Biografie

James Turrell

James Archibald Turrell nasce il 6 maggio 1943, a Los Angeles, dall'ugonotto Archibald Milton Turrell (ingegnere aeronautico) e dalla quacchera Margaret Hodges Turrell (medico). Cresce a Pasadena e, nel 1961, si diploma presso la Pasadena High School. La famiglia gli fornisce i primi rudimenti scientifici relativi alla meccanica dei motori aerei, al volo aereo e alla fotogrammetria. Nel 1965 consegue il Bachelor of Arts in "Psichology and Mathematics" presso il Pomona College di Claremont (CA), istituto dove frequenta anche corsi di chimica, astronomia, storia dell'arte e scultura. Tra i docenti che eserciteranno una durevole influenza sulla sua opera futura, Turrell ricorda i nomi di Graham Bell, Paul Vitz (psicologia) e Robert Chambers (astronomia).

Fra il 1965 e il 1966, frequenta, per circa due semestri, gli Art Graduate Studies presso l'University of California ad Irvine, dove studia sotto la guida di alcuni dei futuri colleghi della scena minimalista californiana: Tony DeLap, John McCraken e David Gray.


Nel 1966, Turrell affitta nei sobborghi di Los Angeles il Mendota, un albergo dimesso (Ocean Park, California) che trasforma rapidamente nel suo studio e nella sua personale galleria espositiva. Le stanze del Mendota Hotel vengono imbiancate, isolate luministicamente e acusticamente, per ospitare le prime Cross Corner projections, in particolare la celebre Afrum (poi ribattezzata Afrum-proto). Si tratta di alcune lastrine metalliche, nel formato diapositiva, che adeguatamente forate vengono proiettate, secondo precise angolazioni, su superfici murarie adiacenti, immacolate e immerse nell'oscurità. Il fruitore percepisce la presenza di un solido luminoso, dai confini evanescenti, che solo dopo ripetute osservazioni rivelerà la sua natura proiettiva. Contemporaneamente, Turrell realizza alcune Single Wall projections, dove il procedimento proiettivo investe ora una singola parete, generando aperture virtuali, inondate di una luce scintillante che sembra provenire dall'esterno dello spazio ospitante le installazioni.

Nel 1967 l'artista allestisce la sua prima mostra personale presso il Pasadena Art Museum, e l'anno successivo da' vita ad una performance di scrittura aerea (Skywriting), insieme all'artista Sam Francis (1923-1994), all'interno del progetto Easter Sunday, nel Brookside Park.

A partire dalla fine del 1968, insieme al collega Robert Irwin (1928) e allo psicologo della percezione Edward Wortz, James Turrell conduce esperimenti sui campi percettivi totali (Ganzfeld) e sulla deprivazione sensoriale, all'interno del programma Art and Technology, istituito dal Los Angeles County Museum in collaborazione con gli scienziati e gli ingegneri della Lockheed Aircraft, della IBM e della Garrett Aerospace Corporation. James Turrell approfondisce, in questa sede, quelle modalità della percezione umana in ambienti controllati, o in condizioni di alterazione percettiva, che influenzeranno notevolmente la sua opera matura.

Tra il 1968 e il 1969 l'artista realizza le sue prime Shallow space constructions, sorta di traduzione tridimensionale delle prime Cross corner projections, nelle quali un setto divisorio viene letteralmente sospeso di fronte alla parete di fondo di una stanza e retro-illuminato, generando percezioni contraddittorie sulle dimensioni degli elementi spaziali coinvolti.

Alla fine del 1969 risalgono le sperimentazioni dei Mednota stoppages, in cui James Turrell indaga le relazioni percettive tra stimoli acustici e luminosi (naturali e/o artificiali), provenienti dall'esterno, e la loro ricezione da parte di individui isolati all'interno di camere progettate ad hoc.

I primi prototipi della serie Wedgeworks compaiono invece a partire dal 1970, creando immagini di pareti luminose cuneiformi, dalle tonalità cromatiche cangianti e caratterizzate da apparenti textures superficiali, che si insinuano all'interno dello spazio prismatico dell'installazione.

Nel 1973, James Turrell ottiene il Master of Arts presso la Claremont Graduate School (California).

Nel 1974, abbandonato lo studio di Ocean Park, riceve un una borsa di studio dalla fondazione Guggenheim, con la quale finanzia una serie di voli, sul territorio desertico dell'ovest americano, alla ricerca di un sito naturale in cui proseguire le sue ricerche espressive, questa volta all'aria aperta. Il luogo prescelto, dopo sette mesi di ricerche, è il Roden Crater, situato nel Painted Desert (Arizona). L'idea di Turrell è quella di trasformare queto cono vulcanico estinto in un immensa opera d'arte, definibile, con le stesse parole dell'autore, come un ‘monumento alla percezione'. L'artista sceglie questa cavità di origine strombolica, intuendone subito le straordinarie potenzialità: in primis, il basso grado di umidità e il clima favorevole del luogo forniscono naturalmente le condizioni ideali per le sperimentazioni dedicate alla luce - diurna e notturna - che ora possono esprimersi in un ampio contesto paesistico, e non più nel chiuso di un museo o di uno spazio urbano; inoltre, la (quasi) perfetta forma ellittica del rim del cratere lo trasforma in un emorme skyspace naturale, un luogo in cui un osservatore posto nel punto più basso del catino si sente sospinto verso il cielo, mentre la volta celeste, a sua volta, sembra discendere verso il basso, quasi a volerne sigillare l'apertura. Dall'epoca di questa scoperta fino ad oggi (2007), il progetto prende forma e si arricchisce di installazioni, tutte ipogee e destinate all'esaltazione dei fenomeni luminosi, all'osservazione delle costellazioni e alla percezioni dei suoni dell'universo.

A partire dal 1974, James Turrell redige una serie di disegni che costituiscono un progetto di massima sia per la modellazione di una nuova topografia del terreno, che per l'esecuzione di una serie di ambienti sotterranei collegati da tunnels orientati sideralmente.

Tra il 1974 e il 1976 l'artista californiano realizza alcune installazioni per il collezionista italiano Giuseppe Panza di Biumo, segnatamente uno skyspace (Skyspace I), una skywindow (Skywindow I) e un veil (Virga), presso Villa Litta Panza a Biumo Superiore (Varese, Italia). Lo skyspace è un particolare tipo di Structural Cut posto al di sopra della linea dell'orizzonte e realizzato tramite un'apertura eseguita nella copertura di un ambiente: in questo caso, è il cielo a porsi, virtualmente, sul medesimo piano del soffitto, creando l'illusione che esso sigilli lo spazio sottostante. Invece i veils generano una superficie luminosa grazie a tubi al neon disposti orizzontalmente: le sottili divisioni, generate dalle sorgenti luminose fluorescenti nascoste, sono intrappolate lungo piani immateriali che sembrano discendere dal soffitto. Per aumentare l'effetto prodotto dalle fonti luminose non naturali, sono impiegati lucernari - occultati nel solaio - che permettono alla luce diurna e notturna di mescolarsi con quella artificiale, modificandone l'intensità e la qualità secondo modalità sempre cangianti. La caratteristica peculiare di queste installazioni consiste nella percezione della parete sistemata oltre il velo che, a causa e nonostante l'intensa tonalità della luce colorata emessa dalle lampade, continua ad essere percepita di colore bianco.

Nel 1974, il conte Panza di Biumo finanzia primi disegni esecutivi per gli ambienti del Roden Crater project.

Nel 1976 nel corso della mostra organizzata presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam, James Turrell presenta i primi disegni esecutivi del Roden Crater project, insieme all'installazione City of Arhirit, in cui la sperimentazione sui campi percettivi totali (Ganzfelds) ha modo di organizzarsi in più ambienti, secondo una logica architettonica.

Trasferitosi a Sedona (Arizona), Turrell inagura i lavori della serie Prado - rubricabili come variazioni delle Space Division Constructios – che rielaborano idee già studiate dall'autore nei Mendota Stoppages: si tratta di spazi strutturati con degli skyspaces eseguiti però su pareti verticali.

Nel 1977 James Turrell acquista la proprietà del Roden Crater e del ranch che lo circonda, con l'aiuto di una donazione da parte della DIA Art Foundation, e si trasferisce a Flagstaff, località a circa 40 km dal cratere.

Nel 1980, il Whitney Museum of American Art di New York ospita la seconda mostra personale di Turrell, che inizia, sempre a New York, la progettazione del celebre skyspace per il P.S.1 Contemporary Art Center, affiliato al Museum of Modern Art.

A partire dal 1983 - e fino al 1989 -, James Turrell inizia la realizzazione di alcuni Dark Spaces, installazioni in cui l'osservatore è sottoposto ad un notevole stress retinico nel tentativo di stimare, in condizioni di oscurità totale e di proiezioni luminose a bassa intensità, cosa (immagini postume, residui fotonici, etc,) e come (ad occhi aperti o chiusi?) effettivamente si stia vedendo. Alcuni opere di questa serie sono inserite nel Cap Street Project e nella mostra allestita presso il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, entrambe dei primi anni Ottanta.

Nel frattempo, James Turrell definisce sempre più dettagliatamente la struttura degli spazi ipogei previsti per il Roden Crater project, raccogliendo nuove soluzioni progettuali in due serie di acquetinte a tiratura limitata - intitolate, rispettivamente, Deep sky (1985) e Mapping spaces (1987) -, e in alcuni modelli fisici. Riflessi di queste sperimentazioni spaziali si ritrovano nei plastici e nei disegni per alcune Autonomous Structures (1986-89) che, nelle intenzioni dell'autore, dovrebbero ospitare, in isolate cellule spaziali dalle variegate configurazioni stereometriche, sia Ganzfeld, che Dark Spaces e Skyspaces.

Dal 1989 al 1990 Turrell lavora al progetto dell'Irish Sky Garden, una sistemazione paesaggistica che prevede l'inserimento di alcune strutture ctonie nel territorio intorno a Skibbereen - ad ovest di Cork, sede della Liss Ard Foundation, committente del progetto -, orientate astronomicamente per registrare alcuni fenomeni celesti. Durante questo periodo, James Turrell si trasferisce a Inishkame (Irlanda).

A partire dal 1991, Turrell riprende le sperimentazioni con i Ganzfeld, progettando e realizzando le Perceptual Cells, unità mobili in cui l'osservatore è invitato ad entrare, venendo sottoposto a sincroni stimoli sia luminosi che acustici. Il coinvolgimento corporeo dell'osservatore è sempre più al centro del lavoro dell'artista con il primo Water piece (presso Le Comfort Modern, Poitiers, Francia), in cui il fruitore deve immergersi in una piscina, su cui è sospesa l'installazione vera e propria, per godere di uno skyspace.

La prima mostra nipponica di James Turrell risale al 1995, presso la Art Tower della città di Mito, dove presenta alcuni Gassworks.

A partire dalla metà degli anni Novanta, l'artista californiano inizia a concentrasi su progetti di illuminazione di edifici esistenti (a Lipsia e a Bregenz), trasformati così in sculture luminose. Agli stessi anni, risale anche la realizzazione di uno skyspace per la meeting house della comunità quacchera di Live Oak (Houston), nonché la collaborazione con l'architetto nipponico Tadao Ando per il Naoshima Contemporary Art Museum (1998). Altri progetti a scala paesistica di questo periodo includono la realizzazione di un cratere artificiale (Celestial Vault in Kijkduin), su commissione del Center of Visual Arts dell'Aja, lungo le coste sabbiose della costa olandese.

Il 1998 segna sia il ritorno di James Turrell in Giappone con un'ampia antologica prima presso il Museum of Modern Art a Saitama, poi al Nagoya City Art Museum e infine al Setagaya Art Museum; sia anche l'approvazione, da parte delle autorità federali competenti, dei progetti esecutivi per la ‘prima fase' del Roden Crater project, che prevede la realizzazione di quattro spazi: il Sun and Moon space, l'Eye of the Crater, la South Lodge e l'Alpha Space (o East Portal), oltre che il ciclopico Alpha tunnel.

Il 2006 vede il completamento degli spazi previsti dalla ‘fase due' del progetto del Roden Crater, verificandosi, proprio nell'autunno di quell'anno il primo di una serie di eventi legati al moto della Luna osservabili dalle sue strutture interne.

Attualmente l'artista californiano risiede per metà dell'anno a New York, e per l'altra metà in Arizona, precisamente nella città di Flagstaff, per poter seguire da vicino i lavori presso il Roden Crater, entrati nella ‘fase tre': il primo spazio ad essere realizzato, in questo nuovo stadio esecutivo, sarà il Fumarole space, una complessa struttura incardinata intorno ad un'enorme sfera cava che fungerà da spazio ricettivo delle immagini e dei suoni del paesaggio desertico e di quello stellare.

[A.D.R.]