Biografie

Antonio Corpora

Nato a Tunisi nel 1909, città nella quale consegue il diploma all'Accademia di Belle Arti, Corpora nel 1929 giunge a Firenze; ma ben presto si trasferisce a Parigi dove conosce la pittura non figurativa di Cézanne, di Picasso e di Matisse, e inizia a mettere a punto la sua nuova visione dell'arte in senso astratto-lirico. Tornato nel 1945 in Italia come profugo, fu uno dei fondatori del gruppo dei “neo-cubisti” dopo l'intenso scambio artistico di quegli anni con Renato Guttuso, nel suo atelier romano, insieme a Fazzini, Monachesi e Turcato. Il gruppo tra i primi propose in termini polemici la necessità di uno sganciamento dai moduli troppo vieti della pittura precedente e che fu soprattutto un movimento di energica opposizione a quella che era stata l'arte del cosiddetto "Novecento Italiano".

Laguna sull'Argentario, 1951

Antonio Corpora
Laguna sull'Argentario, 1951
Olio su tela, 100 x 82 cm

Nel 1947 entra nel “Fronte Nuovo delle Arti” dopo la rottura del quale diventa un artista degli “Otto Pittori Italiani” - insieme ad Afro, Birolli, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova - ispirato dal critico Lionello Venturi che rivendica per questi giovani artisti la libertà creativa: “Essi non sono e non vogliono essere degli astrattisti; essi non sono e non vogliono essere dei realisti: si propongono di uscire da questa antimonia che “(…) minaccia di trasformare l'astrazione in un rinnovato manierismo”. Insieme a questi pittori astratto-concreti (come li aveva definiti Venturi), Corpora partecipa nel 1952 alla Biennale di Venezia dove sarà invitato, sempre con una sala personale, alle edizioni del 1956, del 1960 e del 1966. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta, Corpora inizia a realizzare una pittura data per zone più ampie e intense di colore. E' la visione spontanea di una illuminazione venuta dall'interno della materia, che svela un senso intimo e magico della natura: la lunga via per una presa di coscienza della vita che anima l'universo. Lungo tutti gli anni Sessanta sviluppa ancora il suo informale sui generis esponendo i suoi lavori alla Kleeman Galleries di New York, alla Galleria Bonino di Buenos Aires, al Bucherhalle Winterhude di Amburgo, alla Haaken Gallery di Oslo, alla Galerie Cahiers d'Art di Parigi. Successivamente il mondo corporiano sembra essere preda di un'immobilità apparente, abbandonato lungo i cicli pittorici Le frontiere dell'infinito del 1973 e La linea dell'orizzonte del 1981, lungo un confine d'ombra e di luce che si colloca tra essere e nulla. Su questa intonazione poetica è anche il ciclo delle Memorie di Giverny del 1984-86, che sembra ricordarci la visione liquida delle “Ninfee” di Monet. Sono acque che simbolizzano la summa universale della virtualità: esse sono “fonte” e “origine”, serbatoi di tutte le possibilità d'esistenza, precedono tutte le forme e fanno da supporto ad ogni creazione - per dirla come Klee - sospesa tra il visibile e l'invisibile.

Antonio Corpora fu ospite più volte alla Biennale di Venezia, alla Staatsgalerie Modenkunst di Monaco, nonché vincitore di premi come la Quadriennale di Roma nel 1955, il Premio Parigi nel 1951, la Biennale di Roma nel '68. Come miglior artista per il 2003, ebbe il Premio Nazionale "Presidente della Repubblica" su designazione dell' Accademia Nazionale di San Luca. In Italia, nel dopoguerra, Corpora fu in prima linea nella battaglia per il rinnovamento del linguaggio pittorico. Con il suo temperamento pronto a raccogliere ogni suggerimento ed a svilupparlo immediatamente secondo le necessità della sua tematica, fu tra i protagonisti del “Fronte Nuovo delle Arti” e del gruppo degli “Otto Pittori Italiani” che, raccogliendo per la prima volta le esperienze della pittura del dopoguerra, creavano una ben definita tendenza. Un protagonista che sapeva restare lontano dalle imposizioni e pressioni delle mode, come affermava lui stesso: “Sono pochi quelli che hanno capito della necessità di una nuova coscienza, una coscienza che sia veramente libera da schemi e pregiudizi. Io mi servo dei mezzi che offre la pittura perché sono un pittore (..)”.

Muore a Roma, dove viveva, il 5 settembre 2004 all'età di 95 anni.