Architettura

La biografia di Renzo Piano
Renzo Piano vince la medaglia 2008 dell'American Institute of Architects
Il Vulcano buono di Renzo Piano a Nola
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Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili
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Un nuovo grattacielo nella griglia di Manhattan di Aldo Micillo
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Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili

Milano - Triennale
Dal 22 maggio al 16 settembre 2007


La Triennale di Milano presenta Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili una grande mostra monografica sull'opera di Renzo Piano che aprirà la Festa per l'Architettura - IV edizione. Il sottotitolo della mostra è ispirato dall'opera di Italo Calvino, uno degli autori che più hanno influenzato la sensibilità dell'architetto.
La straordinaria valenza urbana della sua architettura è proposta attraverso disegni originali, progetti e modelli che documentano la produzione di più di quarant'anni di attività, sullo sfondo delle trasformazioni che hanno segnato il passaggio dalla città industriale del XX a quella post-industriale del XXI secolo.
I progetti di Renzo Piano possono essere letti come un tentativo di riprendere e rilanciare la tradizione umanistica della città europea, ridiscutendone i principi insediativi nell'ambito della cultura contemporanea.
Dal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversione torinese del Lingotto, dalla Cité Internationale di Lione al porto di Genova, alla berlinese Potsdamerplatz, Renzo Piano ha lavorato alla trasformazione del vecchio modello di città industriale in quello di città dell'informazione e della cultura. Gli esperimenti sulle brown areas di Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di Parigi, di Harlem a New York, etc. mostrano invece il passaggio dalla città della produzione a quella degli scambi.

Foto dell'allestimento della mostra svoltasi nel 2006 presso il Los Angeles County Museum of Art

Foto dell'allestimento della mostra svoltasi nel 2006 presso il Los Angeles County Museum of Art
Foto di Francesco Radino
Copyright Francesco Radino

La città di Piano propone un'idea di spazi multifunzionali che traducono l'irrequietezza della contemporaneità attraverso l'esaltazione della complessità, della trasparenza e della permeabilità.
Il lavoro su una tipologia architettonica consolidata, come il grattacielo, ridefinisce i rapporti tra pubblico e privato, come dimostrano i casi del New York Times e della London Bridge Tower.
I progetti di Piano agiscono sulla stratificazione e sull'addizione per ricreare la complessità del contemporaneo. A questo si aggiunge l'attenzione all'uso del verde che dimostra l'importanza riconosciuta all'elemento naturale nell'ambito progettuale.

Renzo Piano, schizzo Triennale

Renzo Piano, schizzo Triennale

A Milano come a New York o a Genova o a Roma, le tracce del passato non sono rimosse ma reintegrate, utilizzando l'ideale della leggerezza come ipotesi progettuale. Le città visibili lancia dunque un'interpretazione dell'opera di Renzo Piano imperniata sulla centralità della visione urbana attraverso i progetti, raccolti in alcuni nuclei fondamentali: la città delle arti, la città della musica, la città delle acque, le città d'affezione (Parigi, New York, Genova, Milano).

Reclamation of the old port, 1985-1992

Reclamation of the old port, 1985-1992
Foto Studio Merlo
Copyright RPBW, Renzo Piano Buildin Workshop



LE CITTA' VISIBILI
In occasione dei suoi settant'anni, la Triennale dedica a Renzo Piano una grande mostra monografica che aprirà la Festa dell'Architettura 2007 all'insegna del rilancio dell'idea di città come elemento centrale della cultura contemporanea del progetto.


Genova

Esposizione Internazionale per le Colombiani, Genova 1984-92

Esposizione Internazionale per le Colombiani, Genova 1984-92

Sistemazione dell'Antico Porto: Acquario, Magazzini del cotone, Bigo, Voliera; Genova 1985

Sistemazione dell'Antico Porto: Acquario, Magazzini del cotone, Bigo, Voliera; Genova 1985

Unesco Laboratory and Workshop Punta nave a Vesima, Genova 1989-91

Unesco Laboratory and Workshop Punta nave a Vesima, Genova 1989-91


Con il suo titolo - Le città visibili - la mostra intende rendere omaggio alla memoria di uno degli artisti che più hanno influenzato la sensibilità di Piano - Italo Calvino - ma al tempo stesso sottolineare la straordinaria valenza urbana dell'architettura di Piano, proponendo di
leggere la feconda produzione di più di quarant'anni di lavoro sullo sfondo delle trasformazioni che hanno segnato il passaggio dalla città industriale del XX secolo a quella post-industriale del XXI.


Milano

Ex area Falk, Sesto San Giovanni, Milano 2006

Ex area Falk, Sesto San Giovanni, Milano 2006

Museo dell'Ansaldo, Prometeo musical space, Milano 1983-84

Museo dell'Ansaldo, Prometeo musical space, Milano 1983-84

Sede del Sole 24 ore, Milano 1998-04

Sede del Sole 24 ore, Milano 1998-04

Banca Popolare di Lodi, Lodi (Milano) 1991-01

Banca Popolare di Lodi, Lodi (Milano) 1991-01

Case a pianta libera a Cusago (Milano), 1970 - 1974

Case a pianta libera a Cusago (Milano), 1970 - 1974


Di fronte al panorama altamente mediatico di una concezione dell'architettura come produzione di oggetti isolati e carismatici disseminati nei contesti urbani e territoriali, è possibile leggere i progetti di Piano come lo strenuo e inedito tentativo di riprendere e rilanciare la tradizione umanistica della città europea, ridiscutendone i principi insediativi nell'ambito della cultura contemporanea.
Dal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversione torinese del Lingotto, dalla cité internationale di Lione al porto di Genova , alla berlinese Postdamerplatz, Piano ha intuito le possibilità di lavoro su quelle tipologie più funzionali alla trasformazione del vecchio modello di città industriale in quello della città dell'informazione e della cultura. Gli esperimenti sulle brown areas di Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di Parigi, di Harlem a New York, di Rotterdam, etc. stanno a significare il passaggio dalla città della produzione a quella degli scambi, secondo un rapporto che non tende a delegittimare genericamente il passato, ma anzi a traghettarlo in un contesto che renda ragione al suo senso etico ampliandone tuttavia la percezione estetica e spaziale sino ad includervi come elemento determinante un nuovo patto progettuale con la natura.


Parigi

Centre George Pompidou Paris, France, 1972

Centre George Pompidou Paris, France, 1972

Oltre la macchina, la città di Piano si configura come proposizione di un'idea di spazi multifunzionali che traducono l'irrequietezza contemporanea dei flussi in un quadro di regole – non di forme- basato sull'esaltazione della complessità, della trasparenza, della permeabilità, sia orizzontale che verticale. La città mista è il superamento dello zoning senza l'esaltazione del caos: allude alla necessità di un nuovi significati pubblici senza concessioni ai facili simbolismi dell'architettura iconica.


New York

New York Times building, New York 2000

New York Times building, New York 2000

Così anche il lavoro su tipologie consolidate e apparentemente inattaccabili a ogni innovazione spaziale – come il grattacielo – dà origine a ipotesi inedite di distribuzione che ridefiniscono in maniera adeguata i rapporti tra il dominio del pubblico e quello del privato, come dimostrano i casi del New York Times, della London Bridge Tower, della Kpn Tower a Rotterdam o dell'ineseguito grattacielo per l'ex-recinto della Fiera di Milano.


Città dell'Arte

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Lingotto, Torino 2002

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Lingotto, Torino 2002

Ricreare la complessità implica dunque l'ipotesi progettuale di agire sulla stratificazione e sull'addizione più che sulla cancellazione o la rimozione: se a questo si aggiunge l'attenzione paesistica all'uso del verde, se ne deduce l'intenzione di definire non tanto nuove strutture, quanto articolati paesaggi. A Milano come a New York o a Genova o a Roma, le tracce del passato non sono rimosse ma reintegrate in un tessuto denso di funzioni che si intrecciano, utilizzando l'ideale della leggerezza come ipotesi progettuale - non solo metafora letteraria – che rilancia la nozione modernista di spazio nell'universo fluido della percezione contemporanea.


Città della Musica

Auditorium Paganini, Parma 1997-2001

Auditorium Paganini, Parma 1997-2001

“Le città visibili” lancia dunque una interpretazione dell'opera di Renzo Piano che finora non pare sia stata riconosciuta dalla critica nella sua ampiezza e rende giustizia di un lavoro troppo spesso confinato nell'esclusivo rapporto con la tecnica e il primato della struttura. Di questa centralità della visione urbana parlano invece i progetti raccolti in …. nuclei fondamentali: la città delle arti, la città della musica, la città delle acque, città d'affezione.

Informazioni

Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili


Luogo: Milano - Triennale
Viale Alemagna, 6 - Milano

Periodo: dal 22 maggio al 16 settembre 2007

Orari: 10.30 - 20.30, chiuso il lunedì

Ingresso: 8,00 / 6,00 / 5,00 Euro

A cura di: Fulvio Irace

Progetto dell'allestimento: Renzo Piano Building Workshop con Franco Origoni

Catalogo: Electa

Info: tel. 02 724341 - fax 02 89010693