Biografie

Tadao Ando

Tadao Ando, l'architetto autodidatta famoso in tutto il mondo, già vincitore nel 1996 del premio Pritzker Prize, considerato il nobel dell'architettura, ha ricevuto il 22 aprile 2002 la laurea ad honorem dalla Facoltà di architettura dell'Università di Roma "La Sapienza".
È la "prima" laurea di Ando che ha sviluppato la sua ricerca nel campo dellarchitettura sen'za titolo accademico né l'insegnamento di un maestro architetto. Ando attribuisce il suo sviluppo all'intensa lettura e ad un elevato numero di viaggi in Europa e negli Stati Uniti intrapresi per studiare le architetture contemporanee e storiche.

Nato a Osaka nel 1941, Tadao Ando realizza il suo primo progetto di abitazioni familiari nel 1972, mostrandosi sulla scena nazionale nel 1976 con le realizzazioni di casa Azuma a Osaka, vincendo il Premio annuale assegnato dall'Architectural Institute of Japan.
Tra le opere più importanti si ricordano il Children's Museum, il Naoshima Contemporary Art Museum, il Suntory Museum, il Museum of Literature and the Forest of Tomba Museum in Kumamoto, la Chiesa della luce ad Osaka, la Cappella sull'acqua a Tomamu, il Tempio sull'acqua alle isole Awajishima, in Giappone, l'edificio Fabrica per Benetton a Treviso, il teatro di Giorgio Armani a Milano nel 2001, la Pulitzer Foundation, 2001, negli Usa, il Japan Pavilion at Expo '92 a Siviglia.

Scrive Ando: "A volte i muri manifestano un potere che confina con la violenza. Essi hanno il potere di dividere lo spazio, di trasfigurarlo e di creare nuovi domini. I muri sono gli elementi di base dell'architettura, ma possono essere anche i più arricchenti".

"Io creo un ordine architettonico sulla base della geometria: quadrati, cerchi, triangoli e rettangoli. Tento di usare forze nell'area dove sto costruendo, per ripristinare l'unità tra la casa e natura (luce e vento) che fu perso nel processo di modernizzazione delle case giapponesi durante la crescita rapida, durante gli anni Cinquanta e Sessanta".



Tadao Ando ha vinto il Kyoto Prize

L'architetto giapponese Tadao Ando, ha vinto il Kyoto Prize di quest'anno, premio bandito dalla sede di San Diego della Fondazione Inamori. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo novembre a Kyoto e assegnerà il premio di $ 400,000 all'architetto Ando.
Il Kyoto Prize è stato istituito nel 1985 da Kazuo Inamori, nativo di Kyoto, fondatore e presidente emerito del San Diego-based Kyocera Corp.
Il Kyoto Prize viene assegnato per l'unicità dei risultati raggiunti nella tecnologia, nelle scienze di base e nella filosofia.
Gli altri premiati quest'anno sono Leroy Edward Hood, presidente e direttore dell'Institute for Systems Biology a Seattle e Mikhael Leonidovich Gromov, professore di matematica all'Institute des Hautes Etudes Scientifiques, vicino Parigi, e alla New York University's Courant Institute of Mathematical Sciences.



Nuova sede per la Pulitzer Foundation for the Art
a St. Louis, opera di Tadao Ando

È questa la prima opera statunitense di Ando che ha realizzato la maggior parte dei suoi progetti in Giappone, concentrati principalmente nell'area di Osaka dove egli è nato, vive e lavora. Oltre ad un numero di ispirate strutture religiose, ha progettato musei e numerosi edifici commerciali, uffici, fabbriche, negozi e progetti residenziali.

Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, nel 1995 è insignito del Pritzer Prize, il più prestigioso premio di architettura. Nella motivazione del Pritzker Prize si legge "Tadao Ando è quel raro architetto che racchiude in un solo individuo la sensibilità artistica ed intellettuale capace di produrre edifici, grandi e piccoli, che entrambi servono e ispirano. La sua potente visione interna, ignora qualsiasi movimento scuola o stile di moda, creando edifici con forme e composizioni che si riferiscono al tipo di vita che sarà vissuta là".

I lavori di costruzione della sede della Pulitzer Foundation for the Art sono durati quattro anni.

L'opera, di 27.000 piedi quadrati (2.500 metri quadrati), a tre piani, è localizzata nell'arenoso distretto Grand Center arts, a quattro miglia ovest dal centro di St. Louis.

Ignorando i venti delle moda, Ando ha intrapreso un singolare percorso di modernismo austero ma sensuale i cui caratteri fondamentali sono l'uso del cemento lisciato, gli interni assolutamente contemplativi e l'uso sapiente di un abbagliante gioco di luce.

Edifici come la Church of the Light del 1988, una scatola di calcestruzzo nella sua natia Osaka, nella quale Ando fora il muro dietro all'altare con aperture verticali ed orizzontali formando una croce accesa dal sole, portano Ando al riconoscimento internazionale.

La sede della Pulitzer Foundation for the Arts risulta essere un rifugio che trasporta il visitatore dalla confusione della vita moderna ad un senso di ordine e calma profonda, quasi spirituale: un luogo di scoperta dello spazio, della luce e dei materiali. Voluto dal defunto Joseph Pulitzer Jr e sua moglie, Emily Rauh Pulitzer, ospita una straordinaria raccolta privata di arte con lavori di importanti artisti tra i quali Claude Monet, Pablo Picasso e Mark Rothko. Nonostante la presenza di queste opere, che saranno esposte su una base rotante, l'edificio non è un museo. Piuttosto, dice Emily Pulitzer, il presidente della fondazione, è "un modo alternativo di percepire lo spazio, libero dalla calca delle folle che dirompono nelle mostre".

Il pubblico sarà ammesso solo due giorni a settimana, il mercoledì e il sabato, con un flusso d'ingresso massimo di cinquanta visitatori ogni mezz'ora. Non ci sono né negozi né luoghi di ristoro. È come tornare indietro ai primi anni del ventesimo secolo, quando i ricchi collezionisti privati realizzano i loro piccoli musei come l'Isabella Stewart Gardner Museum a Boston.

La fondazione ha anche un'importante missione contemporanea: provvedere a realizzare un luogo d'incontro per artisti, architetti, professionisti di museo e altre figure culturali, potendo ospitare convegni o concerti. Un "non museo" come lo definisce il direttore della fondazione, Laurie Stein.

Il progetto di Ando consiste di due lunghe scatole di cemento con in mezzo una piscina riflettente e poco profonda. L'ala orientale che accoglie lo spazio della galleria principale è di 10 piedi (3 metri) più alta dell'ala occidentale che contiene una piccola galleria, gli uffici della fondazione ed una biblioteca. Un tetto a sbalzo si estende sulle due ali. L'effetto massivo e protettivo dà all'opera l'immagine di una casa del tesoro, o cassaforte: "Volevo realizzare la più bella cassaforte che potevo. . . per proteggere i più bei lavori d'arte", dice Ando.

Direttamente sul lato ovest dell'edificio vi è una piazza all'aperto i cui gradini discendenti e le rampe conducono all'opera di Richard Serra, la spirale tortile di acciaio, pesante 125 tonnellate, che è chiamata "Joe" in onore di Joseph Pulitzer Jr.