Architettura

Il Reichstag di Berlino: storia di un Parlamento
di Marcello Silvestro

A Berlino, accanto alla Porta di Brandeburgo, svetta il Palazzo del Parlamento, il Reichstag, con la sorprendente ristrutturazione opera dell’architetto inglese Sir Norman Foster. L’edificio del Reichstag, simbolo oggi della nuova capitale, ha subìto nel corso della sua storia numerose trasformazioni ed è stato teatro di avvenimenti decisivi.

La realizzazione della nuova sede del Parlamento Imperiale è decisa tra il 1871 e il 1872, anni in cui è indetto il concorso per la sua progettazione. Ne risultano vincitori Ludwig Bohnstedt e Giles Gilbert Scott. L'inizio dei lavori è però bloccato quando il proprietario del luogo proposto, Count Raczynski, si oppone alla cessione della sua proprietà. Il Reichstag continua ad avere la propria sede provvisoria al Royal Prussian Porcelain Manufactury.




Nel 1882, alla morte di Count Raczynski, il luogo proposto per l'edificio del Reichstag è acquistato e viene indetto un secondo concorso il cui vincitore è l'architetto Paul Wallot di Francoforte, che tra il 1884 e il 1894 lo costruisce in stile rinascimentale.

Il 5 dicembre 1894 il nuovo edificio del Reichstag è inaugurato dall'imperatore Guglielmo II che lo definisce, di volta in volta, "monumento al cattivo gusto", "casa delle scimmie del Reich" e "fabbrica di menzogne". La nuova costruzione si identifica con la relativa funzione ed è da allora conosciuta come "Reichstag".




Nel 1900 la decorazione interna è completata e sono stabilmente collocate le opere d'arte.




Alla fine della prima guerra mondiale, nel 1919, quando la rivoluzione scoppia a Berlino, il Reichstag è occupato e difeso dalle truppe dell'esercito unite ai capi della socialdemocrazia della Nuova Repubblica; è da uno dei suoi balconi che Philipp Scheidemann decreta la fine dell'Impero e l'avvento della Repubblica.

Quando i nazisti si affermano nelle elezioni del 1930, è dal suo emiciclo che Hitler sfida per la prima volta l'Europa.

Il 27 febbraio 1933 il Reichstag è distrutto da un incendio, appena un mese dopo la presa di potere da parte di Hitler.




Il 2 maggio del 1945, dopo una sanguinosa battaglia, un soldato sovietico pianta la bandiera rossa sulle rovine del Reichstag. La relativa fotografia, con lo sfondo di una Berlino devastata dalle bombe, fa il giro del mondo e diventa il simbolo, prima della vittoria dell'URSS sulla Germania, poi della stessa divisione dell'Europa in due blocchi.




Nel luglio del 1945, la Germania è divisa nelle quattro zone di occupazione: americana, francese, britannica e sovietica. Berlino è situata nella zona sovietica, nell'est, ma, egualmente, viene divisa fra gli alleati: il Reichstag finisce nel settore occidentale.

Soltanto negli anni Sessanta il governo di Bonn provvede al suo restauro, e, su precisa richiesta degli Alleati, evita di utilizzarlo come sede del Parlamento fino al 3 ottobre 1990, quando i parlamentari della Germania unificata vi tengono la loro prima e solenne seduta.

Nel novembre del 1954 viene distrutto il telaio d'acciaio della cupola del Reichstag, già precedentemente rovinata.



Nel 1957 inizia il lavoro di ricostruzione del Reichstag, mentre nel 1961 comincia il rinnovamento degli interni del Reichstag.




Il 12 agosto 1961 è eretto il Muro di Berlino, appena ad est del Reichstag, impedendo il passaggio tra le due Berlino.

Nel 1971 il Reichstag ricostruito è aperto: lo compongono 650 sale per i Membri del Parlamento, 200 nuovi uffici e un corridoio di ricezione per 1500 persone.

Il 9 novembre 1989 il Muro di Berlino è demolito dopo 28 anni: la Germania è riunificata. Le celebrazioni avvengono davanti al Reichstag.

Nel 1992 è indetto un Concorso Internazionale in due fasi per l'assegnazione dell'incarico di ristrutturazione del Reichstag, destinato a nuova sede del Bundestag.

Nel 1993 risulta vincitore l'architetto inglese Norman Foster. I lavori di ricostruzione prendono l'avvio nel luglio del 1995.




Nel 19 aprile 1999, al termine dei lavori, è inaugurata la nuova sede del Parlamento della Germania unificata.

Con un costo di 600 milioni di marchi tedeschi il Reichstag è diventato il Parlamento più moderno del mondo.

Per la demolizione sono stati impiegati 240 operai al giorno e circa 50 tecnici dell'ufficio berlinese di Foster; dall'ottobre del 1995 al febbraio del 1996 sono state rimosse, dalla zona centrale del cantiere, 45.000 tonnellate di materiale di demolizione utilizzando 35 carichi di camion al giorno. La demolizione ha interessato circa un terzo del Parlamento preesistente.

Il nuovo Reichstag è una costruzione ecologica seguendo i principî cari a Foster. Alcuni sistemi molto sofisticati consentono una ventilazione naturale dell'aula plenaria usando aria fresca convogliata dal cono centrale situato all'interno della cupola. L'aria calda non espulsa attraverso la cupola viene recuperata e riutilizzata attraverso gli scambiatori di calore. L'elettricità è generata bruciando bio-combustibile in modo da ridurre la produzione di anidride carbonica. Il calore in eccesso è accumulato in uno strato acquifero naturale. Tutti i residui della combustione vengono riconvertiti a 300 m sottoterra. E sul tetto uno schermo mobile che "segue il Sole", composto di 365 specchi, automatizzato ed alimentato dalle cellule fotovoltaiche, impedisce la penetrazione diretta del calore e della luce solari.

I 659 deputati hanno a disposizione 750 sale, organizzate secondo i raggruppamenti rispettivi dei partiti, ed un emiciclo di 1400 m2.

In cima a questi livelli di lavoro, gli ospiti hanno accesso ad un ristorante pubblico ed alla cupola che, ricostruita sulla sommità dell'edificio, sovrasta la sala plenaria e dà all'edificio la sua dimensione pubblica.




La cupola, in acciaio e vetro, è alta 23,5 m ed ha un diametro di 40 m ed un peso di 1200 tonnellate.

All'interno della cupola, una doppia rampa ellittica percorribile conduce ad una piattaforma elevata che offre una fantastica veduta su Berlino, permettendo così che la gente cammini, simbolicamente, "sopra le teste dei loro rappresentanti politici".

Il Reichstag, museo vivente della storia della Germania, è divenuto, riprendendo una frase del suo ultimo progettista Sir Norman Foster, il "Parlamento più trasparente del mondo".