Architettura

Dieci domande a Luigi Prestinenza Puglisi

di Ivana Riggi

Generalmente scrivo sempre una premessa alle mie interviste. In questo caso, però, vorrei dare più spazio al ritmo domanda-risposta e cercare di costruire un ragionamento ad ampio respiro insieme al mio interlocutore: Luigi Prestinenza Puglisi.

Luigi Prestinenza Puglisi

Luigi Prestinenza Puglisi

Ivana Riggi

Ivana Riggi

La ringrazio per avere accolto il mio invito. "Critico di Architettura", "Architetto", "Architetto specializzato in pianificazione urbanistica": si identifica in tutte e tre le definizioni o più precisamente in due, o magari in una, e perché?
In una: critico di architettura. Perché è il lavoro che faccio.

Nella sua esperienza, che idea si è fatto del rapporto tra critica e potere in architettura?
La critica, se vuole essere tale, chiarifica, e, poiché fa delle scelte di campo, non media. Il potere invece si fonda o sul nascondimento o sulla mediazione.

Quali dovrebbero essere le qualità di un critico di architettura e quali i difetti tollerabili?
Le qualità sono la capacità di analisi, di sintesi e la chiarezza dell'esposizione. Il difetto intollerabile per un critico è l'ipocrisia da servilismo. Quello tollerabile: l'ipocrisia da buona educazione, quella per capirci che non ti fa stroncare una persona o una idea se non ce ne è bisogno.

"Avanguardie" e "Retroguardie" in architettura, quali sono i "limiti" di entrambe?
Io credo che la cultura la inventino, nel senso più letterale del termine, le avanguardie. Infatti non si dà nuova conoscenza senza invenzione. L'unico merito delle retroguardie è di prospettarti pericoli e quindi costringerti ad essere più analitico. Ma, a parte pochi grandi reazionari, i tradizionalisti tendono ad essere pecoroni noiosi che sciorinano luoghi comuni, scaricano frustrazioni e prospettano masochistiche proibizioni. Ti sei però dimenticata che ci sono anche coloro che non fanno avanguardia, ma sviluppano, rendendole più concrete, le idee e le intuizioni che hanno avuto gli innovatori. Ci sono numerosi architetti di un certo interesse che appartengono a questa categoria intermedia.

Crede che la progettazione architettonica odierna trascuri alcuni temi, come ad esempio quello della residenza, o magari altri, come risposta critica alla società a vantaggio di altri? Se sì, come a suo giudizio andrebbe gestita?
Gli architetti preferiscono progettare un museo piuttosto che una casa. Intanto perché hanno più budget e poi perché hanno meno costrizioni. Difatti quando realizzano case, spesso si limitano a fare solo un po' di mossette con le facciate perché non possono e non vogliono toccare le piante. Per toccare l'impianto spaziale di tipologie molto codificate, quale appunto le abitazioni, bisogna invece riaffrontare il discorso delle relazioni, che è un tema molto più interessante ma molto più complicato. Anche perché ci sono decine di tipi diversi di relazioni: con le persone, con gli oggetti, con i sistemi simbolici ecc…

Nelle diverse scale, dal design, alla pianificazione urbanistica: quando un progetto è "convincente"?
Quando risponde in maniera soddisfacente al problema che si propone di risolvere. E quando questo problema ha un senso.

La "forma" ha un destino?
Purtroppo non riesco a vedere un destino per l'uomo, figuriamoci per una forma. Ho però un fortissimo interesse per le forme e lavoro sull'equazione di Gregory Bateson secondo la quale forma = informazione = contenuto = significato = struttura = sistema di differenze.

A volte, nelle sue interviste, sottopone i suoi interlocutori al gioco dell'aereo che precipita chiedendogli di salvare solamente uno dei personaggi da lei indicati. Io, invece, le propongo quello dell'aereo che decolla e che atterrerà, per un lunghissimo periodo, in un'isola deserta, vergine. Potrebbe portare con sé solamente tre professionisti per aiutarla a costruire "qualcosa" una volta giunti al disagevole luogo di destinazione. Chi sceglierebbe, perché e da cosa inizierebbe questa "nuova sopravvivenza"?
Porterei mia moglie, chi se ne frega degli architetti. Se proprio dovessi portarmi tre architetti: Renzo Piano, Shigeru Ban e, infine, Frank O.Gehry, perché secondo me Gehry è molto più concreto di quello che ci si immagina.

Lei è anche insegnante di "Storia dell'architettura contemporanea " all'Università di Roma, La Sapienza; cosa evita di insegnare ai suoi studenti?
Dico loro che chi parla dei valori perenni dell'architettura non sa neanche dove stiano di casa. E quindi, per essere coerente, non parlo mai di valori perenni.

Concludendo, da un punto di vista professionale quali sono stati: il suo più grande errore, il suo peggior rimpianto, la maggiore soddisfazione?
Il mio più grande errore è di non essere riuscito a far diventare l'inglese la mia prima lingua. Il mio peggior rimpianto è di rischiare poco. La maggiore soddisfazione sono le lettere che ricevo.


Note biografiche
Luigi Prestinenza Puglisi (Catania 1956).
È uno dei più attivi critici di architettura operanti in Italia. Sua l'invenzione di sfruttare le potenzialità del web inviando dal 2003 una newsletter agli architetti italiani: la presS/Tletter che esce a cadenza settimanale e a cui lavorano una trentina di collaboratori. Inviata a circa 15.000 abbonati, è gratuita e affronta liberamente, con articoli recensioni e interviste, i temi di maggior interesse: la situazione universitaria, lo stato dei concorsi di progettazione, la qualità delle realizzazioni. Tra i collaboratori della presS/Tletter Renato De Fusco, Renato Nicolini, Stefano Casciani. Tra le firme che hanno scritto: Mario Manieri Elia, Stefano Boeri, Vittorio Savi, Marcello Rebecchini, Valerio Paolo Mosco, Franco Purini, Umberto Cao. Parallelamente a PresS/Tletter ,che non contiene immagini, PresS/Tmagazine, diretto da Anna Baldini, illustra i migliori progetti di architettura realizzati. Le collezioni di presS/Tletter e presS/Tmagazine sono raccolte nel sito www.presstleter.com, che oltre ad ospitare articoli e interviste di approfondimento è anche una piattaforma per gestire concorsi di architettura in rete. Tra questi il premio per i giovani critici, un concorso con cadenza biennale che ha l'obiettivo di mettere in luce una nuova generazione di talenti.
LPP scrive per numerose riviste. Abitualmente per Edilizia e Territorio e per The Plan, dove si occupa di segnalare i progetti di architettura più significativi realizzati in Italia. Collabora episodicamente con L'Arca, Abitare, Costruire, Domus. E' un corrispondente della rivista europea A10 diretta da Hans Ibelings. Ha curato due numeri monografici della rivista britannica Architectural Design (AD): l'uno dedicato all'Italia (Italy. A New Architectural Landscape. Maggio 2007) e un altro alle questioni teoriche della disciplina (Theoretical Meltdown. Gennaio 2009). È un corrispondente italiano della rivista americana The Architects Newspaper e di quella australiana Monument. Ha scritto testi per la RAI , svolto ricerche per il CNR e ha curato mostre ed eventi, tra le quali Contemporary Ecologies organizzata dalla Darc e dal Ministero degli Affari Esteri in occasione della biennale di Brasilia (2006). È il direttore scientifico della rivista internazionale Compasses (www.compasses.ae) la rivista di architettura in lingua inglese più diffusa negli Emirati Arabi.
Ha coordinato le sezioni "Scritti" e " Grandi Eventi" della Universale di Architettura, fondata da Bruno Zevi, edita dalla Testo & Immagine di Torino. Oggi coordina la collana Italia Architettura della UTET.
I suoi libri hanno anticipato il dibattito architettonico su temi e figure di rilievo della contemporaneità.
Il libro Rem Koolhaas, trasparenze metropolitane, Testo&Immagine ,Torino 1997 ha introdotto in Italia la figura dell'architetto olandese. Il libro HyperArchitettura, Testo&Immagine , Torino 1998 e Birkhäuser, Basilea 2008 ( HyperArchitecture) ha posto la questione del rapporto tra architettura e tecnologie digitali. Il libro This is Tomorrow, avanguardie e architettura contemporanea, Testo&Immagine, Torino1999 ha fornito spunti per rivalutare l'architettura radicale degli anni sessanta e settanta. Tra le altre pubblicazioni: Zaha Hadid, Edilstampa, Roma 2001. Silenziose Avanguardie, una storia dell'architettura: 1976-2001, Testo&Immagine , Torino 2001. Tre parole per il prossimo futuro, Meltemi, Roma 2002. Introduzione all'architettura, Meltemi, Roma2004. Forme e ombre, Introduzione all'architettura contemporanea, Testo&Immagine , Torino 2003. Dieci anni di architettura:1996-2006. Prospettive edizioni, Roma 2006, New Directions in Contemporary Architecture: Evolutions and Revolutions in Building Design Since 1988, Wiley, Londra 2008 ( tradotto in coreano e cinese).
Insegna "Storia dell'architettura contemporanea " all'università di Roma, La Sapienza.
I suoi scritti si trovano nel sito www.prestinenza.it