La biografia di Roberto Capucci
Roberto Capucci a Palazzo Fortuny
Roberto Capucci
Roberto Capucci, enfant prodige della Moda, apre a vent’anni, nel 1951, il
primo atelier. Grazie agli studi al liceo artistico prima e all’Accademia di
Belle Arti poi, non solo conosce la storia dell’arte ma anche le tecniche
pittoriche e plastiche, il disegno, la grafica. La prima gli fornisce
consapevolezza culturale e di visione; le seconde gli danno gli strumenti per
ricercare e verificare metodi e approcci nuovi. E tutto il suo percorso
creativo, che dura ininterrotto fino a ogg - costellato di riconoscimenti e
invenzioni -, è segnato proprio dalla ricerca e dalla sperimentazione formale.
Le opere in mostra documentano, in particolare, il passaggio e la definitiva
scelta di campo artistica nella produzione dell’ultimo trentennio e le
molteplici fonti d’ispirazione: dal mondo vegetale agli elementi fondamentali
(Acqua, Terra, Aria, Fuoco); dai fenomeni fisici ai riferimenti artistici. Ecco
allora colori puri alla Beato Angelico; ampie maniche e sontuosi strascichi
come in Pisanello, Benozzo Gozzoli, Paolo Uccello; velluti e dettagli
sartoriali di Carpaccio, Tiziano, Tintoretto; fianchi allargati come in Velàzquez;
ed ecco Tiepolo, cui rende pubblicamente omaggio. S’impadronisce inoltre,
filtrandole attraverso la propria sensibilità e cultura, di ogni novità e
suggestione del ‘900.
Ma tutta la sua produzione rimanda, soprattutto, all’eterno sogno umano del
superamento dei propri limiti, attraverso la creazione di abiti di dimensioni
impossibili, con propaggini asimmetriche, ali d’uccello o farfalla, zampilli
serici, grandi code…. In essi le forme naturali del corpo si oltrepassano in
una sorta di dimensione “divina”, astratta, priva di esigenze materiali,
fisiche, temporali.
E appunto al di fuori del tempo e della moda le sue opere, ospitate nei
maggiori musei del mondo, si rivelano in tutta la loro stupefacente presenza
estetica.