Carla Accardi

«Un dipinto deve dirti quello che vuole dirti in brevissimo tempo e deve dirtelo con la sensazione di un piacere»

Carla Accardi

Carla Accardi

Carla Accardi, all'anagrafe Carolina Accardi (Trapani, 9 ottobre 1924 - Roma, 23 febbraio 2014), è fra i massimi esponenti dell'astrattismo italiano, dopo la maturità classica consegue da privatista nel 1943 la maturità artistica, per seguire poi i corsi all'Accademia di Belle Arti di Palermo e di Firenze.
La sua inconfondibile firma pittorica è caratterizzata da segni bianchi su fondi neri, poi colorati di tinte e forme diverse, sul fondo della tela o, dagli anni Settanta, su un supporto plastico (sicofil) che le ha permesso di estendere la pittura alla terza dimensione attraverso le installazioni.
Si trasferisce a Roma nel 1946.
Nel 1949 sposa il pittore Antonio Sanfilippo insieme al quale, negli studi di via Margutta, conosce Consagra e Turcato con i quali stabilisce rapporti di amicizia e di lavoro; frequenta, inoltre, Attardi, Dorazio, Guerrini, Maugeri, Perilli. La giovane siciliana si impone presto all'attenzione dei maggiori critici come uno dei protagonisti del gruppo Forma 1, riunito intorno alla Libreria Age d'Or di via del Babuino, nel cuore di Roma. E' la stessa strada dove Accardi ha vissuto per tutta la vita, continuando a lavorare fino all'ultimo.
Carla Accardi partecipa con il gruppo a numerose collettive sia in Italia che all'estero; la sua prima mostra personale è alla Galleria Numero di Firenze, seguita nel '50 da quella alla Galleria Libreria Age d'Or di Roma presentata da Turcato.
Fino al 1952, l'opera di Carla Accardi si muove sulla linea della pittura costruttivo-concretista, per volgersi poi verso una ricerca fondata sulla poetica del segno che la porterà a partire dal 1954 a realizzare opere articolate essenzialmente su insiemi di segmenti pittorici bianchi su fondi neri. Questa scelta espressiva la mette in relazione con le ricerche dei maggiori artisti dell'informale.
Michel Tapié, critico e profeta dell'arte informale, segue il lavoro dell'Accardi invitandola, tra il 1954 e il 1959, alle mostre da lui curate in Italia e all'estero. Negli stessi anni l'artista partecipa a numerose collettive, presentata da critici come Michel Seuphor, Palma Bucarelli, Giulio Carlo Argan e Lionello Venturi.
A partire dagli anni Sessanta Carla Accardi recupera un linguaggio incentrato sul rapporto segno-colore, accentuando il valore cromatico in bicromie luminescenti. Nel 1964 è presente con una sala personale alla Biennale di Venezia, presentata da Carla Lonzi con la quale instaura un sodalizio che la porterà alla militanza femminista.
La ricerca basata sul segno-colore trova un'ulteriore radicalizzazione nelle opere successive quando Carla Accardi usa come supporto le superfici trasparenti di silicofoil e accentua la natura del quadro come diaframma luminoso. L'interesse per la relazione tra opera e ambiente giunge alla radicalità nel lavoro Triplice tenda del 1969-'71, una vera e propria struttura "abitabile" e percorribile dallo spettatore.
È invitata alla Biennale di Venezia del 1976, a quella del 1978 e a numerose personali e collettive, partecipando a mostre retrospettive del gruppo Forma 1 e dell'avanguardia italiana degli anni Cinquanta. Negli anni Ottanta la Accardi avvia una nuova ricerca, nella quale è tuttora impegnata: nelle sue opere l'utilizzo della tela grezza lascia trapelare gli intrecci di larghi segni colorati, dove diverse stesure cromatiche si giustappongono creando campi energetici di differenti intensità.
Espone alla Biennale di Venezia del 1988 ed è presente nelle principali rassegne storiche dell'arte italiana del nostro secolo in Italia e all'estero (tra le altre Italian Art in the XXth Century, Royal Academy, Londra, 1989 e The Italian Metamorphosis 1943-1968, Guggenheim Museum, New York, 1994); partecipa ad importanti rassegne internazionali come Chambres d'amis (Gand, 1986).
Viene nominata nel 1996 membro dell'Accademia di Brera e nel 1997 fa parte, come consigliere, della Commissione per la Biennale di Venezia.
Il catalogo generale delle opere di Carla Accardi è a cura di Germano Celant.
Tra le pioniere del femminismo in Italia, fece parte con Carla Lonzi del gruppo "Rivolta Femminile". Nel 1996 fu nominata membro dell'Accademia di Brera e nel 1997 fu membro della Commissione per la Biennale di Venezia nel ruolo di consigliere. Nel 1998 la sua città, Trapani, le dedicò una retrospettiva Carla Accardi: opere 1947-1997, nella Chiesa della Badia Grande.
La mattina del 23 febbraio 2014 Carla Accardi accusò un improvviso malore e venne trasportata d'urgenza all'ospedale Santo Spirito di Roma. Le sue condizioni apparvero subito critiche; l'artista morì poco dopo aver raggiunto il pronto soccorso.
I funerali di Carla Accardi si sono tenuti il 28 febbraio 2014, presso la sala del Carroccio in Campidoglio. Alle esequie, in prima fila, il Sindaco di Trapani, Vito Damiano, che ha voluto portare il saluto dell'intera città natale.

Opere in collezioni Pubbliche:
Guggenheim Museum, New York City
Castello di Rivoli Museum of Contemporary Art, Torino, Italy
MACRO - Museo d'Arte Contemporanea Roma, Italy
Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Trento, Italy
S.M.A.K. (Stedelijk Museum voor Actuele Kunst), Ghent, Belgium

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Le spider anni '50 e anni '60 di Umberto Panarella

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L'automobile fu la naturale evoluzione della carrozza. Le prime automobili erano delle semplici carrozze alle quali furono eliminate le parti che servivano per attaccare i cavalli e aggiunto un piccolo motore a scoppio.Le prime auto erano completamente aperte o al massimo prevedevano, come sulle carrozze, una copertura a mantice. Agli albori, quindi, erano tutte scoperte, anche perché i motori erano poco potenti e perciò nessun costruttore era intenzionato ad appesantirle con una carrozzeria chiusa.

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