW TECH - ESSENZIALITA’ E CREATIVITA"
I modi di cucinare nel mondo occidentale sembrano richedere la produzione di cucine sempre più sofisticate. La gestione di acqua pulita e sporca, la gestione dei rifiuti, gli elettrodomestici per lavare, tenere al fresco e refrigerare, le diverse fonti di calore come quelle a elettricità, a gas, a induzione elettrica, i forni a microonde, i tostapane, i robo da cucina, le pentole a pressione, le macchine per fare il caffè...sono tutti componenti di una cucina altamente tecnologica. Purtroppo, la produzione, l’uso e infine lo smaltimento di questi prodotti consuma delle quantità di energia altissime.
Molti di questi elettrodomestici sono sicuramente molto utili e rappresentano la fine di una lunga catena di progressi industriali; però la questione è come mantenere lo stesso livello di confort e allo stesso tempo drasticamente ridurre l’impatto ambientale. Come si fa a ottimizzare la cucina, riducendo intelligentemente il livello di tecnologia invece di sempre alzarlo ancora di più? Progettisti e architetti hanno scoperto la cucina da tempo; i risultati però seguono spesso le tendenze più o meno attuali del momento, come per esempio la cucina-laboratorio in acciaio inox. I concetti fondamentali di conservazione e preparazione di cibo vengono solo raramente messi in discussione, e quindi non fanno parte della progettazione. Possiamo forse imparare da altre culture dei modi di cucinare altrettanto buoni ma nello stesso tempo più semplici?
Qui inizia il progetto della cucina Low-Tec: si tratta di creare un ambiente di lavoro ben disegnato che aiuta a non usare eccessivamente le risorse. È composto da pochi elementi: un fuoco per cucinare alla griglia o allo spiedo, uno serbatoio di acqua con un lavandino, un grande e resistente piano di lavoro e sotto dei contenitori per il deposito e la conservazione. Il layout di questa cucina è monolitico, invece di essere composto da elementi modulari; il blocco viene posizionato in mezzo a uno spazio o anche sotto il cielo aperto ed è accessibile da tutti i suoi lati. Come fonte di ispirazione servono sia le cucine delle cosidette culture „primitive" sia quelle della nostra storia pre-industrializzata. La sfida è di creare una cucina che offre un massimo di libertà creativa per cucinare e stare con gli amici. Siccome non richiede allacciamenti esterni di acqua o elettricità può essere installato dovunque in brevissimo tempo e si presta quindi per abitazioni improvizzate o temporanee.



BCF Design presenta "PROGRESS THROUGH INNOVATIVE DESIGN"
BCF design firma prestigiosi progetti internazionali da più di 25 anni.
Una firma che oggi è riconosciuta come espressione autentica del design italiano e di una completa cultura del prodotto.

Cappa Concept Faber

BCF Design
Cappa Concept Faber

L’esperienza internazionale di Marcello Cutino nella progettazione, la voglia di evolvere e la volontà di instaurare un rapporto di collaborazione e partnership creativa, fatta di integrazione di competenze e comunanza di obiettivi, è il metodo che ha permesso di far vincere a molte aziende le sfide con il mercato.
Un modo di intendere la progettualità come forza creatrice, innovazione che può aiutare le imprese ad acquisire consapevolezza della propria identità e del proprio ruolo nel mercato.
I prodotti innovativi che saranno presentati testimoniano alcune significative aree di progetto in cui lo studio è attivo da anni.
- Il bagno: Falerii lavabo "Ciottoli", il primo lavabo con gli accessori integrati. Forme e colori ispirati alla tradizione mediterranea.
- La cucina: Faber cappa "Concept", la prima cappa ad incasso. Nuova immagine, nuova fruibilità.
- L’arredamento: Sime "Nué", il primo termoarredo che introduce l’uso della luce per dare agli elementi riscaldanti un valore di arredo.