Design

David Chipperfield: idea e realtà

di Roberto Zanon

Inglese, architetto, classe 1953, David Chipperfield ha rapporti professionali con l’Italia da dieci anni ma, specifica egli stesso, senza ancora aver costruito nulla.

David Chipperfield durante il vernissage della Mostra

David Chipperfield durante il vernissage della Mostra

L’occasione di superare questa impasse è stata la mostra sulla sua attività di progettista che il Comune e l’Ordine degli Architetti di Padova gli hanno offerto di poter "concretizzare" nel medioevale Palazzo della Ragione. Pur nell’effimericità concessa da un allestimento, la costruzione espositiva che è stata approntata testimonia che siamo di fronte ad un architetto attento (non certo arrogante e presuntuoso come altri che hanno calcato questi stessi spazi), vigile affinché la macchina espositiva si caratterizzi formalmente senza far perdere di riconoscibilità al qualificato spazio ospitante.

Vista dell'esposizione dall'ingresso

Vista dell'esposizione dall'ingresso

Traspare l’evidente necessità da parte del progettista di trasmettere un’idea di ordine, pulizia e omogeneità. Tale obbiettivo è gestito sia attraverso il corpus delle opere esposte e sia nella composizione dei segni tridimensionali che caratterizzano l’allestimento finale. Il concetto che si manifesta esplicitamente è la valorizzazione del piano nobile del Palazzo della Ragione attraverso un rispetto che parte dal pavimento. L’antico terrazzo alla veneziana che caratterizza la pavimentazione è leggibile nella sua completa estensione grazie ad un progetto ostensivo che prevede che tutto - ad eccezione dei plastici - sia appeso dall’alto.

Vista dell'esposizione

Vista dell'esposizione

L’integrità dei materiali esibiti è stata riorganizzata nella composizione grafica e, per la parte dei disegni, uniformemente stampata con un processo serigrafico su un supporto di tela bianca. Anche i modelli di architettura, posizionati sopra una sequenza di prismi color grigio scuro, posti assialmente rispetto lo sviluppo longitudinale del Salone, hanno subito una rettificazione.

Vista con la sequenza dei plastici dal fondo del Salone

Vista con la sequenza dei plastici dal fondo del Salone

Sono infatti tutti realizzati in pietra oppure in "materiale plastico", perseguendo il risultato di una omogeneità che rifugge da ogni possibile effetto di riproduzione realistica a piccola scala delle maquette tradizionali. È evidente una ricerca che esalta la composizione delle masse e delle forme dell’architettura che viene rappresentata. Ed è una attenzione che, come si accennava, ritroviamo anche nella messa in opera delle strutture e dei supporti che generano l’allestimento. Un rigore non monotono o austero, bensì la composizione diligente delle geometrie dove alla chiarezza didascalica dell’ortogonalità, nella disposizione delle luci che calano dall’alto, è contrapposta l’introduzione del taglio obliquo e della diagonalità delle lunghe strutture che intelaiano i disegni rappresentanti i progetti. La scansione spaziale offerta dai cavi che sorreggono l’illuminazione puntiforme è talmente fitta da divenire percettivamente complessa, costruendo, grazie anche alle controventature dei pannelli, un inedito e inaspettato parametro di misura che si relaziona con il grande vuoto contrassegnato dal soffitto carenato.

In primo piano la lunga sequenza di plastici volumetrici con il Cavallo ligneo sul fondo

In primo piano la lunga sequenza di plastici volumetrici con il Cavallo ligneo sul fondo

Certo, ci sono forse anche delle carenze nella fruizione della mostra, come i percorsi non chiari che rischiano di far perdere l’orientamento tra i disegni tutti simili tra loro, la non sempre approvabile visione dei "retri" dei supporti appesi e le ombre, difficilmente prevedibili, generate dalla luce proveniente dagli alti lucernari, proiettate dalle plafoniere sui disegni. Sono queste delle carenze minime in rapporto alla capacità evocativa della mostra nella sua globalità. Ritroviamo le caratteristiche cui accenna Pierluigi Cerri quando, a proposito del ruolo dell’allestimento, scrive che "la struttura espositiva introduce al racconto, comunica attraverso la rappresentazione, illude con la costruzione di nuove prospettive, di nuovi punti di vista".

Vista perimetrale in cui si notano i retri dell'intelaiatura dei supporti espositivi

Vista perimetrale in cui si notano i retri dell'intelaiatura dei supporti espositivi

A Padova Chipperfiled, con la fabbricazione scenica approntata, sembra proprio voler raccontare la storia e offrire la visione del suo essere architetto, deludendo forse chi si aspettava di trovare schizzi o dettagli costruttivi, ma suggerendo comunque la sensazione di essere un progettista attento e sapiente nella composizione delle figure e dei volumi.


David Chipperfield: idea e realtà
Padova - Palazzo della Ragione
Dal 19 novembre 2005 al 19 febbraio 2006
Info: Comune di Padova - Ufficio Relazioni Esterne tel. 049 8205557