Biografie

La biografia di Carol Rama
Carol Rama. Self-portrait

Carol Rama

Pierantonio Tanzola - Carol Rama, Fotografia, © Pierantonio Tanzola

Carol Rama (Torino, 1918) è un'artista autobiografica. Ogni personaggio, ogni oggetto che compare sulla scena dell'opera trova il suo riscontro nella storia e nella memoria di Carol. Corpi femminili troncati, dentiere, letti di contenzione, sedie a rotelle, animali, scarpe e altro, sono i soggetti dei primi acquerelli, che negli anni della loro esecuzione (1936-1946) furono talmente anacronistici da risultare inaccettabili (la sua prima personale nel 1945 fu bloccata, le opere sequestrate). Questi lavori riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna, che ha dovuto di colpo confrontarsi con gli aspetti più traumatici della vita, dopo un'infanzia piuttosto protetta nella casa paterna. È del 1948 la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia.
Negli anni cinquanta, Carol sente il bisogno di uscire dai confini dell'autobiografia e entra a far parte del gruppo del MAC (Movimento Arte Concreta) torinese, elaborando un suo personale concetto di astrazione. A partire dagli anni sessanta la sua ricerca torna a scavare nel repertorio intimo, unendo la realtà di oggetti usati al suo intrinseco estro pittorico. Nascono dei dipinti definiti "bricolages" dall'amico Edoardo Sanguineti, il quale accompagna Carol e la sua opera fin dagli anni Sessanta. Gli amici hanno un grande ruolo nella vita di Carol, a cominciare da quelli che frequenta a Torino, come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e altri ancora. Durante i soggiorni del 1970 e 1971 con il suo gallerista Luciano Anselmino a Parigi e a New York, conosce Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, che continua a frequentare fino alla morte di lui.
Il lavoro degli anni Settanta è insieme intimo e di ampio respiro. Su formati spesso considerevoli, Carol Rama appende o stende e incolla camere d'aria che le ricordano la fabbrica di biciclette del padre imprenditore. Le camere d'aria, spesso usurate, riparate, rattoppate, creano una materia viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile che ricorda l'anatomia umana.
In seguito all'incontro con Lea Vergine, il 1980 la vede presente con numerosi lavori degli anni Trenta e Quaranta nella mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, intitolata "L'altra metà dell'avanguardia". Curata da Lea Vergine, le viene allestita nel 1985 la prima mostra antologica nel sagrato del Duomo di Milano. Ora inizia a essere apprezzato il lavoro dei primi anni, e questa è forse una delle ragioni per cui Carol torna alla figurazione, dall'inizio degli anni Ottanta, con opere piene di fantasia, di bizzarrie, di racconti accennati e di allusioni privatissime. Carol Rama non ha più abbandonato il figurativo, ma col tempo le figure e i personaggi, legati sempre alla sua storia personale, si sono fatti più essenziali, quasi emblematici.
Mostre pubbliche, come la sala personale alla XLV Biennale di Venezia nel 1993, la collettiva del 1996 Inside the Visibile all'ICA di Boston (poi a Washington, Boston, Perth) o l'antologica allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1998, poi a Boston) la portano all'attenzione del pubblico internazionale.
Carol Rama è ormai conosciuta dalla cerchia degli estimatori dell'arte contemporanea, ma il grande riconoscimento pubblico le arriva soltanto nel 2003, quando le viene conferito il Leone d'oro alla carriera in occasione della 50. Biennale di Venezia. Nel 2004 le viene allestita un'ampia antologica presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, che in seguito viene presentata al Mart di Rovereto e al Baltic Museum di Gateshead (GB). Il Museo cittadino di Ulm (D) e la Galerie im Taxispalais a Innsbruck (A) organizzano anch'essi nel 2004-2005 una grande mostra retrospettiva. L'estate del 2006 vede l'esposizione "Trama doppia" ad Alghero in Sardegna, con una personale di Carol Rama interpretata dallo stilista Antonio Marras. Nell'autunno dello stesso anno esce il Catalogo ragionato dell'opera incisa di Carol Rama, presentato in occasione di una mostra antologica di incisioni al Museo di Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia. La mostra "La passione secondo ABO", curata da Achille Bonito Oliva in occasione del Ravello Festival 2007, è incentrata sull'opera figurativa di Carol Rama. Sempre nel 2007, Gillo Dorfles presenta una rassegna di opere su carta al Museo Materiali Minimi d'Arte Contemporanea di Paestum. Nell’estate del 2008 Marco Vallora cura una grande mostra antologica di Carol Rama al Palazzo Ducale di Genova, in occasione del novantesimo anniversario della nascita.

Legnano (Mi), ottobre 2008