Biografie

Jean-Baptiste Armand Guillaumin

Testi di Chardeau-Botteri e Daniela Magnetti

Testo di Chardeau-Botteri

Jean-Baptiste Armand Guillaumin nasce a Parigi, al numero 10 di rue de Rivoli, il 16 febbraio 1841. Suo padre, Jean-Joseph Guillaumin, è sarto; ha lasciato Moulin nel 1839 per insediarsi a Parigi nel quartiere dei grandi sarti dove è proprietario di un atelier specializzato in abbigliamento per caccia. La madre, Françoise-Felicité Legay, la cui famiglia è originaria di Pontgibaud nel Puy de Dôme, ha avuto altri tre figli: Charles, Maurice, e Marie.

M.lle Guillaumin Lisant

Armand Guillaumin
M.lle Guillaumin Lisant

Nel 1847 la crisi obbliga la famiglia Guillaumin a ritornare nell'Allier a Moulin dove il padre si sistema come dettagliante d'abiti e sarto. A scuola Guillaumin stringe amicizia con Eugène Meunier (poi soprannominato Meurer), che resterà suo amico fino alla fine e per tutta la vita aiuterà gli impressionisti. Guillaumin però abbandona gli studi in terza. Durante lo stesso periodo inizia gli studi d'arte a Moulin con il professore Judot.

Dieci anni dopo i giorni del febbraio 1848 in cui la rivolta borghese rovescia la monarchia ci troviamo in un'epoca di grande crescita economica e industriale in cui vengono realizzati progetti importanti (l'ala nord del Louvre, la costruzione dei grandi magazzini, l'apertura dei grandi viali…).

Guillaumin a sedici anni viene così mandato a Parigi per lavorare nel negozio di biancheria dello zio Bernard, "Mille e Una Notte", che ha il vantaggio di essere vicina alla futura Opéra, a numerosi atelier di pittori, a quello di Nadar e alla Galerie Durand-Ruel. Guillaumin però non ama il suo lavoro. Si iscrive quindi alla Scuola municipale d'arte in rue des Petits-Carreaux. Segue i corsi di disegno dello scultore Louis-Denis Caillouette, un Premio di Roma che realizza numerose sculture per Parigi. Sfortunatamente lo zio gli proibisce di esercitare la sua passione; è quindi obbligato a disegnare di notte alla luce di una candela. Decide allora di lasciare la boutique e riesce a trovare un posto in un altro negozio di tessuti, dove il lavoro è così tanto che non riesce a dedicarsi all'arte! Guillaumin è anche appassionato di letteratura contemporanea, Chateaubriand, Lamartine, Victor Hugo, Stendhal, Théophile Gautier, senza dimenticare gli scritti di Baudelaire che fanno appello a un nuovo umanesimo. Apprezza in modo particolare Balzac, e soprattutto il romanzo Les Employés che gli fa desiderare di diventare un "travet" dato che Balzac vi descrive una vita tranquilla e facile. Per questo motivo nel 1860 entra nella Compagnia della ferrovia Parigi-Orléans come impiegato al servizio dei Titoli. È una delle compagnie create da Napoleone III per incoraggiare l'espansione delle strade ferrate; qui, deluso dal libro che tanto lo aveva fatto sperare, non guadagna che pochi soldi. Ha tuttavia la possibilità di usufruire di biglietti ferroviari che gli permettono, alla domenica, di partire per i dintorni di Parigi, per disegnare con passione e dipingere secondo natura. Il suo stile è ancora molto vicino ai naturalisti romantici dai toni cupi. È, in effetti, il periodo in cui la Scuola di Barbizon mostra la strada dell'evasione verso la campagna, in una verve naturalista, lontana dal classicismo e dalla rappresentazione epica. Ci sono Diaz de la Pena, Harpignies, Daubigny, Rousseau e Millet.

Les Meules

Armand Guillaumin
Les Meules

Dal 1861 segue corsi all'Académie Suisse. Studia molto: d'estate dalle sei alle nove di mattina e d'inverno dalle dieci a mezzanotte. All'accademia impara l'anatomia, la prospettiva e in seguito presenta la sua candidatura al concorso del Premio di Roma. L'Académie Suisse è un'istituzione completamente indipendente, che si oppone a quelle ufficiali dal momento che, pagando la minima somma di dieci franchi, gli artisti che non si piegano alle esigenze dell'Académie des Beaux-Arts hanno la possibilità di dipingere liberamente. Vi hanno lavorato anche alcune personalità come Monet, Courbet (cfr. il suo ritratto di padre Suisse) e anche Delacroix. È qui che Guillaumin conosce Cézanne, Francisco Oller e Pissarro, creando forti legami di amicizia. Pissarro prenderà sempre Guillaumin sotto la sua protezione e gli farà conoscere nuovi amici: Manet, Degas, Bazille, Renoir, Sisley.

Nel 1863 il Salon ufficiale aveva rifiutato più di quattromila opere; Napoleone III autorizza l'organizzazione di un "Salon des Refusés" (salone dei rifiutati) con lo scopo di sedare le proteste sollevate dagli artisti. Vi espongono gli artisti liberi che più tardi formeranno il famoso gruppo degli impressionisti. Sono presenti Pissarro, Cézanne, Guillaumin, e Manet con lo scioccante Déjeuner sur l'herbe. Il Salon subisce tuttavia un grande smacco perché né il pubblico né la critica lo prendono seriamente.

Per questo motivo l'anno seguente Guillaumin rinuncia a presentarsi al Salon. Vediamo così il suo carattere volitivo, la sua onestà intellettuale, incapace di fare concessioni, a scapito dei suoi interessi. Nello stesso anno latelier 'di belle arti di Gleyre chiude perché questi è colpito da cecità. Monet, Sisley, Renoir e Bazille si trovano liberi. Vanno allora a Chailly-en-Bière, presso Barbizon dove ritrovano Corot, Daubigny, Millet e Diaz, oltre a tutti i romantici naturalisti.

Nel 1865 Cézanne introduce Guillaumin agli incontri del giovedì di Zola, dove conosce gli amici di Bazille. Assistono tutti alle riunioni organizzate da Manet nei vecchi atelier di Gleyre. Guillaumin è a quel tempo uno dei pionieri delle nuove teorie artistiche difese da Manet ma, a differenza di quest'ultimo e di Degas, Bazille, Cézanne o Pissarro, Guillaumin non ha abbastanza denaro per dedicarsi come vorrebbe alla pittura. Le sue prime opere che conosciamo sono datate in quest'anno.

Nel 1866 Guillaumin decide di lasciare la Compagnia ferroviaria Parigi-Orléans, per votarsi alla pittura ma non vende quasi nessuna delle sue opere. Si aggiunge quindi a Pissarro e Renoir nel lavoro di pittura su tende. È in questo periodo che Guillaumin dipinge il ritratto Pissarro dans son atelier. Questo periodo è molto formativo per il suo apprendistato; studia il Trattato di pittura di Leonardo da Vinci e il libro di Valenciennes sulla prospettiva. Visita molto spesso il Louvre, si ispira alle opere di Lorrain, dipinge un ritratto di Rubens e poi una testa di Ribera. Passa anche ore a disegnare e a dipingere gli animali e le piante del Jardin des Plantes. Guillaumin è costante e caparbio, utilizza tutto il suo scarso tempo libero per esplorare i dintorni di Parigi, fare schizzi dei lungofiume, dei cavalli da tiro e degli operai al lavoro. Resiste così, senza lavorare, due anni ma la miseria incombe. Trova allora un posto al Servizio d'igiene e deve controllare la rete stradale tre notti a settimana. Quando la situazione migliora affitta il vecchio atelier di Daubigny al numero 13 di quai d'Anjou nell'Ile-Saint-Louis, in una vecchia casa costruita nel XVII secolo. Da questo atelier potrà quindi osservare e dipingere i lungofiumi e le chiatte. Si deve notare che questo angolo è molto apprezzato dagli artisti dopo che Daumier abiterà al numero 9 e Baudelaire al 17 dello stesso lungosenna. In questo periodo Guillaumin esegue una serie di pastelli e disegni che rappresentano i lungofiumi di Parigi. Tutti hanno in comune colori smorzati e freddi e preannunciano una stupefacente abilità che farà dell'artista uno dei primi e migliori pastellisti tra gli impressionisti.

I nuovi divertimenti - passatempi - fanno del 1869 un anno fecondo dato che dipinge molte opere tra cui La Seine à Ivry e Chemin creux, effet de neige che rievocano lo stile di Pie, di Monet, dipinto nello stesso anno.

A quell'epoca Manet lascia il caffè Bade per il caffè Guerbois (avenue de Clichy) con lo scopo di riunire i vecchi allievi dell'atelier di Gleyre: Monet, Renoir, Sisley, Bazille, Degas, Fantin-Latour, Pissarro, Cézanne, Guillemet, Alfred Stevens, Constantin Guys, Nadar e talvolta Guillaumin. Gli fa piacere incontrarvi Courbet, considerato come il maestro, l'innovatore, il modello, ma anche letterati e storici dell'arte che partecipano a discussioni sulle nuove concezioni plastiche, sugli eventi, sulla letteratura, come Théodore Duret, Duranty, Amand Sylvestre, Villot, Paul Alexis… e soprattutto Zola che è il "realista naturalista" della letteratura. Guillaumin però non è molto apprezzato perché ha un carattere chiuso, lunatico e misogino. È di un altro ambiente poiché è l'unico con Renoir a provenire dal proletariato. Non ha abbastanza soldi, cosa che gli dà l'aspetto di un indigente, impiegato subalterno nell'amministrazione. Inoltre ha delle idee rivoluzionarie scioccanti. Nondimeno quando Courbet sarà condannato e imprigionato per aver provocato la caduta della colonna Vendôme, Guillaumin sarà l'unico artista a fargli visita e a portargli provviste. Scoppia intanto la guerra del 1870.

Durante la guerra franco-tedesca Guillaumin ha pochissimo tempo da dedicare alla pittura anche se sfugge al servizio militare, dato che non fa parte degli uomini estratti a sorte per questo scopo. La Comune però è devastante perché i suoi incendi distruggono il suo atelier e quindi le sue opere d'arte. Nello stesso anno della settimana cruenta, il 1871, Guillaumin dipinge il ritratto di una ragazzina che quindici anni dopo diventerà sua moglie. Tale ritratto mostra un grande cambiamento di tecnica. I colpi di pennello spessi e pesanti delle tele sono scomparsi per lasciare posto a pennellate più fini. Il suo stile si avvicina a quello di Pissarro e di Cézanne, e preannuncia la futura ricchezza di colori.

Dopo la guerra franco-tedesca i rapporti degli artisti della Nuova Scuola si consolidano. Nel 1872 Cézanne e Guillaumin raggiungono Pissarro a Pontoise. Quest'ultimo presenta loro il dottor Gachet che ha una casa di campagna a Auvers-sur-Oise. Il dottore è un artista dilettante, con il nome di Van Ryssel, che inizia presto a collezionare le opere d'arte dei suoi amici. Cézanne e Guillaumin dipingono entrambi un oggetto che appartiene al dottore (fiori su una tovaglia blu); l'opera di Guillaumin La nature morte è firmata e datata 1872. Gachet le comprerà ambedue. Guillaumin si reca spesso a Pontoise con Cézanne e Béliard per vedere Pissarro, oppure a Auvers per vedere il dottor Gachet. A sua volta Guillaumin presenta loro il suo amico Murer. Questi ha una pasticceria e un ristorante ed è noto per sostenere molto gli artisti, occuparsi di letteratura e frequentare l'ambiente artistico. Ama molto il lavoro di Guillaumin e diventerà uno dei suoi clienti assidui. In seguito sarà sempre di grande aiuto agli artisti della Nuova Scuola dato che acquisterà le loro tele o li inviterà a cena.

È un periodo ricco di insegnamenti per Guillaumin, che lavora nel pieno della natura, con uno spirito emulativo che arricchisce. Il dottor Gachet, appassionato di acquaforte, istalla nel 1873 una pressa ???un torchio??? a casa sua, a disposizione di Cézanne e di Guillaumin. Questi vi realizzeranno le loro prime incisioni. Guillaumin ama molto questa tecnica e realizza più di venti incisioni. La sua prima lastra Chemin creux aux Hautes-Bruyères sarà dedicata al dottor Gachet. Quest'ultimo mette in relazione Guillaumin e Richard Lesclide che sceglie numerose delle sue lastre per la pubblicazione Paris à l'eau-forte (o De Paris à Paris par le chemin de fer de Ceinture). Questo libro è stato scritto appositamente per potervi inserire una ventina di acqueforti di Guillaumin; queste ci dimostrano che lavora molto nella zona di Parigi. Il rapporto tra Guillaumin e il dottor Gachet è sempre più stretto. Quest'ultimo spinge Guillaumin a dipingere nature morte preparandogli composizioni di fiori, maioliche, frutta, libri…

Guillaumin si dedica anche al pastello ed eccelle. Sfortunatamente, per mancanza di mezzi, deve utilizzare cartoni incollati sommariamente. La luce tuttavia brilla nei suoi paesaggi. Come gli altri artisti si interessa alla teoria di Chevreul sul colore e sul modo di utilizzare le tonalità e di contrastarle.

I rimborsi di guerra ai tedeschi causano una recessione economica e una grave crisi finanziaria, le cui ripercussioni si faranno sentire molto pesantemente nel settore artistico. Dato che la situazione peggiora sempre di più gli artisti decidono, su iniziativa di Pissarro, di creare un gruppo che organizzerà le proprie esposizioni: "La Société anonyme des Artistes, Peintres, Sculpteurs, Graveurs" i cui membri fondatori erano Monet, Renoir, Sisley, Cézanne, Degas, Morisot, Béliard e Guillaumin. Manet rifiuta di partecipare perché nota che i suoi amici accettano un compromesso con il mondo ufficiale. Ma fallisce. A causa del suo genio non fa già più parte del nuovo gruppo: rappresenta la cerniera tra romantici, naturalisti e nuove idee. La Francia è troppo impregnata di tradizioni borghesi per accettare nuove idee nell'arte. Non si accetta l'apertura clamorosa verso la luce, la natura, il modo di trattare il motivo o di rappresentare la vita quotidiana. L'accademismo è ancorato a soggetti allegorici e al culto della bellezza attraverso la rappresentazione idealizzata dei soggetti. A parte qualche critico solo il mercante Durand-Ruel s'interessa alla Nuova Scuola. Darà il suo sostegno fino a mettere a rischio l'esistenza della sua ditta.

Il 15 aprile 1874 si svolge, nel vecchio atelier di Nadar, la prima esposizione organizzata della società con ventinove partecipanti e centosessantacinque opere. Il "gruppo di Batignolles" è pressoché al completo: possiamo vedere Cézanne, Degas, Monet, Morisot, Pissarro, Renoir, Sisley, Guillaumin, Astruc, Attendu, Beliard, Bracquemond, Bureau, Cals… Tra gli anziani figura solo Eugène Boudin. Guillaumin espone tre olî: Le soir, Paysage, temps pluvieux e Soleil couchant à Ivry. Questa esposizione provocò la nota burrasca, fu un vero fiasco commerciale ma scatenò molta curiosità (lett. fu un grande successo di curiosità). Tra le opere figurava la tavola di Monet Impression, Soleil levant che servì da battesimo agli artisti indipendenti dopo che il giornalista Louis Leroy li definì "impressionisti". Tutto questo contribuirà a dare loro un sentimento di solidarietà. L'esposizione del 1874 rivela quindi un gruppo di artisti che lavorano insieme per un ideale comune, la ricerca della verità attraverso una nuova sensibilità. La loro preoccupazione è la rappresentazione dei colori della natura come vengono percepiti attraverso la luce all'aria aperta. Il colore è quindi scomposto in un riflesso cangiante di piccole pennellate; le larghe superfici colorate si affinano e si trasformano in innumerevoli tocchi contrapposti di colore. È quindi la fine delle larghe pennellate opache alla maniera di Manet. Queste caratteristiche si ritrovano nei paesaggi di Pontoise di Pissarro, in La maison du pendu di Cézanne e nelle vedute di Parigi di Guillaumin.

La situazione finanziaria di Guillaumin è modesta ma accettabile. Oltre al dottor Gachet e al suo amico Murer, ha come acquirenti M. Rondest (un droghiere di Pontoise), padre Tanguy (venditore di colori in rue Clauzel: il suo negozio diventerà rapidamente un punto di incontro della Nuova Scuola) e anche padre Martin (mercante di quadri di rue Lepeltier) che fu tra coloro che fecero propaganda al Movimento della Scuola di Honfleur, animata da Isabey, poi Boudin. A quell'epoca Guillaumin abita ancora con la madre a Levallois-Perret, dove spesso gli fa visita Cézanne.

A causa del buco lasciato dall'esposizione del 1874 è necessario procedere a una vendita all'asta. Durand-Ruel fa parte dei periti. Malgrado gli sforzi di amici danarosi come Caillebotte o Duret, il risultato è un insuccesso: molti dei dipinti sono ritirati dagli artisti e le somme ottenute sono molto inferiori alle previsioni. Berthe Morisot ottiene i prezzi migliori.

Cézanne si sistema in quai d'Anjou presso Guillaumin. I due amici dipingono insieme sui bordi della Senna e spesso la domenica si recano insieme a Auvers dal dottor Gachet. Il trio Cézanne, Pissarro, Guillaumin è saldamente unito (ritratto di Guillaumin au pendu di Cézanne). Il dottor Gachet ha una grande influenza su Guillaumin che presso di lui trova non solo un appoggio morale e materiale ma anche un rilassamento meraviglioso nel gradevole scenario di Auvers.

L'"Unione artistica" creata da Pissarro sfocia nella seconda esposizione del 1876 alla Galerie Durand-Ruel. Manet, Cézanne e Guillaumin rifiutano però di parteciparvi dal momento che il gruppo di Degas li snobba. Così Cézanne, Pissarro e Guillaumin lasciano l'"Unione artistica" per unirsi a un nuovo gruppo, "La Società dell'Unione", che accoglie anche Béliard, e il cui fondatore è Alfred Meyer, amico di Pissarro. Questa nuova società cerca di fare concorrenza al gruppo degli impressionisti e organizza una propria esposizione nell'inverno del 1877.

La terza esposizione degli impressionisti ha luogo il 30 aprile 1877: Guillaumin, Cézanne e Pissarro presentano le loro opere con Renoir, Monet, Caillebotte, Sisley, Lamy, Berthe Morisot e Degas. Guillaumin presenta quindi dodici olî tra cui Femme couchée. A parte qualche eccezione la critica è piuttosto ostile e il pubblico esita ad acquistare questo genere di quadri, di cui non comprende il vero significato. Murer, che è sempre legato a Guillaumin da una forte amicizia, pubblica un libro in cui dedica al suo amico un intero capitolo. È un componimento in versi che contiene un capitolo intitolato Le Fou (Il matto), una commedia molto elogiativa per Guillaumin.

A questo punto il gruppo abbandona il caffè Guerbois a vantaggio di Nouvelle Athènes (place Blanche) dove di sera si terranno le riunioni degli amici. L'anno seguente Pissarro insiste con Guillaumin perché questi si dedichi completamente a dipingere. Vuole che Guillaumin abbandoni il suo lavoro presso la Città di Parigi, ma questi deve aiutare sua madre e i suoi nonni. Il lavoro notturno gli lascia la libertà di dipingere di giorno. Nel 1879 insorge una nuova divergenza tra gli artisti. Al fine di una più ampia comprensione dell'impressionismo si potrebbe riprendere una trattativa per partecipare al Salon ufficiale. Monet, Sisley e Renoir sarebbero favorevoli mentre Pissarro, Caillebotte, Degas, Rouart, Berthe Morisot e Guillaumin sono intransigenti.

Guillaumin non parteciperà quindi alla quarta Esposizione degli impressionisti, seguito da Sisley, Renoir, Cézanne. Questi ultimi mandano però i loro dipinti al Salon ufficiale… In quell'anno Guillaumin dipinge alcune vedute di Parigi e del lungosenna; le sue entrate sono aumentate grazie alla produzione di ritratti.

Nell'aprile del 1880 si tiene la quinta esposizione del gruppo dal titolo, dato da Degas, "Pittori indipendenti". Tra i componenti del gruppo espongono Degas, Pissarro, Berthe Morisot, Caillebotte, Rouart e Guillaumin. Possiamo aggiungere i nuovi arrivati: Lebourg, Cassat, Forain, Levert, Zandomenechi, Tillot, Raffaelli, Vidal, Gauguin e Vignon. Guillaumin presenta ventidue dipinti, soprattutto dell'Ile-de-France e sette ritratti. L'effetto della sorpresa nei confronti del pubblico però è scomparso.

Tutte queste manifestazioni sono infatti la rappresentazione della stessa lotta contro il conformismo, per l'indipendenza e la libertà. Il 1881 segna però una svolta. È rottura tra gli artisti vicini a Pissarro e quelli della cerchia di Degas. La famosa lettera scritta da Caillebotte a Pissarro nel 1881 relativa all'esposizione del gruppo rivela molto: "Cosa diventeranno le nostre esposizioni? … noi dobbiamo continuare e continuare unicamente in un senso artistico … chiedo che un'esposizione sia fatta con tutti quelli che hanno messo un interesse reale in questo problema, vale a dire voi [Pissarro], Monet, Renoir, Sisley, B. Morisot, Cassatt, Cézanne, Guillaumin, se volete Gauguin, forse Cordey e me. È tutto, dato che Degas rifiuta un'esposizione ben fatta … Degas ha portato tra noi la disorganizzazione …farebbe meglio a fare un po' più di pittura". L'esposizione si tiene al numero 35 di boulevard des Capucines; Guillaumin presenta quindici opere. Monet, Renoir, Sisley, e Cézanne prendono le distanze. Notiamo che Joris-Karl Huysmans, critico d'arte in apparenza ostile al gruppo, in questo caso fa l'elogio di Pissarro, di Gauguin e di Guillaumin trattandolo ???trattando quest'ultimo??? come "colorista feroce". Guillaumin ricerca nella natura purezza e verità ma il suo stile di vita e i suoi contatti professionali lo mettono in rapporto con la dura realtà sociale dell'epoca. Diverrà quindi più duro, più realista nella sua pittura, non utilizzerà armonie di luce sfumata come Renoir o Pissarro. Solamente Gauguin ha questo punto in comune con Guillaumin, dato che anche lui ha un impiego retribuito.

Nel 1882 le tensioni in seno al gruppo sono ancora più forti. Da un lato Gauguin e Guillaumin sono molto intransigenti verso il gruppo di Degas e dall'altro Degas, Monet e Renoir si oppongono alla partecipazione di Pissarro al Salon a causa del suo lato rivoluzionario e politicizzato. Malgrado tutto il primo aprile si arriva a installare la settima esposizione, grazie a Durand-Ruel con Caillebotte, Gauguin, Guillaumin, Monet, Morisot, Pissarro, Renoir, Sisley, Vignon. Sarà una grande esposizione, malgrado la situazione finanziaria di Durand-Ruel la cui banca ha fatto fallimento dopo il tracollo finanziario della Terza Repubblica. Guillaumin a questa mostra presenta ventisei opere compresi, per la prima volta, paesaggi della costa della Normandia e di Dieppe. La critica si interessa sempre di più all'impressionismo e il pubblico comincia ad acquistare le opere.

L'anno 1883 non presenta nessuna esposizione in comune degli impressionisti. Durand-Ruel preferisce organizzare una serie di esposizioni individuali. Guillaumin dipinge soprattutto gli argini e i dintorni di Parigi tra cui Pont Marie e La Seine à Charenton. Nel 1884 dipinge luoghi pittoreschi di Damiette, dove fa la conoscenza di Paul Signac, che sarà pieno di ammirazione per lui e con il quale allaccerà una grande amicizia. Presenterà questi e il suo amico Seurat a Pissarro, che sarà attratto dalla loro teoria del divisionismo che porta al pointillisme. Guillaumin però, pur lasciandosi attrarre dalle loro teorie nuove, non seguirà questa strada perché per lui è troppo teorica e carente di spontaneità ed emozione pittorica. Preferisce rimanere naturalista. Pissarro forma così un nuovo gruppo, gli "Artisti indipendenti", con Odilon Redon, Georges Seurat, Paul Signac, Dubois Pillet. Costoro espongono nel maggio del 1884, e Guillaumin partecipa. È la prima manifestazione pubblica aperta a tutti, l'idea si farà strada… In giugno però, a causa della mancanza di rigore del primo comitato, gli artisti del gruppo ne formano un altro, la "Società degli Artisti indipendenti". Questa nuova società realizza un'esposizione il 10 dicembre 1884 sugli Champs-Elysées con Guillaumin, Seurat, Signac, Redon, Schuffenecker. Durante l'anno Guillaumin dipinge a Parigi ma soprattutto a Epinay e a Damiette dove esegue la bella opera Crépuscule à Damiette.

Il 1885 è segnato dalla retrospettiva delle opere di Delacroix alla Scuola di Belle Arti. La ricchezza dei suoi colori segnerà molto gli impressionisti.

Gauguin ritorna dalla Danimarca e rivede Guillaumin. Si possono quindi riprendere nuove riunioni nell'atelier di Guillaumin. Cézanne affitterà un atelier al numero 15 di quai d'Anjou. Ambedue sono ancora molto amici e si copiano reciprocamente.

Guillaumin è al momento attratto dalle tonalità dell'alba e del crepuscolo. Il suo interesse per la polarizzazione degli arancione-rosso e dei verde-blu, oltre alla preferenza per il colore, si ritrova anche nelle opere di Gauguin del ???1885???.

Il 15 maggio 1886 segna l'ultima esposizione del gruppo preparata da Eugène Manet. Del gruppo iniziale, quello della prima manifestazione del 1874, non restano che Guillaumin, Degas, Pissarro, Berthe Morisot e Rouart. Guillaumin espone ventuno tra dipinti e pastelli; cerca di includere i neo-impressionisti Seurat e Signac oltre a Odilon Redon. Berthe Morisot e suo marito Eugène Manet però si oppongono violentemente. Degas è dello stesso avviso. L'esposizione si tiene senza Monet, Renoir e Sisley. La critica è abbastanza favorevole e Feneon lusinga Guillaumin parlandone come di un "bel pittore dell'impressionismo". Così, l'impressionismo ha vinto e si diffonde negli Stati Uniti grazie a Durand-Ruel che, in marzo, organizza un'esposizione impressionista a New York dove sono rappresentati Monet, Pissarro, Renoir, Degas, Sisley, Morisot, Seurat, Signac e Guillaumin con sette opere.

Malgrado tutti gli sforzi di Pissarro, è l'anno dello smembramento del gruppo impressionista: Cézanne va a Aix, Monet a Giverny, Gauguin evolve verso il "sintetismo", e lo stesso Pissarro va a Eragny indirizzandosi verso il "neo-impressionismo". Anche l'opera di Guillaumin cambia, lo vediamo nel dipinto Le chemin vers la vallée: una maggiore densità di colori con un disegno più rigoroso. Mette fine ai colpi di pennello e si applica maggiormente a un lavoro coscienzioso. Guillaumin non seguirà i nuovi percorsi, resterà fedele ai principi dei suoi tempi. Lo stesso Cézanne non arriva a coinvolgerlo sul suo cammino. In effetti non accetterà mai i consigli degli artisti e soprattutto dei mercanti che hanno puntato sull'impressionismo e che lo consigliano con lo scopo di rendere più morbido il suo stile o di modificarlo per adattarlo ai nuovi modi di espressione. Resta fedele alle sue idee e protegge così la sua indipendenza. Un mercante e intermediario, Portier, s'interessa a lui. Vive nello stesso stabile in cui vivono Théo e Vincent van Gogh, e fa quindi conoscere i Van Gogh a Guillaumin. Théo è direttore della Galerie Goupil dove si vendono soprattutto accademisti, ma si interessa sempre più a questa nuova pittura mentre suo fratello ammira gli artisti impressionisti e soprattutto Guillaumin. Tra Vincent e Guillaumin si stringe una forte amicizia; si vedranno molto nei due anni in cui questi vivrà a Parigi.

Nel gruppo esiste qualche tensione, soprattutto per l'influenza di Gauguin. Guillaumin, Seurat, Signac e Gauguin avevano deciso di partecipare all'esposizione degli Indipendenti ma a causa di tutti questi dissensi Guillaumin e Gauguin all'ultimo momento rifiutano di partecipare. Gauguin continuerà a mettere disaccordo tra gli artisti, riuscendo anche a far sì che Guillaumin ignori Signac. A partire da quest'epoca si apre un nuovo periodo più individuale per via della disgregazione del gruppo. Ciascuno segue una propria strada, ci sono gli anziani che hanno acquisito una totale indipendenza nella grafia, i seguaci del divisionismo, i simbolisti, i percorsi singolari di Cézanne e di Gauguin, e lo sbocciare dei futuri fauviste. Le concezioni estetiche di Guillaumin e di Pissarro divergono sempre più senza che, tuttavia, la loro amicizia si deteriori. Pissarro si avvicina a Seurat cercando di aumentare l'intensità luminosa delle sue tele per mezzo dell'applicazione scientifica dei principi ottici, mentre Guillaumin si distoglie dalla luce per dedicarsi al colore. Durand-Ruel dirà di lui che "ha fatto del fauvisme prima del tempo". Nel 1886 Guillaumin riscuote un po' più denaro perché Portier e Nuies riescono a vendere alcuni dei suoi dipinti. Dopo diciotto anni di lavoro a ponti e carreggiate diventa capomastro del servizio notturno.

Il 6 gennaio 1887, Guillaumin si sposa con la cugina di primo grado Marie-Joséphine Charreton, nata il 18 dicembre 1858, originaria della Creuse, docente di francese. Sarà per lui un sostegno notevole. Nel 1884 Marie-Joséphine ottiene l'"Ordre des Lettres", diploma che le consente di insegnare al liceo Fenelon. Al momento del matrimonio Guillaumin ha quarantacinque anni e Marie-Joséphine ventisette. Conosce già bene suo marito, gli accessi di collera, la sua passione per l'arte ma anche per la musica, Mozart e Wagner, oltre che per la lettura: Verlaine, Baudelaire, Balzac e Shakespeare. Temendo le sue collere gli fa promettere, prima di sposarlo, di dominarsi; Guillaumin promette e manterrà sempre la sua promessa. Alloggiano al numero 19 di rue Sernandoni (vicino a San Sulpicio). Armand lavora per padre Thomas che ha una galleria in boulevard Malesherbes e, contemporaneamente, firma un contratto con un abile mercante, Clauzet.

Guillaumin si reca per la prima volta ad Agay (Costa Azzurra). Agay è una stazione balneare, vicina a Saint-Raphaël, al centro dell'Esterel, che attrae molto Guillaumin a causa dei molti colori che non può trovare a Parigi: il rosso vivo delle rocce, il blu intenso del mare e del cielo, il verde delle foglie… cui si devono aggiungere lo scintillio delle luci madreperlacee e alcune forme molto particolari. Guillaumin dipinge sempre gli stessi soggetti: le rocce rosse, la baia d'Agay e il semaforo, la punta della Beaumette, l'isola Besse, il Cap Long… Questi stessi studi gli permettono di fare progressi, gli strati di colore iniziano a fondersi, semplifica sempre più le forme e i colori in uno stile personale che tuttavia evolve verso il sintetismo, come Gauguin…

Nel gennaio del 1888, Théo Van Gogh organizza un'esposizione su Pissarro, Gauguin e Guillaumin nella Galerie Bounod & Valadon. Théo investe sempre di più negli impressionisti, mentre Durand-Ruel subisce rovesci di fortuna. L'amicizia tra Vincent e Guillaumin è sempre molto forte. È grazie alla tecnica di quest'ultimo nel pastello che quella di Vincent Van Gogh migliora. Théo impazzisce per i pastelli delle chiatte sul lungofiume di Bercy di Guillaumin.

In maggio Guillaumin presenta la sua prima esposizione personale nei locali della "Revue Indépendante". Sfortunatamente i locali non sono prestigiosi, il risultato è deludente, ma ciò nonostante gli vale un articolo molto positivo del critico Fénéon.

In autunno Guillaumin è strettamente legato a Gauguin e al suo gruppo; Emile Bernard gli fa conoscere Albert Aurier, il nuovo critico del gruppo dei simbolisti. Anche Schuffenecker vede spesso Guillaumin.

Il 14 ottobre 1888 la signora Guillaumin partorisce la prima figlia, Madeleine Julie.

A partire da quella data l'artista realizza molti pastelli e schizzi della sua famiglia. Riprenderà senza sosta gli stessi soggetti in anni diversi, a olio o a pastello, come la moglie che scrive o legge, alcuni Petit-déjeuner o Portraits de Madeleine.

Nel marzo del 1889 riceve l'invito a unirsi agli amici di Gauguin per presentare le sue opere al caffè Volpini in previsione dell'Esposizione Universale ma, dato che né Pissarro né Seurat sono invitati, rifiuta. Gauguin non accetta questo rifiuto e, a partire da questo momento, i loro percorsi si separano.

In primavera parte per Agay dove percepisce soprattutto tre colori: le blu, il rosso e il verde. In ottobre va a Pontgibaud per vedere sua madre; di ritorno nella sua terra trova nuovi colori: il rosa e il verde della brughiera. Cambia anche tecnica dato che abbandona le sue "virgole" dei paesaggi parigini per dedicarsi a una tecnica a pennellate tratteggiate, alla maniera di uno "staccato". I fratelli Van Gogh lo paragonano ai più grandi.

Nel 1890 Guillaumin partecipa al Salon degli Indipendenti, per la prima volta dopo il 1884, presentando 10 dipinti. Ci sono anche Seurat, Luce e Vincent Van Gogh.

Nello stesso anno Vincent van Gogh è in cura presso il dottor Gachet, ed è colpito da numerosi accessi d'ira prima di morire penosamente. Guillaumin soffrirà terribilmente per questa perdita. In estate nonostante tutto dipinge nelle montagne di Pontcharra (Delfinato) e dell'Isère. I colori sono più fluidi e l'impasto più uniforme.

Nel gennaio del 1891 è invitato a esporre a Bruxelles con gli artisti del gruppo dei "Venti" con Pissarro, Sisley, Seurat e Signac. Gauguin invia il suo Soyez amoureuses et vous serez heureuses che fa scandalo. L'anno è segnato dalle morti di Dubois-Pillet, Seurat e Théo Van Gogh. Guillaumin perde un amico, un protettore ma anche un mercante delle sue tele. Ha dunque sempre meno amici dato che Cézanne si è già ritirato definitivamente a Sud nel 1890 e che Gauguin si imbarca per i mari del Sud in aprile. Gli anni che precedono il suo ritiro sono molto duri e questa tensione si risente nella sua pittura; fa inoltre fatica a capire la nuova generazione mentre sopporta molto male le critiche dei giornalisti. Fortunatamente è aiutato dal mercante Portier che crea per lui numerose relazioni per far conoscere la sua opera. Conosce Personnaz, un ricco commerciante che diventerà un ottimo cliente e, alla sua morte, lascerà ai musei francesi alcuni importanti dipinti dell'artista.

Il Salon degli Indipendenti inaugura con dieci opere di Guillaumin; vi troviamo alcune opere commemorative di Seurat e di Van Gogh ma anche quelle di Bernard e di Bonnard. Gli impressionisti iniziano a perdere l'entusiasmo, non si parla che del simbolismo. In primavera Guillaumin realizza la sua ultima serie di tele Cribleurs de sable; adotta una tecnica dalla pennellata molto controllata, attribuendo più importanza agli effetti del colore che al motivo. Il 26 agosto nasce il primo figlio maschio, Armand, più tardi soprannominato Chabrol. La famiglia Guillaumin lascia il quai d'Anjou per un nuovo atelier vicino ai giardini del Luxembourg.

Il 1891 è un anno importante, dal momento che Guillaumin guadagna la somma di 100.000 franchi con l'estrazione di una obbligazione alla lotteria del Crédit Foncier. La sua prima esclamazione è: "Ottimo! Potrò dipingere il mare!". Guillaumin è finalmente libero; viaggerà quindi molto in Francia. In effetti, semplicemente con gli interessi del capitale, ha la garanzia di una sicurezza economica totale, cosa che gli permetterà di domandare il pensionamento anticipato e di lasciare il suo impiego presso la Città di Parigi per dedicarsi completamente alla pittura.

A partire da questa data adotterà un nuovo stile di vita: dall'inverno alla primavera andrà ad Agay, all'arrivo dell'estate si installerà a Crozant e poi fino all'autunno soggiornerà a Saint-Palais-sur-Mer. Non dimenticherà mai però di passare per Parigi al fine di presentare le sue nuove creazioni.

Nel 1892 Guillaumin va all'Ile-de-Ré, dipinge la periferia di Parigi e si reca a Saint-Palais, piccola stazione balneare nella Gironda. A differenza di Agay, le rocce non sono così scoscese e i colori così scintillanti, i colori sono lividi, grigio-verde. Gli alberi sono meno vivaci, più neri e molto più incurvati dal vento. La sua tavolozza è quindi meno audace di quella di Agay. Guillaumin dipinge soprattutto gli effetti delle luci e dei cambiamenti atmosferici a Les Perrières e a Les Rochers Platins.

Il 25 febbraio 1893 nasce la seconda figlia femmina, Marguerite. Guillaumin viaggia per tutta la primavera e l'estate nell'hinterland di Parigi (Charenton, Boigneville, Saint-Evroult, Saint-Chéron). Da agosto a settembre si trasferisce a Saint-Palais. Allo stesso modo di Gauguin e Van Gogh, attribuisce poca importanza alle teorie del colore sulla composizione della luce: ricerca soprattutto un equilibrio più grande nelle tinte e nella struttura delle forme.

In autunno scopre per la prima volta Crozant, al confine di Indre e Creuse. È un piccolo paese vicino al Massiccio Centrale attraversato da una formazione vulcanica ferruginosa rosa-brunastra. Il paese va dal Mulino di Genetin fino al Mulino di Barat senza dimenticare il Mulino Bouchardon e il Mulino della Folie, alla confluenza della Creuse e della Sédelle. È il luogo cui si affezionerà di più, a causa della sua vegetazione molto particolare (brughiere, ginestre, felci) e per i suoi colori cangianti. Affermerà: "Che esista al mondo un paese bello come Crozant, è possibile. Ma più bello, non posso crederlo". Alloggia allora all'Hôtel Lepinat dove riceve amici come Eugène Alluaud. È accettato dagli abitanti di Crozant, che lo giudicano retto e onesto benché sia scorbutico e non vada a messa. Guillaumin vorrebbe vivere a Crozant, ma sua moglie ha un impiego a Parigi. Durante le vacanze affitta dunque una casa, "Les Granges" (vicina a Crozant, sulla strada di Dun-le-Pastel), che manterrà fino al 1913. Passa però tutte le sere da Dame Lépinat, che accoglie tutti gli artisti della zona.

Nel 1894 Durand-Ruel realizza a Parigi un'esposizione su Guillaumin che presenta sessantaquattro opere e ne venderà cinquantaquattro. Espone anche quarantuno pastelli. Il catalogo di vendita è stato redatto da Arsène Alexandre che descrive il modo di dipingere di Guillaumin: "Prima operazione: su un foglio di carta bianca, le tracce disegnate a grandi colpi di matita; vale a dire la costruzione generale del paesaggio. Per i ritratti non fa posare i personaggi e quindi ricomincia più di dieci volte di seguito i suoi schizzi, fino alla completa soddisfazione del gesto. Seconda operazione (che non inizia se non quando la prima è convincente): primi effetti della colorazione dati da ampi segni a colpi di pastello. Il lavoro, molto rigoroso, è lo stesso per gli olî su tela".

Dopo l'esposizione dipinge a Saint-Val, Boigneville, Saint-Palais e infine a Crozant dove rimane fino al febbraio del 1895. Sfortunatamente Guillaumin lavora in una circuito chiuso; non fa nessuna pubblicità ed è abbastanza ostile a tutte le manifestazioni ufficiali. I suoi dipinti vengono venduti da qualche mercante a una categoria ben precisa di collezionisti.

Nel 1895 fa la sua comparsa un nuovo mercante, Ambroise Vollard. Organizza la sua prima esposizione su Cézanne che scatenerà numerose critiche ma avrà un'immensa influenza su Guillaumin, Pissarro, Gauguin…

Il 22 marzo 1896 nasce il quarto figlio, André. A parte una visita a Sisley che passa i suoi ultimi giorni a Moret-sur-Loing, Guillaumin soggiorna quasi tutto l'anno a Crozant. Il suo stile si evolve meno, cosa che rende più difficile la datazione delle sue tele. Come Monet, Guillaumin apprezza sempre di più la natura a causa del suo carattere incostante. Si interessa quindi ai cambi meteorologici, di ore, di stagione… così nello stesso anno possiamo notare stili completamente diversi. In settembre Vollard fa istallare nella sua galleria una pressa per litografie. Pubblicherà due Albums des Peintres-Graveurs, che sono una collezione di incisioni fornite da artisti, tra cui Guillaumin, Pissarro, Lautrec, Cézanne. Spinto da Vollard, Guillaumin realizzerà altre incisioni: Portrait de Madeleine, Portrait d'Armand mangeant sa soupe, e un Portrait de son fils André dans son berceau ma ne eseguirà solo due da olî, Les Meules e Les rochers rouges.

Il 13 gennaio 1898 ha inizio il lungo "Affaire Dreyfus" e il J'accuse di Zola.

L'"Affaire" divide tutta la Francia, e anche gli artisti, dato che Guillaumin al contrario di Pissarro, si pronuncia contro Dreyfus; questo fatto creerà un piccolo malinteso tra i due amici. In maggio Durand-Ruel realizza un'esposizione su Pissarro. Guillaumin è invitato in quanto continuatore dei naturalisti, l'impressionista classico. La sua pittura è collocata ???trova collocazione??? non solo presso i collezionisti esperti ma anche ???presso??? il pubblico. Non ci sono più problemi di vendita al momento delle vendite pubbliche, ma più un problema di produzione perché è diventato vecchio.

A partire dal 1901 Guillaumin si lega con un contratto a Bernheim-Jeune che gli offre una bella esposizione. In questo periodo incontra, a Crozant, Othon Friesz. Quest'ultimo scopre con Guillaumin i magnifici paesaggi colorati del Limousin, e nota nelle opere del vecchio pittore la ricerca dell'utilizzo delle tonalità pure. L'idea si farà strada e Othon Friesz in seguito diventerà uno dei fondatori del fauvisme.

Nel 1904 su consiglio di Monet Guillaumin si reca in Olanda per un soggiorno di quattro mesi. Apprezza questo paese per la luce e per le tonalità fresche. Anche se realizzerà dei Moulins de Hollande (mulini) belli gli è molto difficile lavorare "in natura" perché i bambini gli lanciano sassi quando lavora all'aperto… inoltre non apprezza il cibo e la mancanza di vino. Passa l'inverno a Rouen e in estate riprende le forze a Crozant.

Il 1906 è segnato dal dolore per le morti di Cézanne e di Murer, che non viene attenuato neanche da due importanti consacrazioni dell'artista. In effetti il critico Théodore Duret gli riserva un intero capitolo nella seconda edizione del volume L'histoire des peintres impressionnistes mentre viene nominato Presidente del dipartimento di pittura al nuovo Salon d'Automne. Nel marzo del 1907 Guillaumin espone alla Galerie Druet (vicino a place Beauveau). Vi sono presentate ventisei tele e quattordici pastelli. Nel 1909 soggiornerà per l'ultima volta a Saint-Palais e creerà le sue ultime composizioni dei dintorni di Parigi. Nel maggio dello stesso anno esporrà presso Druet quarantadue olî e diciotto pastelli. Il 1909 è però segnato anche da una morte molto triste, quella del dottor Gachet. Nel 1910 Guillaumin va a Poitiers.

Nel 1911 Blot dedica a Guillaumin una grande esposizione, in cui vengono presentate cinquantaquattro tele. È una specie di retrospettiva in cui numerose opere sono prestate da grandi collezionisti. Si reca a Brusc, vicino a Tolone, dove dipinge i famosi pini nodosi. I suoi ammiratori propongono che gli venga attribuita la Legion d'Onore. Dopo essere stato assillato dai suoi amici finisce per riempire le carte e il 7 dicembre è riconosciuto Cavaliere della Legion d'Onore. È un riconoscimento ufficiale dell'artista che d'ora in avanti viene citato come esempio. Sérusier parla così ai suoi studenti del ruolo avuto da Guillaumin: "È rimasto più impressionista dei suoi compagni, ma fa parte della loro famiglia".

Nel 1912, Guillaumin conosce Clémentine Ballot, giovane artista pittrice che dipingerà con lui le stesse scene lungo la Creuse fino al 1918. A Crozant, Guillaumin si alza prima dell'alba, infila i suoi abiti più caldi, si copre con più strati di carta da giornale sotto il cappotto per proteggersi dal vento glaciale e si dirige verso l'Hôtel Lépinat dove sveglia Clémentine Ballot. Vanno quindi insieme a dipingere una Gelée Blanche al ponte Charraud. Paragonando le loro opere possiamo vedere che spesso dipingono fianco a fianco.

Nel 1913 Guillaumin realizza un'esposizione alla Galerie Montaigne che proseguirà in Belgio e in Germania. A causa della sua età va solamente in Costa Azzurra e a Crozant dove, quando è bel tempo, si alza prima dell'alba e va al suo atelier "en plein air", con il figlio della sua governante che porta le tele. Quest'ultimo ha raccontato che Guillaumin lavorava al mattino dalle quattro alle otto e al pomeriggio dalle sedici alle diciotto, non mettendosi mai nel pomeriggio nello stesso posto del mattino. Dato che passa la maggior parte del tempo nella Creuse, ora è Limoges il perno delle sue attività. La città era molto fiorente grazie alla porcellana; i grandi industriali Alluaud, Bernardaud, d'Albis, Haviland… comprano allora i suoi dipinti. A Crozant accetta un posto nel "Comitato regionale per la salvaguardia dei luoghi pittoreschi" perché vorrebbe fare di quel luogo magnifico un parco a immagine dei parchi nazionali americani.

1914-1918: c'è la guerra. Guillaumin rimane a Crozant dove, quando è brutto tempo, dipinge nature morte ma preferisce dedicarsi ai suoi soggetti preferiti. In effetti, sul finire della sua vita, ripete questi soggetti instancabilmente: Barrage de Genetin, Roche de l'Echo, Pont Charraud e Puy Barriou. Sua moglie continua a lavorare a Parigi; è dunque molto solo anche se lavora con Armand Point e Clémentine Ballot. Inoltre la situazione di suo figlio lo preoccupa perché questi è stato ferito a una gamba nella battaglia della Marna e preso prigioniero nel 1916, all'epoca della battaglia di Verdun. Questa guerra contribuirà al suo indebolimento sia fisico sia morale.

Dopo il 1916, la tavolozza di Guillaumin cambia, diventa più morbida, le tonalità generali dei suoi colori si rischiarano. La finezza dei suoi colori a volte si avvicina al gouache, le opere sembrano quasi incompiute, a causa delle parti in bianco lasciate sulla tela.

Nel 1917 espone alla Galerie Nunes et Fiquet. Le sue Gelées blanches a Crozant sono molto richieste dai mercanti perché riescono a captare l'aspetto effimero della luce; corrispondono allo schiarirsi della sua tavolozza e segnano una specie di sbocco della sua opera. Lui stesso è affascinato mentre le esegue, al freddo e nella notte glaciale, quando ha settantasette anni!

Dopo la guerra, Guillaumin riprende le sue vecchie abitudini di viaggio. Dopo il 1920 la sua produzione si ridurrà considerevolmente e Guillaumin lascerà un gran numero di tele incompiute. Grazie al suo ruolo importante in diversi Salon, Guillaumin approfitta della sua influenza per promuovere la carriera di Clémentine Ballot fino a farla entrare nella "Société Nationale" nel 1920; allo stesso tempo rifiuta sempre per sé il titolo di Ufficiale della Legion d'Onore.

Nel dicembre del 1919 si sposta con la moglie a Roquebrune. Ricerca dei motivi che trova "completamente giapponesi". È caduto più volte però, si è ferito le dita, prova quindi dolore a dipingere. È tuttavia uno sforzo più psicologico che fisico perché trova tutto grigio e monotono.

Nel 1922 Guillaumin, anche se non ha più la forza e il coraggio di scrivere, continua sempre a dipingere opere dai colori sensibili. Anche se le sue pennellate sono più larghe, la sua mano è comunque vigorosa, elegante e precisa.

Nel 1923 Guillaumin trasloca al numero 5 di rue Littré, dove riceve la visita dello scrittore Edouard Des Courières che può costatare la grande vitalità dell'artista e che in seguito realizzerà una monografia. Guillaumin inizia nello stesso anno la sua ultima tela: una "gelata bianca" nella Creuse che lascerà incompiuta. Eseguirà ugualmente alcuni pastelli e disegni. Il 1923 segna il termine della sua attività creativa.

Nel 1924 soggiorna per l'ultima volta a Crozant ma anche là tutto è cambiato, molti dei suoi amici sono morti e si trova davanti a un insuccesso perché il suo progetto di fare del bacino della Creuse un parco nazionale è fallito. A causa della costruzione della diga di Eguzon, la Creuse selvaggia con le sue rapide si sta trasformando in un lago tranquillo. È la fine dei paesaggi da lui tanto amati. Dopo un'esposizione alla galleria Blot nel 1925 Guillaumin accetta di partecipare al Salon ufficiale del 1926. Nello stesso anno riceve la suprema consacrazione dal momento che gli viene dedicata una retrospettiva al Salon d'Automne. L'esposizione riunisce centododici delle sue opere d'arte. Bénézit gli organizza anche una bella mostra nella sua galleria mentre Georges Lecomte scrive una monografia per lui.

Il 6 dicembre 1926 Monet muore a Giverny.

Sarà raggiunto il 26 luglio 1927 da Armand Guillaumin che si spegne serenamente all'età di ottantasette anni, nel castello di Grignon nella valle della Marna. Avrà dipinto dal 1863 al 1923 vale a dire sessant'anni di pittura. Nella sua monografia Des Courières scrive: "Nel campo della pittura Guillaumin abita una sfera superiore". È stato l'ultimo impressionista vivente.

 

 

Armand Guillaumin. L'impressionismo.
Testo di Daniela Magnetti

Del periodo intercorso tra il Salon des Refusés nel 1863 e la morte di Manet nel 1883, denominato impressionismo, si è scritto molto e più ancora se ne è parlato, tra pittori, scultori, poeti e musicisti. Con il disprezzo di quasi tutti prima del 1880, con grande favore degli spiriti 'aperti' tra il 1880 e il 1905, con molta sopportazione dei rivoluzionari cubisti e dei conservatori neoclassici dopo il 1905, e in un crescendo di entusiasmo, di consenso e di fervore di critica e di popolo per tutto il corso del XX secolo.

Dans le jardin

Armand Guillaumin
Dans le jardin

Si potrebbe dunque credere di sapere tutto sull'impressionismo e sugli artisti che ne furono i fondatori. Ma ciò che sappiamo si rivela sorprendentemente frammentario quando si tratta della vita degli uomini, del loro comportamento nelle diverse circostanze dell'esistenza, dei loro procedimenti intellettuali e morali. E ciò è ancora più oscuro quando si tratta di artisti che per volontà o circostanza hanno vissuto l'impressionismo in una strano connubio tra protagonismo e anonimato. Esistono centinaia di storie sull'impressionismo e un numero ancor maggiore di monografie su quei pittori che sono legati al nome del movimento in maniera indissolubile, ma rari sono invece gli studi di coloro, pochi, che dell'impressionismo hanno fatto bandiera di vita e, per circostanze non sempre comprensibili né accettabili, sono caduti nell'oblio della storia dell'arte, non godendo ne allora ne oggi degli applausi del pubblico. Per avere una visione d'insieme del movimento e dei suoi protagonisti è doveroso ricorrere non soltanto alla lettura delle opere, ma al confronto di testimonianze e d'informazioni sul quotidiano; si profilano allora certe costanti che gettano una luce imprevista sugli artisti e consentono, a mio avviso, di giudicare meglio alcuni aspetti del loro movimento e di incorrere, come nel caso di Guillaumin, in piacevoli scoperte. Pissarro e Cézanne furono i suoi migliori amici. Cézanne diceva di lui: "C'est un artiste de grand avenir et un bon garçon que j'aime beaucoup".

Scrive Venturi: " E il fenomeno che era ristretto a cinque, sei, rompicolli di pittori prima del 1880 è diventato europeo e mondiale in poco più di un decennio; è letterario e musicale oltre che pittorico e si è adattato a tutti i gusti, e si è trasformato sino a divenire irriconoscibile. Così è difficile intendere che cosa sia veramente stato l'impressionismo, se non si risale alle origini, al momento in cui un rapporto esistette fra alcuni pittori". L'origine dell'impressionismo può essere delineata in una maniera leggendaria benché esatta. Negli anni immediatamente precedenti al 1870 tre giovani, Monet, Renoir e Pissarro, presero l'abitudine di andare a sedersi sulle sponde della Senna e dell'Oise per dipingere paesaggi. Erano pittori realisti, cui interessava moltissimo rendere i riflessi della luce sull'acqua, riflessi che apparivano come un moto continuo e infondevano all'acqua una vitalità nuova. Inoltre le molteplici tinte da loro scoperte suggerirono l'idea di esprimere la luce attraverso l'opposizione dei colori senza usare toni scuri per le ombre. Inconsapevolmente schiarirono la tavolozza e divisero i colori senza conoscere la teoria dei complementari.

Ed è su questa origine e soprattutto su questi rapporti, che intendiamo concentrare gli sforzi per contestualizzare la vita, l'opera e il ruolo poco noto, o meglio dire, coraggiosamente, sconosciuto al grande pubblico, che Armand Guillaumin ebbe nel gruppo degli Impressionisti.

"Le personalità degli Impressionisti" continua Venturi, "sono assai diverse tra loro e diverso è il loro valore, ma si può scorgere la loro convergenza, anzi che divergenze, non certo in un maestro, che trascina gli altri come scolari, ma nella tendenza d'idee e di modi di sentire, nelle preferenze affini e caratteristiche, insomma in un gusto che accomuni, mentre ecciti il definirsi della personalità di ciascuno".

L'attività degli impressionisti fu in gran parte determinata dalle loro origini sociali; c'erano i ricchi, c'erano i poveri, e questo non soltanto li induceva a opinioni estetiche talvolta divergenti -Degas per esempio era un acerrimo nemico della pittura en plein air - ma guidava anche, sul piano tecnico, la realizzazione delle opere stesse. Mentre Manet e Degas grazie al loro patrimonio potevano pagarsi i modelli, Monet e Renoir dovevano scegliersi i propri tra gli amici, oppure accettare di ritrarre acquirenti danarosi, cosa che senza dubbio avrebbero rifiutato se la necessità non ve li avesse costretti. I ricchi erano Paul Cézanne, figlio di un banchiere di Aix-en Provence, Edgar Degas, altro figlio di banchiere appartenente all'aristocrazia, Alfred Sisley, il cui padre era un grande mercante inglese stabilitosi in Francia, Edouard Manet, proveniente da una famiglia di alti magistrati danarosi e proprietari di una tenuta di sessanta ettari a Genevilliers, Frédéric Bazille, figlio di un senatore e ricco viticoltore, Gustave Caillebotte, ingegnere navale, scapolo benestante, Berthe Morisot, i cui genitori appartenevano alla buona società parigina. I poveri, tutti di origine modesta, quasi proletaria, erano Claude Monet, Camille Pissarro, Armand Guillaumin e, bene inteso, Auguste Renoir, che era figlio di un sarto. Claude Monet che più di tutti conobbe giorni tragici e neri, fu in parte responsabile delle difficoltà in cui si dibatteva. Come Manet, era uno scialacquatore, ma non aveva dietro di sé patrimonio alcuno che lo sostenesse. Guillaumin fu salvato dalle ristrettezze economiche da una vincita alla lotteria. Dopo aver conosciuto, per trent'anni, un'esistenza sacrificata in qualità di piccolo impiegato municipale, cosa che gli impediva di dipingere come avrebbe voluto, ebbe la fortuna di vincere, nel 1891, 100.000 franchi. Liberato da qualsiasi preoccupazione materiale e con l'aiuto di una moglie di notevole intelligenza -fatto eccezionale per quell'epoca, era laureata in lettere - potè finalmente dedicarsi completamente alla sua unica passione: dipingere. . Ma l'inaspettata fortuna gli fece perdere i contatti con gli antichi amici, in particolare con Pissarro e Monet e non riuscì più a padroneggiare le sue sensazioni: disperse così le forze nel tentativo di esprimersi vigorosamente col colore, mentre rimase debole nella costruzione, mancando dell'ampiezza di visione e della sottigliezza poetica che salvavano Monet dalla banalità, proprio lui che aveva rimproverato Monet, di cui riconosceva la perizia con cui affrontava i problemi posti dalle sue serie, di "carenza assoluta di costruzione".

Anche Pissarro lottò a lungo contro le avversità. Uomo di straordinaria tempra morale, sopportò le delusioni, i colpi del destino e la miseria con una rassegnazione serena, trovando il modo di allevare sette bambini e di ospitare e mantenere sua madre e un fratello. E arrivava perfino ad invitare a casa gli amici che attraversavano momenti difficili, o ad aiutare l'anarchico Jean Grave a far quadrare le spese del suo giornale "La Revolte".

Queste differenze di condizione economica si riflettono sul modo di vivere, sui gusti artistici e letterari e anche sulle opinioni politiche, sebbene si osservino in tanti pittori attitudini e comportamenti simili su molti punti.

Anche l'aspetto economico della storia degli impressionisti si adorna spesso di un velo di leggenda che ne altera la realtà. Rispetto alle somme esorbitanti che le loro opere raggiungono oggi, si tende a drammatizzare le difficoltà materiali a cui essi andarono incontro agli inizi della carriera

La letteratura artistica contrappone sovente l'impressionismo all'arte accademica, e accademico diviene nel linguaggio degli storici sinonimo di arte retriva e chiusa a qualunque innovazione. Nella Francia del II Impero, come già in passato, l'artista che godeva del successo negli ambienti istituzionali era colui che si adeguava nella scelta dei temi e dello stile ai canoni correnti, esprimendo una limitata originalità e contribuendo alla glorificazione nazionale. Nell'Ottocento gli Accademici erano un corpo onorario di artisti eletti membri a vita da accademici più anziani ed esercitavano il proprio potere attraverso tre canali: insegnando presso l'Ecole des Beaux Arts, consigliando il governo sui problemi artistici e formando la giuria che conferiva i premi all'esposizione del Salon. Dal 1737 si svolgeva infatti una mostra biennale che prendeva il nome dal Salon Carré del Louvre, dove si tennero le prime esposizioni. Il Salon era per i giovani artisti l'occasione principale per farsi conoscere dalla critica e dagli eventuali clienti. Inizialmente aperto a tutti, il Salon aveva con gli anni dovuto istituire una giuria che selezionasse i partecipanti a causa del crescente numero di aspiranti espositori…. Nel corso dell'esposizione venivano inoltre conferiti premi e medaglie che determinavano la fama e il successo degli artisti. Il primo passo della carriera di un artista, e l'unica occasione per entrare in contatto con il pubblico e la critica era esporre al Salon. L'ammissione era quindi un momento di vitale importanza, ma non era affatto facile per i più giovani riuscire a far accettare le proprie tele. Nonostante il successo di Manet e di Renoir, Monet si convinceva sempre più che la giuria non avrebbe mai aperto le porte ai giovani se non si piegavano in qualche modo alla tradizione, come faceva Manet, e maturava l'idea di un'esposizione indipendente.

Nel 1863 la giuria, presieduta da Signol, un intransigente professore dell'Ecole des Beaux-Arts, si era dimostrata particolarmente severa. Circa quattromila opere erano state rifiutate. Non soltanto quelle del piccolo gruppo di artisti riunito intorno a Manet, ma anche quadri di pittori generalmente accettati, che lavoravano seguendo criteri perfettamente conformisti. La levata di scudi che si sollevò allora nelle riunioni tenute negli studi, nei caffè e nei salotti fu talmente formidabile che la sua voce giunse fino alle attente orecchie dell'imperatore Napoleone III, che decise di giudicare la situazione di persona. Si recò al Palazzo dell'Industria senza farsi annunziare, e visionò le sale dove erano ammucchiate le opere respinte. Non vide nulla, ai suoi occhi che differisse dai quadri accettati e concluse che si stava facendo un gran chiasso per nulla. Diede ordine di allestire, accanto alle gallerie riservate agli artisti ammessi, una serie di sale per esporre le opere respinte, mettendo bene in chiaro che la presentazione doveva essere identica: avrebbe giudicato il pubblico. Il Salon des Refusés aveva così aperto le porte suscitando sdegno e ira non solo dal parte dei membri della giuria, ma, incredibilmente, anche da parte di alcuni degli stessi artisti ai quali si voleva offrire una seconda opportunità. Seicento di essi rifiutarono di esporre insieme con i reprobi preferendo ammettere implicitamente che la giuria aveva avuto ragione nei loro confronti. Manet e i suoi amici, Fantin-Latour, Cézanne, Jongkind, Pissarro e Guillaumin, colsero al volo l'occasione, ingenuamente convinti che il pubblico si sarebbe reso conto della parzialità della giuria e avrebbe riconosciuto che le loro opere avevano le qualità necessarie per essere ammesse al Salon. Non immaginavano quanto fossero in errore! Il pubblico si beffò dei dipinti dei Refusés per andare ad ammirare ciecamente le tele del 'vero' Salon. La critica stroncò senza mezze parole le opere dei Refusés, tra queste Le déjeuneur sur l'herbe di Manet che scandalizzò giornalisti e pubblico. Manet ebbe il vantaggio di diventare famoso da un giorno all'altro. Il suo nome non sarebbe più caduto nell'oblio. Unica consolazione per gli altri: il successo dovuto alla curiosità fu immenso e i visitatori, il primo giorno, furono settemila, proprio come per l'inaugurazione del Salon. Andar a vedere i Refusés era diventa un'attrazione comica.

I visitatori non avevano compreso che gli Impressionisti erano riusciti a liberare la pittura da quella forma accademica che perdurava in Courbet e che lo facevano sia grazie alla sensibilità di luce e di colore sia soprattutto perché amavano così profondamente la luce del sole che per essa trovarono tutto bello e non ebbero bisogno di ricorrere né alla matematica né alla letteratura per ottenere motivi da dipingere. La loro piena spontaneità creativa era degna dei grandi primitivi!

Dal momento che il Salon continuava a respingere la maggior parte dei loro quadri gli impressionisti dovevano cercare di raggiungere il pubblico per altre vie.

L'idea di una collettiva, già nell'aria prima del 1870, fu ripresa da Monet con l'appoggio di Renoir, Pissaro e Degas. Quest'ultimo detestava lo spirito del Salon e si rivelò il più attivo nell'organizzazione dell'esposizione dopo la defezione di Manet. Nel 1874 la giuria del Salon, irritatissima di assistere all'apertura di una mostra di contestazione, non fu assolutamente grata verso Manet della sua assenza dalla mostra di Nadar e respinse le opere da lui presentate.

Gli artisti nel 1874 decisero che chi esponeva con loro non dovesse presentare opere al Salon e Berthe Morisot, che era sempre stata ammessa, per solidarietà accettò la regola. Per evitare che l'esposizione assumesse il carattere di un nuovo Salon des Refusés si decise di invitare artisti che erano già stati ammessi nel Salon perché la loro presenza desse alla manifestazione un tono più serioso. Dopo accese discussioni si finì per accogliere qualche pittore 'possibile' come Lèpine, de Nittis, Levert, Cals, Latouche, Bracquemond, il visconte Lepic e Zacharie Astruc, che era al tempo stesso poeta e scultore. Le opere di trenta artisti furono appese ai muri ricoperti di velluto bruno rossastro degli ex locali del fotografo Nadar, in boulevard des Capucines. La scelta del luogo era stata casuale: Nadar si era appena trasferito altrove ed essendo ancora in corso il suo affitto, aveva gentilmente offerto agli amici le sue vecchie sale.

Il 15 aprile 1874 si apre l'esposizione di una ‘Socièté anonyme des artistes'. Vi espongono Cézanne, Degas, Monet, Berthe Morisot, Pissarro, Renoir, Sisley, Guillaumin, insieme a molti altri più o meno affini. Guillaumin lega il suo nome in maniera inscindibile ai fondatori dell'impressionismo. Il loro carattere comune è pratico: l'indipendenza dal Salon ufficiale. Manet non si unisce al gruppo sebbene la sua mostra del 1867 sia stata d'esempio. L'ira del pubblico e dei giornali assume manifestazioni incredibili, che sono state molte volte raccontate ed è inutile ripetere. L'asprezza della maggior parte delle critiche fu un duro colpo per la serenità di molti pittori, li coprì di ridicolo e pregiudicò il valore commerciale delle loro tele scoraggiando i collezionisti. Pissarro si trovò dopo la mostra in tali difficoltà economiche che dovette chiedere ospitalità ad un amico per poter sopravvivere. Vanno ricordate inoltre le condizioni del pubblico parigino del 1874: dopo la Comune, in piena reazione, con l'esempio di Courbet, pittore realista e comunardo che aveva avuto la sua popolarità verso la fine del l'Impero e l'aveva perduta, il pubblico ha l'impressione che gli artisti indipendenti minino le basi della società e pertanto diventa feroce. Intanto i giornali cominciano a chiamare gli espositori con il nome di impressionisti , suggerito dal quadro di Monet 'Impression au soleil levant'. Si tratta di un quadro eseguito molto sommariamente a Le Havre.

Il quadro sarà venduto durante la mostra per 1000 franchi.

Due anni dopo la seconda esposizione. Guillaumin non vi partecipò, ma informò Cézanne, a sua volta assente, che la mostra era andata abbastanza bene e Cézanne scrisse ai genitori: " L'affitto dei locali della mostra è costato 3.000 franchi. Ne furono pagati solo 1.500 e il proprietario (n.d.r. Durand-Ruel) doveva pareggiare il bilancio con il ricavato del biglietto. Non solo lo ha pareggiato, ma ha pure rimborsato agli artisti i 1500 franchi da loro anticipati in parti uguali, più un dividendo di tre franchi; non è molto, è vero, ma è un buon inizio".

L'appellativo impressionisti, finora mal digerito, sarà accettato dagli stessi artisti a partire dalla terza esposizione del 1877 quando dichiararono nel loro giornale 'L'Impressioniste' del 21 aprile 1877 che i pittori hanno adottato tal nome per distinguersi, per assicurare al pubblico che nelle loro esposizioni non ci sarebbero stati quadri storici, biblici o greci o romani, né 'grande peinture', né temi orientali, né motivi di genere. L'esposizione del 1877 vede per l'ultima volta il gruppo presentarsi al completo. La gaiezza, l'armonia, la luce delle immagini di Renoir: l'anima, la vita intensa di ogni oggetto rappresentato da Monet; il talento di Degas; la serenità eroica di Cézanne, la sua raffinatezza, il suo fascino; la religiosità agreste di Pissarro, il suo colore malinconico; il gusto, la delicatezza , la tranquillità di Sisley. Caillebotte, Berthe Morisot, Guillaumin hanno anch'essi la loro qualità. E i pittori del Salon vanno dagli Impressionisti a 'nettoyer leur palette'. Si stava delineando l'idea di impressionismo: un amico di Renoir ne spiegava il significato definendolo come il trattamento del soggetto per toni anziché per il soggetto stesso, sfaldando cioè la compattezza delle forme in una vibrazione di colori riflessi. Gli artisti avevano scelto infatti un elemento solo per definire la realtà, la luce, riducendone il modulo interpretativo della natura. Questo approccio aveva portato con sé una nuova tavolozza e una tecnica inedita, conforme al proposito di catturare il gioco fluido della luce. L'idea del colore locale era stata sostituita dall'effetto atmosferico generale. Al cromatismo del soggetto si aggiungono i colori e i toni riflessi dagli oggetti circostanti e dai giochi di luce. Applicate in pennellate visibili le cromie confondevano i contorni degli oggetti immergendoli nell'ambiente e la moltitudine di tocchi contribuiva ad esprimere il movimento e lo scintillio della luce ricreandoli sulla tela. La pennellata breve e brillante era uno stratagemma per rendere i fenomeni in rapido mutamento, per adeguare la lentezza della mano alla veloce percezione degli effetti istantanei. La pittura all'aperto era, secondo Renoir, un trucco che consisteva nello scegliere velocemente tra la molteplicità degli aspetti della natura, per tradurre i miracoli della luce in un linguaggio cromatico e bidimensionale.

Si è detto che l'esposizione del 1877 vede per l'ultima volta il gruppo esporre insieme. Cézanne non espone più con i suoi compagni, nel 1879 manca anche Renoir, nell'80 e '81 mancano Monet, Renoir e Sisley. Il gruppo si ricompone parzialmente nel 1882 e nell'83, e nell'86, ottava e ultima esposizione, la dispersione è definitiva. La manifestazione che ha rappresentato il maggior sforzo collettivo, la conquista di vari artisti, l'influsso sulla gente del Salon ufficiale è probabilmente la mostra del 1877.

In definitiva gli impressionisti erano stati lanciati e involontariamente messi in voga dai loro stessi denigratori. Le loro manifestazioni, con il passare del tempo, diventarono avvenimenti parigini. Questa tendenza era così netta che ispirò a Meilhac e Halévy una commedia in tre atti, "L'impressionisme", un lavoretto divertente e senza fiele, al quale lo stesso Degas aveva messo mano, fornendo qualche aneddoto. Quando lo spettacolo fu dato ai 'Variétés' lui e Renoir ne risero allegramente.

Uno dei motivi principali dell'iniziale avversione agli Impressionisti da parte del pubblico e dei critici parigini consisteva nei soggetti trattati. Molti tra gli Impressionisti provenivano dalla classe popolare o da una borghesia assai prossima al popolo, ma gli amanti della pittura venivano dalla nobiltà e dall'alta borghesia ed erano stati quasi sempre assecondati dai pittori precedenti. Non sfuggì quindi a costoro che un nuovo contenuto sociale era insito nelle opere pittoriche impressioniste. "Le donne di Renoir non appartenevano al boulevard, ma alla banlieue, i contadini di Pissarro erano 'volgari' e se ne vedevano i rapporti con i personaggi dei Miserabili; la potenza rivoluzionaria di Monet sbuffava dalle sue locomotive, e lo spirito di Cézanne, allora, era evidentemente anarchico, parallelo a quello di Zola". (Venturi). Gli impressionisti dipinsero alberi comuni anziché alberi monumentali; case rustiche invece di palazzi; ragazze del popolo invece di dame dell'alta società; lavoratori invece che nobili. E ciò non per il proposito di avanzare una tesi politica, ma per esprimere una naturale simpatia verso la piccola borghesia o verso la classe lavoratrice alla quale molti di essi appartenevano e nella quale si trovavano perfettamente a loro agio. Sentirono una dignità umana nelle persone umili.

Per diversi anni gli impressionisti furono beffeggiati dal pubblico e dai giornali, misconosciuti e disprezzati da quasi tutta la critica, rifiutati dalla maggior parte dei collezionisti. Solo verso il 1880 si ebbe qualche lento miglioramento. Si deve attendere il 1882 perché il trionfo della causa impressionista fosse assicurato.

In seguito alla continua persecuzione del pubblico e dei critici, verso il 1880 essi si sbandarono e ciascuno tentò di seguire la sua strada. Si erano appena convinti di aver sbagliato, dopo anni di incertezza, quando improvvisamente scoprirono che il successo era venuto loro incontro in una maniera che superava di molto i loro sogni più rosei. Avevano convertito il mondo intero al loro gusto in ogni manifestazione artistica. Ma per coloro che avevano fatto questa grande scoperta era troppo tardi per tornare al gusto degli anni precedenti al 1880. Nessun pittore fu 'impressionista' per tutta la vita. Il vero impressionismo, quello genuino, finì nel momento preciso del suo trionfo.

Il primo marzo 1882 si aprì la settima e penultima mostra impressionista. Mai gli impressionisti avevano organizzato una mostra così affrancata da connotati estranei, mai erano stati così puri. Dopo otto anni di lotta comune erano finalmente riusciti (e non senza difficoltà!) a organizzare una mostra veramente rappresentativa della loro arte alla quale Guillaumin partecipava con tredici dipinti.

Malgrado una critica meno ostile vi fu chi, come il critico Huysmans, non risparmiò acidi commenti. I dipinti di Caillebotte gli sembrano i più interessanti dal punto di vista del soggetto; nell'opera di Gauguin non trova progressi; gli oli di Berthe Morisot gli paiono, come sempre, troppo sommari; approva invece, senza riserve, l'evoluzione di Guillaumin; elogia il contributo di Pissarro; non è del tutto convinto dell'originalità di Sisley; ma finalmente scopre doti nelle tele di Monet. Quanto a Renoir ritiene che abbia finalmente vinto la sua battaglia, ma non si dice convinto dai Canottieri per una ragione molto personale: a suo avviso le donne del dipinto, benché "disinvolte e allegre, non hanno il profumo delle ragazze di Parigi; sono primaverili prostitute appena arrivate da Londra".

Dieci anni dopo la prima esposizione impressionista, nell'estate del 1884, Parigi diventa nuovamente teatro di forti fermenti nel campo dell'arte. Poiché la giuria del Salon, malgrado le innovazioni liberali, tentava ancora una volta di strangolare le ricerche non ortodosse, centinaia di giovani artisti respinti si erano riuniti e avevano fondato un Groupe des Artistes Indépendants, usurpando, consapevolmente o no, il nome con il quale gli impressionisti, per volontà di Degas, avevano esposto per anni.

Il nuovo gruppo non era fatto di spiriti affini: il programma prevedeva l'ammissione di chiunque ne avesse fatta richiesta. La prima esposizione si tenne il 15 maggio 1884. Tra i giovani artisti vi è Paul Signac che aveva studiato a fondo gli impressionisti e prediligeva Monet. Signac non riuscendo ad avvicinare direttamente il maestro finì per fare amicizia con Guillaumin, lavorando al suo fianco: è il suo esempio, più che quello di Monet, che connota una serie di vibranti paesaggi parigini, dipinti con un caldo entusiasmo e una predilezione per i colori violenti, che in gran parte furono esposti agli Indépendants. Guillaumin, dal canto suo, fu l'unico esponente del gruppo impressionista che accettò di prender parte alla nuova avventura. Non molto legato agli altri non ebbe scrupolo di esporre con il Groupe des artistes indépendants insieme a giovani sconosciuti tra cui Seurat.

Seurat e Signac si incontrarono alle numerosi riunioni prima e durante l'esposizione , dove si sfogavano le rivalità tra i membri del gruppo, e strinsero presto una grande amicizia. Fu Guillaumin a presentare a Pissarro Seurat e Signac. Il 9 giugno del 1884 fu votata dai soci la sospensione del consiglio e venne fondata la Socièté des Artistes Indépendants, che fu debitamente costituita l'11 giugno davanti a un notaio. Nel dicembre dello stesso anno la nuova società organizzò la sua prima esposizione, programmando mostre annuali da tenersi ogni primavera, a cui parteciparono Seurat, Signac oltre a Guillaumin, Redon e Schuffenecker, amico di Gauguin.

Quest'ultimo, dopo un periodo artisticamente ed economicamente infelice a Rouen, nel 1884, si era obbligatoriamente trasferito in Danimarca per raggiungere a Copenaghen la famiglia. Pissarro scriveva costantemente all'amico per tenerlo informato sugli eventi parigini: quando Pissarro raccontò a Gauguin dei pranzi periodici che servivano da riunione per molti membri del gruppo, Gauguin rispose: "Fate bene, voi della banda impressionista a riunirvi una volta mese. Spero riuscirete a capire che l'unione fa la forza e che ogni individualismo e ogni privilegio va sacrificato alla coesione delle idee. Qualsiasi cosa dica Degas (Lei sa dove l'hanno condotto le sue idee separatiste) bisogna aver fede in un principio, anche se va modificato in rapporto ai tempi. Spero che lei non rimandi la presentazione di Guillaumin (alle riunioni mensili); che gli altri ascoltino la coscienza e vedranno che gli spetta un posto tra voi. Avete la pretesa di restare in tre o quattro impeccabili, senza far spazio ai più giovani e meno esperti, che con le loro idee possono arricchire il nucleo originale? Si ha sempre bisogno di qualcuno più piccolo di noi". Difendendo Guillaumin, Gauguin difendeva indirettamente il proprio posto nel gruppo, dove era stato sovente trattato da ultimo venuto e da personaggio di secondo piano, senza nulla di originale da offrire. Al ritorno di Gauguin dalla Danimarca, nell'estate del 1885. Guillaumin e Shchuffenecker gli parlarono della nuova società degli indipendenti. Gauguin pensò di esporre con loro l'anno seguente, ma poi vi rinunciò forse perché quelle esposizioni senza giuria erano invase da croste e parteciparvi era poco qualificante.

Era ormai dal 1882 che il gruppo impressionista non faceva più una esposizione collettiva. Nel dicembre del 1885 Pissarro contattò Monet: " Si parla molto di una mostra, da qualche tempo; l'argomento è sulla bocca di tutti. Sono andato a trovare Miss Cassat… e le prime parole che ci siamo scambiati riguardavano la mostra. Non ci si potrebbe mettere d'accordo? Noi, Degas, Caillebotte, Guillaumin, M.me Morisot, Mary Cassat e altri due o tre forniranno materiale ottimo per un'esposizione. Il difficile sarà intendersi. …. Che ne dice?" Era l'annuncio della prossima esposizione.

La mostra ebbe luogo dal 15 maggio al 15 giugno 1886 ed è stata da sempre considerata come l'ottava e l'ultima degli Impressionisti. Fu Degas a pretendere che l'esposizione si tenesse in quella precisa data in concomitanza con l'esposizione del Salon, cosa che agli altri sembrava assurda. Altro problema fu la richiesta avanzata da Pissarro di inserire nell'esposizione opere di Seurat e Signac. In febbraio la situazione toccò un punto morto e Berthe Morisot e Pissarro sembrarono perdere ogni speranza. Guillaumin tentò di fare da intermediario tra i diversi partiti; ma la difficoltà era che qualora si fossero ritirati Degas, Mary Cassat e Berthe Moristot non restava nessuno che potesse anticipare i fondi necessari all'organizzazione dell'esposizione e affrontare il rischio di una perdita. Quando le trattative furono riaperte il nodo centrale fu l'ammissione della grande tela di Seurat La grande Jatte. Il clima non era certo dei più sereni. All'inizio di marzo Pissarro diede notizia al figlio Lucien delle sue continue divergenze con il fratello di Manet: ".. Ieri ho avuto uno scontro violento con Eugène Manet a proprosito di Seurat e Signac; tra l'altro quest'ultimo era presente, insieme a Guillaumin". La risoluzione del conflitto portò al compromesso che Pissarro, Seurat e Signac avrebbero esposto in una sala a loro interamente dedicata. Guillaumin presentò al gruppo come nuovo aderente Odilon Redon (che espose in quell'occasione solo disegni in un corridoio). In realtà dell'Impressionismo non sussiste che qualche traccia nei quadri di Berthe Morisot. La novità fu l'affermazione del gruppo dei 'pointillistes' o neoimpressionisti, Seurat e Signac, al quale ha aderito anche Pissarro. Degas è come sempre indipendente. Guillaumin fa del 'fauvisme' avanti lettera. Félix Fénéon pubblicò un pamphlet intitolato Les impressionistes en 1886, quasi a sancire la definitiva disintegrazione del gruppo. In poche frasi Fénéon rifà la storia del movimento: " Durante il periodo eroico dell'impressionismo" scrive " la folla vide sempre in prima linea Edouard Manet… Ma in realtà la mutazione che trasformò l'autore bituminioso di Le Bock in pittore della luce.. si realizzò sotto il segno di Pissarro, di Degas, di Renoir e soprattutto di Claude Monet; furono loro i capi della rivoluzione di cui egli divenne l'araldo. Renoir e Monet sono assenti dalla rue Laffitte, e così Raffaelli, Cézanne, Sisley, Caillebotte. Malgrado questi vuoti la nuova esposizione è molto esplicita: Degas, che ripudia la definizione di impressionista, è presente con le sue opere personalissime; M.me Morisot, con Gauguin e Guillaumin, rappresenta l'impressionismo così come apparve nelle manifestazioni precedente; Pissarro, Seurat e Signac sono gli innovatori".

Mentre i pittori erano impegnati ad allestire la loro ottava mostra il loro mercante Durand-Ruel riuniva i trecento quadri da portare in America. Nel marzo del 1886 partì alla volta di New York con uno splendido campionario che avrebbe costituito la mostra annunciata come 'Opere a olio e a pastello degli impressionisti di Parigi" Pissarro, Gauguin e Guillaumin esponevano ciascuno una ventina di quadri e pastelli. Preoccupato di attutire il potenziale scandalo delle tele di Manet, Degas, Renoir, Monet, Sisley, Pissarro, Berthe Morisot, Guillaumin, Signac, Seurat e Caillebotte, Durand-Ruel non solo aveva incluso nell'esposizione dipinti di Boudin, Lépine e altri, ma a questi aveva aggiunto delle opere più accademiche. Malgrado ciò l'esposizione si rivelò come il primo successo dell'impressionismo in America.

Il 1886 fu dunque un anno ricco di eventi e di tensioni per i protagonisti del gruppo impressionista. Gauguin, forse su consiglio di Guillaumin, pensò di esporre con Seurat e Signac, al Salon des Indépendants, ma finì per scontrarsi violentemente con "quei piccoli chimici in erba che accumulano i puntini", come li chiamava, e non si presentò. Nell'86 era giunto a Parigi anche Vincent, come si faceva chiamare e firmava i suoi quadri, per vivere con il fratello Theo e informarsi sulle nuove tendenze artistiche. Allora trentatreenne, Van Gogh aveva scoperto la sua vera vocazione solo pochi anni prima, dopo un'esistenza inquieta, tormentata da delusioni e fallimenti, malgrado e forse a causa dell'impegno totale con cui si era buttato via nelle professioni di mercante d'arte, insegnante, predicatore, missionario in una zona mineraria. Quando decise di diventare artista si immerse nel lavoro con un ardore così bruciante da spaventare chi lo avvicinava. Da principio Vincent Van Gogh non si sentì attratto dagli impressionisti. Come disse poi alla sorella: " … si sente parlare degli impressionisti, ci si aspetta chissà che, e poi… quando li si vede, si resta molto delusi e li si trova brutti, dipinti male e approssimativamente mal disegnati, mal colorati; quanto di più squallido. Ne ebbi anch'io questa prima impressione quando giunsi a Parigi…" La pittura di Van Gogh era stata fino ad allora molto scura, priva di colore, e l'artista fu a prima vista sconcertato dalla ricca cromia e dalla luminosità che scopriva nei dipinti impressionisti. Ma quando Theo presentò il fratello a Pissarro e quest'ultimo spiegò a Vincent la tecnica e la teoria che guidavano il movimento Van Gogh iniziò subito a sperimentare, cambiando completamente la tavolozza e la tecnica e tentando, addirittura, per qualche tempo, il puntino neo-impressionista. Lavorò ad Asnières insieme a Signac e a Emile Bernard. In quel periodo fece visite assidue a Guillaumin che viveva sull'Ile saint Louis, nell'ex studio di Daubigny. Scrive Vincent al fratello Theo: " io credo che come uomo Guillaumin ha idee migliori degli altri e che se tutti fossero come lui, si produrrebbero vantaggiosamente delle buone cose e si avrebbe meno tempo e voglia di perdere tempo!"

Guillaumin visse intensamente il suo XIX secolo. Le amicizie che strinse nel corso della sua vita danno un'idea della sua vera personalità. Il ruolo che ebbe nella battaglia dell'impressionismo dimostra il posto importante che egli occupa nella sua epoca.

Insieme con Claude Monet, Guillaumin fu l'unico, tra il primo gruppo di impressionisti , che sopravvisse di molto ai suoi amici.

Nel dicembre del 1926 moriva all'età di 88 anni Claude Monet. Guilllaumin morì alla stessa età nel giugno del 1927.