Design

Oggetti di design realizzati da Pierfrancesco Arnone
di Pierfrancesco Arnone



Lampada da terra AURORA

Lampada AURORA

"El arte es recuerdo, recuerdo puesto en escena" dice Luis Barragan. E adesso ricordiamo il "concetto spaziale" di Lucio Fontana, immaginiamo che la tela sia un foglio di alluminio, avvolgiamola su se stessa, procuriamo i tagli, scopriamo la luce che si celava dietro di essa, direzioniamola opportunamente; siamo in scena.

La lampada, realizzata con un unico foglio di alluminio, monta al suo interno una lampada alogena, alloggiata su un supporto ancorato nella parte inferiore.

Le lamelle, attraverso cui passa la luce, sono direzionabili permettendo di creare un gioco di luci e di ombre.

Il foglio, è ancorato tramite un semplice incastro realizzato con lo stesso foglio senza l’utilizzo di tecnologie particolari.





Sgabello N. LITRI

Sgabello N. LITRI


Ho pensato che quando beviamo, di solito, produciamo un’enorme quantità di bottiglie di plastica ingombranti ed inquinanti; sfruttarle è il sistema migliore per dare un valore all’enorme quantità di plastica utilizzata. Ho notato che impilandole, dopo averle compresse, si ottiene una certa stabilità ed elasticità.

Creando dei volumi, bloccati da un involucro in pvc, ho realizzato una seduta comoda, originale ma soprattutto economica.





Panca LAMETTA

Panca LAMETTA

Questa seduta non ha ancora un nome definitivo, provvisoriamente l’ho chiamata "lametta".

Il sedile è costituito da due fogli di metacrilato contenenti all’interno un foglio di alluminio sagomato. La struttura è in acciaio.

"Ceci n’est pas une lame" direbbe Magritte; ma non è neanche la rappresentazione di una lametta, non è il caso in cui l’oggetto incontra la sua immagine. Credo che Magritte possa in ogni caso aiutarci quando afferma che un oggetto non è mai tanto legato al suo nome, che non se ne possa trovare un altro che gli si adatti meglio; il problema è che io non so trovare un nome più adatto di "lametta" per questa seduta, nonostante che non sia una lametta, ma appunto una seduta.

È la questione dell’oggetto che incontra il suo nome, l’oggetto che non svolge mai lo stesso ufficio del suo nome, un oggetto (un sistema di seduta) che parte da una lametta, che cambia proporzioni, materiali, funzione, trasformandosi in qualcos’altro, ma che non riesce a liberarsi del suo vecchio nome.

La questione è tutt’altro che chiara, forse bisognerebbe chiedere ad Oldenbourg.




Orologio da parete NAUTILUS

Orologio da parete NAUTILUS


L’elemento naturale legno, incontra l’elemento chimico alluminio, prendendo la forma a spirale del Nautilio, unico mollusco della sua specie ad essere ancora presente dopo milioni di anni.

La spirale formata dal susseguirsi delle ore, determina il prolungarsi di una giornata.

Le ore dell’orologio sono realizzate con tondini di alluminio innestati nel corpo centrale in legno.




Sgabello TAPPO

Sgabello TAPPO CHAMPAGNE


Si chiama sgabello Tappo Champagne, e come si può vedere è un doppio sgabello; il primo è realizzato in sughero, costituito da strati di truciolato, incollati a freddo; il truciolato di sughero è ottenuto dagli scarti della lavorazione dei tappi per bottiglie. Il secondo ha una struttura di ferro nichelato, mentre il sedile è realizzato in ferro stampato e nichelato.


Sgabello TAPPO VINO

Il secondo sgabello si chiama Tappo Vino; è realizzato con lo stesso procedimento ed ha un’altezza superiore.

Gli sgabelli possono essere sistemati in svariati ambienti: wine-pub, pizzerie, birrerie, allestimento di vetrine, allestimenti scenografici, corner per promuovere un prodotto enologico, ambienti frequentati da ragazzi, ambienti rustici, cantine, uffici, studi artistici, fotografici. Non c’è molto da spiegare, ho pensato che se Claes Oldenbourg e Coosje Van Brugen hanno usato un binocolo gigante come portale per il Centro Uffici Chiat/Day di Gehry, io posso usare un tappo di spumante gigante o di vino per sedermi sopra. E’ una questione di Pop Art.


Pierfrancesco Arnone

Pierfrancesco Arnone

Nato a Palermo nel 1969, si laurea in Architettura presso l’Università di Palermo, con Michele Argentino relatore.

Ha collaborato con diversi studi d’architettura a Palermo ed Avellino.

Dal 1998 si dedica quasi esclusivamente al design ricercando un connubio tra materiali primari e lavorati, dando armonia alle forme, originali o identificate in elementi d’uso quotidiano, ponendosi il problema del riutilizzo dei materiali di scarto.

Ha partecipato a diversi concorsi di design tra cui al "Good Design 1998", bandito da The Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design, presentando un progetto di due lampade in pietra lavica ceramizzata; nel 1999 al concorso "Under 35" presso la Opos di Milano; nel 2000 al concorso "Young & Design", presentando quattro sistemi di seduta.

Ha esposto al Salone Satellite 2000 presso la Fiera del Mobile di Milano e allo spazio AMI presso lo SMI (Fiera del Mobile di Zurigo), riscuotendo interesse da parte della stampa e del pubblico.

Ha partecipato, come docente, al Corso di Disegno Industriale tenuto dalla prof.ssa Marilù Balsamo presso la Facoltà di Architettura di Palermo, svolgendo un argomento relativo all’autoproduzione.

Ad oggi autoproduce e crea i prototipi dei suoi progetti, per avere il pieno controllo del materiale e dell’idea progettuale.