L'apparente paradosso del gioiello di Gijs Bakker
di Roberto Zanon
Al designer Gijs Bakker è dedicata una preziosa mostra, contenuta nell’avvolgente spazio del cinquecentesco Oratorio di San Rocco a Padova, da qualche tempo luogo deputato per le mostre di gioielleria contemporanea.
Gijs Bakker durante la presentazione
Sono pezzi straordinari quelli che è possibile vedere nella sequenza
espositiva, perché ci raccontano, per mano di un solo autore, l’evoluzione di
uno specifico campo del design – quello del gioiello contemporaneo – che nel
capoluogo patavino trova un centro di eccellenza con l’internazionalmente nota
“Scuola di Padova”. Ed è proprio ad opera di personaggi come Gijs Bakker che
questo settore progettuale ha potuto riscattarsi da semplice arte applicata in
operazione creativo-concettuale, suggerendo delle valenze inedite.
Visione d’insieme |
Visione d’insieme |
Nelle sue sperimentazioni troviamo svelato l’apparente paradosso del gioiello
che, storicamente inteso come oggetto unico, può diventare anche oggetto
seriale, spesso sfociando in soluzioni ironiche e irriverenti. Un progettista
che ha scardinato il sistema tracciando tra i primi un percorso di
sperimentazione che ha aperto la strada alle ricerche che tutt’oggi indagano le
valenze del gioiello inteso come oggetto a prima vista superfluo, ma del quale
invece la storia dell’uomo ha da sempre ribadito la necessaria esistenza.
Sezione Sperimentazioni fra dimensioni e funzionalità (1967 - 1972) |
Particolare sezione Sperimentazioni fra dimensioni e funzionalità (1967
- 1972) |
Se la mostra è quindi una ghiotta opportunità sia per gli esperti, ma anche per
chi desidera avvicinarsi a questo affascinate settore progettuale - e un plauso
deve essere riconosciuto alle due curatrici Mirella Cisotto Nalon e Marijke Vallanzasca
- non altrettanto positivo può essere il giudizio nei confronti dell’apparato
espositivo.
Le esili, sottili, instabili, difformi, sperse, bianche e/o trasparenti teche
diventano fragili quando si rapportano al definito e caratterizzato spazio
affrescato dell’Oratorio. Certo, c’è la concausa di un impianto luce “datato”
che appartiene in pianta stabile al luogo e che necessiterebbe una revisione
illuminotecnica, ma l’evidente ricerca della pulizia della forma degli
espositori non crea un dialogo esplicativo nel loro succedersi, quella
narrazione che il progetto dell’allestimento dovrebbe quanto meno sollecitare.
È uno scollamento di forme semplici, ma declinate sempre diversamente che si
intrecciano con finiture materiche tra loro non correlate: la trasparenza del
metacrilato, l’opacità del metallo verniciato bianco, la finitura ottonata. Soluzioni
cromatiche e formali che potrebbero talvolta anche funzionare in modo isolato,
ma che dimenticano di mettersi in relazione in una “catena sintattica”
significante, smorzando la carica trasgressiva che quasi tutti i pezzi esposti
ancora emanano.
Sezione Per una forma nuova (1963 - 1967) |
Sezione Forme di serie e produzione industriale |
Unico momento in cui si legge un tentativo di riscatto è nell’”espositore” dei
provocatori collari-collana del 1967-1972; qui cinque sagome metalliche e
antropomorfe sono disposte a formare un girotondo, accrescendo l’eloquenza
formale degli inusuali girocolli a cui fungono da supporto. Troppo poco per
contrastare una casualità compositiva che anche nella disposizione planimetrica
delle singole teche non interagisce con l’invece interessante suddivisione tematica
(e non necessariamente diacronica) in cui il lavoro dell’artista olandese è
stato scandito.
Sezione Ironia ed emozione Regine e Petali (1977-1986) |
Sezione Miti (1986 - 1990) |
Ricco e chiarificatore invece il supporto didascalico in cui dei
semplici numeri posti in prossimità dei gioielli rimandano alle spiegazioni
raccolte in un fascicolo in distribuzione in prossimità dell’entrata; viene qui
fornita una convincente descrizione delle opere in rapporto ai periodi storici
in cui si sviluppano le varie sezioni tematiche. Peccato che sia rilevabile una
carenza nella enigmatica sequenza numerica che non trova un intuitivo e
immediato riferimento agli oggetti esposti.
Sezione Fiori e colore (1989) |
Sezione I nuovi idoli (1998) |
Una attraente mostra quindi, all’interno di un contenitore ideale, dove
una imprecisa attenzione e valutazione verso le problematiche allestitive ha
sgravato di potenza espressiva l’articolato e straordinario corpus di opere
selezionato, stemperando il coinvolgimento emotivo che in maggior misura
avrebbe potuto essere amplificato.
Sezione Innovazione tecnica (1992 - 1998)
Gijs Bakker e il gioiello
Padova - Oratorio di San Rocco
Via Santa Lucia - Padova
Dall’11 aprile al 4 giugno 2006
orario: 9.30 - 12.30 / 15.30 - 19.00. Chiuso lunedì
ingresso libero
+39 0498204527 (info) +39 0498204539 (biglietteria)