Aligi Sassu
(1912 - 2000)
Aligi Sassu nasce a Milano il 17 luglio 1912 da Lina Pedretti, originaria di Parma, e da Antonio Sassu, uno dei fondatori del partito socialista di Sassari.
Nel 1921 la famiglia si trasferisce a Thiesi, in Sardegna, e vi rimane per tre
anni, periodo breve ma fondamentale per le impressioni che permearono l'animo
dell'artista.
Avviene qui infatti l'incontro con i cavalli e con i colori forti del paesaggio
mediterraneo. Tornato a Milano, si entusiasma nella lettura di riviste e testi
futuristi, interesse infuso in lui dal padre, che lo portò a soli sette anni
nel 1919 a visitare la prima collettiva dei futuristi al Cova.
Non si tratta però del primo contatto con tale movimento, vista l'amicizia che
legava il padre a Carlo Carrà. Proprio in questo periodo si cimenta per la
prima volta con i colori.
Nel 1925 è costretto dalle difficoltà economiche della famiglia ad abbandonare
la scuola per lavorare come apprendista in un'officina litografica, la Pressa;
l'anno dopo lavora come aiutante di un decoratore murale. Riesce però a concludere
gli studi alle serali.
Nel 1927 acquista "Pittura scultura futuriste (dinamismo plastico)"
di Boccioni, artista di cui ha la possibilità di ammirare alcune opere presso
Fedele Azari, che le aveva momentaneamente in custodia per un'esposizione.
Insieme a Bruno Munari viene a sapere che Filippo Tommaso Marinetti avrebbe
incontrato giovani artisti all'Hotel Corso, si presenta così portando i disegni
su Mafarka il futurista, opera di Marinetti stesso.
La sera successiva, durante una manifestazione, Marinetti li indica come "
due giovani promesse dell'arte italiana" e nel 1928 invita Sassu a mandare
due opere alla Biennale di Venezia: Nudo plastico e l'Uomo che si
abbevera alla sorgente.
Il 31 marzo dello stesso anno Sassu firma insieme a Munari il manifesto della
pittura Dinamismo e riforma muscolare, rimasto inedito fino al 1977.
Nel '29 si iscrive all'Accademia di Brera; qui conosce Lucio Fontana col quale
lavorerà anni dopo ad Albissola.
Dopo due anni è costretto ad abbandonare l'Accademia per motivi economici,
frequenta così l'Accademia Libera istituita dal direttore della Galleria di
Milano, Barbaroux, che permette a Sassu e ad altri artisti impossibilitati a
mantenersi i corsi di Brera di disporre di cavalletti e modelle in cambio di un
quadro al mese per la sua galleria.
Ma questa accademia ha vita breve e Sassu continua la sua attività in uno
studio affittato in piazza Susa insieme a Manzù.
Nel 1929 espone in due mostre collettive a Milano.
E' il periodo in cui, in antitesi con Novecento, nascono i Ciclisti e
gli Uomini rossi, conseguenza della passione del maestro per Masolino e
Beato Angelico.
Nel 1932 espone con altri artisti presso la Galleria del Milione e, grazie
all'interesse suscitato da questa mostra, viene pubblicato da Sandro Bini il
primo testo sul lavoro di Sassu.
Nell'autunno del 1934 parte per Parigi e vi soggiorna per tre mesi.
Qui visita una mostra di Matisse e studia presso i musei l'opera di grandi
artisti quali Gericault, Cezanne, gli impressionisti ma soprattutto Delacroix,
di cui legge i diari presso la biblioteca Sainte Geneviève.
Questo primo viaggio a Parigi conferma in Sassu il suo grande amore per la
pittura dell'Ottocento francese e gli lascia negli occhi la luce dei numerosi
caffè che diverranno tema da lui spesso frequentato.
I soggetti sono ora tratti dalla realtà nei suoi risvolti sociali e dal mito,
spesso da leggere in chiave simbolica.
Nel 1935 torna a Parigi. In questo secondo soggiorno, oltre all'amore per l'arte
e per la cultura cresce il suo impegno politico.
Manifesta infatti la sua posizione antifranchista con la Fucilazione delle
Asturie.
E' proprio in questo periodo della guerra civile di Spagna che, insieme ad
altri artisti, opera attivamente contro il fascismo.
Tornato a Milano, partecipa ad azioni di disturbo antifascista e a diffusione
di stampa clandestina. Insieme a De Grada aveva persino contatti con gruppi
antifascisti all'estero. In occasione della sconfitta delle truppe di Mussolini
nella battaglia di Guadalajara, prepara insieme a De Grada un manifesto che
inneggia all'insurrezione, persuaso che si potesse sollevare anche in Italia.
La mattina del 6 aprile 1937 la polizia dell'OVRA, che già lo controllava da
tempo, perquisisce la casa e lo studio trovando la bozza del manifesto e la
carta per stamparlo.
Sassu, arrestato con l'accusa di complotto, viene rinchiuso nel carcere di San
Vittore, e dopo sei mesi, in seguito all'interrogatorio, viene trasferito a
Roma nel Regina Coeli con l'accusa di sovvertimento dell'ordine dello Stato e
la condanna a dieci anni di reclusione. Sono mesi di grave crisi, dovuta
soprattutto all'impossibilità di dedicarsi allo studio e alla pittura.
Solo quando viene trasferito a Fossano, poco distante da Cuneo, nell'ottobre
del 1937 gli viene concesso di scrivere e disegnare. Realizza così più di
quattrocento disegni di cui non gliene viene sottratto nessuno, si tratta in
gran parte di ritratti di detenuti e disegni mitologici.
Intanto il padre sollecitava Marinetti e il dottor Veratti, entrambi benvoluti
dal duce, a intercedere per il figlio: il 27 luglio 1938 gli viene concessa la
grazia regia.
Rimane però sorvegliato speciale, condizione che non gli permette di
frequentare luoghi pubblici e tanto meno di esporre le sue opere.
Continua comunque a dipingere opere di opposizione come Spagna 1937 e La
morte di Cesare, ideata già ai tempi del carcere.
Nel periodo della sua reclusione, a Milano sorgeva Corrente.
Sassu, essendo sorvegliato speciale, dovette aspettare il marzo del '41 per
allestire una personale nella Bottega di Corrente. E' qui che espone per la
prima volta gli Uomini rossi.
Verso la fine del '44 vive a Zorzino, sul lago d'Iseo e qui, dopo aver
collaborato con i partigiani di Montagna, vive i primi giorni della liberazione
nel 1945.
Dopo tutti questi eventi che lo avevano tenuto lontano dai suoi, torna a
Milano.
Nel 1947 si trasferisce a Castel Cabiaglio, in provincia di Varese.
Nonostante la grave crisi di quegli anni, lavora intensamente e sperimenta
nuove tecniche.Dipinge soprattutto Caffè e quadri sacri.
A Castel Cabiaglio Sassu si era recato con De Tullio per lavorare in un'antica
fornace del luogo, nascono così un centinaio di ceramiche.
Dopo poco tempo però è costretto ad abbandonare il luogo e decide di riprendere
i contatti con Tullio Mazzotti che lo invita a lavorare da lui ad Albissola.
Qui intesse amicizie con molti artisti che si trovano lì per il suo stesso
motivo e fianco a fianco lavorano e provano nuovi modi di coniugare forma e colore.
E' il 1954 quando insieme a Mazzotti e a Fabbri si reca a Vallauris ed incontra
per la prima volta Picasso, che in quel tempo lavorava lì. Lo incontra di nuovo
dopo due anni a La Californie dove Picasso gli mostra le sue sculture che
avrebbe poi esposto al Museo di Antibes.
Nel 1964 inizia il periodo spagnolo, Sassu compra infatti una casa a Mallorca
in Cala San Vicente. Si avvia così quella che Dino Buzzati ha chiamato la sua
seconda giovinezza.
Nascono le Tauromachie e i paesaggi dell'isola, altri soggetti, come la tematica
mitologica, vengono rivisitati e approfonditi e l'artista conosce anche una
nuova tecnica, quella dell'acrilico, che gli permette di creare colori più vivi
e luminosi, come quelli tipici di Mallorca, vissuta dal maestro come una
seconda Sardegna.
Da quest'anno vive tra Mallorca e l'Italia dove nel 1967 si trasferisce a
Monticello Brianza.
Nel '73 si dedica a scene e costumi dei Vespri siciliani per la
riapertura del Teatro Regio a Torino e gli viene dedicata una sala nella Galleria
dell'Arte moderna del Vaticano.
Nel 1976 realizza due mosaici per Sant'Andrea a Pescara e nel '77 espone a
Rotterdam, Toronto e a Mallorca dove lascia Cala San Vicente per trasferirsi
poco lontano, a Pollença in Can Marimon.
Nel 1981 si trasferisce da Monticello a Milano in via Brera.
Nell' '82 gli viene attribuito il riconoscimento " Gli uomini che hanno
fatto grande Milano" e presenta i suoi cinquantotto acquerelli del 1943 ad
illustrazione dei Promessi sposi.
Nel 1984 viene allestita una sua mostra antologica in Palazzo dei Diamanti a
Ferrara dove espone centoundici opere. La mostra viene poi trasferita a Roma
in Castel Sant'Angelo.
Lo stesso anno vede però anche un'altra grande antologica del maestro, quella
allestita al Palazzo Reale a Milano con duecentosettantaquattro opere.
Altre esposizioni avvengono in quel periodo a Siviglia e in Germania, l'anno
dopo a Madrid e in Canada dove una mostra itinerante sui Promessi sposi viene
presentata a Toronto, Montreal e Ottawa.
Nel 1986 espone a Palma di Mallorca, alla XI Quadriennale di Roma, alla
Triennale di Milano e alla Casa del Mantegna a Mantova. Completa le
centotredici tavole sulla Divina commedia, tre delle quali vengono
acquistate dal Museo Puskin di Mosca.
A Monaco di Baviera, viene inoltre allestita una grande antologica con opere
dal 1927 al 1985.
Nel 1992, ottanta dipinti compongono una mostra itinerante in Sud America che
viaggia tra San Paolo, Bogotà e Buenos Aires.
Nel 1993 completa I Miti del Mediterraneo, murale in ceramica di
150 metri quadrati per la nuova sede del Parlamento europeo a Bruxelles.
L'anno successivo presenta Manuscriptum, una cartella con incisioni
destinata alla mostra itinerante in Svezia "I ponti di Leonardo".
Nel '95 espone alla Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo e viene
nominato Cavaliere della Gran Croce dal Presidente della Repubblica.
Il '96 vede la donazione alla città di Lugano di trecentosessantadue opere
realizzate dal 1927 al 1996, nasce così la Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares
che organizza nel 1999 una mostra dedicata al futurismo, nel 2000 al
primitivismo, nel 2001 agli Uomini rossi fino ad arrivare a quella del 2003
dedicata al realismo di Sassu.
Il 17 luglio 1999 per il suo ottantasettesimo compleanno si inaugura una grande
antologica in Palazzo Strozzi a Firenze.
Esattamente un anno dopo, la sera del 17 luglio 2000, Aligi Sassu muore nella
sua casa di Can Marimon a Pollença.
Nello stesso anno le sue opere ceramiche vengono esposte in una mostra al Museo
internazionale della ceramica di Faenza, poi trasferita al Museo della ceramica
"M.Trucco" e al Museo Civico d'Arte contemporanea di Albissola e
viene fondata a Besana Brianza l'Associazione Culturale Amici dell'Arte di
Aligi Sassu che, tra le diverse iniziative, ha organizzato nel 2001 la prima
antologica sulla scultura del maestro, nel 2003 la mostra Picasso Fontana, Sassu.
Arte ceramica da Albissola a Vallauris e nel 2005 Il cenacolo verde. Cassinari,
Migneco, Morlotti, Sassu e Treccani in Brianza.
Il 14 dicembre del 2005 il Capo dello Stato, Prof. Carlo Azeglio Ciampi, ha
conferito al Maestro il diploma di benemerenza di I classe (Medaglia d'oro) per
la scuola, cultura ed arte per l'anno 2005.Tale conferimento è accordato a
persone che abbiano acquistato titoli con opere di riconosciuto valore nel
campo dell'Educazione, della Scuola, dell'Università e Ricerca e, più in
generale, nella diffusione ed elevazione della cultura.
Testo a cura di Natalia Sassu Suarez